Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva

 

Messaggi di Aprile 2015

Un progetto per il recupero dei manoscritti in Iraq

Di seguito l'articolo

 

E’ stata avviata lo scorso 9 marzo e proseguirà per i prossimi 3 mesi la prima fase dei corsi di formazione per il restauro e la tutela del patrimonio librario iracheno nell’ambito del nostro progetto biennale “Out of the Siege” (Uscire dall’assedio), finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e parte del nostro programma decennale “Il sapere che resiste”per la tutela del patrimonio culturale iracheno.

Il progetto, attualmente in corso ad Erbil, si propone di dare una risposta tecnica alle necessità di salvaguardia del patrimonio culturale locale attraverso un corso di formazione trimestrale in tecniche di conservazione preventiva e restauro di libri e manoscritti.

Al termine del corso, gli studenti saranno in grado di proseguire l’impegno di conservazione del patrimonio librario locale e di consentirne la trasmissione alle generazioni future.

Allo stesso tempo, consentirà di dare uno sbocco inatteso ad esperti e giovani sfollati e di offrire loro una nuova possibilità professionale in un periodo così difficile per il paese.

A questa prima fase – dedicata alle tecniche di digitalizzazione grazie alla collaborazione con il Centro Digitalizzazione Manoscritti Orientali (CNMO), e organizzata all’interno di uno degli edifici che attualmente ospitano parte della popolazione sfollata dalla Piana di Ninive – sta partecipando una classe di otto studenti, composta da monaci del convento di Deve Maria (Al Qosh) e giovani sfollati, tra cui cristiani di Qaraqosh e yazidi di Bashiqa.

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La seconda parte del corso, della durata di otto settimane, sarà tenuta da esperti restauratori di libri e vedrà svolgersi lezioni teoriche e pratiche di codicologia, riconoscimento del danno, tecniche di conservazione preventiva (come pulitura a secco e manifattura di contenitori di protezione su misura, tecniche di restauro non invasivo di carte e legature).

La maggioranza della popolazione di Qaraqosh, attaccata da Daesh nell’agosto scorso, ha trovato rifugio nel Kurdistan iracheno dopo essere fuggita insieme ad altre centinaia di migliaia di persone provenienti da molte località della Piana di Ninive.

Tra gli abitanti di Qaraqosh fuggiti anche la piccola comunità del monastero domenicano, già scappata da Mosul nel 2010, con la parte più preziosa della storica collezione di libri e manoscritti locali.

Allo stesso modo anche la cittadina di Al Qosh è stata a più riprese minacciata dalla vicinissima linea del fronte con Daesh, e a settembre la popolazione è fuggita assieme ai monaci del monastero caldeo di Deve Maria, che hanno portato con loro una preziosa collezione di manoscritti.

Il progetto “Out of the Siege”, che prevede altri campi di intervento – dedicati alla creazione di spazi culturali per i giovani delle comunità di minoranza iracheni e rifugiati siriani sia in Iraq che in Libano – si inserisce nel quadro del nostro decennale impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale iracheno e del nostro lavoro con le minoranze.

Per favorire il dialogo e la conoscenza reciproca attraverso la cultura, andando oltre l’emergenza.

 
 
 

INTERCULTURA TARGATA SALERNO? NO GRAZIE

 

 

Svegliarsi al mattino con un senso di profonda amarezza che ti esplode dall'interno, sentire che qualcuno ha sporcato il tuo sogno rendendolo così basso e privato delle ali per volare, rimuginare su parole da dire per spiegare quello che senti ma con la consapevolezza che dall'altra parte non ti ascolteranno orecchie consapevoli ed in grado di andare oltre alla piccola, contingente realtà locale e personale. L'umiltà, il grande dono che l'umanità porta in sé, è patrimonio di pochi ma non se ne può prescindere se si vuole vivere non in propria funzione ma in funzione di un più alto scopo. È quello che ho sempre cercato di fare nella mia vita, da quando bambina contestavo a mia madre l'eccessivo potere su mio padre, lo sbilanciamento dei poteri in favore di lei, e non davo attenuanti neanche se qualcuno mi ricordava che lei era gravemente malata. C'è sempre qualcuno nella vita che cerca di ricattarti e non permetterti di essere critica, come se l'amore per l'altro consistesse nella cieca obbedienza o nella falsità. Ho amato molto mia madre ma non per questo mi sono privata di un dialogo franco e aperto. 

Anche ora che i miei anni sono tanti, qualcuno cerca di ricattarmi psicologicamente distruggendo consapevolmente quanto con fatica costruito durante tanti tanti anni di volontariato. Qualcuno che cerca di far divenire targato, circoscritto, locale, piccolo ciò che per definizione dovrebbe essere grande, sconfinato, senza targhe se non quella della fierezza dell'appartenenza. Tutto ciò mi rattrista enormemente ma, allo stesso tempo, mi suggerisce che il momento di togliere il mio nome da tutto ciò è arrivato perché neanche una voce si è levata in mio favore ed alla fine ci si augura che io abbozzi continuando a lavorare ma limitata da un controllo esterno bieco e senza vergogna. 

Ma essere liberi dentro significa anche che nessuno potrà mai togliermi una carica interiore ed una voglia di cambiare il mondo, nel mio piccolo, certo, ma di cambiarlo. Non posso più rappresentare qualcosa che va in direzioni opposte e contraddittorie con promesse e oleografie indegne di persone serie, salvo poi abbandonare chi si sottrae al controllo ed all'ossequio personale. Ho visto applicare ai nostri ragazzi pronti a partire per un anno all'estero, quelle stesse teorie della cattiva scuola, quella per cui ci sono ragazzi che vanno puniti e per i quali non c'è scampo. Sei andato male in matematica? Avrai il debito e per questo non partirai. Tutto questo sostenuto da responsabili di questa associazione, in difformità dai principi della stessa. Sei una testa di rapa e non varrai mai nulla. Nessun appello, nessun interrogativo. Ho trascorso anni ed anni a discutere con i docenti dei miei figli su diritti negati e su una cattiva scuola e sono arrivata a chiamare quei docenti assassini, perché con la loro inattività o peggio con la loro cattiva scuola, hanno permesso che intere generazioni di studenti non sapessero mai se avevano o no una qualche eccellenza in sé, e non posso certo far parte di una Associazione che, localmente, fa di quel modo di fare scuola un suo modello intercultura. 

Spero che i giovani che stanno entrando nel gruppo non accettino di divenire cagnolini al servizio di qualcuno ma che crescano nella formazione così da portare anche in questa sciaguratissima città, quello che è il vero modello che Intercultura propone ed attua e non la riproposizione localista utile ad aumentare il prestigio o la carriera lavorativa di qualcuno. Nella carta etica di Intercultura è scritto che nessuno può usare Intercultura per i  propri scopi ed io l'ho letta ad ogni riunione ma non ho mai visto accendersi alcuna luce nelle menti dei presenti coinvolti. Ho sentito per la prima volta, dal 2001 anno in cui ho iniziato il mio impegno in questa associazione, brutti giudizi su di noi anche scritti alla sede centrale con accuse di scarsa professionalità, con rientri anticipati, mancate partenze, famiglie che si sono allontanate dopo l'esperienza. Persino discutibili insegnanti di scuole 'amiche' hanno avuto modo di criticarci e soprattutto  di criticare me.   Insegnanti le cui ore di lezione si contano sulle dita o che hanno altri scopi personali per sfruttare i nostri ragazzi stranieri ospiti e che vedono in me un ostacolo. Ogni cosa è riduttiva e non conviene andare nel dettaglio. Quello che resta è l'amaro in bocca. Resterò ai bordi, per la prima volta dal 2001 non avrò cariche, non parlerò in nome dell'associazione almeno in ambito locale, non darò più il mio impegno lavorativo. Mi riserverò il diritto di partecipare ad attività nazionali se lo desidero e potrei anche candidarmi al CdA, se non ci sarà nessuno a fermarmi o se qualcuno lo vorrà. Perché io credo all'idea e continuerò a sostenerla ma in quello che essa realmente è. Per questo qui sotto potrete vedere ed ascoltare il mio intervento sulla storia e sui valori che Intercultura porta in sé che saranno quelli che continuerò a sostenere anche con il mio impegno politico, con la contaminazione di altre Associazioni, con l'appoggio a chi lavora per la cultura e per la fine delle discriminazioni e degli abusi, sia verso gli uomini che contro la natura.

 

                                       

 

 

 

 
 
 

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