Spuma_di_mare

SHELTER

(*foto: dal web)

Dovrebbe sempre esserci qualcuno che con un semplice sguardo, tocco o sorriso possa rappresentare quel rifugio tanto ambito di cui tutti andiamo alla ricerca.

Ci sono voci che pacificano...ed io per quanto inspiegabilmente credo di sentirne una in fondo al cuore che mi guida verso un abbraccio che per ora non si palesa...e non si desidera. Strano sentire direte voi...strana cosa l'amicizia...sometimes...o forse sono troppo strambe o peggio troppo alte certe aspettative che riponiamo in qualcuno...che non è poi "quella" persona così giusta ad accogliere i nostri desideri per quanto semplici o i nostri abbracci per quanto affettuosi ed importanti e stretti.

Per alcuni, forse, non si è e non si sarà mai "enough"...

IO FRA TANTI...

E' inutile, per quanto ci provi ogni anno (!) ad imparare a "sentire" lo spirito del Natale...una serie di ricordi, di vuoti,  e mancanze e, non ultime, di persone han fatto in modo, anche questa volta; affinchè non sentissi altro che tristezza e malinconia. E' come se qualcuno spegnesse tutte contemporaneamente le lucine accese un pò ovunque per queste festività in uno strano black out...e sentissi un pò più vera la frase che ho sentito in tv qualche giorno fa: "...di Gesù non si parla nemmeno più"....ma solo, in effetti. di quel simpatico omone generoso vestito di rosso...

Ahivoglia, dunque, a sciropparmi chilate di ore di film sul Natale in tv, a sentire canzoni di ogni tipo su Santa Clause, a buttar giù spumante per farmi passare una delle cene della Vigilia più silenziose e brevi della storia, con dulcis sin fundo, l'amarezza di non sentirsi nemmeno dire un freddo grazie dal proprio padre nel ricevere due regali, mentre lui non ha pensato minimamente a regalarmi neanche un sorriso (rovinandomi persino il giorno di Santo Stefano!)

E quando pensavo, rivedendo A Christmas Carol  di Dickens in tv, che stessi ormai inevitabilmente assumendo le sembianze di Mr. Scrooge, ho ripensato all'anno passato, a tutto quello che avevo affrontato con forza e pazienza, dolori e sofferenze, delusioni ed umiliazioni, privazioni e lacrime, ma sempre intinte alla fine di grinta ed autoironia.

Si, tutto questo non poteva significare niente, io sono un'altra persona, non potevo farmi abbattere da chi ce la mette tutta sempre e comunque nel demolire il buono che c'è in me. Questa lezione importante me lo ha ricordato la ragazza che con me lo scorso 21 dicembre ha affrontato lo stesso mio iter ospedaliero dicendomi: "La mia fortuna, l'anno scorso, è stata conoscere te".

Con gratitudine e commozione ho ringraziato per queste parole...che sono state come ricevere una carezza in questo desolato e triste periodo natalizio...ed un barlume di  speranza, che il domani possa essere un pò meglio di quel che è stato...beh è affiorato in me...anche ascoltando questa canzone...