Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 10/07/2007

Il vecchio e il mare

Post n°360 pubblicato il 10 Luglio 2007 da mestesso69
 

Era stanco.Quel pomeriggio aveva camminato per alcune ore lungo il litorale.Alla sua eta’ i centimetri diventavano metri se non chilometri di ripida salita.Il bastone di legno lucido con il pomo in argento a rendere piu’ sicuro il suo passo. I piedi affossavano l’uno dopo l’altro nella sabbia lasciando traccia del suo passaggio.Molto presto la marea sarebbe salita e avrebbe cancellato per sempre quelle orme un po’ come il tempo fa’ con i ricordi…granelli di sabbia che scivolano dalle mani…
Nessuno sapeva perche’ quello scorbutico vecchietto ogni giorno, d’estate, d’inverno, sotto il sole, sotto una pioggia torrenziale percorresse quella spiaggia.
Nessuno osava chiederglielo. I pochi coraggiosi che si erano permessi di fargli quella domanda erano stati bruscamente scacciati.La minaccia di un colpo di bastone li aveva convinti a stare alla larga da quell’anziano e ad abbandonarlo al suo triste destino.
"un giorno o l’altro gli verra’ un infarto e cosi’ finira’ il suo vagabondaggio" era il commento piu’ benevolo di chi lo osservava e non capiva.
Sentiva lo sguardo curioso delle persone su di se e in fondo si divertiva ad essere l’oggetto misterioso di quel paesino di mare.
"Prima o poi si abitueranno e non faranno piu’ caso ad un povero vecchio sulla spiaggia" aveva detto anni prima.
Speranza vana.
La brezza marina tra i capelli bianchi a sospingerlo verso casa, il sole a scintillare tra le rughe della sua pelle abbronzata a renderlo un personaggio di un quadro.
Il respiro si fece all’improvviso piu’ affannato, brividi si fecero largo lungo la schiena sudata a sottrargli le energie residue.Forse era giunto il suo momento…prima o poi sarebbe dovuto succedere…lo sapeva…era preparato da tempo ad affrontare con serenita’ la morte.
Si fermo’ e si giro’ verso il mare.Lo sguardo oltre l’orizzonte a cercare di toccare per l’ultima volta quella linea cosi’ dispettosa che si allontana da te piu’ ti avvicini…un po’ come la felicita’.I pensieri affidati ai gabbiani.Le lacrime lasciate alle onde del mare.
Doveva arrivare a casa, doveva almeno per l’ultima volta portare a termine il suo rituale e poi no avrebbe chiesto un secondo di piu’. Dieci minuti…chiese ancora dieci minuti…un piccolo omaggio per aver preso parte al film della vita per ottanta lunghi anni.
Raggiunse a stento la veranda della sua abitazione e a fatica si sedette sulla panchina in legno intrecciato posta in prossimita’ di una colonna della casa.Il mare di fronte a se era ancora piu’ bello del solito…suggeriva una tranquillita’ sovranaturale, una pace interiore cosi’ difficile da trovare lungo i negozi dell’esistenza.
Socchiuse gli occhi e si adagio’ contro lo schienale.
Anche oggi era riuscito a rivivere l’unico giorno importante nella sua esistenza, l’unico giorno in cui la sua vita aveva avuto un senso e si era sentito di nuovo vivo.Erano trascorsi molti anni da quel nove settembre, da quella passeggiata sulla riva del mare che li aveva uniti per mai separarli.La vecchiaia e il tempo avrebbero potuto rendere piu’ sbiadito quel ricordo e lui non poteva permetterselo.
Tra qualche minuto lei sarebbe ritornata a casa per la cena e lui l’avrebbe potuta guardare con lo stesso e rinnovato amore con cui l’aveva ammirata il primo giorno.
Senti’ la porta-finestra aprirsi alle sue spalle e la vide sopraggiungere.Fu un tuffo al cuore, ogni volta che il suo sguardo incrociava quello di lei si innamorava di nuovo.
Le sorrise e chiuse stremato gli occhi. Ora era realmente pronto…aveva osservato il suo sogno reale per un altro giorno e se quello era il suo momento non poteva essere piu’ perfetto.

 
 
 

For you: Dall'altra parte della finestra

Post n°359 pubblicato il 10 Luglio 2007 da mestesso69
 

La sveglia inizio’ a suonare allegra e vivace come fosse mattina.Dispettosa…provava un immenso piacere a rilasciare nell’aria silenziosa della stanza il suo fastidioso ronzio; egoista e narcisista come una bella donna…era felice nel sapere che ben presto al suo fianco ci sarebbe stata un’altra persona a condividere con lei il lento trascorrere del tempo.
Si ritrovo’ in un attimo ai piedi del letto,gli occhi ancora chiusi nell’illusione di prolungare il riposo, gli abiti sembravano entrare senza fatica, le mani conoscevano ogni mossa da compiere, ogni capo da indossare, gesti meccanici, dettati dal subconscio geneticamente predisposto all’abitudine.
Durante la notte, l'insonnia lo perseguitava, lunghe e buie ore a rigirarsi nel letto, cercando di scacciare angosce e ricordi vestiti da incubi, poi finalmente mentre il sole iniziava a fare capolino oltre l’orizzonte e la citta’, tra sbadigli di motori di automobili in coda e urla di clacson impazziti, riprendeva lentamente a vivere,lui riusciva a trovare la pace e ad addormentarsi.
Sfasato rispetto alla realta’ come se la sua stanza, vittima di uno strano sortilegio o incantesimo, fosse posizionata in un’altra zona del mondo con un fuso orario completamente differente.
Ma per lui non era un problema, per lui non esistevano luce e buio, per lui non c’erano distinzioni tra giorno e notte, per lui tutte le ore erano democraticamente uguali.
C’erano quelle che passavano piu’ velocemente e quelle che invece sembravano interminabili, quelle che lo facevano essere allegro e quelle che rendevano ancora piu’ nero il buio di fronte a lui ma alla fine tutte non erano altro che sessanta inutili minuti da far trascorrere. Percorse alcuni passi insicuri per poi sedersi sulla poltrona imbottita di velluto azzurro posta innanzi al piccolo scrittoio in legno antico.Era la sua postazione, il ciglio sull’abisso dell’incertezza da cui spiccare il volo, da cui partire per smarrirsi o ritrovarsi. Era il luogo dove ritrovava la sua pace interiore, lì si sentiva se stesso, indigeno tra quelle mura rese opache da anni di ricerca dell'oltre.
Incontro’ con i polpastrelli la liscia porcellana di una tazza e ceno’ con caffe’ freddo e malessere, un malessere che puntuale si ripresentava ogni giornata come un’ombra fastidiosa ed insistente.
Aveva provato in passato a scacciarlo quasi fosse un insetto da colpire con il dorso della mano ma alla fine si era cosi’ abituato a quel ronzio che piu’ nemmeno ci faceva caso.
Apri’ leggermente la finestra e invito’ il mondo nella sua stanza.
Un vento frizzante gli fece visita portando alle sue narici il piacevole profumo della notte.Chiuse gli occhi e si lascio’ trasportare dall’immaginazione. Tocco’ ad uno ad uno tetti rossi delle case che si estendevano fino alle colline quasi fossero tessere di un puzzle da completare,sbircio’ furtivo dentro alle finestre illuminate,assaporo’ il suo delicato profumo e scopri’ che lei era li’, come ogni sera intenta a donargli uno spettacolo per sentirsi sua.
Respiri sempre piu’ affannosi…fruscii di mani su delicati tessuti.Odore di sesso mescolato al fumo del tabacco della sua sigaretta
Attraverso la propria mente riusci’ a osservare cio’ che i suoi occhi non potevano vedere e forse anche di piu’.
Cieco dalla nascita aveva imparato ad acuire i suoi sensi, a espanderli in modo cosi’ incredibile che chi gli stava vicino a volte nutriva il dubbio che il suo grave handicap non fosse vero.

Lui vedeva in lei cose che gli altri non riuscivano a vedere come se fosse dotato di una vista interiore, di un sesto senso naturale che lo aiutasse a comprendere meglio cio’ o chi aveva di fronte.Riusciva a comprendere il suo stato d’animo da una pausa, da un sospiro, dal frusciare dei vestiti.Quella sera respirava il suo desiderio…il suo stesso desiderio e lei lo sapeva...

Il giorno successivo lei avrebbe preso il suo cuore tra le mani, si sarebbe fatta coraggio e gli avrebbe confidato quello che sentiva per lui.Avrebbe voluto ringraziarlo per tutto quello che lui, magari inconsciamente, le stava offrendo in modo gratuito.

"Riesci a leggere nella mia anima come nessuno mai.E’ come se avessi un radar dentro al tuo cervello con cui tieni sotto controllo ogni mia emozione.Penso tu sia una persona straordinaria…ritengo che tu sia unico ed e’ per questo che adoro mettermi nuda davanti a te" gli avrebbe confidato arrossendo come una liceale di fronte alla prima dichiarazione d’amore ricevuta.

"Non posso fare altro se non guardarti attraverso le parole e i silenzi.Non sono speciale…sono solo cieco" avrebbe risposto con il solito cinismo per poi rimanere con gli occhi fissi verso un non precisato punto in attesa che lei andasse via.
E cosi’ avrebbe fatto, si sarebbe allontanata nel silenzio di quello sguardo vitreo senza dire una parola, non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere nulla, in cuor suo sarebbe stata sicura che lui stava osservando la sua delusione dipinta sull’anima.Si era illusa che qualcuno la potesse guardare in quel modo, con quella profondita’ e intensita’ che sembrano bucarti l’anima .
Qualche settimana dopo ritrovo’ nella cassetta delle lettere una pergamena bianca arrotolata con un enorme fiocco azzurro.Il cuore accellero’ dall’emozione non appena i suoi occhi incrociarono una poesia scritta con un brillante inchiostro giallo.

IL SOLE

Io sono la luce...
il calore
non sono speciale
Invece voi...
voi che divorate la notte
voi che inseguite il mistero
voi che celebrate l'ambiguo
voi che vi fate sedurre dalle passioni...
tentare dai sensi
Non vi siete mai chiesti...
se io abbia un desiderio?
...
Vorrei vivere una notte...
anche una sola!

Non ho mai visto in vita mia un colore...so che il sole e' giallo ma non ho idea di cosa voglia dire...ma non per questo non sono in grado di sentire il suo tepore su di me quando mi racconta i suoi pensieri,i suoi dolori ,le sue invidie e le sue gioie e immaginare quanto possa essere bello guardarlo.

Si era sbagliata forse qualcuno era in grado di fare quello che aveva sempre desiderato...di guardarla con occhi diversi.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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