Blog
Un blog creato da malenamil il 12/10/2005

mi querido

viaggio nell'anima di Buenos Aires

 
 

AREA PERSONALE

 

BENTORNATO TANGO

"L'essenza del tango sta nel suo carattere di musica di quartiere, di marginalità.

Il tango lo canta sempre un poeta impegnato. Anche se i tanghi non hanno un contenuto esplicitamente politico, tutti i tanghi sono impegnati perchè sono politicamente scorretti. E oggi lo sono ancora di più, in questi tempi dove la sconfitta, la povertà e l'emarginazione mostrano il loro essere effetto politico. Il tango è scorretto, trasgressivo, e per questo è tornato. In questi tempi di vigliaccheria davanti alle incertezze, questa musica aiuta ad affrontare l'angoscia, a fare riflettere su noi stessi, sul nostro domani.

Dove suona un tango, si stabilisce una complicità di spazio, tempo ed emotività. E questo è il mistero dell'universale. L'energia del linguaggio al di là della lingua, il rito, la corporeità. E' il mistero che ci unisce e ci separa".

(Adriana Varela, cantante di tango)

 

FOTOTANGO

immagine
 

TANGUEANDO

“El tango, hijo tristón de la alegre milonga, ha nacido en los corrales suburbanos y en los patios de conventillo.
En las dos orillas del Plata, es música de mala fama. La bailan, sobre piso de tierra, obreros y malevos, hombres de martillo o cuchillo, macho con macho si la mujer no es capaz de seguir el paso muy entrador y quebrado o si le resulta cosa de putas el abrazo tan cuerpo a cuerpo: la pareja se desliza, se hamaca, se despereza y se florea en cortes y filigranas.
El tango viene de las tonadas gauchas de tierra adentro y viene de la mar, de los cantares marineros.

 

ESIBIRSI AL SALÒN CANNING È UN MUST

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2017 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 

C'ERANO UNA VOLTA..JAVIER Y GERALDINE

 

LA DANZA DELL'UNIVERSO

"LOS PLANETAS GIRAN, HAY UN SISTEMA EN EL UNIVERSO QUE ES CIRCULAR Y EL GIRO, LOS ATOMOS TAMBIEN ESTAN GIRANDO SOBRE SI MISMOS Y A LA VEZ EN ORBITA CON OTROS, Y TODO ESTA VIBRANDO Y GIRANDO, TODO ES CIRCULAR Y REDONDO. Y PARA MI EL TANGO COMO DANZA ES ESO"

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

SEGUI....

Pagine Facebook

Bruna Bianchi

Bruna Bianchi Giornalista

 

Messaggi di Aprile 2017

I "contro" di Buenos Aires

Post n°727 pubblicato il 30 Aprile 2017 da malenamil

La lista è lunga, mettetevi comodi. Dopo due mesi trascorsi a Buenos Aires, per la dodicesima volta ma con uno stacco di quattro anni e mezzo, ho le idee più chiare. 

Innazitutto i prezzi. Alti per noi (euro e dollaro) con inflazione per loro. Perciò dobbiamo aggiungere anche gli aumenti costanti. Perchè, nonostante il cambio sia tra 1,16 e 1,17, per comprare 250 grammi di pasta "trigo argentino" che è immangiabile, spendiamo tra i 15 e i 27 pesos  pari a 1 o 2 euro e mezzo? Mi sono arrovellata il cervello, ho letto il più possibile, ma non è facile capirlo anche perché non sono chiari gli stipendi degli argentini. Teoricamente la media è tra i 12 mila e i 16 mila pesos a testa al mese, ma lavorano quasi sempre in due e perciò va raddoppiata la cifra. La non chiarezza sui salari è più facile da capire: chi ha stipendio fisso ha aumenti legati all'inflazione (mentre da noi no) più quelli contrattuali e professionali. Chi non ce l'ha ha comunque più di un lavoro. Una domestica ad esempio prende 120 pesos all'ora, pari a circa 7 euro. Non è cosigliabile fare conti cambiando pesos in euro e viceversa perché se così fosse sembrerebbe conveniente a noi. Tutto l'opposto. Fare la spesa al super e comprare un pacchetto di spaghetti (e ripeto: di pessima qualità), una barattolo di salsa, uova, formaggio e acqua costa circa 15 euro. Quanto dura questa misera spesa? Due giorni. I taxi non li ho usati perchè ho provato uan sola volta e per 15 munuti ho pagato 8 euro. Considerando che Buenos Aires è enorme e c'è sempre gran traffico, il tassametro sale di conseguenza. In sostanza, appensa si esce di casa partono 100 pesos in un attimo (6 euro): una volta per la ricarica del sube (i trasporti), un'altra per il caffè al bar con una medialuna e così via. Di gratis ci sono solo gli spettacoli patrocinati dal governo e quasi tutti i musei. Non è poco, vero, perchè a Buenos Aires oltre a mangiare carne e carne e carne e rimpinzarsi di empanadas e panini gustosissimi non c'è molto da fare. Visitare la città è un'impresa titanica. e non proprio tutta è vistabile a cuor leggero.

E ora elenchiamo la pecche. 

I collettivi (autobus) ricoprono tutta la città e parte del conurbano , sono veloci e costano veramente poco (50 centesimi). Ma. Ma ci vuole una pazienza infinita e braccia di ferro per reggersi. Se ci si riesce a sedere (dalla parte giusta e non sui tanti sedili contro-guida) si è gia fortunati, altrimenti inizia la corsa a chi riesce a stare in piedi nelle curve e nelle frenate improvvise. Dire che c'è traffico è dire niente. Bisogna immaginare migliaia di auto e collettivi che circolano ogni giorno e si sfiorano letteralemente compiendo manovre allucinanti, sobbalzi e soprattutto non sai se fermano alla tua fermata pechè se non lo dici, l'autista passa oltre e non solo una fermata, a volte passa oltre ben cinque fermate! Anche scoprire dove sono le fermate è una caccia al tesoro. Non sempre ci sono i cartelli, a volte sono appesi al muro e non sai dove, altre, meraviglia della meraviglia, ti trovi la pensilina con  indicato tutto benissimo come in Europa. Questa delle pensiline e corsie protette è l'ultima moderna novità che si sta espandendo, ed era ora.

Ma mentre fanno i lavori si creano imbuti pazzeschi sulle vie principali col risultato che non si riesce mai a programmare quanto tempo  ci vorrà per andare da un posto all'altro. Esempio: alle 6 di sera per atraversarla tutta occorre un'ora e 45 minuti. C'è il metro, è vero, ma il coraggio deve aumentare nelle ore di punta che non sai  mai bene quali sono (teoricamente dalle 8 alle 10 di mattina e dalle 5 alle 7 di sera). La linea B,anche se fuori fa freddo, fa venire attacchi di panico da calore e folla: centinaia d persone passano da un lato e dall'altro in un corridoio strettissimo a temperature elevatissime mentre devi vedere, nolente o volente, negli slarghi di comunicazione tra una linea e l'altra, i bambini e le donne che vivono lì. Credevo di esserci abituata e invece no: quando vedi una bambina di 12 anni circa che gioca con un neonao, da sola, non ti abitui. Gli argentini invece nemmeno li guardano e aggiunge fastidio al fastidio. 

Quando esci di casa, se non vivi in un barrio e in una via piuttosto elegante e ben curata (ma in centro è ben difficile trovarne) devi guardare per terra. Sempre. Le mattonelle rotte impediscono passeggiate rilassate. Non esagero e anche quest'anno ho visto un ragazzo con un braccio molle, cioè dislocato, perchè a Caminito guardava per aria. Poi c'è la spazzatura, la sporcizia, le cacche dei cani, le tantisime persone che dormono per strada (e una la stavo calpestando, era un drogato di paco e nemmeno l'avevo visto). I cani, a proposito. Sono una infinità e sono cattivi. Non  quelli randagi, ma al guizaglio dei padroni. Non quelli grandi, quelli piccoli. Sono stata morsa per la prima volta nella mia vita con spiegazione della padrona: forse non gradiva la sua gonna lunga. Perchè mi ha morso? Ho fatto una mini indagine (mi ha fatto molto male evidentemente, o lasciavo perdere) scoprendo che tante persone vengono morse. E come mai? Aggressività...esattamente come quella dei loro padroni e quella di Buenos Aires. Rumori, incendi, suoni di tamburi, proteste, cortei... tutto molto colorito e per niente noioso ma quello che fa paura a noi fa paura anche agli animali e a loro li rende rabbiosi. Di educarli poi non se ne parla, perchè prima andrebbero educati i padroni.

Appunto.

Sputare ogni momento per strada da parte degli uomini è consuetudine. Non c'è classe sociale che tenga, età che tenga e con moglie e figli a fianco che tengano. Non ricordavo che sputassero tanto 4 anni fa. Cattiva memoria o è aumentata la maleducazione e la nevrosi maschile? Pipì per strada. Non parlo dei poveri, che mai ho visto fare la pipì per la strada, dove pure vivono. Ho visto ben due volte due uomini che si infilavano tra i cartelli pubblicitari in pieno traffico e con file mostruose al'attesa dei collettivi e la facevano lì senza problemi. Ora:a Buenos Aires si può entrare in tutti i bar e fare pipì senza dovere per fora ordinare niente. Solo alcuni hanno i cartello del classico riservato ai clienti. Ci sono molti bagni pubblici nei vari centri e musei che si incontrano continuamente e però è ammessa la pipì per strada. Nessuno dice assolutamente niente (a parte me). 

Menzogne, attese, bidoni.

Sono amentate proporzionalmente con l'invasione di smartphone e social. Se prima gli argentini erano famosi per arrivare in ritardo, ora possono anche non arrivare proprio. E non avvisano nemmeno. O ti avvisano il giorno dopo chiedendoti scusa per non averti avvisato. Bugie. Vanno di pari passo con il poterlo dire on line e non in faccia. Anche da noi è così? Si, ma a livelli inferiori. Whattsapp: ce l'hanno praticamente tutti ma va tenuto in conto che lo usano a singhiozzo per risparmiare perciò la doppia barra di ricevimento non signfica niente: rispondono anche dopo due giorni. Però, la stranezza è che li vedi sempre a digitare velocemente a tutte le età. La cosa pegggiore per noi è che per non  restarci troppo male impari a fare come loro, cioè a esser maleducato e a prendere più impegni in contemporanea per non avere bidoni. 

Soccorsi e solidarietà

Anche in questo gli argentini erano famosi. Sempre pronti ad aiutare, a dare informazini, ad accompagnare persino e figuriamoci un italiano al quale possono raccontare dei loro padri e nonni e parenti e amici o del loto meraviglioso viaggio in  Italia. Non è più così. E' rimasto il sorriso, a volte, al dire che sei italiano, altre ti beccano sull'accento e altre ancora non gli importa proprio niente. Il che significa che se sei rimasto chiiuso in casa non faranno assolutamente niente per te. Ci pensa solo la polizia (se la chiami e devi anche piangere per farli arrivare). Quando arrivano (in 4 o 5, che esagerazione!) sono però gentilissimi. Ma forse solo con le donne, questo non lo so. 

Sparatorie, incendi, furti.

Ci sono sempre stati e ancora ci sono. Io ho visto due incendi in una settimana davanti a me, il mio amico una sparatoria all'auto della polizia. Stava passando casualmente. I furti li ho schivati, ma sulla terrazza dove abitavo passeggiavano i ladri che saltano appunto di terrazza in terrazza svuotando appartamenti. Non l'ho presa bene: in Argentina è normale e non fanno mai niente. Anzi. Guai a dire facciamo qualcosa... ti rispondono malissimo

Politica e aggressività

Per gli argentini tutto è poltica, va ricordato. Usano la parola repressione per ogni no, la parola dittatura per ogni azione del governo non gradita. Sono schierati in due fazioni opposte, e se vuoi tenerti un amico non devi mai assolutamente dire la tua idea su qualunque cosa. Nemmeno su Gesù. La rabbia del 50 per cento viene imposta al restante 50 per cento con discorsi squinternati, proteste, scioperi generali, scontri. Se anche avessero una minima ragione la perdono perchè la logica che muove ogni azione e parola è sempre buttare giù il governo attuale per fare tornare il precedente. Non un altro, proprio il precedente.

La libertà

La polizia è militaresca e stupida così come stupide sono le guardie che non sanno mai niente, obbediscono agli ordini e non ragionano mai. Il rischio di litigare è elevato con gli stupidi. Per contro, la libertà di non pagare le tasse, non fare scontrini, non avere controllli sanitari è elevatissima. Di lasciare le strade rotte e la città "descuidata" in centro di fianco a zone di lusso e pulite,  di non curarsi minimamente di pezzi cadenti, ferri acuminati, intralci, lavori, passaggi mai previsti negli attaversamenti rendendo tutto  non solo faticoso, ma soprattutto pericoloso. E non parliamo di quella, nostra,  di attraversare sulle strisce pedonali credendo che si fermeranno: mai e poi mai. Piuttosto uccidono.  

Il tango

La bella onda è finita. Non invitano, non si vestono decentemente. Cochababa è stata chiusa due volte per mancanza di permessi che ai nessuno ha chiesto sperando di andare avanti così per sempre. Abondano quelle gratis negli spazi pubblici  e ci vanno anche i turisti che appunto non ce la fanno più a pagare così tanto. Prezzi^ Dai 100 ai 160 pesos. Novità: le donne guidano anche nelle milonghe trafizionali. Ha sapore di narcisismo più che di femminismo. I giovani si spacciano per grandi tangheri e non lo sono affatto: il sogno è sempre insegnare in Europa, tano lo fanno tutti,  bravi e no. Chi ha iniziato a distruggere il tango? Gli argentini criticando gli tialiani e vendendogli pure le mutande da tanguero. Risutato: il tango non solo non si è rinnovato ma, peggio, è sull'orlo di una crisi di nervi. 

 

 

 

 
 
 

Fotografie

Post n°726 pubblicato il 11 Aprile 2017 da malenamil

Le fotografie che scatto a Buenos Aires le posto sulle mie pagine Facebook Bruna Bianchi e Bruna Bianchi Giornalista. Entrambe le pagine sono aperte a tutti.

Las fotos se encuentran en mis paginas Facebook Bruna Bianchi e Bruna Bianchi Giornalsta

Pictures are available in the Facebook 

 
 
 

Tango tra donne

Post n°725 pubblicato il 11 Aprile 2017 da malenamil
 

E' arrivato anche qui, non so dire quando esattamente, mancando io da Buenos Aires dal 2012. Nelle milonghe tradizionali ancora no, ma credo che non mancherà molto: le donne ballano con le donne. Sono per lo più giovani, ma anche non più tanto giovani e in una milonga invitano quelle che ritengono turiste, piuttosto sfacciatamente: queres bailar? Si avvicinano al tavolo a inizio serata come se fossero dei taxi dancer, ma non lo sono perché quelli (che non si vedono nemmeno più) sono a completa disposizione dietro pagamento di una sola turista. Era stato un piccolo shock vederli già nel 2004, nemmeno una decina di anni dopo il ritorno in grande stile del tango nelle milonghe del centro a Buenos Aires.

Le donne che guidano nel tango e ballano con altre donne le ho sempre viste solo nei paesi del Nord Europa e nelle pratiche italiane e in Germania soprattutto le ho sempre piuttosto malviste, benchè con alcune di loro ami ballare: mi sembrava che preferissero guidare piuttosto che essere guidate, che non accettassero la parte femminile tanto dirompente in questo ballo decisamente sensuale, secondo lo stile tedesco che mette in secondo piano gli uomini. Invece no. O la Germania ha fatto scuola anche qui, o i tempi sono cambiati, o gli uomini scarseggiano. Io credo nella seconda ipotesi. A onor del vero, che a  Buenos Aires si balli tra donne nelle milonghe dove ci sono uomini nel tradizionale invito con cabeceo e cortesie tipicamente argentine e - in questo caso - milonguere, mi appare un crollo più o meno definitivo del tango vecchio stile, dove per vecchio non si intende affatto l'abbraccio stretto, ma quell'insieme di regole, tra il serio, il teatrale, il drammatico, il nostalgico, il divertente, l'empatico e il seducente che è impossibile vivere tra due donne. Questione di soldi? In parte. Il turismo è calato moltissimo e il tango resiste grazie al turismo. Ma non può essere solo questa la motivazione per un fenomeno che vedo anche nelle lezioni e chissà perchè mi riporta all'epoca un po' tristarella dell'Italia del dopoguerra, quando le ragazze erano costrette a ballare tra di loro per evitare il contatto maschile. Nelle nostre balere le donne, anche anziane, continuano a ballare tra loro e si divetono. E' sempre bello divertirsi, ma che in un ballo così sensuale come il tango e in una serata non di pratica vengano tranciati di netto gli aspetti della seduzione, di cui non può fare a meno, fa domandare cosa stia succedendo. Liberazione delle donne? Ho qualche dubbio. Stanchezza dei ruoli troppo definiti? Forse. Di certo le donne che guidano lo fanno egregiamente,  niente a che vedere con le improvvisate maestrine europee a caccia di bellimbusti a ruoli rovesciati. Ecco, a me sembra che ci sia una sorta di narcisismo alla rovescia, cioè che la milonga sia sempre stato il luogo ideale per il narcisismo maschile e adesso può esserlo anche per quello femminile.

Era così bello attendere e giocare con gli sguardi e poi provare emozioni di corpi diversi, di sensualità diverse, di improvvisazioni che solo una brava coppia sa esprimere, pur senza mai essersi visti prima. Quella cavalleria che si va cercando, quel romanticismo che la musica contiene e fa esplodere...bravura non signfica solo tecnica, nè tantomeno saper seguire o guidare nella musica. Bravura è saper sedurre, con arte. 

Non riesco più ad amare le milonghe portene, carissime per noi, piene delle solite e dei soliti che si conoscono e devono continuare a conoscersi, gelose le une, timidamente sottomessi a loro i secondi. E quando li vedi alla barra che non invitano e pur ti vedono ferma da oltre un'ora, pensi che si vendichino di chi vorrebbe tanto ballare con loro. Sarà questo ad avere stancato le nuove generazioni? Può darsi. Ii ho invitato due ragazzi in una milonga non tradizionale e mi è andata di lusso: uno, bello e gentilissimo, ha subito annunciato che non sapeva ballare molto e invece era delizioso, dentro la musica, marcava a meraviglia e mi ha fatto pensare a quei cafoni nostrani che si credono chissà chi e oltre a non saper  ballare tecnicamente, non sentire la musica,  non saper intepretare un tango, non sapere dove sta la donna, non lasciarla agire, non "cuidarla" in pista nè farla sentire unica al mondo tra le loro braccia, se la tirano anche. 

 
 
 

A Milano c'è il mare

Post n°724 pubblicato il 10 Aprile 2017 da malenamil
 

C'è tutto, qui a Buenos Aires. C'è quello che manca, c'è il troppo che non vorresti, c'è una speciale, unica al mondo, energia furibonda.

Di colpo arriva il diluvio universale che nei paesi poveri del nord dell'Argentina travolge e  persino uccide, mentre qui in capitale è una cascata d'acqua senza via d'uscita. Autunno portenio: un giorno caldissimo con umido appiccicoso, il giorno dopo cielo celeste e sole  brillante, quello dopo ancora venti e nubi in corsa, poi nubi nere e cappa di piombo. E pioggia, pioggia a catinelle. Giorni infernali. La libertà estrema diventa prigiona estrema con lo sciopero generale dove non circola nessuno per lo strapotere della Cgt, il più forte sindacato nazionale di vecchia memoria col paro dei camionisti, un decennio dopo ancora capace di bloccare un paese con un semplice, antichissimo sistema: niente collettivi, niente treni. In città enormi dove le auto non sono della maggioranza, funziona alla perfezione. Se poi aggiungi i picchetti, le minacce, la rabbia dei docenti e degli statali cui il governo Macri non concede più soldi a pioggia  come faceva Cristina Kirchner, il bumbumbum che continua da un mese, martellante, con manifestazioni delle più disparate, il gioco è fatto. La politica avvelena gli animi perchè qui non è solo politica. Chiedo se è aperta una milonga e mi rispondono sì, non siamo capitalisti. Chiedo informazioni e diventano occasioni per vomitare adosso una rabbia atroce. I poveri vengono scavalcati, aggirati, ignorati. La classemedia non osa dire quanto guadagna per far fronte a prezzi per noi impossibili. La clase alta, come sempre, si vede poco  niente. Poco, molto poco tra gl sfavilanti nuovissimi appartamenti dei grattacieli di puerto Madero.  I poveri c'erano prima, ci sono oggi. I cartoneros c'erano prima, ci sono oggi. Prima però gli argentini si vergognavano e adesso tacciono e  camminano con i celllulari in mano whattsappeando come forsennati. A Rosario il Comune ha persino messo strisce luminose a terra per i pedoni che non guardano i semafori e vengono stirati. Diventao verdi quando è verde, rosso quando è  rosso. Noi siamo sbalorditi, loro contenti. Non c'è capacità di critica in questo paese, e se c'è ha una logica ristretta, giustificativa o i miti si sbriciolerebbero in un secondo. Peron, Peron. A distanza di 50 anni sembra impossibile che esitano ancora i peronisti, dopo il disastro dei Kirchner sembra impossibile che la metà del paese sia ancora e fortemente Kirchenista. Macri sembra solo come un idiota a recupeare immagine all'estero e far quadrare conti che non quadreranno mai. Eppure si galleggia perchè il sommerso è tanto, la produzione regge e chi lavora lo fa davvero, anche quattro diversi lavori al giorno, di cui un solo in bianco. 

Ho visto una splendida mostra fotografica di Aldo Sessa, il grande fotografo argentino che ha percorso tutto il paese scattando 50 mila foto con il rullino. C'era scritto: i guachos sono gli esseri umani più liberi del mondo, vivono sotto il sole e le stelle, bevono mate, si fanno cucinare dalle donne, attraversano fiumi con le mandrie, non sanno mai dove saranno il giorno dopo. Machismo puro, ancora seducente perché sinonimo di ruoli e certezze. Ho visto un'altra mostra fotografica di argentini che ritraggono donne nude e mi ha colpito il fatto che fossero tutti fotografi maschi in uno spazio creato da una fotografa che si definisce femminsta. Qui i termini vengono stravolti.  Se chiedi alla fondatrice Carolina come mai, ti risponde gentilmente che le donne non fanno le fotografe. Ogni paola degli argentini sembra una verità assoluta, senza dubbi, senza incrinature, senza curiosità, senza possibilià di ribattere. Se ribatti sei un arrogante capitalista europeo. O macrista. Se non sei niente e osservi soltanto sei un turista anche se sei giornalista che il mondo lo conosce un po' di più. Qui la parola giornalista  non ha nessun valore o un valore estremamente negativo, molto peggio che da noi. Ce l'ha invece molto essere italiani. Occasione d'oro per parlare di sè e del proprio passato, non per sapere che italiano sei e come è l'Italia di oggi. Non farebbe la differenza se non sapessi che tantissimi argentini votano per l' Italia di cui sanno che la capitale è Roma, Venezia è al Nord e Mlano ha bellissime scarpe. Mi sono sentita male però quando una fotografa (e non una qualunque, ma una ben introdotta e insegnante) e che vive in Spagna alcuni mesi all'anno per lavoro, che a Milano ci è stata, ha mangiato una milanesa straordinaria e la spiaggia di Milano è bellissima.

D'altra parte questa città che sempre suscita amore e odio,con estremi che non distingui più da un momento all'altro, offre quello che vuoi e quello che non vuoi e anche se non sempre puoi scegliere, lascia anche a te grande libertà di fare, litigare, arrabbiarti, rallegrarti, fotografare a manetta, riempirti gli occhi e le orecchie di spettacoli rigorosamente gratuiti. Fondamentalmente a Buenos Aires si viene per l'arte, intesa come creatività. E qui si crea per forza, soprattutto per salvarsi la pelle. 

Solo qui posso toccare tutti i bambini, baciarli, accarezzarli, fotografarli e ricevere in cambio sorrisi compiaciuti dei genitori. Solo qui un bambinetto di un anno in passeggino ti fa ciao con la mano al tuo passaggio, solo qui una giovane signora che rimprovero perchè arriva al secondo tempo al teatro Colon, parente stretto della Scala di Mlano, facendo alzare tutti, si scusa con me spiegandomi con una sottomissione infinita (ma con la libertà infinita di entrare al secondo tempo) che viene dal sud (non dell'Argentina, ma di Buenos Aires) e il diluvio l'ha fatta ritardare. 

Solo qui aspetti un'ora o un'ora e mezza un autobus e solo qui quando riesci a salirci su ti passa la rabbia in un momento e non ti annoi anche se il viaggio dura un'ora di sobbalzi. Guardi la gente e le loro mille espressioni che raccontano la loro vita e i loro umori, guardi le strade e le case, mai una uguale all'altra e mai ti stanchi di vedere un'architettura straordinaria che mette insieme tutta l'arte del mondo di un paese che non ha mai ricevuto bombe, non si è mai liberato da niente e anzi ha conquistato, costruito, mostrato, copiato, speso. Guardi l'autista che beve mate mentre guida o salta cinque fermate ( più di un chilometro) perchè mica gli hai chiesto di fermarsi e o trova normale femarsi di colpo per farti scendere, o un altro che ti spedisce fuori città perhè ha confuso la via che hai chiesto con un'altra, simile, e ti lascia in mezzo al nulla e tu vai in tilt, letteralmente, perchè nessno mette mano al telefono per cercati la via giusta però tutti ti spiegano tutto e perdi un'ora solo a capire come tornare indietro e siccome non lo capisci prendi un taxi, o sì o si.  Sempre che ti ci porti. 

Però c'è sempre un cielo che non ti stanchi mai di guardare e ti dà le vertigini per la sua incredibile bellezza. 

 
 
 
 

SU DI ME

Sono nata e vivo a Milano. Giornalista professionista dal 1989, lavoro come dipendente in Italia per un gruppo di tre quotidiani e sono specialista di crimini familiari, ricerca di scomparsi e indagini di cronaca nera nazionali e internazionali. Ballo tango argentino dal 2000. Il mio primo soggiorno a Buenos Aires è del 2004. Ho condotto ricerche sulla storia dell'immigrazione in Argentina e della nascita del tango. Sono stata intervistata in diretta alla radio di tango 2x4 (2008), alla radio culturale de la Ciudad del Gobierno di Buenos Aires (2009) e alla radio dell'Università de La Plata (2004). I post scritti a Buenos Aires sono frutto originale delle mie ricerche, quelli scritti dalll'Italia attingono da varie fonti, principlamente quotidiani argentini.

 

BUENOS AIRES VIDEO

 

LA DANZA DELL'UNIVERSO

"El tango es una danza poderosa porque es armònica con el movimiento del sistema en el que estamos inmersos. Es la danza de Shiva, la danza che le da forma al mundo y el mundo le da la forma a esa danza. Tiene todos los elementos: el hombre, la mujer, al yin y el yang, lo circular, el abrazo"

 

ULTIME VISITE AL BLOG

pieroskicassetta2magdalene57felipelcidmalenamilbai.resKristal_00criverdephoenix_182Onofriobasivana.zeccal_angelocadutopattyluna2JRFdeutsch77
 

ULTIMI COMMENTI

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FOTO

immagine
 

MALENA, LUCIO DE MARE-HOMERO MANZI 1941

Malena canta el tango como ninguna
y en cada verso pone su corazón.
A yuyo del suburbio su voz perfuma,
Malena tiene pena de bandoneón.
Tal vez allá en la infancia su voz de alondra
tomó ese tono oscuro de callejón,
o acaso aquel romance que sólo nombra
cuando se pone triste con el alcohol.
Malena canta el tango con voz de sombra,
Malena tiene pena de bandoneón.

Tu canción
tiene el frío del último encuentro.
Tu canción
se hace amarga en la sal del recuerdo.
Yo no sé
si tu voz es la flor de una pena,
só1o sé que al rumor de tus tangos, Malena,
te siento más buena,
más buena que yo.

Tus ojos son oscuros como el olvido,
tus labios apretados como el rencor,
tus manos dos palomas que sienten frío,
tus venas tienen sangre de bandoneón.
Tus tangos son criaturas abandonadas
que cruzan sobre el barro del callejón,
cuando todas las puertas están cerradas
y ladran los fantasmas de la canción.
Malena canta el tango con voz quebrada,
Malena tiene pena de bandoneón.

 

EN LA CALLE

 

FOTO

immagine
 

ACADEMIA DEL TANGO

 

FOLKLORE ARGENTINO: ZAMBA Y CHACARERA

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963