Creato da Bartleby00 il 01/11/2005

Mondiale2014

Costume e sport - Maurilio Barozzi dal Brasile

 

 

"Rossi non era pronto"

Post n°79 pubblicato il 03 Giugno 2014 da Bartleby00
 

Prandelli sorpreso dalle polemiche per l'esclusione dalla spedizione brasiliana di Giuseppe Rossi: "Gli ho detto che non aveva completato il percorso di guarigione".

Il giocatore non pareva dello stesso avviso.

 
 
 

verso Brasile 2014

Post n°78 pubblicato il 03 Giugno 2014 da Bartleby00
 

Prandelli: "Destro escluso perché non convinto di fare la riserva"

 
 
 

Catarsi

Post n°77 pubblicato il 03 Novembre 2009 da Bartleby00

Dopo i trans, Marrazzo in clausura riflette per ritrovare se stesso. Si è rinchiuso con tutti i libri di Cazzullo, prefazione di Bocchino.

 

 
 
 

Geografia trans-nazionale

Post n°76 pubblicato il 02 Novembre 2009 da Bartleby00

Saputo di via Gradoli, il calciatore brasiliano Ronaldo segna una doppietta col Corinthians e dichiara: "Pronto a tornare in Italia, risolleverei le sorti di Roma o Lazio"

 
 
 

Aperture berlusconiane

Post n°75 pubblicato il 02 Novembre 2009 da Bartleby00

"Mi fido dei giudici, se mi assolvono. Dialogo col Pd, se vota le mie riforme"

mb

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Nuovi corsi

Post n°74 pubblicato il 01 Novembre 2009 da Bartleby00

Preoccupazioni in casa Pd: peggio Marrazzo che va a trans o Rutelli che va a Casini?

 

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La lealtà di Riccò

Post n°73 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da Bartleby00
 
Foto di Bartleby00

Riccardo Riccò è stato condannato a due anni di squalifica per doping. E sono anche pochi.

Ma la perla è che i suoi legali - e lui stesso -  si sono lamentati ritenendo che non sia stata premiata «la lealtà del corridore» (sic!!!).

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Vezzali, lingua più lunga del fioretto

Post n°72 pubblicato il 18 Agosto 2008 da Bartleby00
 

Valentina Vezzali, a quanto pare, ha la lingua più lunga del suo fioretto. E ieri ha riproposto la sua polemica coi calciatori: «Perché loro viaggiano in business class e noi in economy? Non è giusto», ha detto. Salvo poi fare una goffa retromarcia e precisare che «ne aveva parlato solo con le sue compagne di spada». Strano che di questa sua confidenza ora sappia tutta Italia, vista la discrezione.
La sua rimostranza fa il paio con la faccenda della detassazione dei premi per le medaglie, che la stessa Vezzali aveva sollevato qualche giorno fa. E aveva aggiunto: «Non abbiamo mica gli stipendi faraonici dei calciatori». Intanto per cominciare 140 mila euro per la medaglia d’oro, 75 mila euro per l’argento e 50 mila per il bronzo sono cifre decisamente - e dico decisamente - più alte rispetto a tutti gli altri Stati. In secondo luogo - senza sposare i capricci dei calciatori che spesso sono ingiustificati - sarebbe da considerare che i calciatori già da domani sono a disposizione dei club che pagano loro gli stipendi e hanno concesso loro di partecipare alle Olimpiadi, non vanno in vacanza con permessi speciali.

Vezzali - che ora vuole anche entrare in politica - non è poi così giovane. Dovrebbe ricordare i tempi in cui gli olimpionici tornavano con un oro al collo e chiedevano un lavoro in banca (ricordiamo pollicino Maenza? o i fratelloni Abbagnale?), oppure si allenavano dalle 5 alle 8 del mattino perché poi lavoravano in banca (dice niente il nome di Cova?). Oggi questi atleti - anche i più scarsi - sono stipendiati da corpi dello Stato e sostanzialmente pagati per allenarsi dallo Stato stesso, cioè da noi che paghiamo le tasse. Almeno ai calciatori, gli stipendi faraonici glieli paga la società.

M.B.

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Doping anche per Sella - Il ciclismo rovinato dai furbetti e dai fessi (III)

Post n°71 pubblicato il 05 Agosto 2008 da Bartleby00
 
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Ed eccolo qui, beccato anche il fenomeno Emanuele Sella. Fenomeno perché al Giro d'Italia aveva vinto tre tappe a sorpresa. Ricordo che qualcuno, durante una conferenza stampa dopo la sua terza vittoria a Tirano (Sondrio), aveva avanzato qualche ombra. Aveva allora preso la parola il direttore sportivo della Navigare Bruno Reverberi per ribadire la correttezza del "suo" corridore. Andava su come una moto al Giro, El Salbaneo. Aveva spiegato che ha cambiato il metodo di allenamento. Mah...
I fenomeni si contano anche per le ultime parole famose. Il giorno prima di essere pescato positivo, Paolo Bossoni (della Lampre) aveva vergato un sapido articolo su un giornale di Parma dal significativo titolo «Vi spiego perché è stupido doparsi». Sella, quando beccarono Riccardo Riccò, dichiarò alle agenzie «E' una sconfitta per il nostro sport».
Ecco, adesso la sconfitta è completa.
Anche se sicuramente al Giro lui sarà stato pulito (peccato che il Cera al Giro d'Italia non era ancora rintracciabile), purtroppo la verità è molto semplice: questi sport non mentono. Se uno fino a ventisette anni non ha mai vinto praticamente un tubo (solo chi ha buona memoria ricorderà una tappa del Giro a Cesena nel 2004 e i Brixia 2005 e 2007 firmati Sella) e viene definito "scalatore" soltanto per l'esile fisico che si ritrova, evidentemente non può esplodere d'improvviso (tre vittorie e un secondo posto, al Giro d'Italia nel 2008). Tutto qui.
Vale per lui, vale per chi, a trenta e rotti anni si mette a fare il fenomeno senza aver combinato mai niente prima. E, tragicamente, vale anche  per chi a cinquant'anni si trova ad andare più forte di quando ne aveva trenta. Checché ne dicano alcuni medici-Soloni di cui francamante non si sentirebbe la mancanza se si togliessero dalle palle.

M.B.

PS. Mentre scrivo, pare che lui sia cascato dalle nuvole. Gli auguriamo che sia così, e che si tratti di un errore. Sarebbe il primo.
Speriamo invece che non sia il solito vomitevole copione (anche Riccò aveva lanciato strali e improperi chiedendo le controanalisi, prima di confessare).

 
 
 

Il ciclismo rovinato dai furbetti e dai fessi (II)

Post n°70 pubblicato il 30 Luglio 2008 da Bartleby00
 

E, come sempre, eccoli a Canossa.

«Non capisco cosa stia succedendo». «Voglio le controanalisi». «Tornerò più forte di prima». Si lagnava, reagiva, ruggiva Riccardo Riccò appena rilasciato dai gendarmi francesi dopo essere stato beccato pieno come un uovo al Tour de France e allontanato alla stregua di un delinquente comune (del resto, in Francia usare sostanze dopanti è un reato).
«E' vero, ho usato l'epo di terza generazione». «Mi scuso coi compagni e con quelli che hanno perso il lavoro anche per colpa mia». «Ho sbagliato ma ho fatto tutto da solo, ho trovato l'epo su internet», ha frignato ieri - senza voler più fare le controanalisi. Ora, a parte il fatto che - con tutto il rispetto - Riccardo Riccò seduto in poltrona a fine allenamento che si sfoglia "Lancet" o "The European Review for Medical and Pharmacological Sciences", proprio non me lo vedo (e allora come avrebbe saputo di questo CERA, doping di terza generazione?), sarebbe ora di finirla con queste manfrine. Chi viene beccato prende su e se ne va fuori dalle scatole. Punto.

Lo stesso vale anche per la signorina Bastianelli Marta di turno. All'ingenuità di una campionessa del mondo non si può credere. Tantopiù che in un mondo - in uno sport - normale per dimagrire non si prende benflourex, regolatore dei grassi del sangue. Al limite si farà qualche chilometro in bici di più. O una sauna. O che ne so.
Quando invece per uno sportivo diventa la normalità assumere farmaci per ogni faccenda - addirittura diventa alibi di ingenuità - forse quella linea tra il sano e il malato è già stata oltrepassata in maniera inesorabile.

Un'ultima osservazione su cui si potrebbe discutere, volendo.
Ancora oggi, in questo marasma da doping, il signor Luigi Perna per conto della Gazzetta dello sport, pubblica una intervista a tutta pagina a Ivan Basso a cui, tra circa due mesi, scadrà la squalifica di due anni per doping. In tale intervista si parla dell'«atteso» (sic) ritorno di uno che ha imbrogliato a mano bassa e gli si offre in maniera estemporanea la possibilità di parlare di se' dei suoi allenamenti, di tutte le sue cazzate. In una frasetta: gli si fa pubblicità. Cosa si vuole dimostrare, con questo? Che chi sbaglia, se paga poi è reintegrato?
Ma per piacere! Nessuno pretende che un dopato conclamato (in qualsiasi disciplina) debba morire di fame. Però non è scritto nelle stelle che quel signore debba continuare con lo sport.
Ci sono tante altre cose, altri mestieri, altri hobby... Lo fanno in tanti. Lo facciano anche loro.

MB

 
 
 

Il ciclismo rovinato dai fubetti e da dei fessi

Post n°69 pubblicato il 29 Luglio 2008 da Bartleby00
 

«Siamo i più controllati». È una delle frasi che spesso si sentono dire da parte dei ciclisti dopo che qualcuno di loro è stato pescato positivo all'antidoping. Probabilmente è anche vero.
Fatto sta che alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino una atleta è stata esclusa dalla spedizione per doping. E, guarda caso, è una ciclista. Qualcuno ha detto che la sostanza assunta sarebbe un anoressizzante, che la ragazza è fissata col peso, che certamente è un equivoco. Sarà... Quello che è certo è che questa atleta ha assunto un farmaco di cui non aveva bisogno e, considerando il mestiere che fa, avrebbe anche dovuto sapere che tale prodotto era dopante. Siamo al solito bivio: meglio passare da furbetti cui è andata male, o da fessi che non sapevano ciò che assumevano?
Il risultato di tutto ciò è che alcuni sponsor smettono di investire nel ciclismo e gli sportivi delle altre discipline commentano tali notizie con laconiche parole: «Toh, i soliti ciclisti...». E quelli che ci restano peggio sono gli amanti di questo sport che vedono la loro passione ogni giorno messa alla prova. Da un furbetto o da un fesso.

MB

 
 
 

Che lusso! Luxuria sull'Isola

Post n°68 pubblicato il 25 Luglio 2008 da Bartleby00
 
Tag: TeleBar

Penso che ostentare una propria particolarità per trarne benefici, sia alquanto fastidioso.
E così se il modo di essere di Vladimir Luxuria è utilizzato per essere eletta in Parlamento, e dunque portare avanti nelle sedi opportune battaglie contro ogni tipo di discriminazione, può essere condivisibile. Auspicabile, addirittura: si sente la mancanza di qualcuno che lavori a un tema con cognizione di causa e non per sentito dire.
Molto meno auspicabile, secondo il mio punto di vista, è che tale modo di essere diventi il tramite per poter andare a fare delle piazzate con «pinzette e rasoio» in un reality show televisivo. Di quelle non si sente certo la mancanza. Tranne forse il conto in banca della suddetta onorevole. Che evidentemente deve ancora aspettare un po' prima di intascare la pensione.

m.b. 

 
 
 

Riccò, vanitoso in un ciclismo infetto

Post n°67 pubblicato il 18 Luglio 2008 da Bartleby00
 

Nei giorni scorsi i commentatori avevano parlato di Riccardo Riccò come di un nuovo Pantani. Purtroppo, nel maremagnum della piaggeria in cui sguazzano alcuni cronisti, questa l’avevano imbroccata. Entrambi cacciati per doping. E così, dopo avergli baciato i piedi facendogli pensare - come fosse stato necessario - di essere un dio in terra, ieri lo hanno bastonato. Tutto secondo copione: fecero così anche con Ivan Basso, quando fu pescato, e condannato, per doping. Salvo poi mettere via tutto, riempire pagine di giornali (essenzialmente rosa) per raccontare la sua nuova vita tutta bici e volontariato, e attendere in gloria il suo ritorno. Con sontuoso contratto arrivato dalla Liquigas, che così ha di fatto stracciato il codice etico.

Quando, il cinque giugno del 1999, fermarono Marco Pantani, scrissi(www.semedimetallo.com/SPORT/pantani/pantani.htm) che la battaglia contro il doping è persa perché non si riesce a mettere il guinzaglio alle ambizioni, specie se smodate. Nove anni dopo - e decine e decine di squalifiche dopo - siamo ancora qui a parlare di questo. Il fatto è che oggi, se possibile, il problema è ancora più grave. Infatti, si chiede qualcuno come Francesco Moser, «possibile che i corridori non capiscano che se ti prendono sei finito?». In realtà non è proprio così, e il caso di Ivan Basso è lì a dimostrarlo.
Comunque, quello che forse vale la pena di mettere in evidenza è che il ciclismo di oggi risponde sempre di più alle logiche di successo rapido che hanno infettato ogni ambito sociale: niente gavette, niente stagioni a fare il gregario a qualcuno prima di essere promosso a leader, niente lavoro serrato di anni, non di settimane, per migliorare qualche aspetto delle proprie caratteristiche che non funziona. Si vuole vincere subito, firmare contratti da 400 mila euro l’anno (premi esclusi), girare con la Porsche Cayenne a 24 anni. Normale, no? E così fare gli sboroni a zonzo per le strade e con gli avversari: Riccò chiamava "il bagnino" Contador, che lo aveva battuto al Giro d’Italia, perché dichiarò di arrivare direttamente dal mare.
Vincere subito, dunque. Tanto più se vedi che il prezzo di qualche sbaglio è relativamente basso a livello sociale: si pensi, per dirne qualcuno, Corona che viene ingabbiato per soldi falsi e poi ha sotto casa decine di ammiratrici che chiedono le sue mutande dal poggiolo, Tanzi che fa quel che fa con la Parmalat, Ricucci che se ne sta a Londra a fare di nuovo affari, Cambi che ora è dentro ma presto uscirà e intanto ha fatto pure la bella vita. I ciclisti - perché ricordiamo che sono ormai di più quelli coinvolti in storie di doping che quelli mai toccati - uguale. Intanto vinco, mi faccio incensare, sono sempre sui giornali, guadagno soldi e strappo buoni contratti. Poi, se mi beccano, amen. Un periodo in salamoia e dopo tornerò. Sicuro che comunque ho già guadagnato più che se avessi fatto qualsiasi altro lavoro alla mia portata.
Ad aggravare la faccenda stanno poi i vertici dei team che, quando qualcuno dei loro viene pizzicato, fanno sempre la parte di quello che cade dal pero, ma se uno non vince non gli rinnovano il contratto, preferendogli magari un dopato (già squalificato!) vincente. Dunque non solo i ciclisti vogliono vincere subito ma, se sperano di continuare a fare i ciclisti, devono vincere subito.

E' di pochi minuti fa il licenziamento in tronco di Riccò e pure di Piepoli da parte della Sunier Duval. Va bene, però dopo è troppo tardi.

Forse, come ha proposto Fanini, patron della "Amore&Vita", se le squalifiche, le ammende, le gogne riguardassero anche le squadre, ci sarebbe più controllo dei corridori che vengono messi sotto contratto. Ma, siamo seri, come pretendere che una parte (una disciplina sportiva) sia migliore del resto della società civile che la comprende?

M.B.

 
 
 

Povero Valentino con la Canalis, re Mida a contrario

Post n°66 pubblicato il 08 Agosto 2007 da Bartleby00
 

Pare che Valentino Rossi abbia evaso 60 milioni di euro.
Pare anche che l'altro giorno fosse stato a fare il bagno con la Canalis in Sardegna. «La mattina presto - precisano i beninformati - per non attirare l'attenzione dei fotografi». Peccato che però abbiano scelto di farlo nudi, così, giusto per non dare nell'occhio.
Da quando si dice di questo flirt con la bella Elisabetta, Valentinik ha perso qualche colpo in pista. E ora anche la tegola del fisco.
La Canalis deve avere qualche cosa: è bellissima ma è come una sorta di Re Mida a contrario: quel che tocca rompe. Ne sa qualche cosa Bobo Vieri. E forse anche Muccino.

Saranno le sue pretese? Mah... Però per non saper né leggere né scrivere mi permetterei di consigliarle un uomo alle Cosimo Mele, deputato Udc, che - come riporta il Corsera - a detta di Francesca, «Verso le 5 del mattino siamo rimasti noi due (lei e Cosimo, ndr). Ero stanca, sfinita, cominciavo a stare male. Lui continuava. Chiedeva, voleva, pretendeva, faceva, non si fermava mai».

m.b.

 
 
 

Nani in affitto su e-bay

Post n°65 pubblicato il 26 Luglio 2007 da Bartleby00

L'agenzia Ansa ci fa sapere che su e-bay si possono affittare dei veri nani da giardino. Si dice che «sette ragazzi di Cuneo si sono messi all'asta su E-bay, offrendosi come animatori per feste in cambio di vitto e alloggio. Un vero affare, visto che, come i veri amichetti di Biancaneve, anche i sette dormono in giardino».

Speriamo che a qualcuno non salti in mente di affittarli per praticare uno degli sport più tristemente noti - ancorché caduto in disuso -: il lancio del nano.

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Fabrizio Corona a Matrix, elogio al calvinismo 

Post n°64 pubblicato il 29 Giugno 2007 da Bartleby00
 
Tag: TeleBar

L’agente fotografico Fabrizio Corona non ha estorto i soldi incassati dalla famiglia Agnelli per non far pubblicare le sordide foto del rampollo drogato, uscito mezzo morto dalla casa di un transessuale. Fabrizio Corona non ha estorto i 50 mila euro incassati dal calciatore Totti (o chi per lui), cercando (invano) di fargli risparmiare la pubblicazione di una sua (presunta) bordellata con una starlette mentre ne stava sposando un’altra (tra parentesi: senza emettere fattura). Fabrizio Corona non ha indotto alla prostituzione tre lapdancer per averle mandate al festino di un amico. Niente di tutto questo.

O almeno questo è quello che si è evinto ieri sera in tv, a Matrix. Né il conduttore Mentana né i suoi ospiti – il ministro Di Pietro e il giornalista Gramellini – avevano letto gli atti processuali che riguardano la vicenda. Fabrizio Corona, l’indagato, sì. Il gioco è fatto.

Meglio: il giochino non si è rotto.

Un giochino che si chiama Fabrizio Corona. Uno che dice «a me piacciono i soldi e questo lavoro mi permette di farli», in perfetta etica calvinista. Uno che i soldi li fa facendoci sapere che Flavia Vento si presenta da lui chiedendogli di vendere la sua scappata con Totti alla vigilia del di lui matrimonio e porta a titolo di prova gli sms. Uno che fa i soldi facendoci sapere che il portavoce di Prodi si intrattiene coi travestiti di strada. Uno che fa i soldi facendoci sapere chi è il trans con cui andava a drogarsi (di sicuro) e fare sesso (probabilmente) Lapo Elkann.

Insomma: uno che fa i soldi grazie al perverso incrocio che rende il prurito di una persona famosa degno di essere conosciuto da tutti. E che perciò ha bisogno di pruriti e di persone famose. Se uno di questi ingredienti manca, va tutto a pallino.

Mentana – e Gramellini pure, checché lui venga a raccontare in tv con spocchiosa aria da intellettuale – serve a Corona offrendo l’ambientazione. Facendo leva sullo smodato desiderio di abbeverarsi all’ugello spurga-soldi-facili dello spettacolo, offre celebrità di seconda mano – che essenzialmente deriva dal farsi vedere in giro con qualcuno a sua volta famoso – a persone come Vento, Ribas, Lessa, Costantino e compagnia cantante. Gonfia così il mercato del gossip, humus imprescindibile per il lavoro di Corona.

Corona serve a Mentana – e Gramellini – buttando sul mercato dei media fotografie, interviste e video di questi signori, così come si butterebbe sul balcone la spazzatura.

Mentana invita degli ospiti alla sua trasmissione Matrix per raccontare la vicenda che vede l’agente fotografico coinvolto. Ma anziché focalizzare l'obiettivo su una serie di evidenti distonie di una professione sui generis (ad esempio la continua violazione della privacy delle persone o le scarse tracce fiscali delle transazioni), si incammina in un inutile processo televisivo sulle presunte estorsioni.

Vediamo.

Corona è palestrato, elegante, truccato, conosce gli atti del suo processo e il mondo in cui lui è infognato da mattina a sera, sporcandosi senza problemi, cosciente che tutto ciò che conta per lui e il suo lavoro è soltanto “fare soldi”.

Di Pietro era un pm, ma viene da Montenero di Bisaccia, non frequenta l’Hollywood di Milano, non ha letto una riga dei documenti processuali e si deve limitare a cercare di difendere in punta di principio l’operato dei magistrati.

Gramellini è goffo, ha una barba improponibile, non conosce il tema che sta trattando e si aggrappa solo al fatto che c’è un’altra Italia, oltre a quella rappresentata da Corona e il suo mondo. E che lui fa parte di quella.

Perfetto.

Allora, per farle diventare parte del mondo di Gramellini e della maggior parte di noi, provate a togliere a queste estorsioni (presunte, molto presunte, a quanto pare) il fascino che gronda il mondo dei vip, l’effetto di onnipotenza che irradia un tiro di cocaina e la celebrità dei coinvolti. Vi resterà una storia di poveri disperati che cercano di fregarsi l’un l’altro senza un minimo di dignità, di capacità, di prospettiva. Una storia simile a quelle dei settecenteschi accattoni di corte o di quelle quotidiane di battone strafatte, pulciosi truffatori, ladri da supermercato.

Ma, chiedo, quante volte a un cravattaro o un truffatore o un ladruncolo affamato qualsiasi è stata concessa la possibilità di autodifendersi (senza nessuno che lo contrasti seriamente) su una televisione nazionale per quasi tre ore?

M.B.

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Germania - Italia 0-2. Ma i commenti di Mazzola...

Post n°63 pubblicato il 05 Luglio 2006 da Bartleby00
 
Tag: TeleBar

Finalmente, prima di tutto, si può parlare del risultato di una partita. Dopo le polemiche mediatiche, il campo ha emesso per l’ennesima volta il medesimo verdetto: dentro noi, fuori i tedeschi. Evvai!

Poi viene la televisione.

Beh, diciamo così: una volta c’erano le radiocronache di Nicolò Carosio. Grande e indimenticato radiocronista. Il piccolo problema era che non c’erano le immagini. E così accadeva talvolta (spesso) che chi udiva la sua cronaca pensasse che l’Italia del pallone avesse attaccato per novanta minuti e il pareggio fosse una disdetta per la squadra italiana.

Ieri sera, se uno avesse ascoltato Sandro Mazzola (commentatore tecnico, mica quisquilie) avrebbe pensato che la partita di Francesco Totti sia stata «geniale», per usare l’aggettivo che l’ex mezzala dell’Inter ha usato decine di volte per le giocate di Totti. Purtroppo per Mazzola, a differenza dei tempi di Carosio, oggi le immagini ci sono. E, se non bastassero quelle del campo, c’erano quelle degli spalti a mostrare il premier Romano Prodi che, a fianco della sua omologa tedesca, stava sonnecchiando beatamente sulla sua poltroncina. Evidentemente anche lui, tutte queste genialità non le aveva percepite. Poi, grazie al cielo, il risultato ha cancellato tutto. Prodi si è risvegliato ed ha esultato roteando le braccia, un po’ alla maniera di Sandto Pertini in occasione del Mundial spagnolo del 1982. Ha cancellato tutto, anche le polemiche - teleprovate - sulla squalifica che la Fifa ha comminato al calciatore tedesco Fringe, reo di aver rifilato un pugno a Cruz.

Ora aspettiamo la finale. Con la speranza che Mazzola commenti tecnicamente ciò che accade in campo, e non ciò che potrebbe essere se...

Però, d’accordo: se l’Italia dovesse vincere il Mondiale possiamo perdonare qualsiasi bischerata. In sede di telecronaca, s’intende. Viceversa, a prescindere dalla finale, non penso che ci sia nessuno orientato a perdonare chi ha addomesticato partite e campionati chiacchierando amabilmente con gli arbitri.

 
 
 

Zavorra e bestie da soma

Post n°62 pubblicato il 03 Luglio 2006 da Bartleby00
 
Foto di Bartleby00

 

Donne a spalle. Accidenti!
Non so se prenderà piede come il giochino sul ghiaccio (curling, mi pare si chiami), certo è che in Finlandia i Mondiali di calcio, il Tour de France e il torneo di tennis sull'erba a Wimbledon, sono in concorrenza di pubblico con il campionato mondiale di “mogli a spalle”.
Come funziona?
Semplice. Il marito si prende la moglie a spalle e percorre un tragitto con degli ostacoli. Altri fanno lo stesso: il più veloce vince.
Questi mondiali si disputano a Sonkajarvi, paesino di cinquemila anime in Finlandia.
Grasso che cola per i più maliziosi.
I maschilisti, potranno sostenere che questo Mondiale riconduce la donna alla sua effettiva dimensione, quella di zavorra.
Le femministe dure e pure evidenzieranno invece come sia l'uomo ad essere riportato alla sua vera essenza: bestia da soma.
Mah...

(Foto dal sito internet di Repubblica)

 
 
 

L'Inghilterra? Meglio Victoria

Post n°61 pubblicato il 01 Luglio 2006 da Bartleby00
 
Foto di Bartleby00

Dunque: grazie ai Campionati del mondo di calcio, ma soprattutto - diamo a Cesare ciò che è di Cesare - grazie alla regia televisiva tedesca, oltre alle gesta atletiche, dei campioni possiamo apprezzare anche le loro mogli o fidanzate. Queste gigionerie le avevamo già notate a metà giugno, in occasione della prima partita dell’Italia, ma - come sempre accade per le faccende più pruriginose - ora la faccenda sta prendendo piede. E così tutto il mondo dell’informazione di adegua.
Il sito internet dell’autorevole quotidiano romano La Repubblica propone il sondaggio: mogli e fidanzate dei Mondiali, vota la più bella. E giù foto di bonazze da passerella.
Al rendez-vous voyeuristico, partecipa anche Sky. Al massimo durante le partite dell’Inghilterra. Victoria Adams, ex cantante e moglie di David Beckham (a proposito: lui da tempo lo chiamano mister Adams), è stata inquadrata quasi più del rettangolo erboso: mentre si mette il mascara, dà il gelato al bambino, esulta, si dispera, confabula con un’amica... Oddio, visto il gioco dell’Inghilterra, forse è stato meglio così.

 
 
 

Erezioni lunghe

Post n°60 pubblicato il 24 Giugno 2006 da Bartleby00
 

E si lamenta, Charles Lennon, sessantottenne di Providence (Usa). Il sito di Repubblica racconta oggi che l’uomo si lamenta di avere il pene in perenne erezione da dieci anni. Prima si era fatto fare una protesi, ma i medici hanno sbagliato qualcosa (a detta sua, non so se la moglie la pensi uguale) e la prima erezione gli permane tuttora. Da dieci anni, appunto. Charles si lamentava: "Non posso nuotare, andare in bici, abbracciare qualcuno" e la Corte Suprema del Rhode Island gli ha riconosciuto un risarcimento di 400 mila dollari.
"Un buon partito, questo mister Lennon", congetturerebbe qualche signora di mia conoscenza.

 
 
 
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