Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Maggio 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

     1   2   3   4   5 
 6   7   8   9   10   11   12 
 13   14   15   16   17   18   19 
 20   21   22   23   24   25   26 
 27   28   29   30   31     

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 2632
15/02/2009 - 17:37:33

Riscoprire i classici: Nikolaij V. Gogol' (1809 - 1852)

ritratto di Gogol' Le anime morte - N. V. Gogol'

 


 

L'impiegato della dogana Cicikov è impeccabile, incorruttibile e determinato sul lavoro, tutti sanno che dove c'è lui niente passa illegalmente. Un bel giorno decide improvvisamente di fare il colpo grosso: dopo aver rifiutato mazzette dai trafficanti per anni affinché chiudesse un occhio e lasciasse passare qualche merce pregiata attraverso la dogana russa, dice sì e incassa tutti i soldi che gli erano stati promessi durante la sua onorata e onesta carriera. Fugge con un gruzzolo davvero considerevole e inizia a viaggiare per la Russia.
In realtà nulla è avvenuto per caso, Cicikov impiegato modello era solo una farsa. Egli si pregia di una grande pazienza e sa aspettare il momento giusto per far scattare il vero immorale che c'è in lui.
Ma come far fruttare questo denaro? I suoi intrallazzi sono stati nel frattempo scoperti, quindi la sua fama nell'amministrazione pubblica è delle peggiori, non può ricominciare a lavorare (peraltro non ne ha nemmeno voglia) e non può nemmeno starsene con le mani in mano tutto il santo giorno.
Così ha l'Idea: poiché il censimento viene fatto ogni tot anni, lui sa perfettamente che moltissimi proprietari terrieri continuano a pagare le tasse anche per contadini ormai morti. Certo, al prossimo censimento lo stato riconoscerà al proprietario questi decessi e lo rifonderà con gli interessi per ciò che ha pagato ingiustamente... Quindi cosa pensa il "buon" Cicikov? Di presentarsi come una sorta di filantropo nei governatorati più lontani dalle grosse città e di chiedere ai proprietari terrieri di regalargli le loro "anime morte", cioè quei poveri contadini morti di freddo, stenti e fame di cui devono ancora pagare le tasse.
Cicikov conta di rifarsi ovviamente con quegli interessi che l'erario somministerà a tutti coloro che hanno pagato preventivamente, ma certamente questo fatto non viene rivelato agli avidi padroni, i quali dal canto loro pensano solo ad alleggerirsi delle tasse da pagare nel presente. Insomma una truffa ai danni dei truffatori, ecco perché Cicikov moralmente non sente di compiere nulla di male.
Egli peraltro sa comportasi in società, viene accolto ovunque come un gentiluomo, ha maniere squisite e garbate (solo) con le persone che contano e riesce ad accattivarsi le simpatie di tutti. Ma quando inizia a chiedere ai possidenti, fra una cena e l'altra a cui è costantemente invitato, queste benedette "anime morte" la voce gira e a tutti sembra abbastanza bizzarra e macabra la richiesta di questo presunto benefattore, non comprendendo dove sta l'inganno. Cicikov è scaltro ma sottovaluta le gelosie femminili delle gentildonne del governatorato, quando ad una festa nega le attenzioni ad una signora per pura superficialità, il mattino dopo la stessa si reca dalla sua migliore amica a raccontare che le "anime morte" servivano a loschi traffici e si monta il caso. In breve Cicikov è costretto a fuggire da una città che lo aveva accolto come un santo.
La trama non finisce qua ovviamente, anche perché sarebbe così svelato il finale.
Inizia la seconda parte del romanzo che ahimé e ahinoi, l'autore distrusse in buona parte il 20 febbraio 1852, un giorno prima di morire. Il perché non si sa, probabilmente l'autore era troppo malato e depresso per ragionare lucidamente.

La genialità e la contemporaneità del romanzo stanno nella denuncia che Gogol' compie sulla società russa attraverso Cicikov e tutti gli altri protagonisti: a personaggi moralmente positivi contrappone sempre i vizi di quelli negativi che sono la maggioranza ovviamente. Quello che fa riflettere è che Gogol' voleva criticare il malcostume della classe impiegatizia russa, dei nuovi ricchi e dei nuovi nobili russi, ma in realtà sembra di leggere un racconto sull'Italia di oggi, di ieri e purtroppo di domani se questi sono i presupposti. Insomma, tutto il mondo è paese, questo detto mai fu più vero se non dopo aver letto questo libro.
Cito una frase e credo che tutti noi ci ritroveremo un brano consistente di Italia:
Accuse ricadranno sull'autore anche da parte dei cosiddetti patrioti, quelli che se ne stanno tranquilli nei loro angolini a farsi gli affari loro, accumulano capitali e costruiscono le loro fortune a spese degli altri: non appena succede qualcosa che a loro sembri offensivo per la patria, per esempio, vede la luce un libro che contiene un'amara verità, escono di corsa dagli angoli come ragni che vedono la mosca imprigionata nella ragnatela e subito levano alti lai: "Era proprio il caso di mettere queste cose in piazza, di parlarne a voce alta? Quello che è descritto qui, sono cose nostre... era davvero il caso? Cosa diranno gli stranieri? A chi fa piacere sentire brutte opinioni sul proprio conto? Pensano che non ci ferisca? Pensano che non siamo patrioti?". Devo ammettere che a commenti così ponderati, in particolare quello relativo all'opinione degli stranieri, c'è poco da rispondere.
(...)
...solo per rispondere modestramente alle accuse dei nostri ardenti patrioti, che nel frattempo si occupano tranquilli di filosofia o di accrescere i risparmi a spese della patria teneramente amata, pensando non già a non fare niente di male, ma a che non si dica di loro che fanno qualcosa di male
.
Per concludere: il romanzo è divertentissimo. Gogol' aveva il dono di una scrittura frizzante, ironica, tagliente e un modo grottesco di delineare i personaggi che diventano vere e proprie macchiette nello sforzo che compiono di apparire seri e all'altezza della carica. Più ricoprono ruoli importanti, più Gogol' li ridicolizza con vizi, abitudini malsane, inettitudini.
Un classico della letteratura ottocentesca assolutamente da riscoprire.

 

Monica

Inviato da: suede68 Trackback: 0 - Commenti: 2



La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/blog_magazine/trackback.php?msg=6521139

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:

Nessun Trackback



 
 
Inviato da miladylady il 16/02/09 @ 00:31 via WEB
davvero interessante, non conosco questo romanzo, mi hai incuriosita,lo leggerò. un abbraccio e buona settimana.
(Rispondi)

.. 
 
Inviato da suede68 il 16/02/09 @ 01:47 via WEB
Sono certa ti piacerà ;)
(Rispondi)



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963