Credo«Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che ci ho un buco grosso dentro, ma anche che il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.» il "credo" di Ivan Benassi detto Freccia Radio Freccia - Luciano Ligabue 1998 CaterinaPoi arrivò il mattino e col mattino un angelo Caterina - Francesco De Gregori - 1982 I miei link preferitiArea personale- Login
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Creato da: certenottiqui il 06/05/2006
"...a chi non butta via la notte coi pensieri..."
Naufragio
Post n°215 pubblicato il 26 Agosto 2009 da certenottiqui
Andata dolce, ritorno violentissimo. Apro in anticipo la porta della mia casa. Ed è un sollievo. Il silenzio mi avvolge come un manto benefico, è una carezza che spegne urla di dolore e delusione, di rabbia e ribellione. Torno con una consapevolezza che ora è più lucida che mai. No, non c’è speranza. E’ solo vuoto che mi accoglie ogni volta, indifferenza. Per l’ennesima volta torno senza forze. Spremuta come un frutto rosso… e sono gocce di sangue, il mio, quelle che offro a tutti in bicchieri di cristallo… prendete e bevetene tutti… alla mia salute e alla mia morte… Non si affievolisce quell’odore fetido. Anzi si amplifica. Non è più solo nausea. E’ inarrestabile vomito, violento, doloroso. Mi camminano sopra senza vedermi, calpestando ogni centimetro di pelle ormai tumefatta. Li lascio fare. Non oppongo resistenza. Mi lascio fare a pezzi da chi amo. Non un respiro, non un grido, nulla. Mi fanno male e li amo di più. Non lo sanno. Sono senza colpe loro. Innocenti spettatori di un fantasma che loro credono un’eroina. Un’attrice piuttosto. Copione sempre nuovo, battute scoppiettanti, sorrisi e carezze. Questo elargisco appena il sole illumina le finestre al mattino. Nessuno s’accorge di occhi troppo gonfi piantati su una faccia stravolta dall’insonnia, dal pianto, dal tormento. Trasparente. E’ solo fumo quello che pochi vedono avvolgersi intorno, ma nessuno coglie il fuoco che mi brucia dentro. Mi sento come uno straccio usato mille e mille volte, ormai consunto e gettato via…come fossi niente… servita allo scopo… fine di tutto. Non bastavano svariati uomini a farmi sentire una lattina vuota, ora anche chi amo mi regala generosamente questa sensazione. E crollo rovinosamente… Oggi mentre tornavo a casa, la mia, guidavo urlando e piangendo. Non ricordo la strada né quanto ho impiegato a varcare la barriera di Roma Sud. Ricordo di aver pensato a due sole strade davanti a me: lasciarmi definitivamente andare fingendo ancora e stampandomi in faccia rassicuranti sorrisi oppure tentare l’ultimo colpo di coda, chiudendomi in me stessa e tentando di rialzare la testa, scavando ancora alla ricerca di forze nuove. La prima strada mi porterà alla morte interiore e alla sopravvivenza catatonica. La seconda mi porterà all’isolamento, ad una ancora più profonda solitudine e alienazione, all’aggressività violenta, però forse dopo un po’,come sempre, ritroverò le forze per rialzarmi dentro e fuori, al prezzo di perdere gli affetti più cari. Ho sempre scelto la seconda. Sono esausta. Stavolta scelgo la prima. E vaffanculo!
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Chissà se in cielo passano gli WhoE buonanotte a tutti i sognatori Luciano Ligabue - Fuori come va? - 2002 Cerca in questo BlogUltimi commentiAlmeno Credo credo che ci voglia un dio ed anche un bar
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