le parole son pietre

pretese

Pretendo solo che non faccia la mia stessa fine, non credo di pretender troppo, ma vivere di certezze relative, turni e sveglie, deficit di sonno, polveri fini che si sedimentano nei polmoni, rumori, calore, ebbene non credo sia pretendere troppo per un figlio. ma il ragazzo ancora non ha concettualizzato bene il messaggio, e lo studio per lui è più una palla al piede che altro, così come fu per me più di trenta anni orsono.

Molti anni fa c'era la possibilità di seguire la via del lavoro, oppure quella dello studio, era pur sempre un'alternativa. oggi questa opzione è nulla, inesistente, e anche se ci fosse, impedirei con ogni mezzo possibile a mio figlio di metter piede in una fabbrica, anche solo per doversi costruire un ego alfanumerico come quello riportato sul badge.

Certo è una posizione estrema, ma preferisco questo atteggiamento che non un certo permissivismo, pur rendendomi conto che probabilmente commetto un errore. ma troppe sono state le volte in cui ho dovuto ingoiare rospi, e troppe le volte in cui ho visto persone che non meritavano nulla assurgere a posti di rilievo. perchè la fabbrica da' si il pane, ma è condito col fiele.

Per cui figliolo rassegnati, schiatta sui libri che ti piaccia o meno, non farai la fine che ho fatto io.