C'era una volta un topo.
Era un topo sempre affaccendato che cercava dappertutto, toccava l'erba con i baffi e teneva gli occhi bene aperti. Naturalmente aveva da fare, come tutti i topi hanno da fare. Ma di tanto in tanto sentiva un suono strano: allora alzava la testa, strizzava gli occhi per vedere meglio, con i baffi in aria e si chiedeva che cosa potesse essere. Un giorno corse da un altro topo e gli chiese:"hai sentito una specie di rombo nelle orecchie fratello?"
"no, no" rispose l'altro topo, senza neppure alzare il suo naso affaccendato da terra. "Non ho sentito niente. Ma ora ho da fare. Ne parliamo dopo."
Fece la stessa domanda a un altro topo e questi lo guardo' con aria strana. "Sei diventato matto? Quale suono?" chiese e corse in un buco di un pioppo caduto a terra.
Il topolino scosse i baffi e si dette da fare.
Deciso a dimenticare tutta quella faccenda.
Ma dopo un po' senti'di nuovo quel rombo: era debole, molto debole, ma c'era! Drizzo' le orecchie per sentire meglio, quando una voce gli disse:<<salve>>.
<<Salve, fratellino>>, disse ancora la voce, e per poco topo non salto' fuori dalla sua pelle. Curvo' la schiena e la coda e si preparo' a scappare.
<<Salve>>, disse ancora la voce. <<Sono io, fratello procione.>> Ed era proprio vero! <<Che ci fai qui tutto solo, fratellino?>> chiese il procione.
Il topo arrossi e con il naso tocco quasi terra.
<<Ho sentito un rombo nelle orecchie e volevo vedere cos'era>> rispose timidamente.
<<Un rombo nelle orecchie?>> disse il procione sedendosi accanto a lui <<Fratellino, tu hai sentito il fiume.>>
<<Il fiume?>>chiese topo con una punta di curiosita' <<Vieni con me ti faro' vedere il fiume>>, disse procione.
Piccolo topo aveva paura ma era decisoa scoprire una volta per tutte cos'era il rombo.
<<Poi posso sempre tornare al mio lavoro>> penso'.
<<Forse, una volta che avro' sistemato questa faccenda, mi potra' aiutare a esaminare le cose e a raccoglierle. E pensare che i miei fratelli dicevano che non era niente.
Gliela faro' vedere io. Chiedero' a procione di tornare con me e cosi' avro' anche la prova.>>
<<Va bene, fratello procione>> disse topo.
<<Portami al fiume. Vengo con te.>>
Cosi' topo segui' procione, mentre il cuore gli batteva furiosamente in petto. Il procione lo porto' lungo sentieri sconosciuti e piccolo topo senti' lodore di tante cose che avevano percorso quella via.
Spesso ebbe paura e fu quasi sul punto di tornare indietro, ma alla fine arrivarono al fiume!
Era enorme, una cosa da togliere il fiato, chiaro e profondo in certi punti, fangoso in altri.
Era cosi' grande che topo non riusciva a vedere dall'altra parte.
Rombava, cantava, gridava e tuonava lungo il percorso.
Piccolo topovide trascinati sulla superficie pezzi grandi e piccoli di mondo.
<<E' potente!>> disse, cercando le parole.
<<E' una cosa grande>>, rispose il procione,
<<vieni voglio presentarti a un'amica.>>
In un punto piu' calmo e basso c'era una ninfeaverde e lucida e sopra la ninfea c'era una rana, verde quasi quanto la foglia su cui sedeva.
La pancia bianca della rana si vedeva chiaramente.
<<Salve fratellino>>, disse la rana. <<Benvenuto al fiume.>>
<<Ora devo lasciarti>>, disse procione, <<ma non temere, perche' ora rana avra' cura di te.>> E procione si allontano' per cercare cibo da lavare e mangiare lungo la riva del fiume.
Piccolo topo si avvicino' all'acqua e vi guardo' dentro: vide l'immagine di un topo terrorizzato.
<<Chi sei?>> chiese piccolo topo al riflesso. <<non hai paura a stare in mezzo al grande fiume?>>
<<No>> rispose la rana,<<non ho paura , perche' fin dalla nascitaho il dono di poter stare sopra e dentro il fiume. Quando inverno arriva e fa gelare questa medicina, io divento invisibile. Ma finche' uccello di tuono vola, io sono qui. Per vedermi, bisogna venire quando il mondo e' verde. IO fratello sono la custode dell'acqua.>>
<<Straordinario!>> disse piccolo topo alla fine, cercando ancora una volta le parole.
<<Ti piacerebbe avere un po' di potere di medicina?>>chiese rana.
<<Potere di medicina? Io?>>chiese topo.
<<Si, si! Se e' possibile!>>
<<Allora accucciati piu' basso che puoi, e poi salta piu' in alto possibile e avrai la tua medicina!>> disse rana.
Piccolo topo fece come gli era stato detto. E quando salto', i suoi occhi videro le montagne sacre.
Piccolo topo non credeva ai suoi occhi. Ma erano la'! Quando pero' ricadde, atterro' nel fiume! Piccolo topo si spavento'e riguadagno la riva. Era bagnato e spaventato a morte.
<<Mi hai ingannato!>> grido' alla rana.
<<Aspetta>>, disse la rana. <<Non ti sei fatto male. Non farti accecare dalla paura e dalla rabbia. Che cosa hai visto?>> <<Io>> balbetto' topo, <<io... io... ho visto le montagne sacre!>>
<<E hai anche un nuovo nome!>> disse rana. <<Ti chiami topo che salta.>>
<<Voglio tornare dalla mia tribu' e dire lorodi questa cosa che mi e' successa.>>
Topo che salta torno al mondo dei topi, ma trovo' solo delusioni: nessuno voleva ascoltarlo. Poi dato che era bagnato, e che non sapeva come spiegarlo, visto che non c'erano state piogge, molti topi avevano paura di lui, perche' credevano che fosse stato sputato dalla bocca di qualche animale che aveva cercato di mangiarlo. E tutti sapevano che se non era cibo di un che lo voleva, allora sarebbe stato veleno anche per loro. Topo che salta viveva ancora tra la sua gente, ma non riusciva a dimenticare la visione delle montagne sacre.
Il ricordo bruciava nella mente e nel cuore di topo che salta, e un giorno egli ando' sul limitare del fiume. Guardo' la prateria.
Poi guardo' in alto per vedere se c'erano aquile: il cielo era pieno di macchie, ogniuna di esse un'aquila. Ma era deciso a raggiungere le montagne sacre, per cui si fece coraggio e prese a correre piu' che poteva per la prateria.
Il piccolo cuore gli batteva forte per l'eccitazione e la paura.
Corse finche' arrivo' alla casa di un saggio; stava giusto riposandosi e riprendendo fiato quando vide un vecchio topo. La macchia di salvia dove viveva era infatti un rifugio per topi: c'era abbondanza di semi, di materiale per costruirsi un nido e molte cose di cui occuparsi.
<<Salve>> disse vecchio topo. <<Benvenuto.>>
Topo che salta era stupefatto: un posto e un topo del genere non li aveva mai visti. <<Tu sei sicuramente un grande topo>>, disse topo che salta con tutto il rispetto che riusci' a racimolare.
<<E questo e' sicuramente un posto meraviglioso. Oltretutto, qui le aquile non posso vederti>>, <<Si>>, disse vecchio topo, <<e da qui si vedono tutti gli esseri della prateria: il bisonte, l'antilope, il coniglio e il coyote. Da qui si vedono tutti e si possono imparare i nomi.>>
<<Meraviglioso>>, disse topo che salta.<<E vedi ancheil fiume e le montagne sacre?>>
<<Si e no>>, disse vecchio topo con convinzione.
<<So che esiste il grande fiume, ma temo che le grandi montagne siano solo un mito: scordati il desiderio di vederle e rimani qui con me. C'e' tutto quello che si possa desiderare, e ci si sta bene.>>
<<Come puo' dire una cosa del genere?>> penso' topo che salta.<<La medicina delle montagne sacre e' un qualcosa che non si pou' dimenticare.>>
<<Grazie per il cibo che hai diviso con me, vecchio topo, e grazie anche per avermi fatto entrare nella tua grande casa>>, disse topo che salta. <<Ma io devo cercare le montagne>>.
<<Sei proprio uno sciocco ad andartene. Ci sono tanti pericoli nella prateria! Guarda su!>> disse vecchio topo, con ancor maggior convinzione.
<<Guarda quelle macchie! Sono aquile e ti prenderanno!>>
Andarsena costo' grande sforzo a topo che salta, ma raccolse tutto il coraggio che aveva e riprese a correre. Il terreno era impervio ma drizzo' la coda e corse a piu' non posso mantre correva sentiva le ombre di quelle macchie sulla schiena. Tutte quelle macchie! Alla fine arrivo' a un cespuglio di ciliegie selvatiche. Topo che salta non credeva ai suoi occhi: era un posto molto spazioso e fresco, c'erano acqua, ciliegie e semi da mangiare, erba per costruire il nido, cavita' da esplorare e molte altre cose da fare. C'erano anche tante cose da raccogliere.
Sta proprio esaminando il suo nuovo dominio quando senti' un respiro pesante: cerco' da dove proveniva e scopri' un grande mucchio di peli con corna nere: era un grande bisonte e topo che salta credette a malapena alla grandezza di quell'essere che vedeva davanti a se. Era cosi' grande che topo che salta avrebbe potuto stare tranquillamente in una delle sue grandi corna.
<<Che creatura magnifica>>, penso' topo che salta e si avvicino'.
<<Salve fratello>>, disse bisonte. <<Grazie per essere venuto>>.
<<Salve, grande creatura>>, disse topo che salta. <<perche' te ne stai qui?>>
<<Sono malato e sto per morire>>, disse il bisonte.<<E la mia medicina mi ha detto che soltanto l'occhio di un topo puo' farmi guarire. Ma non esiste una cosa chiamato topo, fratellino>>
Topo che salta rimase sconcertato.
<<Uno dei miei occhi!>> penso'. <<Uno dei miei occhi cosi' minuscoli.>> E corse a rifugiarsi sotto un cespuglio di ciliegie selvatiche. Ma sentiva il respiro di quella creatura farsi piu' difficile e piu' lento.
<<Morira'>>, penso' topo che salta, <<Se non gli do il mio occhio.Ed e' una creatura troppo grande perche' la possa lasciar morire.>>
Cosi' torno dove giaceva il bisonte e parlo'.
<<Io sono un topo>>, disse con voce tremante, <<E tu, fratello mio, sei una grande creatura. Non posso lasciarti morire. Ho due occhi, e cosi' puoi averne uno.>>
Non appena ebbe detto queste parole, l'occhio di topo che salta volo' via dalla testa e il bisonte guari' e si alzo' in piedi, facendo tremare tutto il mondo di topo che salta.
<<Grazie, fratellino>>, disse il bisonte .<<So della tua ricerca delle montagne sacre e della visita al fiume. Tu mi hai donato la vita in modo che io possa donare al popolo.Saro' tuo fratello per sempre. Corri sotto di me: ti portero' ai piedi delle momntagne sacre e non dovrai temere le macchie, perche' le aquile non ti vedranno correre sotto di me. Vedranno soltanto la schiena di un bisonte. Io sono un essere della prateria e ti schiaccerei se tentassi scalare le montagne.>>
Cosi' piccolo topo corse sotto il bisonte, finalmente al sicuro e nascosto alla vista delle macchie, ma con un occhio solo aveva paura: tutte le volte che il bisonte faceva un passo, gli zoccoli pesanti scuotevano tutto il mondo. Alla fine arrivarono in un posto e il bisonte si fermo'.
<<Qui devo lasciarti>>, disse il bisonte.
<<Grazie>>, disse topo che salta. <<Ma devi sapere che ho avuto paura a correre sotto di te con un occhio solo: temevo i tuoi zoccoli possenti che scuotevano la terra.>>
<<Hai avuto paura inutilmente>>, disse bisonte. <<Perche' io percorro la via della danza del sole e so sempre dove vanno a cadere i miei zoccoli. Ora devo tornare alla prateria, fratello. Mi potrai sempre trovare la.>>
Topo che salta comincio' immediatamente a esplorare il nuovo posto e vide che c'erano molte piu' cose che negli altri posti; cose da fare, e abbondanza di semi e di altre cose che piacciono ai topi. Mentre guardava queste cose, improvvisamete vide un lupo grigio che era seduto in terra immobile.
<<Salve, fratello lupo>>, disse topo che salta. Il lupo drizzo' le orecchie e gli occhi gli brillarono di gioia.
<<Lupo! Lupo! Ecco chi sono! Sono un lupo!>> Ma poi sulla sua mente scese un velo e poco dopo era nuovamente seduto e immobile, senza ricordare cosa fosse. Tutte le volte che topo che salta gli ricordava il suo nome, si emozionava ma ben presto se ne scordava.
<<Una creatura cosi grande!>> penso topo che salta, << e pensare che non ha memoria.>> Topo che salta si mise al centro di quel nuovo posto e rimase in silenzio ad ascoltare il battito del cuore. Poi improvisamente decise, torno dal lupo e gli disse: <<fratello lupo...>>
<< Lupo! lupo!>> disse il lupo...
<<Ti prego, fratello lupo>>, disse topo che salta.
<<Ti prego, ascoltami. Io so cos'e' che ti guarirà: uno dei miei occhi. E voglio donartelo. Tu sei una creatura piu' grande di me. Io sono soltanto un topo. Prendilo.>>
Non appena topo che salta ebbe pronunciato queste parole l'occhio gli volò via dalla testa e lupo guarì.
Il lupo si mise a piangere, ma il suo piccolo fratello non lo vide, perché era cieco.
<<Sei un grande fratello>>, disse il lupo, <<perchè mi hai restituito la memoria. Ma ora sei cieco. Io sono colui che guida alle montagne sacre e ti porterò lassù, dove c'e' un grande lago di medicina; e' il più bel lago del mondo, e in esso si riflette tutto il mondo: il popolo, la tenda del popolo e tutte le creature della prateria e del cielo.>>
<<Si, portamici>>, disse topo che salta.
Il lupo lo guido tra i pini fino al lago di medicina, dove topo che salta bevve. Il lupo glene descrisse la bellezza.
<<Devo lasciarti>>, disse lupo, << perché il mio compito e' guidare gli altri, ma rimarrò con te quanto vorrai.>>
<<Grazie, fratello>>, disse topo che salta.
<<Anche se ho paura di restare da solo, so che devi andare, per mostrare agli altri la via per raggiungere questo posto.>> Topo che salta si sedette tremando di paura. Correre non sarebbe servito a nulla, visto che era cieco, ma sapeva che di sicuro un aquila lo avrebbe trovato.Sentì un'ombra sulla schiena e sentì anche il rumore che fanno le aquile. Allora si rannicchiò su se stesso aspettando il colpo. E l'aquila colpì! Topo che salta si addormentò. Poi si risvegliò. Grande fu la sorpresa di essere ancora vivo, ma piu grande ancora scoprire che vedeva! Tutto gli sembrava annebbiato, ma i colori erano stupendi.
<<Vedo!Vedo!>> disse topo che salta esultante. Un ombra confusa gli venne incontro. Topo che salta strizzo gli occhi ma l'ombra rimase tale. << Salve, fratello>>, disse una voce. <<Vuoi medicina?>>
<<Medicina per me?>> Chiese topo che salta. <<Si, si!>>
<<Allora accucciati piu' che puoi>>, disse la voce
<< e poi salta piu' in alto possibile>>.
Topo che salta fece come gli era stato detto. Si accucciò e poi saltò e il vento lo prese e lo portò ancora più in alto.
<<Non avere paura>>, gli disse la voce.<<Fidati del vento!>>
Topo che salta chiuse gli occhi e si affidò al vento che lo portò sempre più in alto. Quando apri gli occhi si accorse che ci vedeva bene, e più in alto volava, meglio ci vedeva. Poi vide una vecchia amica su una ninfea: era la rana.
<<Hai un nome nuovo>>, gli disse la rana.
<<Ora ti chiami Aquila!>>
Dal libro Sette Frecce (racconti dei nativi americani).
* tutto ciò che giova al corpo e allo spirito era interpretato come medicina dal popolo degli uomini.
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 13:38
Inviato da: ciaky.93
il 14/12/2010 alle 22:19
Inviato da: ciaky.93
il 06/12/2010 alle 08:04
Inviato da: ciaky.93
il 06/12/2010 alle 08:00
Inviato da: ciaky.93
il 30/06/2010 alle 19:32