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Il ciclismo rovinato dai furbetti e dai fessi (II)

Post n°70 pubblicato il 30 Luglio 2008 da Bartleby00
 

E, come sempre, eccoli a Canossa.

«Non capisco cosa stia succedendo». «Voglio le controanalisi». «Tornerò più forte di prima». Si lagnava, reagiva, ruggiva Riccardo Riccò appena rilasciato dai gendarmi francesi dopo essere stato beccato pieno come un uovo al Tour de France e allontanato alla stregua di un delinquente comune (del resto, in Francia usare sostanze dopanti è un reato).
«E' vero, ho usato l'epo di terza generazione». «Mi scuso coi compagni e con quelli che hanno perso il lavoro anche per colpa mia». «Ho sbagliato ma ho fatto tutto da solo, ho trovato l'epo su internet», ha frignato ieri - senza voler più fare le controanalisi. Ora, a parte il fatto che - con tutto il rispetto - Riccardo Riccò seduto in poltrona a fine allenamento che si sfoglia "Lancet" o "The European Review for Medical and Pharmacological Sciences", proprio non me lo vedo (e allora come avrebbe saputo di questo CERA, doping di terza generazione?), sarebbe ora di finirla con queste manfrine. Chi viene beccato prende su e se ne va fuori dalle scatole. Punto.

Lo stesso vale anche per la signorina Bastianelli Marta di turno. All'ingenuità di una campionessa del mondo non si può credere. Tantopiù che in un mondo - in uno sport - normale per dimagrire non si prende benflourex, regolatore dei grassi del sangue. Al limite si farà qualche chilometro in bici di più. O una sauna. O che ne so.
Quando invece per uno sportivo diventa la normalità assumere farmaci per ogni faccenda - addirittura diventa alibi di ingenuità - forse quella linea tra il sano e il malato è già stata oltrepassata in maniera inesorabile.

Un'ultima osservazione su cui si potrebbe discutere, volendo.
Ancora oggi, in questo marasma da doping, il signor Luigi Perna per conto della Gazzetta dello sport, pubblica una intervista a tutta pagina a Ivan Basso a cui, tra circa due mesi, scadrà la squalifica di due anni per doping. In tale intervista si parla dell'«atteso» (sic) ritorno di uno che ha imbrogliato a mano bassa e gli si offre in maniera estemporanea la possibilità di parlare di se' dei suoi allenamenti, di tutte le sue cazzate. In una frasetta: gli si fa pubblicità. Cosa si vuole dimostrare, con questo? Che chi sbaglia, se paga poi è reintegrato?
Ma per piacere! Nessuno pretende che un dopato conclamato (in qualsiasi disciplina) debba morire di fame. Però non è scritto nelle stelle che quel signore debba continuare con lo sport.
Ci sono tante altre cose, altri mestieri, altri hobby... Lo fanno in tanti. Lo facciano anche loro.

MB

 
 
 
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