Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 02/07/2007

Raggio di luna

Post n°349 pubblicato il 02 Luglio 2007 da mestesso69

Era la piu’ bella fanciulla del villaggio.Raggio di luna era il suo nome…nessun altro nome sarebbe mai stato piu’ azzeccato.Era discreta, riservata, romantica ,tenera come solo la luna puo’ esserlo.La sua bellezza non offuscava la vista ma entrava dritta nel cuore.Aveva l’intero villaggio ai suoi piedi.Ogni giovane indiano era ben disposto a soddisfare i suoi capricci e a fare bella mostra di se per poterle entrare nell’anima tanto piu’ che era la figlia del capo tribu’.Ma a lei non interessava chi sapesse cavalcare con maestria, chi sapesse lottare con vigore, chi fosse in grado di cacciare  o almeno non gli interessava solo quello.Lei cercava un uomo che fosse cosi’ forte  e coraggioso da non aver paura di mostrare il suo lato piu’ dolce e le sue lacrime piu’ amare.Lei desiderava un uomo che potesse raccontarle le antiche leggende prima di addormentarsi, che la cullasse tra le sue braccia mentre osservavano l’imbrunire.Lei voleva lui.
Si era innamorata di lui da bambina, dal primo momento che l’aveva visto entrare nella sua tenda per dialogare con il padre.Aveva conservato quel sentimento nello scrigno del suo cuore  aspettando di poterlo liberare in tutta la sua forza.Aveva giocato per giorni e giorni con i propri sogni immaginandosi il loro primo bacio fin nei piu’ minimi dettagli…a volte era riuscita a percepire persino le sue labbra sfiorarla.Era cresciuta con la convinzione che il suo destino fosse di amare quell’uomo e niente o nessuno avrebbe potuto impedirlo…neppure le quindici stagioni d’eta’ che li separavano.Era diventata donna quando gli aveva dichiarato il suo amore e lui si era limitato a sorriderle.Due mattine dopo l’aveva visto andare via con il suo cavallo.L’aveva rincorso…l’aveva raggiunto per poi gettarsi ai suoi piedi
”Ti prego non abbandonarmi, resta con me, lasciati amare” l’aveva supplicato
”Non si puo’ fermare il vento…devo intraprendere un lungo viaggio…non sto andando via da te ma sto andando a cercare me e solo allora faro’ ritorno in questo posto.Sei giovane…sei bella…dimenticati di me” le aveva risposto senza scendere da cavallo.
Non poteva permetterselo…era l’uomo sbagliato per lei e se fosse sceso non avrebbe resistito alla voglia di abbracciarla, di baciarla, di portarla via con lui.
”Io non ti dimentichero’ mai e ti aspettero’ qui’ fino all’ultimo dei miei giorni” gli aveva urlato tra le lacrime, lacrime di rabbia…lacrime d’amore.
”Se il nostro amore e’ cosi’ speciale sapra’ resistere alla distanza e ai rigidi inverni che ci attendono.Io tra dieci stagioni ritornero’ e ti portero’ via con me se lo desidererai ancora.Te lo prometto” le aveva mentito per la prima e l’ultima volta.
Non sarebbe mai piu’ tornato in quel luogo, l’avrebbe rovinata come tutte le altre cose belle che aveva tenuto tra le mani e non si sarebbe mai perdonato per aver sciupato l’unica persona che ha amato piu’ di se stesso.
Ando’ via senza voltarsi…la morte nel cuore e una supplica al Grande Spirito affinche’ lei smettesse di amarlo nel piu’ breve tempo possibile.Avrebbe amato lui per entrambi portandosi dietro questo fardello per l’eternita’.

 

Per te piccola, un regalo per te che domenica ti sposi.Io non ci saro’ perche’ non voglio che all’uscita della chiesa i tuoi occhi cerchino me…non me lo perdonerei mai. 

 
 
 

Il viaggio

Post n°348 pubblicato il 02 Luglio 2007 da mestesso69
 

"I sogni sono desideri" mi ha detto Lei una volta "E’ grave perche’ ora inizio anche a sognarti"

Come la capisco.Lei e’ presente in me in ogni azione che svolgo durante il giorno, mi tiene compagnia con il suo sorriso e il suo sguardo facendomi dimenticare la mia cronica solitudine, Lei mi accompagna durante le mie lunghe notti insonni sotto forma di sogno o di ricordo.

Ricordo quando la vidi per la seconda volta.Ero ancora un bambino , forse avevo poco piu’ di quindici anni e il mondo mi appariva come uno splendido scenario dove poter recitare le mie battute davanti ad un pubblico entusiasta.

Lei era li’ sopra la scala ad attendere il momento opportuno per entrare in scena.Era la sua festa di compleanno e tra poco il padre l’avrebbe presa sottobraccio e l’avrebbe accompagnata giu’ lungo la scalinata in marmo. Ad attenderla, nel salone addobbato in modo sobrio ma elegante, una moltitudine di ospiti pronti ad invitarla per un ballo e a congratularsi del suo ingresso nella societa’ .Era splendida nel suo vestito azzurro.Un corpetto stretto stretto intorno al busto che si apriva all’altezza dei fianchi in un’ampia gonna ricca di pieghe e sbalzi.

"Come fara’ a respirare" pensai non accorgendomi che nella realta’ ero io ad essere rimasto in apnea mentre la osservavo.

Indossava un paio di guanti lunghi dello stesso tessuto e colore del vestito e uno scialle di una tonalita’ un poco piu’ scura a coprire le spalle. Erano i primi giorni di primavera ma l’inverno non si era ancora convinto a cambiare aria.

C’era freddo , dovetti combattere piu’ volte con la condensa del mio respiro che si accumulava sul vetro da cui ammiravo la scena, ma dentro di me si stava facendo largo uno strano tepore a cui non riuscivo a dare spiegazione.

Adesso, dopo parecchi anni, sorrido e comprendo cosa mi stava succedendo quella sera…era la stessa sensazione che avevo provato qualche anno prima quando l’avevo ammirata mentre giocava con le lucertole in quel giardino.

Persi il mio sguardo nei suoi occhi, mi tuffai in un mare di riccioli rossi raccolti in alto in un’acconciatura ben elaborata e poi la vidi svanire tra la folla.

Restai li’ ancora qualche istante nella speranza di scorgerla e ammirarla un’ultima volta prima di andare via.

All’alba infatti sarei partito nuovamente con la mia famiglia.Questa volta saremo andati in America, laggiu’ oltre l’oceano a tentare la sorte perche’ laggiu’ si diventava ricchi, si viveva felici e spensierati e il cielo era dipinto di un altro colore…

Affidai un addio alla musica dell’orchestra, sperando che fosse udito, e corsi via piu’ velocemente possibile da quella casa per seminare i ricordi che mi avrebbero fatto stare male.Nella fretta dimenticai di portarmi via il pezzo di cuore che avevo gettato dentro a quel salone…

La nave solcava il mare in tempesta. Onde alte almeno dieci metri la sollevavano per poi sbatterla di nuovo giù in un’altalena che mandava in frantumi la pazienza di tutti. Da nove giorni in mare, da nove giorni in balia del vento e delle piogge torrenziali.

Rimanere sul ponte risultava impossibile per i violenti schiaffi dell’acqua salmastre sollevata dalla carena. Un marinaio si arrampico’ lungo il corridoio fino alla mia cuccetta. Il brodo caldo che teneva nella scodella sembrava traboccare ogni qualvolta quella simpatica figura cercava di assecondare rollio e beccheggio. Io ero ancora lì, seduto alla mia scrivania, in realtà solo poche assi inchiodate in posizione orizzontale ma la mia mente era altrove. Il vecchio lupo di mare mi parlo’, cerco’ di farmi mangiare.

"Sono giorni che non tocchi cibo!" mi disse con voce rauca e profonda quasi fosse preoccupato delle mie condizioni di salute.Avevo ancora un buon colorito e uno sguardo lucido, non sembravo risentire del mare in burrasca o della stanchezza.Stavo bene.

"Adesso non mi va…" risposi in tono secco

Quando usci’ dalla piccola stanza mi rituffai nei miei sogni, ignorando il pasto magro consegnatomi con tanta cura come ogni sera. Ripensai a Lei.In realta’ stavo male, avvertivo un dolore allo stomaco come se indossassi un’incudine invece che una camicia, forte, intenso e persistente.

Non ero un medico, non lo sono nemmeno ora, ma chiamai questa mia malattia "mal d’anima".

L’avevo definito "un disturbo incurabile che ti accompagna per sempre e ti consuma fino alla fine" e non mi ero sbagliato perche’ mai ebbi amico piu’ fidato e vicino .

Ripercorsi con lo sguardo mille volte i gradini in marmo bianco di quella casa alla ricerca di una sagoma azzurra per poi rifarlo altre mille volte e infine pregai.

Non sono stato un buon cristiano nella mia vita, dovessi ricevere il sacramento della confessione in questo momento penso che direi "nella mia lunga vita ho fatto di tutto tranne che uccidere e rubare" e aspetterei l’assoluzione. Il numero di volte che sono entrato in chiesa sta comodamente sulle mie mani.Eppure credo in un Dio cosi’ come credo nella magia,come credo nei sogni, come credo nell’amore. Gli avro’ rivolto in tutto tre o quattro preghiere, forse per orgoglio…quella sera fu una di quelle.

"Ho seguito la mia famiglia in questa nuova avventura. Ho abbandonato un luogo popolato di persone care. Eppure so che così doveva essere. Ho fatto quel che andava fatto. Non posso smettere di pensare a lei, ai suoi occhi tristi e sorridenti al tempo stesso.Ti prego proteggila e assicurale un po’ di serenità almeno fino a quando non faro’ ritorno nella mia terra e mi prendero’ cura io di lei"
A volte le preghiere non vengono ascoltate e i sogni si tramutano in incubi...altre volte invece le richieste sono esaudite e i sogni diventano realta'...

 
 
 

Il collega

Post n°347 pubblicato il 02 Luglio 2007 da mestesso69

Da qualche mese sono ormai inseparabili.Entrambi lontani da casa, entrambi alle prese con le facende domestiche, entrambi alla ricerca di piacevoli diversivi con cui fare trascorrere i giorni e le notti, entrambi cosi' simili, entrambi cosi' diversi..Dieci anni d'eta' li dividono...sembrano un niente eppure sono millenni...un salto generazionale.Uno parla di Atari l'altro risponde con playstation...uno ricorda il fornetto l'altro immagina un bel forno a microonde.Gli piace quel ragazzo, lo ha da subito preso in simpatia e non smette di dargli consigli su come comportarsi sul lavoro.E' ancora giovane, privo di esperienza e non ancora pienamente integrato nelle logiche relazionali dell'azienda.Lo vede scaldarsi quando ascolta cose che ritiene sbagliate, lo vede affrontare con slancio ed entusiasmo ogni sfida, lo vede prendere sul personale ogni appunto che gli viene fatto. E si rivede...ricorda i suoi primi anni di lavoro quando, novello Don Chichotte, cavalcava contro qualsiasi mulino a vento.Ora ha imparato il politichese, ha acquisito la capacita' di rimanere impassibile di fronte ad ogni situazione, ad ogni frase,ha scoperto come prendere le distanze da ogni problema in modo da affrontarlo piu' lucidamente possibile.Ora gestisce e non agisce...sia sul lavoro che nella vita.Un po' lo invidia...

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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