RECAPITI UTILI Tenda San Damiano
Collaborazione attiva con...
Parla la Responsabile, Antonella De Benedictis TRATTA DI ESSERI UMANIIl traffico di esseri umani è definito come il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti ai fini dello sfruttamento. Lo sfruttamento comprende almeno, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il traffico di organi. (video tratto dal web)
QUESTO ACCADE OGGI!!! Desideriamo che questo blog sia mezzo di comunicazione e di "denuncia" perchè (come dicevo qualche sera fa in una testimonianza che partiva da una famosa canzone di Liabue) vogliamo saltare giù dal palco sul quale stavamo a guardare questa realtà scomoda, tuffarci in essa, e portarla proprio sul palco perchè tutti possano vederla e rendersi conto... Ultimi commentiArea personale- Login
MenuCerca in questo BlogE TU????E' l'indifferenza a renderci complici! Il tuo Cristo è ebreo,
la tua macchina è giapponese,
la tua pizza è italiana,
la tua democrazia è greca,
le tue scarpe sono thailandesi,
il tuo thè è indiano,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo cellulare è finlandese,
la tua maglietta è cinese,
le tue vacanze sono egiziane,
i tuoi numeri sono arabi,
la tua scrittura è latina,
la tua birra è africana,
le tue patate sono americane.
E tu dici a me di essere straniero... Che bello... PERCHE', IN FONDO, C'č UN SOLO DIO...Non che diverta... ma rende molto l'idea! |
Ci riconosciamo come semplici giovani che sentono l’urgenza di non considerare più il Vangelo come semplice utopia.Il nostro nome Tenda San Damiano indica il muoversi, sia fisico che culturale che gli incontri con queste donne vittime di tratta, presuppone. Riconoscendo in questa triste realtà una particolare forma di povertà; poveri che il crocifisso di san Damiano abbracciò scegliendoli come propri interlocutori.
Post n°53 pubblicato il 15 Aprile 2010 da Lory.B87
Carissimi amici, La resistenza di padre Zanotelli Riccio e la Iervolino abbandonano la manifestazione "Non c'è niente da fare" di STELLA CERVASIO "Sono bambini. Li state mandando in un lager. Dovete passare su di me". Ma la furia di chi obbedisce al governo e alla legge che punisce gli immigrati non risparmia neanche un uomo di chiesa, padre Alex Zanotelli. Pur di far partire in fretta in una camionetta i nove africani della "Vera D.", pur di chiudere la questione che ha agitato il porto di Napoli e le coscienze nell'ultima settimana, senza il minimo rispetto hanno buttato a terra persino il sacerdote che difende i diritti civili e si prodiga per l'umanità. Sta bene, il paladino di chi non ha voce e lotta per sopravvivere, ma è tornato a casa addolorato, come chi ha sostenuto una battaglia persa. fonte: LA REPUBBLICA NAPOLI.IT LINK UTILI
Post n°52 pubblicato il 09 Marzo 2010 da Lory.B87
A distanza di pochi giorni dall'incontro fatto a Manduria con il gruppo dei Giovani, voglio lasciare su questo blog qualche commento a riguardo... Abbiamo condiviso un bel momento, pur essendo gli argomenti della prostituzione e dell' immigrazione vasti e spinosi, è stato belle vedere la curiosità "positiva" di questi giovani che hanno preferito il nostro noioso parlare alle giostre della festa del paese... Che in loro arda qualcosa? Che possa questo piccolo seme portare frutto in loro? Me lo auguro con tutto il cuore! Buon cammino, ragazzi!
Post n°51 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da Lory.B87
Amici vi proponiamo questa canzone del grande De Andrè, sperando sia di vostro gradimento! Buona giornata! FABRIZIO DE ANDRE'- LA CITTA VECCHIA Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi, una bimba canta la canzone antica della donnaccia quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia. E se alla sua età le difetterà la competenza presto affinerà le capacità con l'esperienza dove sono andati i tempi di una volta per Giunone quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione. Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo. Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere per dimenticare d'esser stati presi per il sedere ci sarà allegria anche in agonia col vino forte porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte. Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone forse quella che sola ti può dare una lezione quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie. Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette quando incasserai delapiderai mezza pensione diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione". Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano. Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo.
Post n°50 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da Lory.B87
Amici, ho trovato questa "testimonianza" su facebook ( http://www.facebook.com/home.php?#!/notes/informare-per-resistere/una-normale-famiglia-rom-a-due-passi-da-casa-nostra/284850416266 ) e voglio condivderla con voi... buona giornata! di Chiara Profeti - Quando mi è stato chiesto di raccontare la storia di una famiglia Rom conosciuta alcuni mesi fa, avrei dovuto descrivere la vita quotidiana delle persone che la compongono nell’invisibilità, proprio sotto i miei occhi. Li ho visti un giorno caldo di giugno nel parco sotto casa mia, portando a spasso la mia cagnona appena adottata al canile di Milano. Sono stata avvicinata da due musetti sorridenti che ho scoperto poi essere due dei componenti più piccoli di una famiglia composta da mamma, papà e 9 figli. I nostri primi incontri sono stati caratterizzati da continui allontanamenti e avvicinamenti, diffidenza da entrambe le parti e tante domande rimaste per un po’ di tempo in sospeso. Dopo essermi permessa però di scavalcare un muro costruito su pregiudizi e stereotipi lontani nel tempo, sono riuscita a far incontrare i due mondi: il mio e il loro. Mi sono chiesta come ho fatto prima a non essermi mai accorta di loro, a non aver mai notato questa realtà parallela in cui si festeggia il Natale proprio come faccio io, in cui le mamme vanno a fare la spesa al supermercato di quartiere come capita nelle più comuni famiglie italiane, anche se i sacchi della spesa dei miei nuovi amici non si compongono nemmeno della metà delle prelibatezze e leccornie con cui noi riempiamo i nostri carrelli. Avrei voluto anche raccontare di come i bambini del mondo parallelo appena scoperto, sono sempre sorridenti, anche se ricevono in dono una barbie senza una gamba o una macchinina senza una ruota, mentre i nostri bambini pretendono quasi sempre modelli di giochi "all’ultimo grido". Dopo tutto quello a cui ho assistito pochi giorni fa, preferisco invece raccontare ciò che seguirà nelle prossime righe. Immaginate questa scena: persone in divisa, armate, arrivano e vi minacciano di buttare giù la vostra casa, di portarvi via i vostri bambini, così voi siete costretti a prendere le poche cose che avete e incastrarle disordinatamente in valige o sacchi rimediati di fortuna, e scappare veloci come topi a rifugiarvi sotto a un ponte per restare sempre più nell’ombra. Immaginate ancora che, durante questa corsa sfrenata verso l’invisibilità, non riusciate a prendere tutto e lasciate indietro molti dei vestiti per i bambini, le scarpine di vostro figlio di due anni, le coperte con cui vi riscaldate la notte e l’unico piatto dentro il quale mangiate. Immaginate poi che fuori faccia freddo, molto freddo, perché è inverno inoltrato, che si stia facendo buio e che voi non sappiate dove trovare rifugio almeno per i vostri bambini. Questo non è un racconto, né delle parole inventate per sottolineare che qualsiasi sgombero, non seguito da reali interventi di politica sociale, è inammissibile in una società moderna e soprattutto è deplorevole, per chi lo ordina, compierlo in inverno. E’ solo il racconto di ciò a cui io ho assistito in prima persona e di ciò che è accaduto in quei due mondi che, una volta tanto si sono incontrati. Sfortunatamente le persone in divisa, che hanno sgomberato la famiglia che conosco insieme a una decina di altri loro parenti e che senza nessuno scrupolo hanno buttato giù la baracca di queste persone minacciando di portargli via i bambini, appartengono al mio. Ancora una volta, ho provato vergogna nel farvene parte. I protagonisti che hanno subito questa aggressione invece, fanno parte di quella realtà appena scoperta, in cui sono stata sempre accolta tra le grida eccitate e gli abbracci dei bambini, con la speranza negli occhi dei giovani uomini di trovare un lavoro che dia loro la dignità di esistere, con donne un po’ sdentate e sempre indaffarate, come lo sono alcune delle nostre mamme, a curare qualche bambino o a cucinare qualcosa che bolle per ore in pentoloni fumanti. Non starò qui a sottolineare che queste azioni, compiute da "squadracce" armate quasi in "assetto di guerra" contro un gruppo di persone composte per la metà da bambini indifesi abbiano letteralmente mandato all'aria un lungo e difficile lavoro compiuto negli ultimi mesi al fine di costruire un rapporto di fiducia tra questa famiglia e istituzioni come la scuola che avrebbe dovuto accogliere i bambini per la prima volta, dando loro la reale possibilità di una vita forse normale. Come giudicare, dopo tutto quello che hanno vissuto negli ultimi giorni, la paura dei genitori di questa famiglia di mandare i bambini a scuola e magari vederseli portare via un giorno da operatori del servizio sociale che finora è stato completamente inesistente anche se, in maniera del tutto fasulla, è stata riportata la presenza di assistenti sociali sul luogo dello sgombero? E come riuscire poi a chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie subite da queste persone o dalle mamme che con i loro bambini, non sapendo in quale altro luogo andare, non sono state libere nemmeno di sostare in un parco giochi, perchè accusate sempre dalle solite "squadracce" di bighellonare in un luogo a loro non destinato. Quante volte ho visto invece mamme italiane bighellonare, loro sì, nello stesso parco giochi, indisturbate e piene di speranza per il futuro dei loro piccoli. Quello che mi chiedo è come mai questi due mondi appena descritti si incontrano, a livello "istituzionale", quasi sempre e solo per azioni di minaccia e violenza gratuita da parte chi è più forte verso il più debole. Non sarebbe forse più consono, per una società che si professa da anni "aperta all’inclusione dell’altro e del diverso" e "attenta alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione", che questi incontri avvenissero per lo meno in pace o che fossero finalizzati alla risoluzione di qualcosa, come ad esempio il potenziamento degli operatori e delle risorse che si occupano dell’inserimento scolastico dei bambini, o l’apertura di sportelli informativi dedicati alle comunità Rom o ancora una maggiore apertura del mondo del lavoro a persone che erroneamente si crede non siano portatrici di alcun mestiere. Tutto ciò che vedo invece intorno a me, da quando mi sono interessata a questa realtà, è la verità indiscussa del cosiddetto "mondo sviluppato" di arrogarsi sempre e comunque il diritto di sapere cosa è meglio e come dovrebbe essere la società Rom, ovviamente una copia della nostra. Non credo che questa lettera servirà a cambiare le cose, ma dopo aver partecipato a scene che anni fa ho letto, sui banchi di scuola, in riferimento alle persecuzioni naziste a carico degli ebrei (ovviamente per venire a conoscenza di quelle subite anche dal popolo Rom, sono dovuta diventare più grande, e approfondire privatamente l’argomento perché sui libri di formazione giovanile lo spazio dedicato è esiguo), non me la sono sentita di descrivere la "vita normale di una famiglia Rom a due passi da casa mia". Mi chiedo come sia possibile definire normale una vita soggetta a un olocausto invisibile ai più, ma continuo. Nelle foto di Steed Gamero, dall'alto: Chiara Profeti (Gruppo EveryOne) con una famiglia Rom romena appena sgomberata da Lorenteggio; alcuni bambini Rom colpiti dalle recenti operazioni poliziesche.
Post n°49 pubblicato il 28 Gennaio 2010 da Lory.B87
L'associazione MigrAzione interviene sul dibattito legato all'immigrazione e l'integrazione nell'ambito dei fatti accaduti a Rosarno 22/01/2010 «Abbiamo preferito mantenere le distanze dal giudizio immediato sui fatti accaduti a Rosarno perchè abbiamo ritenuto controproducente intervenire in un dibattito avvelenato dalle distorsioni prodotte dalla semplificazione mediatica. Oggi, a mente fredda, avanziamo alcune considerazioni». È quanto si afferma in una nota dell’associazione culturale migrAzione: «Le leggi in materia d’immigrazione, approvate negli ultimi anni – è scritto ancora nella nota – hanno reso più difficile il processo d’integrazione e accoglienza degli immigrati che, giunti nel nostro paese, riscontrano innumerevoli difficoltà per il rilascio dei documenti di soggiorno e nella ricerca di un lavoro regolare. Tutto ciò non permette loro di emergere socialmente e rendersi autonomi. La ricerca di una nuova vita può spesso tradursi in un miraggio, nello status di clandestino e la debolezza determinata dalla condizione giuridica diventa occasione di sfruttamento e abuso da parte di chi in Italia ha visto in altri esseri umani un’occasione di profitto piuttosto che un’opportunità di confronto, crescita e rigenerazione». «Inoltre, avvertiamo sempre più forte – prosegue la nota – l'atteggiamento di chiusura e rifiuto che hanno assunto molti italiani non più disposti ad accogliere e a condividere. Tutto questo ci indigna perchè troppo spesso ci troviamo a gestire situazioni riconducibili al razzismo più inaudito. Allo stesso tempo, però, ci sentiamo più forti e motivati a reagire e a non tollerare più episodi del genere. Crediamo che ognuno di noi abbia diritto alla mobilità e alla ricerca di un’opportunità qualora una condizione di vita migliore fosse inimmaginabile nel paese d’origine». «Dobbiamo essere capaci – riporta ancora la nota – di accogliere e convivere; questo non vuol dire fare entrare tutti nella nostra vita, ma accettare le persone che decidono di venire nel nostro paese perchè è qui che hanno deciso di poter vivere dignitosamente. Lasciamo allo Stato l’onere di tutelarci rispetto a situazioni d’illegalità. Quello che è accaduto a Rosarno è il prodotto dell’abbandono da parte dei governi di una terra già dimenticata con tutte le problematiche annesse alla criminalità organizzata. Gli scontri non hanno reso onore nè agli stranieri nè ai cittadini di Rosarno, succubi entrambi di un sistema che da soli non sono in grado di cambiare. È nostro dovere tutelare il rispetto dei diritti umani e chiedere al Governo e al Parlamento una maggiore attenzione verso i migranti, in uno scenario che mette in discussione la nostra umanità. Occorre una condanna decisa dello Stato di ogni tipo di sfruttamento, ma allo stesso modo i cittadini devono avere un ruolo attivo nella vita sociale del paese>>.
Post n°48 pubblicato il 28 Gennaio 2010 da Lory.B87
MATERA - Percepivano tre euro all’ora, lordi, i lavoratori rumeni da mesi sfruttati nelle campagne della provincia di Matera: è emerso nell’inchiesta 'Terra Promessa' dei carabinieri e della Dda di Potenza che oggi ha portato all’arresto di cinque persone, due fratelli imprenditori agricoli di Montescaglioso e tre cittadini rumeni, fra cui due donne, che organizzavano l’ingaggio di manodopera nel loro Paese, prospettando allettanti situazioni che invece si rivelavano un vissuto di sfruttamento. I lavoratori rumeni, tra cui delle donne, una volta giunti in Italia, venivano privati dei propri documenti di identità. Erano costretti a lavorare tutti i giorni, dall’alba al tramonto, senza un’effettiva paga, poichè dovevano saldare il debito delle spese di viaggio, nonchè esosi e sproporzionati contributi pro-capite, per il consumo delle utenze domestiche e degli alimenti. Non potevano sottrarsi perchè, senza documenti, non potevano essere assunti da altre aziende. Le pessime condizioni di vita e alloggiative presso dei casolari inducevano gli operai rumeni a prestazioni lavorative tipiche delle forme di servitù, in quanto doppie nell’orario a quelle ordinariamente previste dalla legge, non regolarmente pagate, senza alcuna forma di riposo e soprattutto senza quei minimi requisiti di sopravvivenza, cibo necessario, pulizia personale, congruo periodo di riposo, tale da permettere un recupero di energie lavorative. L’alimentazione era alquanto povera e carente, tenuto conto dell’usurante tipologia di lavoro svolto, poichè basata solo sul consumo di pane, qualche uova, wurstel e frutta. Era limitata la disponibilità di acqua durante le ore di lavoro anche durante le giornate di caldo torrido. La spesa per l’acquisto o la fornitura dei generi alimentari era decurtata, in maniera sproporzionata, dalla inesistente paga giornaliera. Le presunte ore lavorative venivano riportate su un registro per il conteggio finale (ore inferiori a quelle effettivamente prestate) mentre le condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente in cui le vittime erano costrette ad alloggiare erano pessime e disumane e la dimora era infestata dalla presenza di ratti ed insetti di ogni genere. I locali ricadevano in aperta campagna, in luogo distante dal centro abitato, in località San Marco, a Bernalda. E' stato accertato anche un episodio di violenza in cui lavoratori che avevano deciso di ribellarsi, pretendendo la giusta paga, sono stati colpiti con bastoni e mazze da baseball. Per gli arrestati le accuse sono estorsione e riduzione in schiavitù con il vincolo dell’associazione a delinquere. 23 Gennaio 2010 www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Post n°46 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da Lory.B87
Articolo tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno... merita lettura per comprendere cosa accade nel nostro territorio. Merita attenzione per renderci consapevoli di quanto ci accade intorno, perchè non possiamo continuare a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi!
Post n°45 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Lory.B87
Carissimi amici, http://www.facebook.com/#/video/video.php?v=107950599218580 Un filmato documenta la tragica fine degli immigrati espulsi dalla Libia. Così come prevede l'accordo siglato tra Berlusconi e Gheddafi
Post n°44 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Lory.B87
Cari Amici,
Post n°43 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da Lory.B87
Amici, con grande gioia pubblichiamo la locandina della Veglia Di Pace organizzata dal Settore Giovani dell'Azione Cattolica della Diocesi di Oria... PARTECIPIAMO NUMEROSI!
Post n°42 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da Lory.B87
Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla popolazione di Haiti... Vicino a tutti voi con il cuore e con la preghiera...
Post n°40 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da Lory.B87
Per comprendere quanto sta succedendo a Rosarno, rileggiamo cosa scriveva don Tonio Dell'Olio di Libera nella postfazione del libro "Gli Africani Salveranno Rosarno" (edizioni Terrelibere). Un segnale di allarme lanciato un anno fa. E la mafia ringrazia. Perché i governi si susseguono e le maggioranze si rovesciano ma le porte continuano a chiudersi in faccia a questa umanità dolente che bussa alla speranza. Perché fuggono dalla disperazione quei sogni, quelle vite, quelle mani desiderose di faticare per spedire quattro soldi a casa e mangiare pane di sudore. Ed è per questo che sono disposti a pagare qualunque prezzo pur di attraversare deserti e mari per giungere a toccare una terra santa in cui poter ritornare a sperare. E la mafia ringrazia. E incassa. E ringrazia anche perché potrà sfruttare quelle braccia per quattro soldi e potrà chiedere loro il pizzo del caporale e quello di una catapecchia e quello del trasporto da casa al podere in cui raccogliere le arance. E la mafia ringrazia perché questo Paese non ha leggi umane per la povera gente e perché tutti gli altri si voltano dall'altra parte. E la mafia ringrazia perché queste sono braccia buone a vendersi anche per fare del male. La disperazione. Qui nella Piana tra San Ferdinando e Rosarno dove la campagna urla una natura generosa e gli alberi sembrano vestiti a festa per il Natale, non te l'aspetti che la miseria ti colpisca alle spalle e che qualcuno sia pronto a sfruttarti perché qui da sempre il lavoro è chiamato fatica e sono popoli nomadi senza romanticismo. Nomadi per lavoro. Nella Piana e nella Locride fino a Reggio ti capita sovente di incontrare gente che è capace di parlarti in tedesco perché a Kalzruhe lavorava da manovale o nei dintorni di Berna indossava una tuta da lavoro per andare in fabbrica. Qui sanno che sapore ha la polvere mischiata al pane e alle lacrime e alla nostalgia del sole e di una campagna vestita a festa. Ma la mafia ringrazia perché si dimentica presto e "chi ha il ventre pieno non crede al digiuno". Parleranno gli studiosi e ci diranno che il fenomeno delle migrazioni è esistito da sempre. Linfa umana nuova e diversa che circolando tra sponde e strade si mischia alla vita, trasportando con sé culture e tradizioni, facendo muovere persino i sapori della cucina fino a condizionare ed arricchire i ricettari. Tutto questo sciamare di popoli sta inscritto nel DNA della razza umana. Questo migrare di volti e di storie, questo rigare di lacrime i volti in partenza sui porti è reso più drammatico oggi da una fame che non conosce precedenti nella storia e dalla velocità delle comunicazioni e delle informazioni. Volersi opporre a tutto questo con la carta delle leggi o con leggi di carta è come voler distendere una rete in aria per fermare il vento. Carne umana che preme sulla pelle del mondo. E la mafia ringrazia perché questa è carne che si compra e che si vende. E che si ammazza anche per futili motivi. Solo per far capire chi è che comanda veramente qua. Solo per educarne cento. Che tanto noi non li conosciamo per nome e non abbiamo mai pensato che, avvolto in un panno grezzo, anche loro conservano la reliquia di una foto con bimbi che sorridono senza denti e mogli che guardano fiere davanti a sé. Che anche loro durante il lavoro cantano i ritornelli della loro terra e a volte si commuovono e non vogliono farlo vedere. "Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori: «Cantateci i canti di Sion!».Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia" (Salmo 136). E la mafia ringrazia perché spesso anche le nostre chiese hanno assopito le proprie coscienze e non ripetono più né il pianto né la denuncia. Per l'orfano, per la vedova e per lo straniero. E le mafie ringraziano perché mai si sarebbero aspettate che ad essere loro complici fedeli fossero genti del nord raccolte in un partito a progettare la condanna alla clandestinità, ovvero a chiedere i passaporti alle mafie e viaggio e pedaggio. Questa anagrafe della vita ribolle sotto i colpi dell'inospitalità e ci invita alla scuola di una nuova umanità in cui sono loro i maestri che, dalla cattedra della fatica e del sudore ci insegnano come si fa l'antimafia. Col sangue, con la fatica, col sudore e con la coscienza che ancora sa dire no alla prepotenza.
Post n°39 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da Lory.B87
Dopo i recenti fatti successi a Rosarno, ritengo e riteniamo doveroso dedicare una spazio a questa vicenda... per chi non avesse seguito, le notizie apprese e viste sono grosso modo le seguenti: Rosarno. La cronaca e il bilancio degli scontri
Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e rovesciati sull’asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. E’ il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori dell’agricoltura, accampati in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata. Risale a maggio dello scorso anno l’arresto di tre imprenditori, sempre a Rosarno, per "riduzione in schiavitù" di alcuni immigrati. A dicembre del 2008, invece, un episodio simile a quello di oggi: due giovani a bordo di un’auto spararono alcuni colpi di pistola contro due ragazzi africani di ritorno dai campi. Anche in qual caso gli extracomunitari reagirono con una violenta protesta. Cosa è successo A fare scoppiare la rivolta è stato il ferimento con un’arma ad aria compressa, da parte di un gruppo di sconosciuti, di alcuni cittadini extracomunitari lo scorso giovedì. I feriti - tra i quali c’è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno - non destano particolari preoccupazione, ma la volontà di reagire che covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati nella struttura in condizioni ai limiti del sopportabile (e di altri nelle stesse condizioni a Gioia Tauro in locali dell’Ex Opera Sila) non ci ha messo molto ad esplodere. Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari in larga parte provenienti dall’Africa hanno invaso la strada statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune delle vie principali: dalle auto - in qualche caso anche con persone a bordo - alle abitazioni, ai cassonetti dell’immondizia. È un paesaggio in cui sono evidenti i segni della guerriglia urbana e dei danneggiamenti compiuti quello che si presenta lungo la strada che dal centro di Rosarno conduce al centro ricovero ospitato nell'ex Esac. L'ultimo bilancio L'ultimo bilancio degli incidenti a Rosarno, fornito poco fa dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, è gravissimo, I feriti sono 66: 30 extracomunitari, 17 abitanti del posto e 19 appartenenti alle forze di polizia. Cinque immigrati sono ancora ricoverati in ospedali per lesioni più gravi. Uno è stato gambizzato con colpi sparati da un fucile. Nella notte era stato effettuato un primo trasferimento di circa 300 persone dalla ex cartiera «La Rognetta» di Rosarno verso i centri d'accoglienza di Crotone e Siderno. Il trasferimento è scattato alle 23 di venerdì tra gli applausi dei cittadini residenti nella zona interessata. Dei 300 stranieri, un centinaio andranno nel Centro di prima accoglienza di Crotone mentre altri 200 saranno portati in quello di Bari. Una volta avviato il trasferimento di questo nucleo di immigrati ne rimangono ancora circa 600 ospitati sia nell'ex Opera Sila, sia in un'altra struttura abbandonata in località Le Colline, a Rizziconi, sempre nell'area compresa tra Rosarno e Gioia Tauro. Con loro è in atto una mediazione affinchè si riesca, nel più breve tempo possibile, a trasferirli tutti. Gli investigatori C'e' la mano della criminalita' organizzata dietro alla guerriglia urbana di Rosarno? Gli investigatori di carabinieri e polizia dicono che, ''allo stato attuale delle indagini, questo collegamento non emerge''. A loro avviso si tratta di ''un problema soprattutto di ordine pubblico'', che nasce da una situazione sociale ''esplosiva'' in cui trovano spazio ''intolleranza e razzismo''. Gli accertamenti sulla ''matrice'' del gesto che ha innescato la rivolta - e cioe' il ferimento di alcuni extracomunitari con un fucile ad aria compressa - sono appena cominciate: secondo la polizia tutto sarebbe nato da un litigio per ''motivi banali' tra un abitante del paese con qualcuno degli stranieri. Ma probabilmente la spiegazione a quello che e' successo dopo non e' cosi' semplice e non si puo' escludere che la criminalita' organizzata - sempre piu' attiva anche nello sfruttamento del lavoro nero - c'entri, eccome. Ecco alcuni video di come gli immigrati di Rosarno vivono... Sconcertante l'affermazione dell'ultimo ragazzo nel secondo video... "we are no dogs!= Non siamo cani!"... perchè queste persone sono trattate così! Voi al loro posto, nelle loro condizioni, cosa avreste fatto?
Post n°38 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da Lory.B87
Carissimi Amici, Chiunque avesse disponibilità si può rivolgere ai nostri recapiti! Grazie!
Post n°37 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da Lory.B87
CARI AMICI, HO SCOPERTO PER CASO QUESTA CANZONE DI QUESTO GRANDE CANTAUTORE CHE E' SERGIO CAMMARIERE E VOGLIO PROPORVELA.... SPERANDO DI FARE COSA GRADITA, ATTENDENDO I VOSTRI COMMENTI... VI AUGURO BUONA SERATA!! CLICCA QUI PER ASCOLTARE QUESTA MERAVIGLIOSA CANZONE... http://www.youtube.com/watch?v=_R-rYP8UEZA Ed ecco il testo... Il Pane, Il Vino E La Visione : BUONA SERATA AMICI
Post n°36 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da Lory.B87
Qualche foto del nostro Capodanno Solidale... per condividere con Voi la gioia che abbiamo provato nel dare il benvenuto a questo 2010... pieno di grandi speranze!!!!
Post n°35 pubblicato il 02 Gennaio 2010 da Lory.B87
GRANDE FESTA DI FINE ANNO... GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO RESO POSSIBILE LA REALIZZAZIONE DI QUESTO BEL MOMENTO DI INTEGRAZIONE E GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO PARTECIPTO, PREFERENDO UN CAPODANNO SOLIDALE AL SOLITO CAPODANNO!!! ... un anno di grandi speranze... per tutti! >>>>>AUGURONI<<<<<
Post n°34 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da Lory.B87
Vogliamo farvi degli auguri speciali... perchè questo 2010 possa essere per ognuno di Voi, ogni giorno, Natale Vero... con attenzione all'Uomo che incrociamo ogni giorno... Ve li vogliamo fare in musica i nostri auguri... Felice e "Scomodo" 2010...
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Inviato da: Lory.B87
il 30/11/2009 alle 13:10
Inviato da: valetudok1
il 29/11/2009 alle 13:56