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Post n°192 pubblicato il 20 Maggio 2017 da coluci
IL SELFIE
... sono proprio figo... La vanità è a tal punto radicata nel cuore dell'uomo
L'uomo ama tanto se stesso
Uno dei fenomeni di moda è il selfie, autoscatto di se stessi con smartphone o tablet (eppure la lingua italiana è ricca di meravigliosi vocaboli e sinonimi!!!).
Con un click "posto" la mia presenza, mi automanifesto. Mi autocongratulo per la mia avvenenza, esibisco le mie singolari fattezze, la linea perfetta, l'acconciatura (helfie), il lato B (belfie), l'estroso look, l'ambiente in cui sto agendo (welfie, se in ufficio), in situazione di ebbrezza (drelfie).
Si vuol fissare nel tempo un pezzo di presente, rendere noto il proprio stato d'animo in relazione a eventi o incontri emozionanti che ci fanno sentire importanti.
Certamente chi si fa un selfie occasionalmente non è configurabile in tutte le molteplici forme che ho elencato, ma l'una o l'altra certamente se la può ascrivere.
Perché questa moda?
Faccio semplici (forse semplicistiche???) ipotesi per cercare di interpretare il fenomeno.
- Il semplice bisogno di apparire, di mettersi in mostra. In fondo la nostra è una società dell'immagine.
- La paura di essere sottostimati, sottovalutati. Il selfie è un modo di gratificazione autocelebrativa, l'offrire un'immagine di sé attraente, apprezzabile se non eccellente, diversa da quella sfocata, ordinaria se non modesta, che pensiamo gli altri immaginano, ma che non vorremmo immaginassero.
- Una certa insoddisfazione per la propria vita sentimentale, relazionale, per cui si sente il bisogno di "regalarci-esporci", per lo meno, allo sguardo, al contatto "solo virtuale" con chi ci è legato o ammira.
- L'ambiente che ci circonda (famiglia, gruppo) è poco accogliente, poco attento al bisogno di "raccontarci", ci stima relativamente, non ci soddisfa nelle aspettative; si sente il bisogno di straripare, di fuoriuscire e offrirsi senza velature. "La mia narrazione è per te che liberamente mi vedi e ascolti!"
- Un modo per esorcizzare le proprie insicurezze, paure, ansie, moti di imitazione in una società fortemente competitiva e invasa dal gossip e dal vippismo. "Non sono l'ultima/o arrivato. Anch'io conto e non sfiguro. Vedete un po' le/gli rassomiglio... vero?"
- Una forma di spassosa goliardia, per divertirsi, giocare, dimenticare i problemi.
Concludo osservando che un modello di comportamento (soprattutto se diventa di massa e circoscritto in alcune fasce di età) esprime nuove esigenze relazionali, originate da un malessere.
Certamente il bisogno di distinguersi, un'ansia di differenziazione, una ricerca di identità (?!?!?). |
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Non credo perché sia brava a non lasciarmi influenzare da tendenze modaiole... no. Più che altro perché non mi piace la mia immagine riflessa, scoprendo in essa innumerevoli difetti... come chiamarmi? Complessata? Mah? Però non è che me ne faccia problemi, preferisco sempre postare paesaggi... che è meglio! ^__^