Creato da SpiritoNelVento il 10/02/2009

Segni del Pensiero

disegni e parole

 

Lo specchio

Post n°33 pubblicato il 17 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

Un soffio leggero di vento gelido,
rabbridisce la mia anima.
Nel buio del mio mondo scorgo molte cose,
la leggerezza del pensiero può cavalcare i sogni.
E vado oltre un'altra stanza.
pareti di ghiaccio circondano uno specchio,
mi pongo dinanzi, ma ciò che riflette non sono io.
Cos'è l'io.
Cos'è l'io.
C'e' di più della sola materia,
qualcosa che ci circonda, che ci riempie,
attorno c'è energia,
da conoscere
da sentire.
Sentire il profumo di un fiore,
Sentire il profumo di femmina,
scorgere anche il minimo particolare,
come una goccia di  rugiada che scorre sulle venature di una foglia,
seguirla nel suo percorso,
fino a che arriva al culmine,
e si lascia cadere, trasformandosi in mille brillanti,
a contatto con la terra.
Ombre che strisciano lungo le pareti,
pare vogliano dirmi qualcosa,
ma non riesco a comprenderle,
non ancora,
o forse mai.
Cosa c'è dietro lo specchio,
oltre ad esso.
Quel limite apparentemente invalicabile.
Ricordo,
Ricordo che il mio cuore,
per una carezza non conosceva limiti.

SpiritoNelVento

 
 
 

I bambini non dimenticano

Post n°32 pubblicato il 16 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

 

SpiritoNelVento            -Davide-

 
 
 

Nel mondo senza ombre

Post n°31 pubblicato il 11 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

Vedo le nubi passare.
Il vecchio nel mio cuore grida,
ma il bambino non vuole ascoltare.
Dove vuoi andare?
In posti che hai già visto?
In vite che hai già vissuto?
Il cielo è sempre lo stesso,
ma ogni giorno diverso.
Le stelle sono viste con occhi diversi.
Perchè il vento che spira in montagna,
non ha la stessa voce
di quando alza le onde del mare?
Quanti ricordi porta con sè,
a stento riesce a trattenerli.
Come il mio cuore a fatica trattiene i sentimenti.
Sto vagando in un tempo non mio,
tutto ciò non mi appartiene.
Vorrei tornare alla grande Origine.
Nel silenzio perfetto,
nella luce non luce,
nel mondo senza ombre.
Ascoltare una musica senza note.
Il Viaggiatore non si può fermare,
ed io con lui, unito dallo stesso destino,
saremo dimenticati dopo il nostro passaggio,
lasciando solo un flebile ricordo,
come un piccolo brivido di vento.
Gira la pagina del libro, un foglio bianco,
un'altra decisione da prendere,
ed il cammino continua.
L'inchiostro è di sangue,
il pennino traccia linee di vita, nelle mani di chi è eterno.

SpiritoNelVento  -Davide-

 
 
 

Nel vento

Post n°30 pubblicato il 03 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

Vedo nel vento un amore.
Come una piccola barca alla deriva che và,
non è come una freccia diretta al cuore,
ma un volo leggero e soave come una piuma che cade,
ad allietare l'anima
incoraggiando chi è senza speranza.
Passa e và donando felicità,
lasciando poi solo un piccolo brivido,
come una brezza mattutina
che accarezza la pelle.
Amore eterno che non si ferma mai,
sempre in viaggio
sostando un pò nei cuori solitari,
per allietare il cammino della vita.
lacrime,
a volte di gioia a volte amare,
ma sempre sprigionate
da un grande sentimento,
che non rende vana l'esistenza.
Uniti alle stelle e all'universo,
ci completeremo
rigenerati dall'Amore
alimentando l'Amore
in una catena di vita infinita.

SpiritoNelVento    -Davide-

 
 
 

La memoria

Post n°29 pubblicato il 03 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

Fili d'oro quei tuoi capelli nel vuoto del mondo,
nel vuoto,
colmato dai silenzi,
riflessi cristallini sono i tuoi occhi,
in cui tuffo i miei pensieri,
con le mani accarezzo i capelli,
e respiro la tua vita.
Ascoltare il tuo cuore e sentirlo vicino al mio,
sospiri, sguardi e sogni.
Tu sei nell'aria e nell'anima.
La memoria.
La memoria di averti vista arrivare e sparire.
La memoria di un bacio sussurrato con dolcezza.
Seguirò con le mani il contorno del tuo viso,
ritroverò i tuoi tratti disegnati nel cuore.
Le labbra si sfiorano in un gioco che inebria l'anima,
senza fine, come a fermare l'attimo scolpito nella pietra.
Mille e mille stati d'animo si intrecciano tra loro,
sensazioni fuori e dentro di noi.
Unico spirito in un mondo tutto nostro.
Qui custodirò ogni parola,
ogni immagine,
ogni sussurro,
ogni sguardo.
E' qui che andrò per combattere il buio dentro di me,
è da qui che attingerò la forza per lottare.
La memoria di averti vista arrivare e sparire.

SpiritoNelVento     -Davide-

 
 
 

Fiume

Post n°28 pubblicato il 02 Marzo 2009 da SpiritoNelVento

La corrente del fiume,
Và portando con sè doni e maledizioni,
scorre senza fermarsi,
e il vento parla ai sordi.
le nuvole arricchiscono l'azzurro del cielo,
regalando immagini alla memoria.
Ed io corro sugli argini,
con falcata potente
alzando ossa ad ogni passo.
La maledizione,
è il dono di un ritorno infinito, eterno.
Tempi diversi, sensazioni diverse.
Entrare in un quadro
come attraverso una finestra dipinta,
una stanza nuova,
un mondo nuovo da scoprire.
E il fiume và portando con sè
Doni e maledizioni.

SpiritoNelVento  -Davide-

 
 
 

Volo

Post n°27 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Foto by Robby

 

Questa mattina mi sono alzato tardi, alle 8:00 avevo in mente di fare alcune cose, pazienza le rimanderò al pomeriggio, guardo il mio viso assonnato allo specchio e comincio a farmi la barba, una bella sciacquata d'acqua fresca, una mezz'oretta di recita del Sutra del Loto e via al mare.
Respiro l'aria frizzantina, e inusualmente mi metto le cuffie per ascoltare il mio cd preferito del mio gruppo preferito Ball Breaker's degli AC/DC, il ritmo invita alla corsa, e con lo sguardo verso il mare comincio ad andare.
dopo un paio di km mi accorgo di essere accompagnato da un gabbiano, che in volo lento e planato mi guarda incuriosito, è nata una piccola empatia e il mio sorriso si è mostrato più del normale mi sono sentito... bene, ho provato a mettermi al suo posto vedendo questo strano essere impacciato, e chiedendomi perchè non volasse invece di correre.
Invece io guardando il gabbiano ho pensato a quanto fosse fortunato ad avere le ali, mi ha accompagnato per quattrocento metri buoni, poi ha virato verso il mare e gli scogli più in la.
Non ho potuto fare a meno di pensare al libro di Richard Bach il gabbiano Jonathan Livingston, a come nonostante fosse normale per lui volare, invece di dare ascolto agli altri gabbiani e rincorrere il cibo, volesse invece raggiungere i limiti del volo, sperimentare, e non dare per scontato di volare solo per il fatto che avesse le ali. bellissimo libro che avrò letto almeno venti volte.
Troppo spesso perdiamo di vista delle cose che diamo per scontato, solo per il fatto di averle, per me è importante l'essenza che abbiamo dentro, raggiungerla sperimentarla essere padroni di noi stessi.

 
 
 

Ho ricominciato...

Post n°26 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Volevo condividere, una sensazione, ho ricominciato a correre sulla spiaggia, è tanto che non lo facevo e qualcosa mi mancava.
Il rapporto con il mare in questo periodo... mi mancava, in estate la zona dove vivo diventa un enorme parco giochi, gli alberghi aprono, le discoteche illuminano le notti estive e le spiagge si riempiono di colori, suoni, rumori, di ogni tipo e di gente.
Tutto può sembrare bello, divertente e lo è ma... si perde molto dell'essenza del mare, a meno che non lo si viva come un marinaio o un pescatore.
Non è nella confusione che si riesce a percepire le sensazioni.
E' come conoscere e parlare con una persona, in questo periodo il rapporto è intimo, profondo, ogni nota della voce del mare è nitida, la senti ti ci immergi come quando appoggi una conchiglia all'orecchio, la senti nell'aria che ti entra nei polmoni, la sua freschezza raggiunge ogni angolo del corpo.
Gli odori veri del mare, non coperti dalle creme solari, al cocco mango e papaia.
Il contrasto fortissimo in una giornata soleggiata, il cielo di un azzurro quasi irreale che contrasta con il grigio dell'acqua, e le onde che si infrangono sugli scogli, che spumeggiando riempiono ogni insenatura e le gocce che volano più in alto sembrano diamanti. I gabbiani che volano trasportati dal vento, vedere le sculture del mare ignote a chi è lontano o non vive il mare in questo periodo, tronchi di albero perfettamente levigati, alcuni di forme strane altri che trasmettono la stanchezza del viaggio affrontato per arrivare li, altri ancora che somigliano a corpi adagiati e seminascosti dalla sabbia, conchiglie di ogni specie e forma, e aimè oggetti che ricordano la mancanza di rispetto dell'uomo.
Fino a primavera inoltrata, mi godrò ogni istante di questo mare che tanto ci dà, e nulla chiede.

 
 
 

Ciņ che abbiamo...

Post n°25 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

By Robby

Queste fotografie sono state scattate da un mio amico.
La sua passione per fotografare animali liberi è bellissima e volevo condividere con voi queste bellissime fotografie. E' grazie a persone come lui se riusciamo a vedere e ammirare ciò che abbiamo attorno.

Grazie Robby di fermare l'attimo fuggente per noi.

 
 
 

Prigione

Post n°24 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

La prigione

Vedo la luce che filtra nella mia prigione,

vorrei volare via,

ma le ali sono inchiodate ad un muro invisibile.

L'anima è incatenata,

la libertà è a un passo

ma non posso raggiungerla.

Chiudo gli occhi

ma la luce continua a filtrare.

come una lama taglia le mie palpebre.

Le porte sono aperte ma non posso oltrepassarle.

Finestre che dipingo con colori inesistenti.

Tempo che si ferma.

Emozione che scorre lenta,

come la sabbia di una clessidra.

Sto gridando,

Ma sento solo silenzio.

Di ghiaccio sono le mie parole che soffocano in gola.

Sento freddo ma nulla può scaldarmi,

perchè in questo mondo non esisto.

 

SpiritoNelVento

 
 
 

Pace

Post n°23 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

 

 

SpiritoNelVento  -Davide-

                                                              

 
 
 

Non solo corpo

Post n°22 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Non ho mai commentato, i miei disegni/quadri, ma questo, manda un messaggio che ci tengo non venga frainteso.
Il corpo femminile, (per come è il mio pensiero) è qualcosa di quanto più bello esiste in concreto, paragonato a tutto ciò che da emozioni, come un fiore, come un cielo, come un mare... non è un oggetto, non è un giocattolo da buttare quando usato.
E qualcuno penserà e bravo hai rappresentato proprio la parte di maggior interesse per gli uomini, si è vero la parte in questione può far pensare questo ed è vero da piacere sarei ipocrita se non lo ammettessi, ma il ventre e il sesso della donna sono anche e sopratutto donatrice di vita, questo è rappresentato, per questo sono fondamentali, creano vita, chiunque non ha rispetto per questo grande dono che le donne sono in grado di dare, lo ritengo una bestia, e badate ho detto bestia non animale, perchè si sa che gli animali hanno un senso materno e protettivo molto forte.
L'occhio rappresenta il senso di osservazione, noi uomini (non tutti) quando sono davanti una bella donna usano gli occhi per guardare oltre... i vestiti, pochi sanno apprezzare lo sguardo, le espressioni, il movimento delle mani, insomma tutto l'insieme, spesso ci perdiamo tutto quello che attorno a noi ha da raccontare, per esperienza mia, le donne osservano a "grand'angolo" guardano i particolari ma senza perdere di vista l'insieme, di ciò che hanno attorno, ripeto per esperienza personale chiaro che non conosco tutte le donne del mondo ne quello che pensano, ne gli interessi.
La bocca, le donne parlano e si, parlano di tutto difficile che si tengano dentro le emozioni, come noi maschietti che guai esternare anche il minimo sentimento, sennò siamo delle "femminucce"... e se fosse il contrario? Voglio dire se esternare un sentimento invece fosse un'azione di coraggio? Non mi vergogno di dire che ho imparato a piangere, a soffrire quando si deve soffrire e a gioire quando si deve gioire.
Le mani... di carezze di una donna non ci si sazia mai, quando si è stanchi dopo una giornata di lavoro, o dopo una corsa, o dopo aver fatto l'amore, insomma in ogni situazione una carezza della donna non è mai fuori posto, ti rigenera, ti da calore, alza lo stato vitale ti fa sentire un re, ti fa sentire amato.
Molto ci sarebbe da dire ancora ma non voglio dilungarmi, il resto pensatelo voi a seconda del vostro modo di essere, grazie di aver letto.

SpiritoNelVento   -Davide-

 
 
 

La Porta

Post n°21 pubblicato il 21 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Un fiore che cresce nel grembo della madre.
Seme nero di vita mortale.
Con petali di fuoco e acqua,
cingi stretto l'anima nello scrigno caduto.
Cenere e ombre come un fiume,
scorronono sopra gli occhi.
Un bambino che vede al di là dell'ombra.
Ferito e ucciso,
mischiato è l'odio e l'amore,
non c'è più confine.
Un cammino tra rovi e rose di sangue,
e nebbia che impedisce la vista.
Oltre la collina c'e' il sole,
ma di ghiaccio sono i suoi raggi.
Vivi sul filo della lama,
che scintilla alla luce della verità.
Verità che ruota attorno,
imprendibile come imprendibile è il vento.
Scuoti gli occhi e guarda il cuore,
nel vederlo capirai cosa c'e' oltre la Porta
pesante e scura.
Non urlare di dolore,
perchè dolore ancora non c'è,
un passo ancora per incontrare la vita.

 
 
 

Amore

Post n°20 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Copri il tuo amore, non lasciarlo troppo alla luce del sole.
Copri il tuo amore affinchè non venga rapito dalle ombre e dal dolore.
Difendi con coraggio questo sentimento del cuore,
non deve essere violentato, stracciato, maltrattato.
Non lasciarlo inaridire ma che sbocci come un fiore,
per donarlo a chi merita una carezza, un soffio di vita nell'anima.
Anima che a passi lenti e pesanti si fa strada su questa sabbia
di cristallo,
che il tuo amore sia un faro per chi cerca conforto e gioia.
Il tuo amore che brilla di luce propria, illumina la strada,
di chi nel suo percorso ha perso la gioia.
Nei cuori svuotati tu metti un diamante, chi forza ha di amare,
in un istante tutto si calma, come il mare dopo una tempesta.

 

SpiritoNelVento  -Davide-

 
 
 

Sogno...

Post n°19 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

 
 
 

dieci mondi

Post n°18 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Cosa sono i dieci mondi? In parole semplici sono gli stati d'animo che ogni giorno attraversiamo, ho parlato nel primo post della collera, che è la manifestazione del quarto mondo. Grazie ai testi del Sutra del Loto viene rivelato il mutuo possesso dei dieci mondi, mutuo possesso significa in parole povere che possediamo tutti i dieci mondi dentro di noi, ma che si manifestano uno alla volta, possiamo quindi considerarli come condizione della vita umana.
Grazie al fatto che noi, persone del mondo di umanità, possediamo tutti i dieci mondi dentro di noi, possiamo comprendere le condizioni della vita e cambiare il nostro stato vitale.
I sei mondi che vanno da inferno a cielo sono noti come i "sei sentieri" i primi tre chiamati "cattivi sentieri".
Questi mondi sono basati sulla visione del mondo tipica del Brahmanesimo, diffuso in India al tempo di Shakyamuni. Secondo questo insegnamento tutti gli esseri dimorano in luoghi o regni diversi, nei quali sono nati in conformità delle azioni passate, o Karma. Si credeva che le persone trasmigrassero in questi sei sentieri secondo le cause Karmiche da loro poste. I mondi da apprendimento a Buddità, o "quattro mondi nobili", rappresentano la condizione vitale di coloro che si sono liberati dalla trasmigrazione nei sei sentieri.
Il primo dei dieci mondi è quello di inferno, dal sanscrito naraka che, letteralmente indica una prigione sotterranea. In giapponese è composto da due caratteri "terra" e "prigione". Terra indica il luogo più in basso di tutti e prigione lo stato in cui l'essere è legato, e totalmente immobilizzato. L'inferno è la più miserabile delle condizioni, in cui si è incatenati alla sofferenza. Generalmente è lo stato vitale di chi, quando le cose non vanno come aveva sperato, attribuisce con rabbia la colpa ad altri per la mancata realizzazione dei suoi progetti. Questa rabbia è priva della carica di energia positiva necessaria perchè possa essere incanalata in una direzione costruttiva. Anzi, fa si che la persona in questione sia totalmente consumata da un senso di impotenza e frustrazione, intrappolata in emozioni che non trovano modo di espimersi. Potremmo  descrivere questa rabbia come il gemito della vita che ha esaurito ogni possibile risorsa per sfuggire alle circostanze che la intrappolano. Possiamo udire queste voci da chi tenta un suicidio. "La vita è troppo penosa" oppure "In questo mondo non c'è posto per me". Quando lo spazio vitale si approssima allo zero assoluto, si può arrivare alla conclusione che non vi sia altra alternativa che la morte.
Tali persone hanno bisogno di avere qualcuno vicino, che ascolti ciò che hanno da dire; qualcuno che offra loro anche una sola parola di incoraggiamento. Hanno bisogno di un contatto vitale che riaccenda la fiamma della vita ancora una volta nel loro cuore. Il solo sapere che c'è qualcuno a cui importa di loro produce una espansione dello spazio vitale. Per quanto possano sembrare dure le circostanze, quando le persone si sentono che non sono sole, ma che hanno un legame con gli altri e con il mondo riusciranno sicuramente a reagire.
Il mondo di inferno è rappresentato da Devadatta. pur essendo discepolo di Shakyamuni, era un uomo perverso che per invidia giunse al punto di cercare di uccidere il suo maestro. Davanti a lui c'era sempre Shakyamuni che si ergeva imponente davanti a lui come la catena dell'Himalaya. Lungi dal rispettare chi aveva conseguito uno stato vitale più elevato del suo, Devadatta non riusciva nemmeno a tollerarne l'esistenza. tale è la laidezza dell'invidia maschile. L'invidia e il risentimentoindurirono il suo cuore. Quasi come incatenata, la mente di chi si trova nel mondo di inferno, non riesce a cambiare da sola.
Talvolta si dice che l'inferno stia sottoterra, ma in realtà è una condizione in cui la vita sprofonda schiacciata sotto il suo stesso peso. Le persone che stanno soffrendo, a causa di un dissidio familiare, di una malattia o perchè tormentate dall'invidia e nei cuori imperversa la rabbia, non riescono a riconoscere che la vera causa della sofferenza sta nella loro stessa vita. Mancano della forza vitale per percepire le cose in questi termini e di conseguenza provano rancore e collera nei confronti degli altri.


dal Sutra del Loto commentato da Daisaku Ikeda

 
 
 

Un percorso di vita

Post n°17 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento


SpiritoNelVento  -Davide-

 
 
 

Avvolgente

Post n°16 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento
Foto di SpiritoNelVento

Il tuo corpo su di me, avvolgente come una carezza, caldo sinuoso scorre come acqua di mare.
Le tue labbra si fanno strada sulla pelle uno scambio di sensazioni senza fine, ci muoviamo senza peso, in un tempo irreale, coperti da nuvole che volteggiano seguendo la nostra danza.
Le labbra si sfiorano, si cercano, come un fuoco sento il tuo respiro che entra in me e rapisce i battiti del cuore.

 
 
 

due estremi

Post n°15 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento

Ultimamente, si sentono molte notizie sulle violenze alle donne, purtroppo ci sono sempre state tra le mura domestiche e quindi meno individuabili.
Alcune persone danno la vita per salvarne altre che spesso nemmeno conoscono, altre persone invece riescono ad alzare le spalle e voltare la schiena alle richieste di aiuto di una ragazza.
Non voglio criticare ne commentare, il comportamento di chi non ritiene "affari suoi" le richieste di aiuto da parte di un individuo in difficoltà, penso solo che se io avessi agito così, vuoi per paura, vuoi per indifferenza, una volta preso coscienza di ciò che ho fatto mi riterrei indegno di essere chiamato uomo.

 
 
 

La storia di un topo

Post n°14 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da SpiritoNelVento
Foto di SpiritoNelVento

C'era una volta un topo.
Era un topo sempre affaccendato che cercava dappertutto, toccava l'erba con i baffi e teneva gli occhi bene aperti. Naturalmente aveva da fare, come tutti i topi hanno da fare. Ma di tanto in tanto sentiva un suono strano: allora alzava la testa, strizzava gli occhi per vedere meglio, con i baffi in aria e si chiedeva che cosa potesse essere. Un giorno corse da un altro topo e gli chiese:"hai sentito una specie di rombo nelle orecchie fratello?"
"no, no" rispose l'altro topo, senza neppure alzare il suo naso affaccendato da terra. "Non ho sentito niente. Ma ora ho da fare. Ne parliamo dopo."
Fece la stessa domanda a un altro topo e questi lo guardo' con aria strana. "Sei diventato matto? Quale suono?" chiese e corse in un buco di un pioppo caduto a terra.
Il topolino scosse i baffi e si dette da fare.
Deciso a dimenticare tutta quella faccenda.
Ma dopo un po' senti'di nuovo quel rombo: era debole, molto debole, ma c'era! Drizzo' le orecchie per sentire meglio, quando una voce gli disse:<<salve>>.
<<Salve, fratellino>>, disse ancora la voce, e per poco topo non salto' fuori dalla sua pelle. Curvo' la schiena e la coda e si preparo' a scappare.
<<Salve>>, disse ancora la voce. <<Sono io, fratello procione.>> Ed era proprio vero! <<Che ci fai qui tutto solo, fratellino?>> chiese il procione.
Il topo arrossi e con il naso tocco quasi terra.
<<Ho sentito un rombo nelle orecchie e volevo vedere cos'era>> rispose timidamente.
<<Un rombo nelle orecchie?>> disse il procione sedendosi accanto a lui <<Fratellino, tu hai sentito il fiume.>>
<<Il fiume?>>chiese topo con una punta di curiosita' <<Vieni con me ti faro' vedere il fiume>>, disse procione.
Piccolo topo aveva paura ma era decisoa scoprire una volta per tutte cos'era il rombo.
<<Poi posso sempre tornare al mio lavoro>> penso'.
<<Forse, una volta che avro' sistemato questa faccenda, mi potra' aiutare a esaminare  le cose e a raccoglierle. E pensare che i miei fratelli dicevano che non era niente.
Gliela faro' vedere io. Chiedero' a procione di tornare con me e cosi' avro' anche la prova.>>
<<Va bene, fratello procione>> disse topo.
<<Portami al fiume. Vengo con te.>>
Cosi' topo segui' procione, mentre il cuore gli batteva furiosamente in petto. Il procione lo porto' lungo sentieri sconosciuti e piccolo topo senti' lodore di tante cose che avevano percorso quella via.
Spesso ebbe paura e fu quasi sul punto di tornare indietro, ma alla fine arrivarono al fiume!
Era enorme, una cosa da togliere il fiato, chiaro e profondo in certi punti, fangoso in altri.
Era cosi' grande che topo non riusciva a vedere dall'altra parte.
Rombava, cantava, gridava e tuonava lungo il percorso.
Piccolo topovide trascinati sulla superficie pezzi grandi e piccoli di mondo.
<<E' potente!>> disse, cercando le parole.
<<E' una cosa grande>>, rispose il procione,
<<vieni voglio presentarti a un'amica.>>
In un punto piu' calmo e basso c'era una ninfeaverde e lucida e sopra la ninfea c'era una rana, verde quasi quanto la foglia su cui sedeva.
La pancia bianca della rana si vedeva chiaramente.
<<Salve fratellino>>, disse la rana. <<Benvenuto al fiume.>>
<<Ora devo lasciarti>>, disse procione, <<ma non temere, perche' ora rana avra' cura di te.>> E procione si allontano' per cercare cibo da lavare e mangiare lungo la riva del fiume.
Piccolo topo si avvicino' all'acqua e vi guardo' dentro: vide l'immagine di un topo terrorizzato.
<<Chi sei?>> chiese piccolo topo al riflesso. <<non hai paura a stare in mezzo al grande fiume?>>
<<No>> rispose la rana,<<non ho paura , perche' fin dalla nascitaho il dono di poter stare sopra e dentro il fiume. Quando inverno arriva e fa gelare questa medicina, io divento invisibile. Ma finche' uccello di tuono vola, io sono qui. Per vedermi, bisogna venire quando il mondo e' verde. IO fratello sono la custode dell'acqua.>>
<<Straordinario!>> disse piccolo topo alla fine, cercando ancora una volta le parole.
<<Ti piacerebbe avere un po' di potere di medicina?>>chiese rana.
<<Potere di medicina? Io?>>chiese topo.
<<Si, si! Se e' possibile!>>
<<Allora accucciati piu' basso che puoi, e poi salta piu' in alto possibile e avrai la tua medicina!>> disse rana.
Piccolo topo fece come gli era stato detto. E quando salto', i suoi occhi videro le montagne sacre.
Piccolo topo non credeva ai suoi occhi. Ma erano la'! Quando pero' ricadde, atterro' nel fiume! Piccolo topo si spavento'e riguadagno la riva. Era bagnato e spaventato a morte.
<<Mi hai ingannato!>> grido' alla rana.
<<Aspetta>>, disse la rana. <<Non ti sei fatto male. Non farti accecare dalla paura e dalla rabbia. Che cosa hai visto?>> <<Io>> balbetto' topo, <<io... io... ho visto le montagne sacre!>>
<<E hai anche un nuovo nome!>> disse rana. <<Ti chiami topo che salta.>>
<<Voglio tornare dalla mia tribu' e dire lorodi questa cosa che mi e' successa.>>
Topo che salta torno al mondo dei topi, ma trovo' solo delusioni: nessuno voleva ascoltarlo. Poi dato che era bagnato, e che non sapeva come spiegarlo, visto che non c'erano state piogge, molti topi avevano paura di lui, perche' credevano che fosse stato sputato dalla bocca di qualche animale che aveva cercato di mangiarlo. E tutti sapevano che se non era cibo di un che lo voleva, allora sarebbe stato veleno anche per loro. Topo che salta viveva ancora tra la sua gente, ma non riusciva a dimenticare la visione delle montagne sacre.
Il ricordo bruciava nella mente e nel cuore di topo che salta, e un giorno egli ando' sul limitare del fiume. Guardo' la prateria.
Poi guardo' in alto per vedere se c'erano aquile: il cielo era pieno di macchie, ogniuna di esse un'aquila. Ma era deciso a raggiungere le montagne sacre, per cui si fece coraggio e prese a correre piu' che poteva per la prateria.
Il piccolo cuore gli batteva forte per l'eccitazione e la paura.
Corse finche' arrivo' alla casa di un saggio; stava giusto riposandosi e riprendendo fiato quando vide un vecchio topo. La macchia di salvia dove viveva era infatti un rifugio per topi: c'era abbondanza di semi, di materiale per costruirsi un nido e molte cose di cui occuparsi.
<<Salve>> disse vecchio topo. <<Benvenuto.>>
Topo che salta era stupefatto: un posto e un topo del genere non li aveva mai visti. <<Tu sei sicuramente un grande topo>>, disse topo che salta con tutto il rispetto che riusci' a racimolare.
<<E questo e' sicuramente un posto meraviglioso. Oltretutto, qui le aquile non posso vederti>>, <<Si>>, disse vecchio topo, <<e da qui si vedono tutti gli esseri della prateria: il bisonte, l'antilope, il coniglio e il coyote. Da qui si vedono tutti e si possono imparare i nomi.>>
<<Meraviglioso>>, disse topo che salta.<<E vedi ancheil fiume e le montagne sacre?>>
<<Si e no>>, disse vecchio topo con convinzione.
<<So che esiste il grande fiume, ma temo che le grandi montagne siano solo un mito: scordati il desiderio di vederle e rimani qui con me. C'e' tutto quello che si possa desiderare, e ci si sta bene.>>
<<Come puo' dire una cosa del genere?>> penso' topo che salta.<<La medicina delle montagne sacre e' un qualcosa che non si pou' dimenticare.>>
<<Grazie per il cibo che hai diviso con me, vecchio topo, e grazie anche per avermi fatto entrare nella tua grande casa>>, disse topo che salta. <<Ma io devo cercare le montagne>>.
<<Sei proprio uno sciocco ad andartene. Ci sono tanti pericoli nella prateria! Guarda su!>> disse vecchio topo, con ancor maggior convinzione.
<<Guarda quelle macchie! Sono aquile e ti prenderanno!>>
Andarsena costo' grande sforzo a topo che salta, ma raccolse tutto il coraggio che aveva e riprese a correre. Il terreno era impervio ma drizzo' la coda e corse a piu' non posso mantre correva sentiva le ombre di quelle macchie sulla schiena. Tutte quelle macchie! Alla fine arrivo' a un cespuglio di ciliegie selvatiche. Topo che salta non credeva ai suoi occhi: era un posto molto spazioso e fresco, c'erano acqua, ciliegie e semi da mangiare, erba per costruire il nido, cavita' da esplorare e molte altre cose da fare. C'erano anche tante cose da raccogliere.
Sta proprio esaminando il suo nuovo dominio quando senti' un respiro pesante: cerco' da dove proveniva e scopri' un grande mucchio di peli con corna nere: era un grande bisonte e topo che salta credette a malapena alla grandezza di quell'essere che vedeva davanti a se. Era cosi' grande che topo che salta avrebbe potuto stare tranquillamente in una delle sue grandi corna.
<<Che creatura magnifica>>, penso' topo che salta e si avvicino'.
<<Salve fratello>>, disse bisonte. <<Grazie per essere venuto>>.
<<Salve, grande creatura>>, disse topo che salta. <<perche' te ne stai qui?>>
<<Sono malato e sto per morire>>, disse il bisonte.<<E la mia medicina mi ha detto che soltanto l'occhio di un topo puo' farmi guarire. Ma non esiste una cosa chiamato topo, fratellino>>
Topo che salta rimase sconcertato.
<<Uno dei miei occhi!>> penso'. <<Uno dei miei occhi cosi' minuscoli.>> E corse a rifugiarsi sotto un cespuglio di ciliegie selvatiche. Ma sentiva il respiro di quella creatura farsi piu' difficile e piu' lento.
<<Morira'>>, penso' topo che salta, <<Se non gli do il mio occhio.Ed e' una creatura troppo grande perche' la possa lasciar morire.>>
Cosi' torno dove giaceva il bisonte e parlo'.
<<Io sono un topo>>, disse con voce tremante, <<E tu, fratello mio, sei una grande creatura. Non posso lasciarti morire. Ho due occhi, e cosi' puoi averne uno.>>
Non appena ebbe detto queste parole, l'occhio di topo che salta volo' via dalla testa e il bisonte guari' e si alzo' in piedi, facendo tremare tutto il mondo di topo che salta.
<<Grazie, fratellino>>, disse il bisonte .<<So della tua ricerca delle montagne sacre e della visita al fiume. Tu mi hai donato la vita in modo che io possa donare al popolo.Saro' tuo fratello per sempre. Corri sotto di me: ti portero' ai piedi delle momntagne sacre e non dovrai temere le macchie, perche' le aquile non ti vedranno correre sotto di me. Vedranno soltanto la schiena di un bisonte. Io sono un essere della prateria e ti schiaccerei se tentassi scalare le montagne.>>
Cosi' piccolo topo corse sotto il bisonte, finalmente al sicuro e nascosto alla vista delle macchie, ma con un occhio solo aveva paura: tutte le volte che il bisonte faceva un passo, gli zoccoli pesanti scuotevano tutto il mondo. Alla fine arrivarono in un posto e il bisonte si fermo'.
<<Qui devo lasciarti>>, disse il bisonte.
<<Grazie>>, disse topo che salta. <<Ma devi sapere che ho avuto paura a correre sotto di te con un occhio solo: temevo i tuoi zoccoli possenti che scuotevano la terra.>>
<<Hai avuto paura inutilmente>>, disse bisonte. <<Perche' io percorro la via della danza del sole e so sempre dove vanno a cadere i miei zoccoli. Ora devo tornare alla prateria, fratello. Mi potrai sempre trovare la.>>
Topo che salta comincio' immediatamente a esplorare il nuovo posto e vide che c'erano molte piu' cose che negli altri posti; cose da fare, e abbondanza di semi e di altre cose che piacciono ai topi. Mentre guardava queste cose, improvvisamete vide un lupo grigio che era seduto in terra immobile.
<<Salve, fratello lupo>>, disse topo che salta. Il lupo drizzo' le orecchie e gli occhi gli brillarono di gioia.
<<Lupo! Lupo! Ecco chi sono! Sono un lupo!>> Ma poi sulla sua mente scese un velo e poco dopo era nuovamente seduto e immobile, senza ricordare cosa fosse. Tutte le volte che topo che salta gli ricordava il suo nome, si emozionava ma ben presto se ne scordava.
<<Una creatura cosi grande!>> penso topo che salta, << e pensare che non ha memoria.>> Topo che salta si mise al centro di quel nuovo posto e rimase in silenzio ad ascoltare il battito del cuore. Poi improvisamente decise, torno dal lupo e gli disse: <<fratello lupo...>>
<< Lupo! lupo!>> disse il lupo...
<<Ti prego, fratello lupo>>, disse topo che salta.
<<Ti prego, ascoltami. Io so cos'e' che ti guarirà: uno dei miei occhi. E voglio donartelo. Tu sei una creatura piu' grande di me. Io sono soltanto un topo. Prendilo.>>
Non appena topo che salta ebbe pronunciato queste parole l'occhio gli volò via dalla testa e lupo guarì.
Il lupo si mise a piangere, ma il suo piccolo fratello non lo vide, perché era cieco.
<<Sei un grande fratello>>, disse il lupo, <<perchè mi hai restituito la memoria. Ma ora sei cieco. Io sono colui che guida alle montagne sacre e ti porterò lassù, dove c'e' un grande lago di medicina; e' il più bel lago del mondo, e in esso si riflette tutto il mondo: il popolo, la tenda del popolo e tutte le creature della prateria e del cielo.>>
<<Si, portamici>>, disse topo che salta.
Il lupo lo guido tra i pini fino al lago di medicina, dove topo che salta bevve. Il lupo glene descrisse la bellezza.
<<Devo lasciarti>>, disse lupo, << perché il mio compito e' guidare gli altri, ma rimarrò con te quanto vorrai.>>
<<Grazie, fratello>>, disse topo che salta.
<<Anche se ho paura di restare da solo, so che devi andare, per mostrare agli altri la via per raggiungere questo posto.>> Topo che salta si sedette tremando di paura. Correre non sarebbe servito a nulla, visto che era cieco, ma sapeva che di sicuro un aquila lo avrebbe trovato.Sentì un'ombra sulla schiena e sentì anche il rumore che fanno le aquile. Allora si rannicchiò su se stesso aspettando il colpo. E l'aquila colpì! Topo che salta si addormentò. Poi si risvegliò. Grande fu la sorpresa di essere ancora vivo, ma piu grande ancora scoprire che vedeva! Tutto gli sembrava annebbiato, ma i colori erano stupendi.
<<Vedo!Vedo!>> disse topo che salta esultante. Un ombra confusa gli venne incontro. Topo che salta strizzo gli occhi ma l'ombra rimase tale. << Salve, fratello>>, disse una voce. <<Vuoi medicina?>>
<<Medicina per me?>> Chiese topo che salta. <<Si, si!>>
<<Allora accucciati piu' che puoi>>, disse la voce
<< e poi salta piu' in alto possibile>>.
Topo che salta fece come gli era stato detto. Si accucciò e poi saltò e il vento lo prese e lo portò ancora più in alto.
<<Non avere paura>>, gli disse la voce.<<Fidati del vento!>>
Topo che salta chiuse gli occhi e si affidò al vento che lo portò sempre più in alto. Quando apri gli occhi si accorse che ci vedeva bene, e più in alto volava, meglio ci vedeva. Poi vide una vecchia amica su una ninfea: era la rana.
<<Hai un nome nuovo>>, gli disse la rana.
<<Ora ti chiami Aquila!>>  


Dal libro Sette Frecce (racconti dei nativi americani).


* tutto ciò che giova al corpo e allo spirito era interpretato come medicina dal popolo degli uomini. 


 
 
 

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