Creato da bustofresco il 17/03/2007
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TRIPLETE!

Post n°482 pubblicato il 25 Maggio 2010 da bustofresco
 
Tag: Inter

"Nascerà qui al ristorante "L'Orologio", ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento.
Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle.
Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo."

Milano, 9 marzo 1908.

 
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La coscienza degli animali.

Post n°480 pubblicato il 14 Maggio 2010 da bustofresco
 

 

Il rispetto per la Vita è una delle grandi conquiste dell’uomo, è un segno di civiltà.
E la Vita non è solo la “nostra” Vita, ma anche quella di tutto ciò che ci circonda.

Chi rispetta la Vita deve rispettarne ogni forma.

Chi è crudele con gli animali lo è anche con gli esseri umani. Gli animali hanno un elevato livello di consapevolezza, coscienza, sensibilità e molti di loro hanno la capacità di sviluppare sentimenti.

Il primo diritto degli animali è il diritto alla vita. Infliggere loro sofferenze per crudeltà, o peggio per divertimento, è un atto di violenza e un segno di arretratezza morale che non fa parte del mondo civile.

Per questo è necessario porre un freno al massacro degli animali nella stagione venatoria, fino alla totale abolizione della caccia. Non è degno di un Paese civile uccidere per sport, spesso con metodi crudeli, esseri viventi ignari e indifesi.

Per questo va eliminata la inumana detenzione di animali nei circhi e negli zoo.
Per questo va drasticamente vietata l’importazione di animali esotici da altri Paesi e continenti.

Per questo va regolamentato il barbaro trasporto di animali da macello in condizioni vergognose, senza cibo e acqua per giorni, ammassati in spazi invivibili. Anche agli animali presenti negli allevamenti occorre garantire un ambiente sano e che consenta libertà di movimento.

Per questo deve essere sempre vietato il feroce sgozzamento degli animali da macello senza stordimento e la conseguente agonia per dissanguamento.

Per questo va vietata e penalizzata la vivisezione, che è priva di reale validità scientifica.

Va inoltre punito l’abbandono degli animali domestici e la loro detenzione in condizioni degradanti e va promossa un’azione di sensibilizzazione contro l’uccisione di animali per ricavarne capi di abbigliamento, come le pellicce.

Gli animali nascono uguali davanti alla Vita e per questo hanno il diritto di essere rispettati. Rispettando gli animali, rispettiamo noi stessi, la natura di cui facciamo parte e, soprattutto, rispettiamo il valore della Vita.

http://www.lacoscienzadeglianimali.it

 

 
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The beginning.

Post n°479 pubblicato il 07 Maggio 2010 da bustofresco
 

 

Per la prima volta, ghiaccio d'acqua e «mattoni della vita», come composti organici, sono stati scoperti sulla superficie di un asteroide.
La scoperta, pubblicata su Nature, rafforza l'ipotesi che gli asteroidi potrebbero aver portato acqua e materiali organici, mattoncini della vita, sulla Terra, così come la teoria che potrebbero essere stati gli asteroidi a dare «il calcio d'inizio» alla vita sul nostro pianeta.

A rivelare la presenza di acqua e molecole organiche sull'asteroide 24 Themis, uno dei più grandi che si trovano nella fascia compresa fra Marte e Giove, sono arrivati in modo indipendente due gruppi ricerca americani, coordinati da Andrew Rivkin della università Johns Hopkins e da Humberto Campins della università della Florida Centrale.

Sebbene minerali idrati - prodotti cioè dalla interazione di acqua con la roccia - siano stati già identificati sulla superficie di asteroidi, è la prima volta che su un asteroide si ha un'evidenza diretta della presenza di acqua, anche se allo stato ghiacciato.
Il risultato è stato ottenuto grazie alle osservazioni condotte con gli strumenti a infrarossi del telescopio della Nasa sul picco Mauna Kea, nelle Hawaii: questi hanno individuato una pellicola di ghiaccio che avvolge tutto l'asteroide, miscelata con lunghe e complesse catene di materiale carbonaceo.

Intrappolate nei meteoriti, queste molecole «potrebbero essere cadute sulla Terra, dando un calcio d'inizio allo sviluppo della vita», ha osservato uno degli autori, Joshua Emery dell’università Johns Hopkins.

Da "Libero-news.it" del 28/4/2010.


p.s.   ....quindi niente balle di creazione soprannaturale e/o divina?!?  B. ;)

 
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...troppo facile...

Post n°478 pubblicato il 01 Maggio 2010 da bustofresco
 
Tag: B.

 

....era troppo bello per esser vero....

.....eravamo finalmente arrivati ad un bivio per dare una bella raddrizzata alla nostra amata Italia, si parlava finalmente di riforme in concerto con l'opposizione, di diminuzione delle tasse, di riforma della giustizia, di federalismo fiscale, di abbassamento della spesa pubblica, di innovare la Costituzione, di snellire la burocrazia (e tanto è già stato fatto), e invece......

....e invece tutto bloccato un'altra volta, ancora impantanati in sterili polemiche infruttuose da parte di chi, occupando un posto di potere non certo grazie al suo acume politico ma ringraziando unicamente colui verso il quale ora si scaglia ferocemente, cerca non si sà che cosa forte del sostegno di pulcinella, tentando incomprensibilmente di scardinare una maggioranza di governo ampiamente e ripetutamente votata dagli Italiani, lui ed i suoi "colonnelli" colpevoli dinnanzi a tutto il Paese di insubordinazione e alto tradimento e colpevoli dinnanzi alla Storia di aver fermato la modernizzazione dell'Italia tutta, e intanto noi....    

....noi piccoli imprenditori, noi che abbiamo votato in massa PDL, noi che abbiamo visto una flebile lucina in fondo al tunnel.....noi ristoratori che versiamo annualmente gli 8/10 degli introiti faticosamente incassati allo Stato tra contributi, iva, inail, tasse, acconti,....e con quello che ci resta ci paghiamo dipendenti, commercialista, i corsi e le beghe delle varie leggi haccp e sicurezza, affitto, bollette, attrezzature, suolo pubblico, insegne....e con le briciole rimaste tiriamo a campa' con famiglie, figli, affitto di casa, automobile, spesa al supermercato, tentativi di ferie dignitose....di noi, cari finti politici secessionisti, non ve ne frega una mazza?

....non so voi....ma io sono incazzato nero!!!

B.

 
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Global warming, calvizie e omosessuali......

Post n°477 pubblicato il 28 Aprile 2010 da bustofresco
 

 

Il presidente boliviano Evo Morales è intervenuto alla prima conferenza mondiale dei Popoli sui Cambiamenti Climatici e la Madre Terra di Cochabamba spiegando che "o muore il capitalismo o muore la Madre Terra".
Viva gli alimenti naturali, ha detto Morales, abbasso gli ogm.

E su questo tema ha toccato vette sublimi: "La calvizie, che in Europa sembra normale, è una malattia causata da quello che mangiano, mentre le popolazioni indigene come noi non lo sono, perché mangiamo altre cose. I polli che mangiamo noi sono pieni di ormoni femminili, per questo quando gli uomini li mangiano soffrono di deviazioni nel loro essere uomini".

Con un avversario così, il global warming ha di che preoccuparsi.


Articolo di P.Vietti su "Il Foglio.it" del 22/4/2010.

 
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RU-486

Post n°476 pubblicato il 21 Aprile 2010 da bustofresco
 

 

Il sottosegretario Alfredo Mantovano è preparatissimo, quando parla di giustizia poi è imbattibile.
Per questo c'è da rimanere basiti a leggere l'intervista che ha rilasciato su Libero di domenica: invoca una presa di posizione del Pdl sulla pillola Ru486 «perché è evidente l'orientamento prevalente del nostro elettorato».
Ha ragione, il problema è che è un orientamento contrario di quel che pensa lui: proprio nell'articolo adiacente, sempre su Libero di domenica, si citano tre sondaggi secondo i quali gli italiani sono stra-favorevoli alla pillola e persino in Veneto bocciano la linea di Luca Zaia. Ma per saperlo non c'era bisogno di quei sondaggi: da tempo ce n'erano a disposizione molti altri.

Testamento biologico, Legge 194, coppie di fatto, divorzio breve, laicità dello Stato: su questi temi non è la sinistra a pensarla in maniera difforme da Mantovano e altri: è-la-maggioranza-degli-italiani, e attenzione, lo è anche la maggioranza degli italiani di centrodestra. Mantovano vuole vedere i sondaggi? Ne è al corrente? Soprattutto: ne è al corrente il governo? Mantovano parla di «eliminare un po' di equivoci» ma ignora che sta parlando di sè. Mantovano dice che «contro la Ru486 esistono argomenti più che sufficienti» ma ignora che tutto l'Occidente ha risolto il problema da vent'anni e che l'aborto chirurgico è molto più pericoloso di quello chimico.
Mantovano ignora l’opinione dell’elettorato Pdl, e questo non pare bello.

Articolo di Filippo Facci su "Libero-news.it" del 7/4/2010.

 
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utopia

Post n°474 pubblicato il 07 Aprile 2010 da bustofresco
 

 

Una mappa del mondo che non comprende il paese dell'Utopia è indegna finanche di uno sguardo, perchè ignora il solo paese al quale l'Umanità approda continuamente.
E quando l'Umanità vi getta le ancore, sta in vedetta, e scorgendo un paese migliore di nuovo vi fa vela.
Il progresso non è altro che l'avverarsi delle utopie.

Oscar Wilde

 
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.....grrrrrrr.....

Post n°473 pubblicato il 03 Aprile 2010 da bustofresco
 
Tag: B.

 

...al bar, tutti a dire auguri di quà, auguri di là.....ma auguri de che?!?....il mio compleanno è il 10 luglio!.....

.....eppoi sono ateo!!.....ma proprio ateo ateo ateo di quelli convinti che l'argomento se lo sono studiato per bene e sanno cosa dicono e quando dirlo....

.....quindi non mi augurare niente.....semmai augurami di arrivare a casa in tempo utile per vedere almeno il secondo tempo della partita che guarda caso proprio a causa della tua festa del ca##o comincia di sabato alle tre e io a quell'ora ovviamente sono ancora al lavoro......

.....si perchè devo affrontare le centinaia di persone che sono in giro per questa festa......a far chè non si sà ma bisogna farlo senno' poi cosa gli racconto ai colleghi dell'ufficio.....con quelle ca##o di enormi caffettiere con le ruote manco dovessero spostarsi tra le dune del Sahara.....che non conoscono le strade e non guardano mai le chiarissime indicazioni dei cartelli stradali neanche a casa loro figurati in vacanza e metti la freccia a destra e poi gira a sinistra ma ho sbagliato strada allora freno poi accellero poi giro poi freno poi rispondo alle invettive della moglie poi suona il telefono aspetta che rispondo e intanto decellero un pochino tipo 30 all'ora per due chilometri poi per non farmi mancare nulla una bella inversione a U nel bel mezzo di un incrocio ma non riesco a girare che ho la macchina enorme che ci entra un elefante in piedi aspetta che faccio sette manovre intanto blocco tutto il traffico per dieci minuti ma che vuoi, in fondo è pasqua.....
B.  
 

 
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Il colpaccio....

Post n°472 pubblicato il 30 Marzo 2010 da bustofresco
 

 

Volevano impagliare il Caimano.
E il Caimano ancora una volta se li è mangiati tutti.

Sono sedici anni che Silvio Berlusconi detta i tempi della politica e il suo metronomo in campagna elettorale si dimostra ancora quello più preciso. Quando annusa l’aria della trincea, quando tutti pensano di averlo messo con le spalle al muro, quando la sinistra comincia a preparare il funerale e Repubblica a intonare il De profundis, il Cavaliere gira la chiave, fa rombare il motore e arrivederci a tutti.
Il centrosinistra ancora una volta ha dovuto mangiare la polvere del battistrada e le briciole d’asfalto proiettate in aria dalla fuoriserie guidata da Silvio che mette a segno un colpaccio da antologia.
Il senso politico della giornata è limpido: l’Italia è un Paese moderato, non si fida della sinistra e preferisce la guida a destra.

(..) La magistratura militante non rinuncerà ai suoi assalti contro il Cavaliere.
Ma proprio per questo non si può rinunciare a governare e soprattutto ad aprire una volta per tutte la stagione delle riforme. Berlusconi deve cogliere al volo questo risultato elettorale per lanciare la Grande Riforma.

Deve scuotere l’albero del Pd e convincere i democratici a sedersi al tavolo. Se l’opposizione non vuole contribuire, farà esattamente quel che si fa quando si ha la maggioranza del Paese e responsabilità del governo: si decide da soli e si va davanti al Paese a chiedere il consenso.

Per fare tutto questo ora c’è tempo: le prossime elezioni saranno fra tre anni.
E per Silvio ora la strada è spianata.


Estratto dall'editoriale di Mario Sechi da "Il Tempo.it" del 30/3/2010.

 
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L’ultima insidia nell’urna č il voto inutile.....

Post n°471 pubblicato il 27 Marzo 2010 da bustofresco
 

 

Ci sono le elezioni da vincere, ma poi, subito dopo, ci sono le regioni da governare.

E qui per Bersani e soci le cose si complicano ancora di più.
Nella maggior parte dei casi, le coalizioni che sostengono i candidati governatori della sinistra sono alleanze elettorali che non trovano fondamenta nella politica. Esattamente quello che è successo all'Unione di Prodi il cui collante si è disciolto pochi mesi dopo la seconda presa di Palazzo Chigi.

Prendiamo il Lazio. La candidata Emma Bonino, come noto, è del Partito radicale, che nella sua anima libertaria e antiproibizionista è assolutamente in linea di continuità con il governatore uscente Marrazzo e i suoi vizietti. Ma ciò pone però un ipotetico governo Bonino da subito in rotta di collisione con la componente cattolica del Pd, senza contare che l'altra faccia radicale, quella liberale e liberista, è nei fatti incompatibile con le ali radicali (Di Pietro in primis) del variegato schieramento.

Non diverso il pasticcio che potrebbe profilarsi in Piemonte in caso di vittoria di Mercedes Bresso, le cui possibilità di vittoria sono legate all'alleanza con Casini. Qui l'Udc ha compiuto il suo capolavoro di coerenza, mandando i cattolici a votare un governatore dichiaratamente e convintamente pro aborto, pro fine vita, favorevole alla sperimentazione della pillola del giorno dopo e alle unioni gay. Quanto può durare un simile governo se, una volta spartite poltrone e qualche appalto tra amici, un assessore o un consigliere Udc del Piemonte avesse un sussulto di coscienza non rimediabile in confessionale con tre Ave Maria?

Altro esempio, la Puglia. Massimo D'Alema, padrone del Pd regionale (decimato da scandali a luci rosse e tangenti) ha molte doti. Una su tutte. Vendicarsi a freddo su chi gli sbarra la strada. Basta ricordare cosa successe al povero Prodi durante il suo primo governo (D'Alema lo spedì a casa e si insediò al suo posto). Vendola, che ha osato sfidarlo sulla ricandidatura e lo ha umiliato alle primarie, insedierebbe di fatto un governo a tempo, quello necessario al pd dalemiano a farlo cadere con qualche trappolone.

In tutti e tre i casi non solo il Pdl può ancora farcela (i sondaggi delle ultime ore danno la sfida molto aperta), ma c'è un motivo in più per augurarselo. E cioè evitare che i conflitti interni a una sinistra eventualmente vincente portino alla paralisi del territorio, con ricadute gravi su imprese e famiglie. Il centrodestra, esaminando i risultati delle ultime consultazioni (politiche ed europee), ha i numeri dalla sua, ma a due condizioni. La prima è superare la tentazione del non voto che ancora oggi resta alta. La seconda è quella di evitare il voto inutile, quello a liste che non hanno alcuna possibilità di farcela a insediare il loro governatore. Problema questo decisivo in Puglia, dove una candidata di origine centrodestra, l'ex aennina Poli Bortone, si candida con una sua lista sostenuta da Casini per ripicca al fatto di non essere stata scelta come numero uno del Pdl che gli ha preferito Rocco Palese.

Nonostante i Santoro e le procure spione non c'è sintomo che il Popolo della libertà abbia voltato le spalle ai suoi leader e sia passato alla concorrenza. Anzi, la radicalizzazione dello scontro pare compattare le fila, come già accaduto negli ultimo sedici anni.

Basta solo dimostrarlo domenica e lunedì nel segreto dell'urna.


Articolo di Alessandro Sallusti da "il Giornale.it" del 25/3/2010.

 
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Ma quanto č diverso il palco di destra.......

Post n°470 pubblicato il 21 Marzo 2010 da bustofresco
 

 

Magari quando scende in piazza il popolo della destra non è così disciplinato. Non sa «far massa», tende a sfilacciarsi ignorando le regole del perfetto manifestante di scuola comunista, che ha il suo passo standard, il suo spazio vitale codificato da lunga esperienza marciaiola.
Però, giunto alla meta, in quanto a oceanicità il popolo della destra non sfigura e anzi glie le dà, a quello della sinistra. Che si distingue, poi, per l'uniformità antropologica: molte barbe da intellettuale, molte sottanone da girotondine, non poche innocenti creature a cavacecio, come si dice a Roma, dei babbi o marsupiate in grembo a mammà, mute di cani (di razza) col foulard etnico al posto del collare, molte Tod's, molte cosucce di Prada o Krizia e una infinità di cachemire.
Ieri, in piazza San Giovanni, l'unico cachemire era quello che il ministro Ronchi s'era gettato alla sanfason sulle spalle (Ronchi è bravo e simpatico, ma dia retta: se teme il colpo di freddo, meglio che indossi la classica e benemerita maglietta di lana).

Al popolo della destra non piace la divisa né il sembiante unificato. Il popolo della destra non si maschera: per usare un termine molto popolare, non se la tira. Abbiamo visto facce da commerciante e da casalinga, da impiegato e da artigiano, da professionista e da artista, da maestra e da precario, da partita Iva e da salariato. E nessuna assomigliava alla faccia collegiale del marciatore e della marciatora di sinistra: quella sussiegosa di chi si sente antropologicamente diverso, quella supponente di chi dice d'aver letto tutto Pavese e tutto Camilleri.

Non è solo la platea a distinguere la manifestazione popolare della destra da quella della sinistra. C'è il palco. Anche nella kermesse piazzaiola più informale il palco di sinistra sente tuttora il contagio - il sangue non è acqua - della tribuna della nomenclatura comunista in Piazza Rossa, ai bei tempi delle mastodontiche e bellicose sfilate del primo maggio.

Vi regna quell'atmosfera tetra, plumbea che nemmeno la cadenza romagnola di Per Luigi Bersani (non parliamo del mollaccismo di Veltroni o dei pedagogici «come dire» di D'Alema) riesce a ravvivare. Se poi ci si riferisce all'apparenza, un disastro. Chi più chi meno, i mammasantissima della sinistra pare abbiano seri problemi di digestione - almeno questo si legge sui loro volti -, sembrano tutti affetti da gastriti e ulcere duodenali che nemmeno bidoni di Maalox riescono a lenire. Piegati dal greve fardello di far sorgere - una buona volta - il sol dell'avvenir i presenti sui palchi della sinistra trasmettono pessimismo, sconforto. Annunciano, non foss'altro che con il loro corruccio democratico, stagioni di sudore, lacrime e sangue.

Al contrario, ieri il palco di San Giovanni, il palco del Popolo della Libertà, era incredibilmente bello e gioioso. A parte Maurizio Gasparri che neanche avesse perduto tra la folla il cellulare inalberava un'aria imbronciata da far paura, non s'era mai visto un parterre così fresco, gioioso, positivo e vitale.

Glamour, si potrebbe dire, per la presenza di ministri e ministre di piacevole e simpatico vedere (perfino Tremonti, che pure gode fama di non esserlo, su quel palco risultava amabile). Sentire uno stonatissimo Ignazio La Russa intonare (e insistere, poi, nel cantarlo tutto) l'inno nazionale, non ha certo destato stupore.
Ma vedere una sorridente Letizia Moratti, generalmente molto riservata e schiva, dare il tempo agli sbandieramenti tricolori, be’, è stata una sorpresa. Renata Polverini, poi, deve aver fatto suo l'elettorato giovanile mostrando di conoscere una per una le parole di ogni canzone diffusa dagli altoparlanti. Meglio d'un comizio, a conti fatti.

Un gran palco, insomma, giusto premio per il popolo della destra che non ha voluto mancare all'appuntamento. Un palco che s'è infiammato con l'arrivo di un Berlusconi in grande spolvero, poco battutista e molto concreto e arrembante, che poi è il Berlusconi che il Popolo della Libertà di destra ama e quello della sinistra teme di più.
In piazza la destra ci va poco, ma quando ci si va è festa grande.


Articolo di Paolo Granzotto da "il Giornale.it" del 21/3/2010.

 
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Noi a casa, loro anche.....

Post n°469 pubblicato il 13 Marzo 2010 da bustofresco
 

 

Potrebbero manifestare insieme, visto che destra e sinistra straparlano ormai lo stesso idioma: dicono entrambe che la democrazia è a rischio, che c'è un golpe strisciante (è da quarant'anni che striscia: si alzasse) e dicono entrambe che l'avversario controlla i media, che l'avversario vuole un nuovo totalitarismo, entrambe si appellano ai ricorsi e alla magistratura - in questa fase, almeno - ed entrambe si fanno prendere serenamente per il culo dai radicali, entrambe dicono che il Capo dello Stato non si discute - dopo aver cercato di strattonarlo in tutti i modi - ed entrambe sono corresponsabili di quella spettacolare idiozia che è l'abolizione dei talkshow per un mese: ma sì, potrebbero ritrovarsi in piazza tutti assieme per manifestare e poi massacrarsi direttamente di botte, che le parole ormai stanno a zero.

Non è solo battutismo puerile: lo stravolgimento del linguaggio è alla sua fase terminale,  chiunque può dire tutto senza che nessuno alzi ciglio, tutti possono offendere tutti perché tanto nessuno si offende più. Fascista, comunista, golpista, razzista, piduista, pedofilo, mafioso, servo: ormai è un brusio, voci e lemmi svolazzano insignificanti, intercambiabili, svuotati di ogni peso culturale e storico, un parolaio senza chiaroscuri. Il pubblico, a casa, è senza talkshow, ma in questi giorni almeno ci sono le partite.
Che cosa voterà, lo ha già deciso il suo portafoglio.

Articolo di Filippo Facci, "Libero-news.it", 11/3/2010.

 
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tempo

Post n°468 pubblicato il 07 Marzo 2010 da bustofresco
 

 

....capii allora che la fotografia non era l'arte dell'annullamento del tempo, come avevo fino ad allora creduto, ma al contrario era un'arte indissolubilmente legata allo scorrere del tempo, perchè poteva sussistere unicamente prelevando dallo scorrere del tempo un'immagine e facendola precipitare in un altro, piu' tremendo scorrere temporale: la carta della stampa fotografica prendeva su di sè, vale a dire sul proprio passo di invecchiamento, l'immagine di cose e persone che non avrebbero mai subito quel tipo di invecchiamento, non essendo carta morta, ma cosa viva.

Il vero sotterfugio per annullare il tempo era il filmato. Quello si che riproduceva processi temporali come se fossero enucleati dal tempo globale.

L'antidoto contro il tempo è la ripetizione, non l'istantanea. Ero io che avevo confuso tutto, e tornavo a non capirci piu' niente....


Tratto dal romanzo di Dario Voltolini "Primaverile" (Feltrinelli-2001)

 
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Il livello dei mari si innalza. Anzi no....

Post n°467 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da bustofresco
 

La raccontava il "Guardian" di ieri, ed è solo l'ultima gaffe della scienza climatica, e come le altre (tra tutte la previsione sballata sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya fatta in base a un documento del Wwf) smonta un altro pezzo del castello che negli anni l'Onu, Al Gore e gli scienziati dell'Ipcc hanno costruito sostendendo che senza ombra di dubbio il pianeta si stesse riscaldando per colpa dell'uomo.
Chi osava contraddire era bollato come "negazionista", diventava un parìa della scienza del clima. Il riscaldamento globale causato dell'uomo porterebbe con sé un corollario di disastri più o meno catastrofici, sbandierati dai media come prossimi. Tra questi, l'aumento fino a 82 cm del livello complessivo degli oceani del mondo.
Così scriveva il report del 2007 dell'Ipcc (quello che parla anche dell'Himalaya), e così confermava uno studio apparso su Nature Geoscience (rivista tra le migliori del settore) a firma di Mark Siddall, dell'Univerità di Bristol.

Appena scoppiate le polemiche sugli studi approssimativi dell'Ipcc, Siddall ha ritrattato il suo studio dicendo di avere compiuto almeno un paio di errori. Ecco perché "non possiamo trarre alcuna conclusione certa sul livello del mare alla fine del secolo", ha detto Siddall.


Articolo da "Il Foglio" del 22/2/2010.

 

 
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.....

Post n°466 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da bustofresco
 
Tag: B.

 

Non siamo tutti uguali. Il mondo è costituito da popoli con lingue, culture, religioni, modi di vestire ed anche abitudini alimentari completamente diverse tra loro.

Ed il primo errore in assoluto che si compie quando ci si confronta con altre etnie è il voler imporre l'eguaglianza, sognare l'omologazione globale, voler vedere il mondo ad una dimensione.....

Questa politica economica delle multinazionali, che crea una netta disparità di benessere tra i vari Paesi e incentiva senza sosta l'immigrazione forzata, questo strapotere delle banche (tutte private!!) che strozza quotidianamente i cittadini impedendo loro una sana crescita e una prosperità economica, queste religioni settarie e violente che non agevolano di certo la fratellanza tra i popoli, sono tutti fattori che tendono ad isolare la persona e a spingerla al rifiuto della "globalità sociale", del mutuo soccorso, della solidarietà, e la fà divenire crudele e disumana verso i suoi stessi simili......
B. 

 

 

 

 
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Cuscini di vento.....

Post n°465 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da bustofresco
 

 

 

Un cuscino di vento.

La trapunta mi avvolge come una nuvola
attenuando i suoni
sonnecchiando mentre sono steso col mio amore al mio fianco
e lei respira piano, e la candela si spegne...

Quando la notte scende tu chiudi a chiave la porta
il libro cade sul pavimento
mentre cala l'oscurità e i flutti si agitano
le stagioni cambiano, il vento è tiepido...

Ora si sveglia il gufo, ora si addormenta il cigno
scorgi un sogno, il sogno è già fuggito
prati verdi, una pioggia gelata
cade in un'alba dorata...

Ed in profondità sotto terra il mattino risuona
e sprofondo
sonnecchiando mentre sono steso col mio amore al mio fianco
e lei respira piano
ed io mi innalzo come un uccello
nella nebbia mentre i primi raggi toccano il cielo
ed i venti della notte si spengono...


Pink Floyd
A pillow of winds (Wright, Gilmour) - by "Meddle" (1971).

 

 
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I ghiacciai non si sciolgono....

Post n°464 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da bustofresco
 

La cronaca e la storia danno ragione alla mente perspicace che suggerì di interpretare come «Organizzazione non utile» l’acronimo Onu.
La quale però, troppo spesso, si rivela più dannosa che inutile. Ad esempio, quando, in contrasto con ogni evidenza scientifica, vorrebbe governare la scienza del clima attraverso un comitato specificamente istituito con lo scopo di raccontar balle: l’Ipcc. Dopo il recente Climategate, prendersela con l’Ipcc, oggi, è un po’ come sparare sulla Crocerossa.

Per chi ne fosse all’oscuro, il Climategate è lo scandalo - esploso lo scorso dicembre ma perfettamente noto nella cerchia ristretta della comunità scientifica - che ha fatto emergere come quelli dell’Ipcc truccassero i dati in modo da far credere a un’emergenza senza la quale chiuderebbe i battenti. Un imbroglio talmente ben congegnato da ingannare perfino quelli del comitato per il premio Nobel. Ma, come sempre, alla fine emerge la verità.
L’ultima in ordine di tempo è che non sarebbe più vero che i ghiacci si stanno sciogliendo in modo anomalo. Ad essere precisi, non è stato mai vero: noi lo scriviamo da 10 anni su queste pagine perché questo è quanto risulta dai dati della scienza accreditata, quella che l’Ipcc ha cercato per anni di nascondere.

L’Ipcc, dicevo, non è nuovo ad imbrogli del genere.
Già nel comunicato-stampa sul suo Primo Rapporto (1990) vi si poteva leggere, in una pagina, che «gli aumenti antropogenici di CO2 in atmosfera sono responsabili per oltre la metà dell’effetto serra in atto», e in un’altra che «il riscaldamento globale del XX secolo potrebbe essere dovuto, in gran parte, alla variabilità naturale». L’apparente contraddizione nasceva dalla circostanza che la seconda frase era coerente col rapporto degli scienziati, ove, invece, della prima frase non v’era traccia. Il fatto è che solo questa fu recepita e ripetuta all’infinito, da tutti, negli anni successivi.

Nel comunicato-stampa al suo Secondo Rapporto (1996) la frase-chiave fu: «l’evidenza complessiva suggerisce una ben discernibile influenza umana sul clima». Anche stavolta di questa frase non v’era ombra nel rapporto scientifico, che anzi diceva esattamente l’opposto, tanto da indurre molti scienziati a protestare. Uno fra tutti, Frederick Seitz che, membro dell’Ipcc e già presidente sia della Società americana di fisica sia della Accademia nazionale delle scienze americana, scrisse un articolo pubblicato sul Wall Street Journal per denunciare l’alterazione delle informazioni veicolate. (...)

Le tesi che l’Ipcc diffondeva soffrivano di una grave lacuna: il pianeta era stato caldo come e più di ora durante un paio di secoli intorno all’anno 1000 d.C., aveva anche dovuto sopportare un paio di secoli di piccola era glaciale tra Seicento e Settecento e, infine, si era rinfrescato per i 35 anni dal 1940 al 1975 in pieno boom di emissioni.
In aiuto all’Ipcc venne Michael Mann, uno studentello inesperto che era riuscito a pubblicare un articolo ove, con un semplice tratto di penna, aveva fatto giustizia del periodo caldo medievale, della piccola era glaciale e del raffreddamento degli anni 1940-75: secondo Mann, le temperature del pianeta erano rimaste costanti negli ultimi 1000 anni per poi crescere esponenzialmente dopo il 1850. La curva di Mann, nota come curva «a mazza da hockey», fu fatta propria dall’Ipcc, che nel suo Terzo Rapporto (2001) l’accompagnò con la frase-mantra: «nuove solide evidenze dimostrano che il secolo XX è stato il più caldo degli ultimi 1000 anni». Nel 2003 si dimostrò in modo inequivocabile che Mann aveva usato dati sbagliati, in un programma di calcolo sbagliato, di un’analisi statistica sbagliata. Ma fu troppo tardi perché il Rapporto 2001 dell’Ipcc indusse l’approvazione di quel disastro economico-ambientale che si chiama protocollo di Kyoto.

Un’altra figuraccia l’Ipcc l’ha fatta col suo ultimo rapporto (2007) ove dichiara: «Il riscaldamento globale dal 1975 in poi è molto probabilmente di causa principalmente antropica». Insomma, nel suo ultimo rapporto, l’Ipcc circoscrive la responsabilità umana ai soli anni successivi al 1975, con ciò ammettendo di aver sbagliato per i 20 anni precedenti quando attribuiva all’industrializzazione il riscaldamento successivo al 1850. Giova sapere che è da 10 anni che il pianeta ha smesso di scaldarsi: quelli dell’Ipcc hanno cercato di nasconderlo (Climategate) ma, come detto, non si possono ingannare tutti per sempre.

 

Articolo di Franco Battaglia da "Il Giornale" del 22/1/2010. 

 
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coraggio

Post n°463 pubblicato il 20 Gennaio 2010 da bustofresco
 

 

...il coraggio e' una pistola con dentro un proiettile solo, la volonta' e' la fabbrica dei proiettili, l'eroe e' quel grassone in cima all'albero della cuccagna che ride dissennato e getta prosciutti e caramelle dabbasso, e, mentre la folla urla e strepita, il Volenteroso sorride: e' suo l'albero, i prosciutti, l'eroe e la folla, e ogni capanna del villaggio...

 

Tratto dal romanzo di Rocco Fortunato " I reni di Mick Jagger" (Fazi Editore, 1999)

 
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L'inferno fiscale.

Post n°462 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da bustofresco
 

 

L’inferno fiscale ha inizio di buon ora. E non ci dà tregua per tutto il giorno.

Basta inaugurare la giornata accendendo la radio, o se proprio si è fanatici, sintonizzando un canale tv. Scatta il primo prelievo fiscale: quello che vediamo o sentiamo non è gratis. Lo stiamo pagando, più o meno consapevolmente, con le nostre tasse. Lo stato vorace, voracissimo, pretende per il servizio 1,6 miliardi di euro. Che incassa, grazie a quella tariffa obbligatoria che risponde al nome di Canone Rai: pensato per coprire le spese di una televisione definita pubblica e che nel 2008 è costata un miliardino in più di quanto incassato con il canone. Persino le tv private, molto più modestamente, chiedono quattrini: tra le altre usufruiscono di sovvenzioni in forma di sconti sulla luce elettrica, che paghiamo con le nostre tasse (Palazzo Chigi deve all’Enel da tempo 50 milioni).

Non va meglio quando passiamo in cucina e iniziamo a sfogliare un quotidiano: se è un organo politico è inutile approfondire. Se dovesse invece essere un foglio tradizionale e arrivare per posta: beh, allora rientrerebbe in quei circa 600 milioni di euro l’anno che lo Stato, dunque i nostri conticini fiscali, gira alle Poste per servizi di interesse generale tra cui quello, appunto, delle spedizioni agevolate.

Giunti finalmente in cucina per la colazione, per carità non pensate mica che l’acqua che utilizzate per farvi il caffè sia gratis. Sì, certo, pagate la bolletta al gestore locale. Ma pensate forse che basti? E chi copre i buchi di acquedotti dispersi per l’Italia, e il rosso di bilancio delle società municipalizzate? Babbo Natale? Macché, le nostre Irpef (oggi si dovrebbero chiamare Ire).

La prima sigaretta della mattina, e quelle che seguono, fruttano alle casse dello Stato ogni anno più di 10 miliardi di euro. Poco meno delle schedine del Totocalcio che avete in tasca, o della ricevuta del Lotto. Ma qua siamo nel campo dei godimenti.

Se siete stati così furbi da esservi fatti installare un pannello solare per la doccia, allora le cose cambiano: da contribuenti diventate, in minima parte, parassiti. A spese di coloro che non hanno il pannello avete rosicchiato qualche imposta della collettività a vostro favore.
In 10 anni sarete in grado di ripagarvi il costo del pannello e per i restanti anni di vita del pannello (10, forse) la vostra elettricità sarà gratis: sono i contribuenti a finanziare questo vostro lusso ecologico.
Cerchiamo di essere più chiari. Lo Stato spende 600 milioni di euro per incentivare il fotovoltaico, che altrimenti sarebbe totalmente diseconomico anche se eco-chic. I 600 milioni li recupera da una tariffa più o meno nascosta che è presente in tutte le bollette dell’energia elettrica.
Ergo, chi ha un pannello se lo fa pagare da chi non lo ha. Ma il gioco non è a somma zero. In mezzo i produttori di celle fotovoltaiche: cioè spagnoli, tedeschi e cinesi. Dunque il nostro lusso ecologico lo paghiamo con le bollette e l’utile se lo portano a casa altri Paesi e in piccola parte chi ha il pannello sul soffitto. Idea illuminante.

Dopo la lettura dei giornali, ascoltata radio e tv, colazione e doccia, nell’ordine che preferite, si esce. Finalmente. A questo punto ci sono due alternative fondamentali. L’auto: da sola procura allo Stato un quinto delle sue entrate totali. Se non ci fosse, Tremonti se la dovrebbe inventare. Tra bollo, pedaggio, Iva, tasse provinciali, assicurazioni, accise sui carburanti e balzelli vari, procura al nostro famelico fisco più di 80 miliardi l’anno.
Ma non pensate di liberarvi dal giogo tributario optando per un mezzo pubblico e il coseguente ridotto pagamento del biglietto. Pia illusione. Alzi la mano (forse ce ne sarà qualcuno) l’amministratore di trasporti che non chieda al proprio azionista pubblico quattrini per pareggiare le perdite di esercizio e pagare gli investimenti.

Acqua, trasporti pubblici e rifiuti sono servizi locali che si pagano due volte: una prima con la tariffa in bolletta, con la tassa sui rifiuti o con il biglietto. E una seconda volta contribuendo a ripianare i bilanci in rosso delle società locali che gestiscono detti servizi. Un sistema fantastico per non farci capire quanto costi effettivamente un servizio: riteniamo di cavarcela a buon mercato con la tariffa, ma si tratta solo di un acconto.

Prima di entrare al lavoro, lasciate il vostro pargolo all’università. E questa volta ritenete, con quello che sborsate di retta, di non dover dire grazie a nessuno. Sbagliate: se non ci fossero le tasse vostro figlio non combinerebbe un fico secco. La retta copre circa un ottavo di quanto effettivamente costi uno studente universitario. Ciò vuol dire che i restanti sette ottavi sono a carico della collettività. Il paradosso regressivo è che i pochi laureati (rispetto alla popolazione italiana) si sono fatti pagare l’università da coloro che non l’hanno fatta. Bel risultato davvero.

Ma insomma, finalmente arrivate sul vostro posto di lavoro. Inizia il bello, per lo Stato si intende. Sapete benissimo, l’abbiamo scritto ieri con una bella ricerca dell’Istituto Bruno Leoni, che fino a metà agosto (calcolando anche i contributi sociali) siete in prigione. Infatti lavorate per lo Stato e non per voi.
La tassazione è talmente alta che è necessario non farla vedere al diretto interessato: meglio che a fare i prelievi sia il datore di lavoro e non già il lavoratore. Se no immaginate che rivoluzione andare dall’esattore ogni mese a consegnare più di mille euro ogni mille guadagnati.
Il lavoro è la vera gabbia: con imposte che superano di gran lunga metà del vostro reddito netto.

Una giornata da inferno fiscale, in cui si capisce bene perché sia necessaria una rivoluzione fiscale e non già una semplice manovrina.


Articolo di Nicola Porro su "Il Giornale", 10/1/2010.

 
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SYNTHIA

Post n°461 pubblicato il 03 Gennaio 2010 da bustofresco
 

 

Il 2010 sarà ricordato come l'anno di nascita della prima forma di vita artificiale, attraverso il trapianto del genoma, mediante il quale sarà possibile creare le basi della Genomica sintetica: SYNTHIA (da Synthetic).

Il primo passo è già compiuto, annunciato qualche mese fa da un articolo su "Science".
Vi si riferivano i risultati dell'esperimento del team di Craig Venter, che ha portato alla creazione di un batterio, il primo essere vivente ad avere ricevuto un DNA nuovo di zecca.

Da decenni, i biologi molecolari erano impegnati in sperimentazioni in cui avevano modificato geneticamente microbi e altre specie di cellule aggiungendo al loro patrimonio genetico piccole sequenze di DNA, geni interi e addirittura grandi pezzi di cromosomi.
Ma non avevano ancora ottenuto il risultato di trasformare un organismo cellulare in un altro organismo con un nuovo patrimonio genetico.
La possibilità di creare da zero nuove forme di vita avrà un enorme impatto. Potrebbe permettere di ottenere dei microrganismi in grado di risolvere questioni cruciali nel campo delle applicazioni energetiche, della tutela ambientale e nella medicina.

Accanto alla Genomica si sentirà parlare nel 2010 di una nuova disciplina, la "Proteomica", che ricopre un ruolo fondamentale nella ricerca biomedica e da cui si aspettano ricadute significative su patologie ad alto impatto epidemiologico come i tumori, le patologie cardiovascolari, quelle neurologiche, il diabete, le terapie del dolore.

E infine il nuovo anno nasce sotto il segno delle "Nanotecnologie" - la frontiera del futuro - che promettono di rivoluzionare la vita quotidiana in diversi settori: dalla sicurezza alla diagnostica, dalla meccanica all'elettronica....


Articolo di Eugenia Tognotti su "La Stampa" del 24/12/2009. 

 
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