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« Uomo si da fuoco davanti...Indignati ma pacifici »

Uno potrebbe essere la rovina dell'euro, l'altro la sua salvezza

Post n°6767 pubblicato il 04 Novembre 2011 da lucarossi82
 

Racconto di due italiani.

Uno potrebbe essere la rovina dell'euro, l'altro la sua salvezza

- 29 ottobre 2011Pubblicato in: Gran Bretagna
Traduzione di ItaliaDallEstero.info Print FriendlyStampa

The Economist

Ad agosto Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano, ha ricevuto una lettera agghiacciante. Lo avvertiva che "provvedimenti urgenti da parte delle autorità italiane sono indispensabili per ristabilire la fiducia degli investitori". La lettera proponeva un progetto di privatizzazioni e liberalizzazione economica, con l'esortazione a tagliare la spesa pubblica in modo da ottenere il pareggio di bilancio nel 2013, un anno prima di quanto stabilito. Il diktat portava le firme di Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, e del suo successore Mario Draghi, che subentrerà il 1 novembre. La minaccia era chiara: la BCE aiuterà l'Italia solo se il Presidente del Consiglio prenderà provvedimenti per ridurre l'enorme debito.

Racconto di due italiani

Berlusconi ha approvato una nuova manovra di austerity (contenente cifre discutibili), ma non ha fatto praticamente nulla per accelerare la crescita sclerotica dell'Italia. Così il 23 ottobre scorso, durante il primo dei due vertici europei volti a fronteggiare la crisi dell'euro, Germania e Francia hanno richiesto a Berlusconi di escogitare un piano di riforme credibile entro il prossimo vertice, tre giorni dopo.

"L'Italia deve salvare sé stessa", ha dichiarato un funzionario tedesco. Se soccombe l'Italia, soccombe anche l'Euro. Anche per questo motivo, i leader europei non hanno una forte influenza sull'Italia.

Ma l'umiliazione ha prodotto maggiori risultati. Ad una conferenza stampa dopo il primo vertice, è stato chiesto ad Angela Merkel e Nicolas Sarkozy se si sentissero rassicurati dalle promesse di Mister Berlusconi. I capi di Francia e Germania hanno esitato un istante, si sono scambiati un'occhiatina e hanno fatto un sorrisetto beffardo. La stanza è scoppiata a ridere.
Raramente un leader, soprattutto di un paese fondatore dell'Unione Europea, è stato trattato in maniera così sprezzante dai suoi pari. George Papandreou, capo del governo greco, è visto più con compassione che con rabbia. José Luis Rodríguez Zapatero, Presidente del Consiglio spagnolo, si è riguadagnato il rispetto generale facendo approvare riforme ritardatarie che gli sono costate la poltrona.

Gli amici di Berlusconi hanno finto indignazione per il trattamento da lui subito; alcuni sostenitori hanno organizzato una risata di gruppo davanti all'ambasciata francese a Roma (con la Germania conviene essere più garbati). Ma persino Berlusconi sembra non prendersi seriamente. Il Presidente del Consiglio è tornato a Bruxelles con una lettera prolissa di autogiustificazioni e promesse, per lo più vecchie e alcune nuove.

Ma anche la più piccola delle sue concessioni mette a repentaglio la sua coalizione. Berlusconi incolpa Umberto Bossi, leader della Lega Nord, per il ritardo della riforma pensionistica. Bossi, a sua volta, accusa Draghi di tentare di sottrarre seggi al governo. La lettera alla BCE, dice Bossi, è stata una "fucilata a Berlusconi".

Pertanto il futuro dell'euro potrebbe essere determinato dalle azioni di due italiani: di Berlusconi, il buffone che potrebbe ucciderlo, e Mario Draghi, il tecnocrate che potrebbe essere l'ultima persona in grado di salvarlo. La nuova relazione fra i due potrebbe avere un inizio infelice: Berlusconi ha interrotto le discussioni durante il vertice del 26 ottobre per dire ad uno show televisivo italiano che l'euro è "una moneta senza una banca centrale alle spalle".

Berlusconi sorse dal collasso del vecchio ordine politico italiano successivo la caduta del muro di Berlino e una serie di inchieste in materia di corruzione conosciuta come Mani Pulite. Ha lanciato il suo partito in questo contesto: come magnate mediatico, sembrava una persona fresca e dinamica. Alcune indagini giudiziarie riguardanti presunte frodi finanziarie potevano essere fastidiose, ma certamente non fatali, in un paese in cui frode ed evasione fiscale sono ampiamente diffuse. Almeno, molti pensavano, Berlusconi porterà una nuova linfa imprenditoriale al governo. I suoi commenti licenziosi sulle donne erano, se così vogliamo dire, parte dell'essere un maschio italiano.

Mettiamo per un attimo da parte le squallide asserzioni riguardanti le feste Bunga Bunga. La debolezza più grande di Berlusconi è stata la sua incapacità di riformare l'economia italiana nonostante il suo governo goda di una comoda maggioranza. Alcuni lo consideravano la nuova Margaret Thatcher, ma il suo liberismo economico è stato inconsistente; ha perpetuato il vecchio clientelismo senza i vecchi partiti. È vero anche che ha beneficiato di un'opposizione debole. Tuttavia nel corso del tempo alcuni dei suoi ex-alleati, come la Chiesa cattolica e alcuni importanti uomini d'affari, gli si sono rivoltati contro.

In Italia sopravvivono alcune sacche di eccellenza, come le aziende familiari del nord del paese. In quanto alla vita pubblica, la Banca d'Italia resta l'ultimo rifugio della professionalità. È come se i politici italiani avessero capito che per quanto possano amministrare male lo stato, la banca centrale deve rimanere in grado di fare il suo lavoro. Non la si potrebbe definire perfetta (un ex-governatore sta facendo ricorso contro una sentenza di pena detentiva), ma ha prodotto una sorta di élite di tecnocrati. Ha sfornato presidenti e capi di governo - Carlo Azeglio Ciampi, un ex-governatore, ha rivestito entrambe le cariche - quando erano necessarie figure neutrali e affidabili.

Draghi non proviene esattamente da questo mondo: ha prestato servizio nel Ministero delle Finanze ed ha anche lavorato nel settore privato (presso la Goldman Sachs). Tuttavia come governatore uscente della Banca d'Italia, ha acquisito un'aura di competenza e indipendenza. Presiederà la BCE in un momento rischioso. Trichet, comprando i titoli degli stati più tormentati dell'eurozona, ha spinto i suoi poteri al limite. Lo ha fatto con riluttanza, spingendo i governi a prendere il controllo del fardello. Ma le casse del tesoro sono a corto di soldi, e forse non saranno mai in grado di proteggere grandi paesi come l'Italia. Se le protezioni cadono e l'incendio divampa, solo la fonte illimitata di liquidità della BCE potrà placare le fiamme. Draghi oserà utilizzarla contro la volontà del suo più grande azionista, la Germania?

Povera Italia

Nessuno vuole verificare tale asserzione. Sarebbe utile se l'Italia fosse meno infiammabile; ma l'Italia è resistente alle riforme fino alla testardaggine. La generazione di politici indolenti nata con Berlusconi potrebbe anche essere finalmente estirpata, ma non c'è un sostituto evidente. Un'idea sarebbe di ricorrere ad un governo tecnico, come già fatto in passato, per introdurre delle riforme di stampo europeista, appoggiate da tutti gli schieramenti politici.

E così 150 anni dopo che l'Italia si è liberata dal dominio straniero e si è conquistata l'indipendenza, il paese ha ancora bisogno del "vincolo esterno". Per un certo periodo, gli americani e l'Europa hanno assunto il ruolo del "vincolo esterno". Adesso invece ha un nome italiano: Draghi. Per far sopravvivere l'Euro, il nuovo capo della BCE dovrà salvare il proprio paese non solo dai mercati, ma anche dai suoi politici.

[Articolo originale "One could doom the euro; another could save it"]

 http://italiadallestero.info/archives/12774

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