Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 14/07/2007

Il promontorio

Post n°367 pubblicato il 14 Luglio 2007 da mestesso69
 

Come e' imprevedibile la vita...quando ormai tutto sembra essere incanalato su un binario ben preciso che porta ad una determinata stazione ecco che accade il colpo di scena. Sembra quasi che qualcuno si diverta a fare lo scrittore e descriva nei minimi particolari la tua vita, la faccia dipanare in modo ordinato per poi inserire il clamoroso colpo d'effetto per spiazzare il lettore.Lo so bene io....tante volte vicino ad un traguardo...altrettante volte disilluso proprio mentre lo raggiungevo.
Quel giorno non e' stato cosi'....quel giorno la vita mi ha restituito con gli interessi quello che mi aveva tolto, quel giorno la vita mi ha donato Lei proprio quando pensavo che non ci sarebbe stato nulla da fare.L'ho inseguita per tutta la mia esistenza ma non ero mai riuscito ad afferrarla.L'ho amata dal primo momento che l'ho vista in quel giadino ma non ero mai riuscito a confessarle il sentimento che nutrivo per Lei.Avrei voluto averla al mio fianco in ogni momento mentre in realta' non l'avevo neppure mai sfiorata.
No quel giorno non e' stato cosi'...
Il mare frusta la costa con le sue ondate gonfie e violente. La radio crepita dal salotto, emanando le note distorte di una canzone conosciuta…come una fotografia dai contorni incerti è questa vita, la mia… mentre appena fuori dalla doccia una corrente fredda mi colpisce. Mi avvolgo il telo addosso, annodandolo sui fianchi, poi percorro scalzo il tragitto fino alla stanza da letto. I miei jeans stracciati e la maglietta azzurra aspettano di essere indossati sopra le coltri di coperte in cima al mio letto. L’aria fuori ha un profumo che mi inebria. Quel qualcosa tra il mio stomaco e l’ombelico fa una capriola, avvertendomi che il tempo gioca contro di me. Tuoni, pioggia, vento sferzante e mare in burrasca sono il mio afrodisiaco naturale...il mio personale habitat all’interno del quale sto divinamente bene. Il lungomare e' colpito dagli spruzzi trascinati dal vento. Il cielo e' cupo e pesante. Sembra di poterlo toccare con un dito mentre sta sulla mia testa e sorveglia la situazione. Ogni tanto ruggisce a dare segno di se, gioca a tetris con le nuvole e si accende una sigaretta con i lampi. Il mare lo rimbrotta con il suo roboare. Il rumore e' lo stesso di un microfono a due centimetri da una moca che sta portando a termine il suo lavoro. E gli amplificatori sono decisamente orientati su "Hi". Passeggio noncurante dell’acqua che mi si infiltra nelle scarpe da ginnastica. Il paesino e' deserto, i bar hanno fatto muro contro il maltempo disponendo i loro tavolini e le seggiole impilate, davanti agli ingressi. Gli alberi frustano l’aria. Mi sono sempre chiesto come mai i colori in queste giornate diventino cosi' iridescenti. Prendono vita, si intensificano, si accendono come le luminarie a Natale. Deve esserci una ragione scientifica per tutto cio'…o sono piu' matto di quanto pensavo. La rocca e' tranquillamente abbarbicata sul suo sperone di roccia, come se il mare ai suoi piedi non stesse cercando di sgretolarne le fondamenta con la sua furia. Mi arrampico su per il sentierino e raggiungo la terrazza, e da li' ancora piu' su, nel torrione. Soffro un po’ di vertigini, o meglio ho il terrore dell’altezza. E quei gradini di ferro arrugginito sospesi nel vuoto mi danno affidamento come un uomo con addosso un passamontagna all’ingresso di una banca con una calibro 12 in mano. Ma chissa' perche' ogni volta li salgo e arrivo in cima senza che mi prendano i capogiri. Il panorama e' shoccante, come ogni volta. Colpisce gli occhi come un gancio di Mohamed Ali',il cuore come un romanzo di Emily Brontee e l’anima come un discorso di Ghandi. Acqua, tutto intorno. E frattaglie di terra qua e la', sparse a punteggiare e intercalare l’azzurro, il verde, ll grigio e il bianco del mare. La costa come un petto prosperoso imbrigliato in un reggiseno troppo stretto e il mare come una mano audace che lo sfiora, lo solletica, lo lambisce.
Mi siedo sul muro a strapiombo sul mare. Sensazione di totale appagamento. Si', in effetti mi accontento di poco. La mia personale filosofia e' che si vivono troppo poco intensamente le emozioni. Se chiunque...jumper, paracadutista, arrampicatore o sportivo estremo si limitasse a starsene in questa stessa posizione sforzandosi di sentire con il cuore, l’olfatto, la mente, la pelle, lo sguardo e il resto del corpo quello che gli sta attorno, penso che dimenticherebbe presto paracaduti e corde elastiche e si darebbe dell’idiota. I miei sensi sono acuiti dalla cartolina reale che mi trovo ad osservare, la mente divaga su immagini che non dovrebbero essere evocate, cosi' la mia educatrice, vocina interiore destinata alla mortificazione della mia persona, si fa sentire con un "Riprendi subito il controllo!Non e’ da te lasciarmi svolazzare libera!". Io la ignoro, come al solito esagera, come al solito inveisce, ma gli auricolari che mi inserisco nelle orecchie fanno sentire il loro frastuono anche a distanza. Cosi' quando me li infilo, l’educatrice non può far altro che assopirsi colpita al cuore da fratello Metal e cugino Rock mentre il mio me preferito allaccia le stringhe delle scarpe dell’educatrice tra di loro e attende il suo risveglio. Il vento si fa violento, la luce cala ulteriormente. Salgo lungo le pendici del monte alle spalle del castello. Ho finito le pile del walk man (sì, lo so che mi dovrei aggiornare, con un bel lettore cd, o meglio mp3, ma adoro il suono frusciante del sottofondo delle audiocassette mal registrate) ma l’educatrice sembra non si sia ancora svegliata. Lungo le stradine che, inerpicandosi sempre piu' strette, scalano la montagna il buio e' sempre piu' fitto. Il grigio plumbeo del cielo sembra riflettersi contro le finestre delle poche case che si incontrano e poi espandersi, di rimando, fino al selciato. Mi fermo a guardarmi indietro, vedo il promontorio che si allontana, una macchina in solitaria che percorre la strada fino alla prossima galleria, poi volto di nuovo la testa e riprendo la salita. Ma un’ombra quasi certamente dettata dal salire della sera sembra rifugiarsi dietro uno stipite di un portone. La inseguo, giocando con le mie stesse paure. Infondo, in quei posti toccati da Dio c’e' la probabilita' di trovare un pericolo per strada quanta ce n’e' di incontrare un profilattico usato in un monastero. L’ombra e' fugace e silenziosa, seguirla e' difficile. Sembra a tratti smaterializzarsi davanti a me per poi ricomparire pochi metri piu' in la'. Poi svanisce...

continua...

 
 
 

Una poesia anche per te

Post n°366 pubblicato il 14 Luglio 2007 da mestesso69

Forse non sai quel che darei
Perché tu sia felice
Piangi lacrime di aria
Lacrime invisibili
Che solamente gli angeli
san portar via

Ma cambierà stagione
ci saranno nuove rose

E ci sarà
dentro te e al di là
dell’orizzonte
una piccola
poesia

Ci sarà
forse esiste già al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te

Vorrei rinascere per te
e ricominciare insieme come se
non sentissi più dolore
ma tu hai tessuto sogni di cristallo troppo coraggiosi e
fragili
per morire adesso
solo per un rimpianto

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una piccola poesia

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te

Perdona e dimenticherai
per quanto possa fare male in fondo sai
che sei ancora qui
e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve

Ci sarà
dentro e te e al di là
dell’orizzonte
una piccola poesia

Ci sarà
forse esiste già al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te
anche per te
per te

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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