Un mondo nuovo

Il fuoco nel cuore

“Nel 2000 ho avuto il privilegio di vivere la meravigliosa Giornata mondiale della gioventù a Roma. Ricordo le emozioni di ogni incontro. In una mattinata in cui eravamo radunati all’Eur con tutta la sezione italiana, mi chiamarono, a sorpresa, per condividere la mia testimonianza, perché da un anno avevo lasciato tutto per seguire Gesù a Nuovi Orizzonti. Avevo 19 anni, e vivevo con ragazzi provenienti dalla strada e dal carcere. Andavo nelle scuole e per strada in missione. Avevo il fuoco nel cuore, da non molto era avvenuta la mia conversione. Accadde nella veglia a Tor Vergata. Eravamo una folla, provenienti da ogni parte del mondo. Le parole e i gesti di Giovanni Paolo II conquistarono i cuori. Si toccava con mano nell’aria qualcosa di unico: un Cenacolo a cielo aperto. La frase che si impresse nel mio cuore era di santa Caterina da Siena. Giovanni Paolo II la modificò leggermente: ‹‹Se sarete quello che dovete essere, accenderete tutto il mondo››. Tutto quello che dovevo fare era “essere”, essere ciò per cui ero e sono chiamato. Così è per ciascuno di noi. Viviamo vite in cui spesso ci ispiriamo a modelli artefatti e vuoti. Viviamo una vita non nostra, seguendo mode e sogni che non ci appartengono. Sprechiamo tempo, energie e risorse, attimi preziosi. Basterebbe “essere noi stessi” per “essere ciò a cui siamo chiamati” e diffondere l’Amore che Gesù ha portato sulla Terra e ha affidato a ciascuno di noi” (Davide Banzato, 36 anni, FC n. 25 del 18 giugno 2017).

Audacia è una parola

‹‹Audacia è una parola che mi piace: ha quel pizzico di follia che permette di fare cose nuove e diverse››, dice Samantha Cristoforetti, astronauta italiana, 38 anni, rimasta 6 mesi nello spazio (15 ott. 2015).

“Il filosofo Benedetto Croce scriveva: ‹‹Ai giovani non c’è altro da dire se non guadagnatevi la vostra verità… Nel passaggio dalle nostre alle vostre mani, le verità diventano rami secchi, e sta solo a voi la potenza di farli rinverdire››. E noi, della generazione precedente, trasmettiamo, con la nostra indifferenza, con le nostre prediche moralistiche, con l’assenza dei valori genuini, rami secchi che i giovani rigettano e non possono far rinverdire. Si crea, così, una sorta di deserto comune in cui ci trasciniamo, noi con qualche fioca luce, loro nel grigiore di una nebbia che non promette un futuro e un orizzonte diverso. Eppure, proprio perché ‹‹l’uomo supera infinitamente l’uomo››, come scriveva un altro grande filosofo, il francese Blaise Pascal, rimane sempre nell’anima dei giovani un seme di inquietudine positiva, una scintilla di vitalità interiore, un fremito di speranza. A stimolare e a tener accesa la fiamma di questa sana tensione – che non è scontentezza e insoddisfazione, ma ricerca e attesa – una funzione significativa è svolta dalla Parola della Bibbia (dai buoni libri, dai buoni film, dai buoni esempi…).