Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 07/11/2014
Post n°6734 pubblicato il 07 Novembre 2014 da nina.monamour
Ciao a tutti, finalmente ieri sera, tra tanta fatica e sonno arretrato ho finito di leggere un racconto che ho trovato in casa di mio nonno che stiamo ristrutturando! Mi ha talmente affascinato che sono riuscita a leggerlo tutto d'un fiato! Un racconto che mi ha fatto pensare tantissimo. Si parla delle Brigantesse, le prime brigantesse! Ecco la storia di Francesca... Le donne del Sud, costrette alla sofferenza e agli stenti da un cinico destino di povertà e dominazioni; madri, mogli, sorelle piegate da una sorte che le ha inseguite lungo lo scorrere dei secoli. Donne, però, capaci d'una tenacia che le ha poste, a volte, al centro di vicende storiche tormentate. Il passato ci consegna personaggi dalle esistenze leggendarie che hanno combattuto oppressori e padroni con il piglio degli eroi immortali raccontati dalla mitologia classica. Donne descritte da Giordano Bruno, Raffaele Nigro, Antonio Ciano, Lorenzo Del Boca, ecc..ecc..nei volumi dedicati ai periodi del brigantaggio anti-francese e anti-unitario. Tra le figure maggiormente significative compare una filandiera di Palmi, Francesca La Gamba, passata alla storia come la "Capitanessa dei Piani della Corona", dal nome della località posta a ridosso del monte Sant'Elia, tra Palmi e Seminara, dove operava con la sua "banda" di ribelli. La "Capitanessa" può essere considerata, infatti, come una delle prime accertate "resistenti" calabresi alle sopercherie maschili ; Francesca La Gamba, nata nel 1768 nella città del celebre musicista Nicola Antonio Manfroce, madre e sposa felice respinse le volgari avances di un Ufficiale "collaborazionista" dell'esercito francese che aveva occupato la nostra Regione. L'uomo tentò piu' volte di farla soggiacere alle sue "voglie", dapprima con proposte esplicite ma almeno formalmente eleganti, poi con il ricatto e la violenza psicologica. La donna, tuttavia, resistette alle pressioni accompagnate inizialmente anche da vantaggiose proposte economiche mostrando una dignità e una morale che mandarono in bestia il mancato profittatore.. Il militare pensò perciò di costringerla a cedere incarcerandole prima il marito e poi i figli. Lo stratagemma usato dal filo francese fu banale come solo il Male può essere, fece affliggere nottetempo dei manifesti inneggianti alla rivolta contro il governo di stampo napoleonico e incolpò dell'iniziativa i congiunti della futura "Capitanessa" . Dopo che li ebbe fatti rinchiudere in prigione, l'uomo tornò alla carica sperando di ottenere finalmente il ristoro delle sue brame sessuali. Ma non fu così, la donna lo respinse e lo insultò, accusandolo pubblicamente di essere il fautore di una grave ingiustizia. Per tutta risposta l'Ufficiale fece sottoporre i figli della Francesca ad un processo sommario e li mandò davanti al plotone di esecuzione. Il dolore sconvolgente cagionato dalla perdita dei congiunti spinse La Gamba a prendere le armi! Lasciò la casa ormai vuota e si unì agli sbandati che resistevano alle truppe francesi sulle colline di Palmi. Per l'esuberanza e il coraggio straordinario mostrato durante gli scontri avuti con i plotoni dell'esecito invasore che controllavano la zona, la donna divenne in breve tempo il "Capo" di un gruppo di oltre cento briganti, e dopo piu' di un anno il destino le offrì l'occasione di vendicarsi dei delitti subiti. La banda della "Capitanessa" assalì infatti un convoglio scortato dai militari francesi che erano comandati dall'Ufficiale che le aveva rovinato la vita. Dopo aver ucciso tutti i nemici, la donna chiese ai suoi briganti di lasciare in vita l'Ufficiale, avrebbe pensato lei a spedirlo all'altro mondo! E così fece, gli piantò un coltello nel petto, gli strappò il cuore e lo prese a morsi davanti a tutti, come in una tragedia greca! Finalmente era stata fatta ..giustizia!!!! La storia di Francesca La Gamba è organicamente raccontata in un vecchio volume (ormai introvabile) scritto da Attilio Foti, già responsabile delle pagine culturali de "Il Tempo" di Roma per le edizioni Pellegrini. Foti, scomparso da tempo, era originario di Palmi e dedicò una parte della sua vita a compiere ricerche su questa donna trasformata dal dolore in una feroce vendicatrice. Fu proprio il Giornalista calabrese a consegnarla definitivamente alla storia come la "Capitanessa dei Piani della Corona". La Gamba ci offre l'occasione di riesaminare il difficile periodo della resistenza anti-francese recentemente investigato, con un volume edito per la Rubbettino, dallo storico Enzo Ciconte. I Calabresi diedero filo da torcere ai transalpini molto di piu' di quanto si immagini! |
Post n°6733 pubblicato il 07 Novembre 2014 da nina.monamour
La calunnia è un vocabolo sdentato che quando arriva a destinazione.. ...mette mandibole di ferro. Buon fine settimana a tutti |
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