Creato da newcolors il 11/05/2006

Specchi dell'anima

Chi sei? Scommetto che non lo sai...

 

 

Post N° 231

Post n°231 pubblicato il 15 Marzo 2008 da newcolors

... per me

è doloroso sentirmi rifiutata dalle persone che amo.

Come se l'amore fosse codizionato,

dipendesse da "come sono"

.

PS: i tuoi bei post sono pietre che vanno giù senza acqua. Buongiorno!

 
 
 

Post N° 230

Post n°230 pubblicato il 05 Marzo 2008 da newcolors

State alla larga da me.

Tutti.

Un cane mi ha leccato la mano mentre parlavo con un collega. Io non lo avevo visto.  Gli piaceva il mio odore.

 
 
 

Post N° 229

Post n°229 pubblicato il 29 Febbraio 2008 da newcolors

A pochi interessa la mia anima:

gli estranei si accontentano della mia

bellezza.

.

Rimangono estranei per sempre.

 
 
 

Post N° 228

Post n°228 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da newcolors

Passiamo l'intera vita a rincorrere di tutto

tranne che noi stessi

M.

 
 
 

Post N° 227

Post n°227 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da newcolors

Caro SIMAS,

stasera, al cinema, mi sono chiesta se avessi scritto tu, insieme a Sean Penn, la sceneggiatura di "Into the Wild"... 

O forse il protagonista era tuo fratello? (Il film è tratto da una storia vera).

O gli hai "prestato" il tuo blog?

 
 
 

Post N° 226

Post n°226 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da newcolors

mi sento

stanca

stanca

stanca

mi sento

 
 
 

Post N° 224

Post n°224 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da newcolors

Stanotte.

Sei entrato nel mio letto.

Io mi scosto d'istinto... quasi offesa. Ma in fondo, vorrei baciarti.

Non posso fare altrimenti: ai piedi del letto, seduta su una sedia, davanti ai miei occhi, c'è mia madre: immobile, con le spalle dritte, lo sguardo deciso. Sembra una sfinge, non una persona. E' fredda, gelida. Come i miei ricordi di lei... Oramai misti a pena... I suoi occhi mi dicono "come si permette ad entrare nel tuo letto? E tu, glielo permetti...". Non posso trattenermi dall' interrompere immediatamente questo gioco: la guardo e le dico che lui sta scherzando... che stà giocando, che non significa nulla. Che è una persona seria... Mi alzo per dimostrarle "chi sono ", per dimostrarle  che "quei giochi non si fanno".

.

Io lo so. Tu non sei tu, ma rappresenti tutte le trasgressioni alla mia educazione perbenista del cazzo.

    

 
 
 

Post N° 223

Post n°223 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da newcolors

La scorsa settimana...

Sono in un bagno. C'è un evento aziendale. Stò per uscire ma entrano tre persone: due uomini e una donna. Grido aiuto... ma l'unica persona che si accorge che stò per subire un aggressione, scappa impaurita.

Ho in mano una penna. Prendo il più stronzo, lo stringo col braccio intorno alla gola e gli conficco la bic blu nel collo: lui è paralizzato, come un gatto preso dalla collottola. Anche gli altri due sono paralizzati a guardare il loro amico che respira a fatica. E scappano via. Lasciando lui, il loro amico, mezzo morto, con me.

 
 
 

Post N° 222

Post n°222 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da newcolors

Ciao Joè

Stanotte ho sognato i tuoi mostri...

 

Sono entrati nella mia vita minacciandomi con sguardi sadici.

 

* * *

 

Sono con mia sorella nel mio letto a casa dei miei. E’ tutto normale. Spegniamo la luce.

Il mio sonno è disturbato continuamente da zanzare - che provo ad uccidere ripetutamente - ed... api. Tento di mandarle via, ma nel movimento le uccido spiaccicandole sul lenzuolo. Già questo mi è sufficiente per non dormire. Passo buona parte della notte insonne. All’improvviso, mia sorella accanto a me, si sveglia: le spiego che non riesco a dormire. Mi guarda, accende la luce e il suo sguardo cambia: sembra uno spiritello impazzito. Ride, ride, ride, ride, ride e salta sul letto... ha il sorriso di quando era bambina, con i denti e gli occhi stretti, ma sembra dispettosa... Le imploro di fermarsi perchè sono stanca ed ho sonno, ma lei continua. Poi si placa e comincia il terrore.

 

Sono in una stanza con gente mai vista prima (una sorta di sala d’aspetto). Sembrano tutti malati... forse pazzi (entrano ed escono dalla stanza). Ci sono anche due tipi apparentemente normali: mi dicono di non aver paura di queste persone un po’ strane: basta non farle arrabbiare. (Il punto è che si arrabbiano per tutto).

 

Chiedo a questi due signori “normali” (potrebbero essere i gestori del posto) chi siano e cosa vogliono i tipi che ci minacciano, urlano e, talvolta, picchiano... Mi dicono che sono lì perché sono malati. Subito gli chiarisco che io sono lì, solo perché non dormo! Il signore annuisce. Sebbene questo tipo e la sua collega mi sembrino normali, avverto che hanno un’aria strana... e comunque hanno un’immagine migliore di quella che presentano i “malati”: tutti sporchi, con i vestiti strappati, sanguinanti, spettinati, scalzi.... sembrano degli zombi... giusto per dare un'idea...

 

Il mio ragazzo mi sta vicino. Gli dico di fare come ci consigliano i “gestori”, cioè di avere pazienza. Ma alla terza provocazione (accompagnato da qualche spintone), reagisce. Non si arrabbia, ma spiega a quelli "malati" che non avrà ancora molta pazienza... perché da un momento all’altro si difenderà con le mani.

Sono molto agitata.

 

Non mi ricordo altro. Poi il mio ragazzo non è più con me e la “sala d’aspetto” è diventata una casa che non conosco. Ci sono i soliti gestori e tutti i pazzi che prima entravano ed uscivano. Aspettano sempre all’erta che io sbagli qualcosa: sono terrorizzata perché ho visto cosa accade a chi sbaglia. La persona che, ad esempio, per “errore” sposta un posacenere da un punto ad un altro del tavolo senza chiedere il permesso, viene preso a calci e pugni, ferito con qualsiasi arma od oggetto che capiti, strattonato e tirato per i capelli, picchiato ed offeso da tutti. Tutti insieme.

 

Sono letteralmente terrorizzata. Il mio stato non è proprio vigile (non ho dormito), pertanto cerco di essere attenta a non fare errori. Ma ne commetto uno anch’io, più di uno: non so quante botte ho preso, quanto ho pianto, quanto ho tremato. La paura che ho provato è ancora dentro di me alle 11.11 di questa mattina. L’ultima tortura che ho subito dopo essere stata massacrata di botte è stata sulla strada. Mi hanno trascinata al centro dell’asfalto. E’ notte. Sento il motore di un’auto. Ho ancora ben presente il sorriso di uno dei pazzi che mentre fà inversione mi guarda e si allontana. Poi i fari della macchina anticipano lo strazio.... L’auto corre, viene contro di me, mira il mio corpo distrutto e stanco: io che penso “dai forza spostati”, ma non ce la faccio, non ho le forze per muovermi. Poi le ruote mi passano sopra; l’urto, lo spostamento del mio corpo a metri di lontananza ed il cielo stellato che riesco ancora a vedere. Se vedo il cielo, mi sussurro: “sei ancora viva”. Ma loro non sono stanchi. Cambiano mezzo: un camion, un treno, di nuovo una auto.... Ricordo il dolore e la paura. Le capriole in aria. Le ruote che passano e ripassano sopra di me. Gli urti i colpi. I rumori. E’ tutto buio. Apro gli occhi: sono davanti alla TV ed è la fine di un film. Questo della strada è un effetto speciale - quando l’attore viene investito ripetutamente, lo spettatore prova le sensazioni che sta provando la vittima !!! -

Ora il  film è finito. Dico a mio fratello che è stato “avvincente” ma che mi ha scosso troppo: forse mi suggestiono davanti a tanta violenza. 

La stanza però è la stessa che era nel film: deve essere un effetto speciale anche quello.

 

Chiudo le finestre di questa casa: la prima stanza, la cucina, il bagno... sono un po’ tesa, come quando si vede un thriller di notte e poi ci si ricorda che bisogna chiudere ancora tutto.... non sono  mai troppo disinvolta! Accendo la luce di un'altra stanza per controllare che sia chiusa anche quella: sento una voce che si lamenta. E’ quella di uno dei pazzi che mi aveva picchiato in modo disumano, urlando ed inveendo... Penso "Ma il film”? Allora non era un film?”. Arrivano due persone orribili: sono i proprietari della casa. Un maschio ed una femmina. Chiedono a quello che urla (che nel frattempo si è alzato dal letto) cosa sia accaduto. “Ha acceso la luce della mia stanza” – dice lui. Io rispondo subito “ma è stato un attimo, scusa, volevo accertarmi che anche la tua finestra fosse chiusa, scusa”. Sono a terra perché nel frattempo mi ha già spintonata. I personaggi del sogno, escluso mia sorella, il mio ragazzo e mio fratello sono tutti mostruosi, ma questi due ultimi non sono solo orribili, sono anche piccoli si statura (non più di un metro). Con delle espressioni ironiche e finte, mi ascoltano ed annuiscono... ma è chiaro che stanno fingendo. Non aspettano altro. Mi picchieranno ancora. Tremo. All’improvviso sento la voce di mio fratello che chiede cosa stia succedendo: penso “almeno lui mi può aiutare, meno male, si è svegliato”... vedo mio fratello arrivare. Prende un tavolo pesante di legno massiccio a forma di cubo. Fa per scaraventarlo addosso a qualcuno. Ma lo scaraventa addosso a me. Mi sveglio: sono terrorizzata, sudata, rigida. I muscoli delle gambe, del collo e del viso mi fanno male.

Non so quanto tempo sia durato il sogno. Faccio fatica a cambiare posizione nel letto. Credo che sia stato il peggiore incubo che ricordi.

 

Ciao Joè. I tuoi mostri sono venuti a “salutarmi”. Ma spero che non tornino più.

   

 
 
 

Post N° 220

Post n°220 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da newcolors

Sono un fiume in piena

scorro veloce e travolgo tutto 

trascino con me ciò che mi pare

dalla foce alla fonte

potente come una marea

perfetta come la donna

viva della mia unicità

n e r a  come una gatta nottambula

afferro la preda. 

 
 
 

Post N° 219

Post n°219 pubblicato il 01 Gennaio 2008 da newcolors

Buon 2008 mondo!

 
 
 

Post N° 218

Post n°218 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da newcolors

Ieri notte

chiedo un passaggio ad una signora che guida un carretto...

Nel rimorchio vedo una montagna di code mozzate di gatti neri. La visione è ripugnante.

La signora mi dice che ne fa lacci per i capelli, braccialetti e tanti altri accessori.... Chiedo sconvolta di scendere dal carretto. Prima di voltarmi per andare via, spio meglio dentro il rimorchio e vedo che nell’altra metà adiacente alla prima, ci sono i gatti neri ai quali è stata tagliata la coda: sono tantissimi e si lamentano. Scappo via e corro a piedi verso casa.

 .

Stamattina 

sono in vacanza con il mio ragazzo.

Ci rechiamo in una villa: dentro ci sono i miei genitori; ci chiedono di entrare e di pranzare con loro. Insistono. Rimaniamo. (Potrebbe essere la nostra villetta al mare...).

Apro una stanza piccolissima: è la cucina. Dentro ci trovo un leone enorme, a pelo quasi raso. E’ tutto meravigliosamente  nero: ha le zampe massicce , la criniera immensa. La sua espressione sembra docile. Vive come fosse un gatto addomesticato. Penso immediatamente che lì dentro non può correre, non può muoversi. La stanza in cui vive, la cucina,  è piccolissima; trova un muro ad ogni passo. Ma lui vive lì, solo. Dentro la cucina. Dietro quella porta. E’ di proprietà dei miei.

Pranziamo: mi chiedono di prendere qualcosa dal frigo in cucina. Non sono molto convinta: non è facile, né naturale “fidarsi” di un leone. Apro il frigo stando attenta ad ogni movimento che compio: la sua grandezza mi spaventa. Non lo perdo d’occhio. All’improvviso, si slancia e salta ruotando intorno al soffitto, in modo che tutto il movimento sia contenuto all’interno di quella stanza dai cinque, sei metri quadrati. Mi spaventa questa maestosità domata. Sono confusa. I miei mi stordiscono; mi dicono di porgergli del prosciutto, qualche avanzo. Io non voglio. Sono timorosa... Insistono. Insistono. (Accidenti! Insistono sempre fino ad obbligarti...). Ad ogni gesto, la mia ansia aumenta. Ma lui è veramente buono, usa la bocca, i denti, le zampe e gli artigli delicatissimamente. Adesso mi sembra di essere nel balcone della casa di mia nonna. Forse c’è anche lei, con la sua vestaglietta a righe celesti, bianche e blu, il suo chignon, la sua voce dolce.

Mia nonna mi dice di non avere paura...ed implora i miei di lasciarlo stare in pace...

Ci prepariamo per andare via.

Io sono perplessa, stordita, sedata. Questo il mio stato dopo il pranzo con i miei.

Tu mi dici di stare tranquilla. Non sembra più lo stesso luogo: siamo all’estero. Abbiamo preso un aereo ed un pullman per raggiungere questo posto (ci sono di nuovo i miei.) Ci meravigliamo di come faccia ad essersi trasferita qui la nostra amica che siamo venuti a trovare. Mentre vai a prendere la tua roba al piano di sopra entra qualcuno. Ha una pistola in mano. Sale per le scale. Io ti urlo di stare attento. Sono terrorizzata. Il ladro (?) ti stà raggiungendo. Io so che tu sei forte. Penso: “ce la puoi fare”...  Poi si sentono due colpi di pistola. Dopo un attimo ti vedo scendere per le scale. Dobbiamo scappare. Arriva altra gente, le persone che prenderanno in affitto quella villetta dopo di noi: penso che tutti vedranno il sangue, l’uomo ucciso... Ci metteranno in galera. Ti esprimo le mie paure ma tu mi rassereni: mi dici che hai pulito tutto e che non si accorgeranno del morto se non il giorno dopo. Il tempo di ritornare in Italia...   

08.00: suona la mia sveglia.

 

 

 
 
 

Post N° 217

Post n°217 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da newcolors

Sono rientrata lunedì mattina.

Martedì mi sveglio con il ricordo di una donna molto bella ed elegante sui 45 anni (indossa solo una vestaglia di seta grigio perla). Mi concentro. Provo a mettere a fuoco.

La donna è poco truccata, ha i capelli ben pettinati, non è troppo magra... Trattiene nelle mani una tanica. Dall'odore deduco che è benzina. Il suo sguardo è deciso. Si avvicina e prova a bagnarmi. Mi rincorre. Vedo la scena: ci siamo io e lei che combattiamo; il liquido non ha difficoltà a scivolare ovunque: mi nascondo dietro le mie mani, cerco di proteggermi. Poi tira fuori un accendino. Ha anche dei fiammiferi. Un attimo e... sono nel fuoco. Mi sveglio.   

Penso.

Questa donna non è mia madre. E' troppo giovane.

Penso. 

Quella donna sono io. E' il mio alter ego "razionale". Vuole uccidermi. Vuole uccidere il mio vero io che si ribella; vuole metterlo a tacere. Quella donna è quello che avrei dovuto essere. Il mio Io che non voglio. Quello finto. Quella che volevano diventassi. 

 
 
 

Post N° 216

Post n°216 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da newcolors
Foto di newcolors

5 giorni senza... incubi

 
 
 

Post N° 215

Post n°215 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da newcolors

Stanotte ho sognato mia nonna

Mi raggiungeva dopo un  l u n g o  viaggio.

Era partita da sola per salutarmi. Non ci vedevamo da così tanto tempo...

(Sono insieme a te in un bar all'aperto. Mi sembra che in agguato ci siano anche i miei, ma non ne sono sicura...)

Si ferma un taxi. Scende una nonna bellissima dagli occhi grandi e blu: viene verso di me. E' lei. La riconosco. Mi sorride. L' abbraccio con forza, un abbraccio che cerco ad ogni costo. La stringo. Lei ricambia. Sento il suo profumo e la sua pelle liscia. Il suo affetto. Vivo il contatto: sì, mia nonna è qui con me.

Sono felice. Felice di averla vicino. Ancora. Ancora una volta.

Mi dice che ha viaggiato tanto. E che è contenta di essere arrivata.

Le chiedo come sta. Mi risponde che va tutto bene...

Il mio pensiero va a mio fratello. Vorrei fargli una sorpresa: accompagnarla a casa sua. Immagino la sua felicità e quella di nonna.Il cuore mi batte forte, fortissimo. Scoppia di emozione. Sono così felice. 

Mi sveglio

. 

 
 
 

Post N° 214

Post n°214 pubblicato il 30 Novembre 2007 da newcolors

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Parlo in nome di una bambina che credeva che i propri genitori avessero sempre ragione.

Come tutti i bambini, del resto.

.

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http://blog.libero.it/psifor/commenti.php?msgid=3674878&id=33336#trackbacks

http://blog.libero.it/psifor/commenti.php?msgid=3678640&id=33336#trackbacks

.

 
 
 

Post N° 213

Post n°213 pubblicato il 28 Novembre 2007 da newcolors

Stamani mi telefona mio fratello. Mi chiede se sto bene... cosa sto facendo...quando rientro.

Gli chiedo se ha bisogno di qualcosa. Mi risponde che vorrebbe trafugare il cadavere di mia nonna paterna e cambiarne la sistemazione. Gli dico che nostro padre se ne accorgerebbe subito. A meno che non si porti il corpo vicino al nonno. Mio fratello concorda. Mi dice che ho ragione. E che quindi appena possibile, trafughiamo il morto, la madre di mio padre, e lo portiamo vicino a suo marito.

"Allora a dopo"- mi dice.

"Ok, ciao. A tra poco"- gli rispondo.

Mi avvio verso casa. Passa un cane. Cioè, passa la sagoma di un cane. E' "imbustato" in una plastica nera. Sembra che lo abbiano avvolto in una busta della pattumiera, facendo attenzione a rispettarne le forme: zampe, testa e corpo si distinguono perfettamente. Guardo il muso: anch'esso è ricoperto dalla plastica. Il cane girottola per la città, annusa gli angoli, come se niente fosse. Poi, all'improvviso cambia direzione e va via. Penso che stia tornando dal suo padrone.

Soffro incredibilmente. Qualcuno lo ha ridotto in quelle condizioni: non può respirare, non può vedere, non può muoversi con libertà. Mi dispiace tanto.

Mi sveglio.

 
 
 

Post N° 212

Post n°212 pubblicato il 27 Novembre 2007 da newcolors

25/11/07

Non ricordavo alcun sogno.

Per tutto il giorno nessuna immagine.

* * *

Mi sdraio sul divano.

Sono vicina a te.

Prendi i miei piedi tra le tue mani.

Togli i calzini. Li accarezzi.

Incominci a massaggiarne la pianta. Le caviglie. Le dita...

Tutti i muscoli del mio corpo si rilassano all’istante: un senso di benessere e di piacere mi pervade.

Passano solo pochi secondi: all’improvviso riaffiora davanti ai miei occhi il sogno della prima mattina:

sono a Milano e devo raggiungere un posto. C’è un’altra ragazza. Siamo quasi arrivate ma mi accorgo di aver dimenticato la borsa in macchina. Le dico che torno indietro, e che la raggiungerò presto. A passo svelto ripercorro tutto il tragitto: c’è tanta gente; fatico a farmi spazio per camminare, sembra di essere ad un concerto. Proseguo fino alla macchina: apro lo sportello recupero la borsa, chiudo. Mi riavvio. Il passo è veloce nonostante i tacchi alti. Sono quasi arrivata ma le gambe cominciano a farmi male. I polpacci bruciano e i piedi tremano...  Rallento. Piano piano cedo. Nell’altra vita, i tuoi baci interrompono il mio sonno della mattina ed ora lo ricordo.

Non smetti di accarezzarmi i piedi.

Ti racconto il sogno che solo i tuoi massaggi hanno fatto emergere nella mia memoria.

Penso che era tanto che non sognavo senza avere incubi...

Tu continui a massaggiarmi i piedi.

Baci ogni centimetro di pelle percorribile. Mi sfiori con le tue labbra calde. Ancora. Ed ancora.

Le tue mani rompono il gelo dei miei piedi, spegnendone il biancore marmoreo.

Scivoli sulle caviglie, i polpacci; sali per le ginocchia, le cosce.

Poi scendi di nuovo giù.

Mi sento baciata da un vento caldo, rapita da un turbinio di voluttà, intrappolata in un vortice di calore. E così inerme.

Arrendevole.

Obbediente.

Facciamo l’amore. Le tue mani adesso, accarezzano il mio viso. I tuoi baci mi mangiano e la tua lingua sprofonda nella mia bocca. Come tutto il tuo corpo. Che scivola dentro il mio. La mia arrendevolezza fisica e sensoriale, un’altra volta apre le porte del mio inconscio. All’improvviso, mentre facciamo l’amore, altre immagini riaffiorano davanti ai miei occhi.

Una festa elegante; dopo pochi secondi: una donna di colore, bellissima ed alta; un’altra manciata di secondi: una stanza.

Poi nient’altro.

* * *

In serata mi concentro su quelle immagini riaffiorate nel pomeriggio. Comincio a ricordare.

Siamo ad una festa.

Di alto ceto sociale. Non ci sono trentenni. Trascorriamo il tempo bevendo champagne e beffandoci degli sguardi che gli altri uomini lanciano su di me. Una donna di colore, molto bella, si avvicina e mi parla... è simpatica. Penso che le piaci tu. Sorrido tra me e me. Tu ti distrai. Ti intrattieni con un conoscente. Io e lei, rimaste sole ridiamo delle debolezze maschili, dei loro sguardi rubati alle loro mogli ed offerti a me e lei, a lei e me...Indecentemente. Parliamo del potere che le belle donne possono esercitare su alcuni uomini... Io sono un po’ incerta: non ho mai considerato la “bella presenza”  un potere. Lei invece è molto sicura. Passeggiamo, chiacchieriamo. La sua simpatia e la sua femminilità mi seducono. Ne sono affascinata. Ma c’è qualcosa in lei che non mi convince. Da qualche discorso percepisco che non è una donna come le altre; c’è qualcosa di diverso. Sa perfettamente dove vuole condurmi.. La guardo ed imparo. La sua postura, i suoi gesti, gli sguardi... Guardo ed imparo un’arte nuova. Molto più potente della mia banale femminilità.... La guardo attentamente. Cerco di capire di più. Poi intuisco. E’ una puttana. Una puttana di alto bordo. La guardo e le chiedo schietta quanto guadagna. Mi dice che in un mese ci si può comprare una bella casa in centro storico. Sta giocando a sedurmi; ma non è così: mi ha già scelta. Vuole che lavori per lei. Mi rendo conto che, parlando, ci siamo allontanate dal salone principale. Siamo in un atrio un po’ isolato. Qui l’atmosfera è completamente diversa. L’ambiente è dello stesso stile del salone, rigoroso ed elegante. Ma ci sono solo uomini, solo pochi uomini. Ci guardano. Mi irrigidisco. Capisco che non è un caso che io sia lì. La donna nera bellissima mi ha condotto in quel posto. Realizzo che è meglio andar via. Non dare adito a fraintendimenti o situazioni ambigue. Mi volto per salutarla ma lei non c’è più. Sono sola. Le circostanze stanno decidendo per me, stanno definendo la mia sorte. Penso che quella potrebbe essere la mia iniziazione. Mantengo la calma e l’eleganza nel portamento. Mi volto indifferente seppure dentro sia scossa, cambio direzione, mi allontano. Ho paura. Poi vedo le luci del salone. Mi rincuoro, tiro un sospiro di sollievo. “Se qualcuno avesse frainteso?” - mi chiedo. “Se qualcuno avesse preteso la mia disponibilità, trovandomi in quel contesto?”... Sono perplessa. Turbata. Ritorno tra la gente. Ti cerco ma non ti vedo. Mi manca l’aria, affogo, mi sveglio.

Ti racconto il sogno.

 
 
 

Post N° 211

Post n°211 pubblicato il 24 Novembre 2007 da newcolors

.

Sapevo di essere diversa

Sapevo che l'etichetta che mi avevano appiccicato addosso non era la mia.

Scollarla ha richiesto, richiede tempo,

volontà,

forza e

determinazione: non bisogna perdere l'obiettivo.

Paradossalmente

devo anche prendermi cura dei graffi inferti per eliminare tutte le tracce

ed accettare che anche le cicatrici hanno un senso.

Che stanno lì per ricordarmi la mia storia.

Per non farmi dimenticare tutte le volte che mi sono ribellata ed ho tentato di scegliere.

.

 
 
 

Post N° 210

Post n°210 pubblicato il 22 Novembre 2007 da newcolors

Stamani mi sono svegliata come un lenzuolo bianco

nessun ricordo dei miei sogni

nessun colore

niente.

Niente da dare in pasto alla mia anima

famelica

di me.

Non ci sono abituata.

Preferisco i miei incubi a suggerirmi indizi preziosi. 

 
 
 

L'AMAZZONE

“Non mi seccate.

Sono un uomo libero. Ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo;

ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore.

Cosa volete da me?

Quel che io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo dò.

La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.

Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti solo con Dio, se esiste”.     

Henry Miller, Tropico del cancro.

 

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