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Missionaria comboniana
Post n°2048 pubblicato il 22 Febbraio 2017 da namy0000
“Campi di tortura, traffico di organi, donne stuprate, bambini uccisi. Un giro criminale di affari che è giunto a rapire, dai campi, i profughi, per portarli nel Sinai e mandarli in Israele, dietro pagamento del riscatto. La prima a parlarne è stata suor Azezet Kidané Habtezghi, missionaria comboniana di origine eritrea. Lavora a Jaffa-Tel Aviv, dove si occupa della “tratta degli esseri umani” nel Sinai. Un dramma che la religiosa ha scoperto, accogliendo i rifugiati eritrei che sono usciti vivi dal deserto. Migliaia di altri sono sepolti sotto la sabbia, uccisi dai trafficanti. Ha detto: “Ora che so, non posso più tacere. Non possiamo più tacere!”. Azezet lavora con “Medici per i diritti umani” e hanno denunciato questo dramma. La maggior parte dei migranti non voleva parlare. Per timore delle bande di trafficanti che controllano il flusso continuo di persone che arrivano dall’Eritrea e anche dall’Africa subsahariana. Ma le ferite sui loro corpi, lo smarrimento, il terrore rimasto negli occhi, le donne che chiedevano di abortire, rivelavano i loro calvari” (2012). |
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