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« materialismo storicoCalore »

binari

Post n°709 pubblicato il 08 Novembre 2015 da ciemmetre

Ci fu un tempo in cui la distanza immane venne colmata attraverso il cullare di un treno. Rollio e beccheggio di una nave di terra che argina il movimento entro due strisce parallele di acciaio. L'affetto per un treno o per una linea in particolare nasce dai ricordi che legano la vita a quella transumanza; un movimento a pendolo fra nord e sud e viceversa, in cui le stazioni, i rumori e gli odori divenivano sempre più familiari. l'andata era la gioa e la libertà, il ritorno; plumbeo e vitreo in cui nostalgia e ricordi erano sedimentati sotto forma di memoria.

Svariati anni di questa vita in cui l'identità si forma in itinere e si plasma senza un preciso riferimento geografico o linguistico. Contrapposizione fra nord e sud.

Poi il fiume della vita cambia tutto, generalizza e parzializza le esperienze, le sommerge ed evidenzia solo apparenti isole di serenità.

Eppure esistono costanti nel nostro essere, che si ripetono  e si impongno a prescindere dalla volontà. Quei binari sono tornati nuovamente in forma certamente diversificata, ma la liturgia non cambia, non muta affatto. Pur vivendo in una città diversa da quella che naturalmente dovrebbe accogliermi, il movimento a pendolo si ripresenta sotto forma tenue e costante. E sono stazioni, luci e rumori che conosco a memoria, con una andata gioiosa verso la libertà ed un ritorno pensieroso e solo.

Certo, sui binari c'è da far facile poesia, ma di sicuro, ci son da far anche tante lacrime, dopo dipende se le lacrime son per i ritardi oppure per motivi alterni.

Sui binari mangiai pane e formaggio, oppure pane e frittata. il metodo migliore per ingoiare fame e tristezza, bevevo acqua e stavo chiuso nello scompartimento claustrale che diveniva cella e territorio. Salvo il fatto per poi liberarlo alla meta dal suo vincolo di protezione; in quanto minore e non accompagnato. Sui binari assaporai i rumori, che cambiarono col tempo, diventando quasi asettici e sbuffanti al giorno d'oggi. Sui binari crebbi e mi formai le ossa, persi la paura di restare solo; ebbi due famiglie e padri e madri. Ma questa è un'altra storia, troppo lunga e troppo complicata, in cui poesia e metrica vengono messi a dura prova.

Quando sarà il tempo, anche per questa storia ci sarà un suo spazio,nel frattempo. buona serata.

 

 

 
 
 
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