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Troppi anni lontano dalla moglie

Post n°2062 pubblicato il 02 Marzo 2017 da namy0000
 

“È stato uno dei più famosi corrispondenti di guerra degli ultimi anni e ha seguito per il New York Times i conflitti in Iraq, Afganistan, Libia e Siria. Finché una partita a carte con suo figlio ha cambiato tutto. Da settimane le forze del presidente libico Muammar Gheddafi bombardavano la città di Misurata con cannoni, lanciarazzi e mortai. Tra le munizioni usate c’erano anche proiettili da mortaio da 120 millimetri di fabbricazione spagnola, che nessuno aveva mai visto in combattimento. Era un problema serio, perché erano bombe a grappolo, e oggi sappiamo che gli spagnoli avevano venduto quelle munizioni al governo libico proprio mentre la Spagna stava per firmare l’accordo internazionale che le avrebbe bandite. Lo sappiamo grazie al lavoro di C.J. Chivers, giornalista del New York Times e collaboratore di Esquire, che grazie alle sue competenze militari e alla sua esperienza è diventato il più importante corrispondente di guerra del suo tempo. Chivers sospettava che Gheddafi stesse usando le munizioni spagnole, ma mentre cercava di dimostrarlo, un aereo della Nato ha tentato di farlo fuori. Nell’aprile del 2011, quando la Libia sprofondava nella guerra civile, Chivers era in guerra già da dieci anni. Nel novembre 2001 era andato in Afghanistan, subito dopo l’inizio dei bombardamenti. Nel marzo 2003 era in Iraq per seguire l’invasione statunitense. La mattina dell’11 settembre 2001 si trovava a Manhattan. Troppe missioni per ricordarle tutte, troppi anni lontano dalla moglie e dai 5 figli piccoli, quattro maschi e una femmina. Chivers era entrato al New York Times nel 1999, a 34 anni. Lo avevano scelto perché era un ex ufficiale dei marines e sapeva come muoversi nelle zone di guerra. Ma non sospettavano che avrebbe creato un nuovo genere di giornalismo, basato sullo studio delle armi. Dopo uno scontro a fuoco, Chivers aveva l’abitudine di cercare i bossoli e i frammenti dei proiettili. Se viaggiava al seguito dei soldati statunitensi, chiedeva di dare un’occhiata a quello che trovavano, e di fotografare i numeri di serie e i marchi sulle munizioni. In questo modo è riuscito a fare luce su un mondo di traffici di armi di cui nessun altro giornalista era a conoscenza.(Mark Warren, C.J. Chivers, Addio alle armi, Esquire, Stati Uniti, Internazionale n. 1129 del 20 nov. 2015).
 

 

 
 
 
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