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« Berlusconi swings softly"L'Italia ha perso il s... »

Berlusconi è alla fine

Post n°6782 pubblicato il 08 Novembre 2011 da lucarossi82
 

Crepuscolo degli dèi a Berlusconia. Un commento.

Berlusconi è alla fine

di

Regina Krieger

- 8 novembre 2011Pubblicato in: Germania
Traduzione di ItaliaDallEstero.info Print FriendlyStampa

Handelsblatt.com

Crepuscolo degli dèi a Berlusconia. Nonostante il voto di fiducia incassato non si potranno tollerare ancora a lungo gli scandali del Presidente e dei suoi fedelissimi. Perché i problemi dell'Italia continuano a crescere. Un commento.

Un attimo dopo aver incassato la fiducia in Parlamento, venerdì Berlusconi ha nominato altri due viceministri e un sottosegretario. Sono deputati di piccoli partiti dell'opposizione che hanno votato a favore del governo. Allo Stato il loro nuovo incarico costerà 350.000 euro a testa. Un ringraziamento? Berlusconi tra poco comprerà le poltrone all'Ikea, dice l'opposizione prendendo in giro l'apparato di governo gonfiato.

L'episodio è caratteristico dello stile di governo del settantacinquenne imprenditore dei media. Tutte e tre le principali agenzie di rating declassano la solvibilità dell'Italia, tutti gli istituti ritoccano al ribasso le loro previsioni di crescita per l'anno prossimo, nel frattempo l'indebitamento è arrivato fino a quasi due miliardi di euro. A Roma la protesta, pacifica quasi ovunque nel mondo, si trasforma nella violenza dominata da alcuni anarchici.

Ma il capo del governo mette all'ordine del giorno una legge sulla pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni che lo riguarda direttamente nei processi in cui è coinvolto. Il motto "interessi particolari, anziché generali" è il filo conduttore degli anni di governo di Berlusconi.

Dall'approvazione del maxipacchetto di tagli, nel quale si sarebbero già potute adottare le prime misure, sono passati due mesi. I mercati attendono un segnale di fiducia dall'Italia. I dubbi sulla serietà e sulla volontà di consolidamento si sarebbero potuti spazzar via con un iter trasparente ed obiettivi concreti. E magari non si sarebbe verificato il declassamento prima dello Stato, poi delle grandi banche ed assicurazioni. L'Italia vuole raggiungere il pareggio di bilancio già nel 2013 e scrivere nella Costituzione l'arresto del debito. Un obiettivo ambizioso, che però manca di un piano di sviluppo.

E' stata innalzata l'I.V.A., ma il mondo sta ancora aspettando il più volte annunciato pacchetto di crescita. In Germania non sarebbe nemmeno pensabile una critica all'operato del governo tanto aspra quanto quella esercitata quotidianamente dall'associazione industriale Confindustria. O come la campagna propagandistica del capo della Tod's Diego Della Valle, che rimprovera i politici per lo spettacolo indegno offerto dalla maggior parte di essi. La maggioranza degli italiani non può tollerare questo ancora per molto. E' difficile comprendere con una simile protesta non produca conseguenze.

Ma gli inviti alle dimissioni non hanno senso, soprattutto quando arrivano da altri paesi. Berlusconi è attaccato al potere, ha ancora la sua maggioranza parlamentare e l'Italia funziona, in fondo, secondo le stesse regole democratiche che valgono nel resto d'Europa. Ma se si guarda più attentamente alla coalizione di governo a Roma le crepe, non più sanabili, sono evidenti. Il voto di fiducia ha concesso soltanto una proroga a Berlusconi.

Stando alle statistiche, per gli italiani va sempre peggio dal punto di vista economico. I consumi precipitano, il costo della vita aumenta. Se per le strade dilagano malcontento e proteste, qualche deputato della maggioranza di governo si domanderà se è responsabile di questo nei confronti del suo elettorato. Prima o poi verrà a mancare il consenso anche con la Lega Nord. Presto o tardi i voti al prossimo voto di fiducia non basteranno più.

Molti analisti e osservatori in Italia dicono all'unanimità che questo accadrà quest'anno. Il governo morirà per conto suo e le elezioni ci saranno già l'anno prossimo e non dopo la naturale conclusione della legislatura nel 2013. Quando gli spagnoli recentemente hanno annunciato nuove elezioni, i mercati finanziari hanno reagito subito positivamente, soprattutto i titoli di stato spagnoli.

Ma la buona notizia è che l'Italia non è la Grecia. E' vero che il livello del debito è alto rispetto al prodotto interno lordo, ma è più stabile che in Germania. Ci sono grandi imprese sane e una media industria specializzata e ben ramificata, entrambe caratteristiche del "Made in Italy" tuttora di successo. Il ministro delle finanze Giulio Tremonti ha inoltre una buona reputazione nell'Unione Europea per i suoi impegni nell'ottica del risparmio, che spesso purtroppo sono falliti con Berlusconi, più interessato a leggi morbide e ad avere riguardo per il partner di governo che a muovere passi necessari come la riforma delle pensioni.

Gli italiani sono stufi di tutto ciò. Se si parla con imprenditori italiani o editori adesso alla fiera del libro, tutti si lamentano del fatto che la reputazione del loro paese sia un danno per loro, che sono costretti a parlarne con i loro clienti prima di passare alle contrattazioni. Tutti riferiscono che l'opera di persuasione sul profilo della credibilità non è facile. Riottenere la considerazione che l'Italia merita in Europa, aiuterebbe il paese stesso, lo ha anche detto recentemente Mario Draghi. Per il governatore della Banca Centrale Italiana, che tra due settimane inizierà il suo incarico come presidente della Banca Centrale Europea a Francoforte, non è ancora stato trovato nessun successore. Anche questo si riuscirebbe a fare più in fretta se non ci fosse Berlusconi.

[Articolo originale "Berlusconi ist am Ende" di Regina Krieger]

 http://italiadallestero.info/archives/12800

 
 
 
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