Un Blog in Rosa

È risaputo: alle donne piace complicarci la vita. In materia di uomini, poi non ne parliamo. Abbiamo il più delle volte un’attrazione quasi maniacale per l’uomo inarrivabile, sicuro di sé, forte, duro. Se è anche un po’ antipatico ancora meglio: che sfizio incredibile sedurlo. L’uomo romantico, tenero, dolce, ci passa davanti e neanche ce ne accorgiamo. E se ce ne accorgiamo non è per un interesse amoroso, quanto piuttosto per un’ipotetica amicizia. Perché non c’è cosa più bella che parlare con un uomo di un altro uomo, alla ricerca di preziosi consigli. E riempiamo il nostro amico di complimenti “Eh, se lui ti assomigliasse…” quando, poi se davvero gli assomigliasse, non ci piacerebbe più. Come siamo strane. Durezza e fascino sono termini inscindibili di un binomio sempre attuale. Innanzitutto questo uomo forte ci piace conquistarlo, impresa spesso ardimentosa. Quanto più l’uomo è forte tanto è più difficile colpirlo. E più ci fa disperare, più ci prendiamo gusto. E quando riusciamo nel nostro intento ci sentiamo come lui: forti. Ci sembra di avergli staccato un pezzetto di quella scorza da duro, che diviene per noi un piccolo trofeo. E una volta conquistato, l’uomo forte ci piace ancora di più. Lui ci dà la sicurezza che spesso non abbiamo, ci offre la protezione che fino a poco tempo prima si aspettavamo da nostro padre o da nostro fratello. Stando con lui ci sentiamo quasi esonerate dal meccanismo terribile della scelta. Con noi c’è lui, ci assisterà nella scelta o sceglierà per noi se non saremo in grado di farlo da sole. A volte però capita che questo duro, diventi davvero troppo duro. Un recente rapporto del Consiglio d’Europa rivela che la prima causa di morte o di invalidità permanente per le donne europee tra i 16 e i 40 anni è la violenza domestica. Il pericolo più forte non viene dallo sconosciuto, ma dalla persona cha siede vicino a noi, che mangia sullo stesso tavolo e dorme nello stesso letto. Il 90 per cento degli abusi avvengono in casa, il luogo che dovrebbe essere rifugio, calore, ammortizzatore di tutti i colpi inferti dalla vita. Invece è sempre di più teatro di tante tragedie. Nel luogo che vorremmo al riparo da ogni conflitto si consuma una guerra mai dichiarata e condotta sul corpo femminile. Spesso dietro a queste violenze ci sono fragilità lasciate scoperte. Colui che uccide è colui che non è stato capace di tollerare un rifiuto, una sconfitta. È quello che impazzisce quando qualcosa non rientra nei suoi piani perfetti. È un duro debole. Perché il vero duro è quello che non si lascia sconvolgere. Il violento no, lui è sconvolto, vittima della sua stessa brutalità. E allora la scala che parte dalla tenerezza e arriva alla durezza ha bisogno di essere rivista. Noi tendiamo ad associare la tenerezza alla debolezza quando invece ad essere forte veramente è la persona capace di ammettere, umilmente, le proprie mancanze e le proprie debolezze.

Francesca Dominici