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"Spider" di Patrick McGrathBompiani, 1990

Post n°267 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da Mrs.Ramsay
 

Non so se sia una deformazione mia, che non apprezzo più come un tempo il romanzo che tratta temi di psicologia e di psichiatria, ma a differenza degli altri due libri che ho letto di McGrath, Follia e Grottesco, ho davvero fatto fatica ad arrivare alla fine.
Forse era proprio il personaggio in sè a non convincermi, la storia a non interessarmi più di tanto ma davvero sono rimasta delusa e annoiata.

Si parla Dennis, un uomo che vive insieme a delle "anime morte" in una pensione di Londra. Qui rivive il suo passato, la sua infanzia, raccontandola nel suo diario. Era un bambino triste e infelice che viveva con i genitori, un padre alcolizzato e una madre affettuosa con lui ma sempre afflitta e turbata dai comportamenti e dai tradimenti del marito. La vita trascorre triste e monotona fino a che la madre scompare e al suo posto arriva l'amante, a impossessarsi dei sentimenti e delle attenzioni del padre, a sostituirsi in tutto e per tutto (tranne che nell'affetto per lui) alla madre. Ai vicini si racconta che la madre è tornata in Canada dalla sorella ma Dennis (che si soprannomina Spider) sa, o crede di sapere, cosa le è successo veramente...

"Se mai avete avuto un diario, saprete che certe sere è quasi impossibile buttare giù anche una sola frase, mentre altre volte le parole fluiscono sulla carta ora dopo ora finchè non si è svuotati, e allora si ha l'impressione non di aver scritto, ma si essere stati scritti. [...poche pagine dopo...] ed è per questo che sono così incline al terrore adesso, perchè sono sempre consapevole del pericolo di rottura, che a sua volta mi spinge a desiderare il controllo, che che spiega perchè la sensazione di essere plagiato, ingabbiato, scritto, mi fa così disperatamente paura. Perchè ciò che può scrivermi, senza dubbio più anche distruggermi".

Forse sono stati questa storia poco coinvolgente, povera di colpi di scena (era chiaro fin dall'inizio che Dennis aveva dei problemi e che la sua realtà era ben diversa dalla vera realtà), e lo stile non ben definito (davvero si fa fatica a capire quando emerge Spider e quando Dennis, quando emerge il bambino e quando emerge l'adulto; sembra quasi, e non mi è chiaro se è voluto o no, che in più di vent'anni sia rimasto sempre la stessa persona) che hanno contribuito a non farmi davvero apprezzare questo libro come gli altri due.

 
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