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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 16/05/2015

 

Comunicato stampa

Post n°3496 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Comunicato-stampa COBAS

 

In risposta alle minacce di precettazione, abbiamo indetto il blocco degli scrutini e di ogni attività scolastica per due giorni, auspicando che lo stesso facciano tutti gli altri sindacati.

Bocciamo il “cattivo maestro” Renzi e il suo Ddl, no al preside-padrone, no ai quiz, sì all’assunzione stabile dei precari secondo la sentenza della Corte di giustizia europea

Proponiamo inoltre agli altri sindacati e al popolo della scuola pubblica di essere tutti in piazza domenica 7 giugno in difesa della buona Istruzione

“La minaccia di precettare gli insegnanti è un oltraggio alla scuola pubblica, una di quelle prepotenze verbali che eccitano gli animi e accendono lo scontro sociale. E infatti nessun governo in Italia è mai ricorso davvero alla precettazione dei professori…Speriamo dunque che al presidente dell’Autorità di garanzia degli scioperi Roberto Alesse..vengano tirate le orecchie da Renzi e dal ministro Giannini” ha scritto ieri Francesco Merlo, non esattamente un militante COBAS, su “La Repubblica”. Purtroppo l’auspicio non si è realizzato ed anzi la minaccia di precettazione, che in ogni caso competerebbe ai prefetti in casi di emergenza e di “grave turbativa” provocati da uno sciopero, è stata sbandierata ai quattro venti e ingigantita, con lo scopo di intimorire i lavoratori/trici. E un primo preoccupante effetto lo si è visto ieri, quando dalla manifestazione a Roma dei Cinque sindacati, fino a ieri quasi tutti favorevoli al blocco, nessun annuncio in tal senso è emerso e non ci sono state repliche nette alle inaccettabili minacce.

Dunque, anche se avremmo preferito una convocazione unitaria, riteniamo che vadano rotti gli indugi per dare con urgenza un forte segnale che tranquillizzi i docenti e che dimostri la legittimità della forma di lotta proposta: e per questo abbiamo indetto, auspicando fortemente che anche gli altri sindacati facciano lo stesso, il blocco degli scrutini e di ogni attività scolastica per tutto il personale per due giorni consecutivi, a partire dal giorno seguente la fine delle lezioni, differenziata per Regioni. E precisamente: i giorni 8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana,Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige. Ricordiamo ai presidi e a tutti/e che non è possibile procedere ad alcuno scrutinio finale prima che siano terminate le lezioni (comma 7, art.192 del DLgs 297/1994) e che non si possono spostare d’ufficio scrutini già convocati nei giorni di sciopero (attività antisindacale) e che saremmo costretti a perseguire eventuali illegalità in tal senso.

Restiamo in attesa di una nuova convocazione da parte del “cattivo maestro” Renzi affinché, dopo l’imbonimento massmediatico alla lavagna, ci si spieghi: 1) come potrebbe un preside con centinaia di docenti nei vari plessi - che vede, al più, due o tre volte l’anno in collegio docenti - giudicarne le capacità didattiche; 2) come lo potrebbero fare addirittura i genitori e gli studenti, assegnando aumenti salariali ad un dieci per cento di “migliori” docenti; 3) con quali doti medianiche un preside “ingaggerà” dagli Albi territoriali docenti mai visti e conosciuti, 4) perché precari con la stessa anzianità di servizio dei possibili stabilizzati verrebbero gettati fuori dalla scuola; 5) perché dovrebbero essere i cittadini, e non lo Stato, a finanziare le scuole con il 5 per Mille, favorendo quelle delle zone ricche a discapito delle disagiate; 6) perché non si dividono tra “bravi” e “somari”, con differenti stipendi, anche, ad esempio, i medici, i magistrati, i parlamentari e i politici.

Sulla base delle risposte e sulla disponibilità a ritirare il Ddl, promulgando un decreto per la stabilizzazione dei precari, valuteremo come proseguire la lotta, anche oltre i due giorni di blocco già indetti, se così deciderà la maggioranza dei docenti e degli Ata. Di questo discuteremo con i lavoratori/trici nelle giornate di mobilitazione unitaria tra il 18 e il 20, in occasione del voto sul Ddl alla Camera: come pure del modo di smontare il tentativo del governo di contrapporre i docenti alle famiglie. Offriamo a tutti/e un’occasione per manifestare contro l’immiserimento materiale e culturale provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica del Ddl: una manifestazione nazionale domenica 7 giugno o in alternativa decine di manifestazioni cittadine in tale giornata. Proposta che rinnoviamo ai sindacati che hanno scioperato con noi il 5 maggio e al popolo della scuola pubblica: una domenica con centinaia di migliaia di persone in piazza sarebbe un segnale fortissimo, che neanche il Grande Imbonitore riuscirebbe a nascondere.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

16 maggio 2015

 
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Video

Post n°3495 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: VIDEO

Da "Facebook"

 

A tutti i colleghi/e e agli  amici del blog che ci seguono e stimano

 

Guardate ed ascoltate attentamente questo video realizzato magistralmente da una nostra collega. Dovremmo essere fieri di tutti i nostri colleghi e RINGRAZIARE, tra i tanti, i colleghi di sostegno che con preparazione, abnegazione ed immenso impegno si occupano dei nostri ragazzi più svantaggiati. Brava , brava, brava. Complimenti davvero sentiti alla NOSTRA Anna Chiara . Non smetterò di dire che "LA VERA BUONA SCUOLA" siamo noi docenti di tutte le discipline che, quotidianamente, aiutiamo i ragazzi, non solo in un percorso di crescita culturale, ma , parallelamente,in un percorso di maturazione e crescita interiori.

(cliccare sul link)


▶ Al Presidente Renzi - YouTube

 
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Presidio contro DDL

Post n°3494 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Cobas Sardegna"


PRESIDIO a CAGLIARI martedì 19 maggio, ore 16.00
CONTRO il DdL Scuola del Governo c/o USR Sardegna



CONTRO il DdL sulla Scuola
in votazione alla Camera


in contemporanea con altre decine di piazze italiane

i COBAS Scuola Sardegna organizzano

con tutte le altre Organizzazioni Sindacali della Scuola
(FLC-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda ed Anief)


a CAGLIARI martedì 19 maggio 2015
dalle ore 16.00 alle ore 19.00


un Presidio-SIT-IN
nello spazio antistante l'USR Sardegna
in v.le Regina Margherita


per il ritiro dell'inemendabile Disegno di Legge
CONTRO la Scuola Pubblica,
per un Decreto Legge per l'assunzione di tutte/i le/i precari


COBAS Scuola Sardegna

 
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Risultati elezioni CSPI

Post n°3493 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Cobas Sardegna"

In Sardegna ECCEZIONALE risultato dei COBAS alle Elezioni del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione)


Lo scorso 28 aprile 2015, in tutti gli istituti scolastici italiani si sono tenute le elezioni per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione - CSPI. Al MIUR non si erano accorti che esiste "Sa die de sa Sardigna" e, quindi, in Sardegna abbiamo votato tra il 29 aprile ed il 4 maggio 2015.
Il 20 febbraio 2015 il Consiglio di Stato ha, infatti, imposto al MIUR di ripristinare l’elezione diretta del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, un organo che (con il nome di Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) ha avuto fino alla metà degli anni ’90 un ruolo rilevante nel definire gli orientamenti - pur come organo consultivo - della scuola pubblica, pronunciandosi sui provvedimenti più importanti, ministeriali e governativi, che la riguardavano. Esso era formato da rappresentanti di tutte le componenti della scuola e le elezioni avevano come obiettivo sia la scelta dei docenti, Ata e presidi che ne dovevano far parte, sia la misura della rappresentatività nazionale dei vari sindacati, con i relativi diritti assegnati a chi superava il 5% di voti.
Quindi dopo la faticosa, complessa e soprattutto impari campagna elettorale per il rinnovo delle RSU, conclusasi poco più di due mesi fa, ci siamo cimentati in una nuova "competizione" elettorale nella quale abbiamo presentato liste COBAS in tutte le componenti: ATA, Docenti di tutti gli ordini di scuola e Dirigenti Scolastici.
Alle ultime elezioni RSU, esclusivamente con la pura militanza e senza alcun diritto di ASSEMBLEA nelle scuole (e quindi con diverse condizioni per trovare candidati nelle singole scuole), il risultato è stato eccellente perché i COBAS Scuola hanno ottenuto in Sardegna una media regionale assoluta di voti del 12,5%. I COBAS Scuola Sardegna hanno anche 1.000 (diconsi MILLE) iscritte/i e, quindi sono più che rappresentativi delle/dei lavoratrici/tori della scuola Sarda, perché hanno oltre il doppio della media del 5% tra voti ed iscritti che la "Legge Bassanini" prevede per ottenere la rappresentatività sindacale, ma le norme capestro prevedono che tale media debba esistere sull'intero territorio italiano.

Ora con le elezioni del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) si è tenuto, per la prima volta dopo 19 anni (le ultime elezioni dell’allora CNPI si svolsero nel lontano 1996), il primo test con liste nazionali dal quale si può effettivamente desumere quale sia la “reale ed effettiva” rappresentatività nazionale e territoriale delle diverse Organizzazioni Sindacali.

Anche per questa tornata elettorale abbiamo dovuto “combattere” per poter svolgere riunioni nei luoghi di lavoro in orario di servizio (prerogativa di tutte le altre sigle sindacali), e solo per l’ultima settimana di campagna elettorale siamo riusciti ad ottenere dal MIUR tale diritto.

 

Ciononostante i COBAS in SARDEGNA hanno ottenuto un risultato elettorale ECCEZIONALE e sono (praticamente alla pari con la FLC CGIL) la prima forza sindacale nelle scuole sarde (CGIL 3.066 voti e COBAS 3.015 voti).

 

Totale VOTI elezioni CSPI 2015 in SARDEGNA

 

liste

voti

%

CGIL

3.066

25,16%

COBAS

3.015

24,74%

CISL

1.577

12,94%

GILDA

1.022

8,39%

ANIEF

758

6,22%

UIL

565

4,64%

SNALS

473

3,88%

UNICOBAS

226

1,85%

ALTRI

1.483

12,17%

 

 

I COBAS ottengono il PRIMO posto assoluto in provincia di CAGLIARI (con quasi il 36% dei consensi medi tra tutte le liste ATA, Docenti e Dirigenti).

 

In Sardegna i COBAS sono primi tra i Docenti delle scuole elementari (con oltre il 60% in provincia di Cagliari e quasi il 47% in tutta la regione) e tra i Docenti delle scuole superiori (oltre il 37% a Cagliari e quasi il 25% totale) e secondi tra i docenti delle scuole medie (con quasi il 20% in Sardegna), ottengono ottimi risultati (terzo posto assoluto) nelle province di Nuoro, Oristano e Sassari ed hanno soddisfacenti percentuali anche tra gli ATA, le/i docenti di scuola dell’infanzia ed oltre il 7% anche tra i Dirigenti Scolastici.

 

Il candidato di gran lunga più votato in Sardegna (di tutte le liste nei diversi settori) con 1.174 preferenze è Nicola GIUA, maestro elementare, portavoce dei COBAS Scuola Sardegna e componente dell'Esecutivo Nazionale dei COBAS.

 

La connessione tra la percentuale raggiunta dalle diverse Organizzazioni Sindacali e la loro rappresentatività non ci sarà nell’immediato, (perché ora essa è stata determinata incredibilmente dalle elezioni RSU “scuola per scuola”), ma per noi COBAS questo risultato rappresenta la dimostrazione inconfutabile del nostro peso e ruolo nella categoria e ci consentirà di aprire un contenzioso politico, sindacale e giuridico, sia nazionale (dove supereremo sicuramente il 5%) che, in particolare, in Sardegna per ottenere finalmente la restituzione dei diritti sindacali fondamentali.

 

Da domani pur rappresentando oltre un quarto dei docenti ed ATA della Sardegna a noi COBAS cercheranno di non consentire alcuna agibilità sindacale e, soprattutto il DIRITTO di ASSEMBLEA nei luoghi di LAVORO, che, anche alla luce di tali straordinari risultati, noi rivendicheremo quotidianamente con una lotta senza quartiere.

 

Grazie a tutte/i le/i colleghe/i per il grande riconoscimento del lavoro che svolgiamo in Sardegna e proseguiamo la lotta per il ritiro del nefasto DdL contro la Scuola Pubblica.

 

COBAS Scuola Sardegna

 
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DDL Scuola

Post n°3492 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole

Da "La Tecnica della Scuola"

 

 

Ddl Scuola, approvati i primi 7 articoli, tranne il 6. Si riprende lunedì


Prima giornata di lavori in aula per l'approvazione del disegno di legge presentato dal governo Renzi. L'articolo 6 accantonato perchè manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento. Ecco cosa prevedono gli articoli approvati


Andrea Carlino

Si chiude la prima giornata di lavori alla Camera per l'approvazione del Ddl Scuola presentato dal governo Renzi.

Vediamo nel dettaglio cosa è stato approvato

L'articolo 1 chiarisce gli obiettivi del ddl e l'impianto pedagogico e posti al centro l'autonomia, così come definita dalla legge Berlinguer del 1997, l'apertura delle scuole al territorio, il coinvolgimento pieno della comunità scolastica nella definizione del piano dell'offerta formativa e l'apprendimento per competenze.

L'articolo 2, invece, affida al dirigente scolastico la garanzia di "un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali", "nel rispetto delle competenze degli organi collegiali". L'articolo introduce anche la novità dell'organico dell'autonomia", istituito sull'intera istituzione scolastica o istituto comprensivo e che tutti i docenti che ne fanno parte "concorrono alla realizzazione del Piano triennale dell'offerta formativa con attivita' di insegnamento, potenziamento, sostegno, organizzazione, progettazione e coordinamento". Il testo approvato prevede che il Piano triennale sia rivedibile annualmente ed è elaborato non più dal dirigente scolastico, ma dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi e delle scelte di gestione e amministrazione definiti dal dirigente scolastico ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto. 

L'articolo 3  riguarda il percorso formativo dello studente e introduce la novità del curriculum dello studente che raccoglie "tutti i dati utili ai fini dell'orientamento e dell'accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi, alle competenze acquisite". Nel corso dell'esame in Aula è stata soppressa la contestata norma che prevedeva tra i finanziamenti esterni dei percorsi formativi anche quelli derivanti dalle sponsorizzazioni.

L'articolo 4 rafforza il collegamento fra scuola e mondo del lavoro. La norma introduce una previsione di durata minima dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni di scuola secondaria di secondo grado (almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei), prevede la possibilità di stipulare convenzioni anche con gli ordini professionali e dispone che l'alternanza puo' essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche nonché all'estero.

L'articolo 5, invece, riguarda l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. Le novità principali rispetto alla legislazione vigente sono la previsione di una disciplina transitoria per l'accesso al già previsto ruolo speciale e nella specifica che i docenti di tale ruolo speciale sono incardinati nei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti.

L'articolo 6è stato accantonato così come l'8, mentre l'articolo 7 vengono stanziati 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori

Nel giorno in cui l'aula della Camera inizia a votare gli emendamenti (750 quelli ammessi) al ddl scuola il premier Matteo Renzi ha spinto nuovamente avanti la riforma: "Pronti a discutere il merito di tutto, con tutti, dalla scuola alla Pa - ribadisce con un tweet -. Ma dopo aver discusso, si decide. L'Italia non può più perdere tempo". La riforma della scuola è stata al centro di un fitto e lungo botta e risposta, a Radio anch'io, tra il premier e i cittadini. Rivendicando l'aumento del numero dei deputati del Pd da inizio legislatura, Renzi non ha tralasciato l'occasione per un affondo alle minoranze del suo partito. Proprio la minoranza dem ha promesso una battaglia "di merito" in aula su tre grosse questioni: potere dei presidi di chiamare direttamente gli insegnanti che va "abolito", 5 per mille da "abrogare" e un piano pluriennale di assunzione dei precari.

Emendamenti "decisivi" per Stefano Fassina pronto a lasciare il Pd se la riforma della scuola "non verrà cambiata radicalmente". Modifiche su cui in aula ci si attende la convergenza di Movimento cinque stelle e Sel. 

 
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DDL SCUOLA

Post n°3491 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Segue

CRONACA DELLA GIORNATA

Al via nell'aula di Montecitorio, guidata dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio, l'illustrazione e il voto degli emendamenti al ddl scuola. Gli emendamenti per l'aula sono 1.333. La Camera lavorerà alla riforma per tutta la giornata. 

AGGIORNAMENTI

11.15  Il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, durante l'esame del ddl scuola in Aula alla Camera è intervenuto per chiedere una sospensione dei lavori nel pomeriggio, alle 16.30, per partecipare al confronto che i sindacati hanno chiesto ai parlamentari, in un' assemblea in piazza del Pantheon. "Sarebbe giusto - ha detto Scotto - , anche dopo le parole di Matteo Renzi di questa mattina sulla volontà di dialogo con il mondo della scuola di tenere aperto un filo di confronto, sospendere la seduta di oggi pomeriggio per dare la possibilita' ai parlamentari di partecipare all'incontro chiesto dai sindacati. La sospensione di qualche ora della seduta permetterebbe a tutti i colleghi di partecipare all'assemblea di Piazza del Pantheon. Sarebbe un atto da parte di noi parlamentari di grande sensibilità e di grande rispetto nei confronti delle istanze del mondo della scuola". 

11.35 "Non si possono bloccare gli scrutini, non si può buttare il lavoro degli studenti. Luciano Lama rimosse il responsabile scuola della Cgil per questo". Lo ha detto Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico a "diMattina" su Rainews, intervistato sulla riforma della scuola.

11.37 "Mi auguro che le organizzazione sindacali non arrivino al blocco degli scrutini come strumento di lotta. Bloccarli significherebbe impedire alle famiglie e agli studenti di potersi iscrivere al livello successivo di scuola, un servizio essenziale e un diritto dei cittadini. La Gelmini ha tagliato 8 miliardi e con questo provvedimento ne rimettiamo 4, ha tolto 85.000 insegnanti e noi ne assumiamo subito 106.000, facciamo un concorso per altri 60.000 e nel triennio ne assumeremo 280.000". Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni, intervistata a Radio Città Futura. 

11.39 Via libera dell'aula della Camera all'articolo 1 del ddl  così come è stato riscritto dalla commissione Cultura. L'articolo è passato con 243 sì, 107 no e 1 astenuto. "Vengono chiariti gli obiettivi del ddl e l'impianto pedagogico e posti al centro l'autonomia, cosi' come definita dalla legge Berlinguer del 1997, l'apertura delle scuole al territorio, il coinvolgimento pieno della comunità scolastica nella definizione del piano dell'offerta formativa e l'apprendimento per competenze" ha commentato Maria Grazia Rocchi, deputata del Pd componente della commissione Cultura. 

12.26  "Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia". Lo afferma, in un tweet, il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini che è presente in aula alla Camera per seguire i lavori sul ddl scuola. 

13.04 "Mi auguro che prevalga il buon senso e il senso di responsabilità. Qui c'è da contemperare il diritto di chi vuole protestare con quello di chi vuol portare a termine l'anno scolastico. Mi auguro che non ci sia la prevalenza di un diritto sull'altro, che non ci sia qualcuno che ci debba rimettere in tutto questo". Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, a margine della presentazione del suo volume "Lo sguardo lontano" al Salone del libro di Torino, in merito alle polemiche sulla riforma della scuola. 

13.15  "Arriva l'ennesima sparata del presidente del Consiglio sulla scuola. Oggi afferma che lo stralcio delle assunzioni è impossibile, ma non ci ha degnato neppure di una risposta quando questa proposta l'abbiamo avanzata ufficialmente a lui e al ministro Giannini, all'inizio di aprile. In quel momento ci sarebbe stato tutto il tempo per cambiare rotta: la verità è che non hanno voluto e non vogliono farlo e il ddl lo impongono in blocco". Lo hanno affermato in una dichiarazione congiunta i parlamentari del MoVimento5 Stelle in commissione Cultura. 

13.17  "Basta annunci a mezzo stampa. Se Renzi vuole davvero il dialogo con il mondo della scuola passi dalle parole ai fatti. Il Premier va in giro a dire che vuole tenere aperto un confronto mentre in Parlamento il Pd e la maggioranza vanno avanti senza sosta e senza esitazioni nella demolizione della scuola pubblica. L'opposto di quello che dice". Così il capogruppo di Sel a Montecitorio on. Arturo Scotto commentando le parole del Presidente del Consiglio.

13.19  "Renzi non mi ha convinto. E il posto vero dove l'avrebbero messo volentieri studenti e professori, che gli hanno segnalato qualche errore nella comunicazione, e l'hanno invitato a studiare meglio quello che deve dire, è dietro la lavagna piuttosto che davanti". Così Maurizio Landini , segetario generale Fiom commenta con Askanews la riforma della "buona scuola" comunicato dal premier personalmente con tanto di gessetto e lavagna, sottolineando che "il suo problema più grosso è che non ha convinto la maggioranza di quelli che lavorano nella scuola, gli studenti, e soprattutto la maggioranza del paese".

15.04  "Sulla scuola si sta consumando l'ennesimo pasticcio, sintesi perfetta del modo di procedere renziano. Mentre il disegno di legge avanza faticosamente e tra le polemiche alla Camera - e anche qui il voto di fiducia, l'ennesimo, e' in agguato - Renzi si affanna a riscrivere la storia di questa vicenda, cominciando finalmente ad ammettere che qualcosa non abbia funzionato". Lo dichiara in una nota Italia Unica, il partito guidato da Corrado Passera. 

15.05 Sulla riforma della scuola "c'è ancora spazio per discutere, siamo disponibili a tutto. E' chiaro che abbiamo un'idea ben chiara della scuola e su questo portiamo avanti la nostra idea". Lo ha detto Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, parlando con i giornalisti a Prato

15.13 “Dal momento che il premier Renzi continua a parlare di ascolto rispetto al ddl scuola, chiediamo ancora una volta al governo di prestare attenzione ad alcune delle nostre principali proposte, a cominciare da quella per gli idonei del concorso 2012. La loro immissione in ruolo può avvenire giuridicamente già nel 2015 con decorrenza economica a partire dal 2016, a valere sul turn over o sui posti del futuro concorso”. Lo dichiara, in una nota, la responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. “Crediamo inoltre sia doveroso un intervento per rafforzare le tutele non discriminatorie sul lavoro e per rispondere alle istanze dei docenti impegnati nell'assistenza dei familiari con disabilità o dei figli piccoli”, conclude la deputata. 

15.31 "Noi siamo per fare cose legali e per non creare problemi alle famiglie, ma ancora una volta, con le sue dichiarazioni sul blocco degli scrutini, il Garante per gli Scioperi dimostra di garantire solo il divieto di sciopero". Lo ha detto il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, intervenendo sulla questione scuola.

15.45  I lavori a Montecitorio, in base a un'intesa tra i gruppi, saranno sospesi un'ora per consentire ai deputati di andare all'iniziativa al Pantheon. 

16.39 L'aula della Camera ha approvato con 251 sì e 83 no l'articolo 2 del ddl scuola. La norma affida al dirigente scolastico la garanzia di "un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali", "nel rispetto delle competenze degli organi collegiali".

L'articolo 2 introduce la novità dell'organico dell'autonomia", istituito sull'intera istituzione scolastica o istituto comprensivo e che tutti i docenti che ne fanno parte "concorrono alla realizzazione del Piano triennale dell'offerta formativa con attivita' di insegnamento, potenziamento, sostegno, organizzazione, progettazione e coordinamento".

Il testo approvato prevede che il Piano triennale sia rivedibile annualmente ed è elaborato non più dal dirigente scolastico, ma dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi e delle scelte di gestione e amministrazione definiti dal dirigente scolastico ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto. 

16.45  La sospensione di un'ora dei lavori dell'aula è stata approvata con 294 voti di differenza.

La richiesta (approvata) di Sel permette ai deputati di recarsi alla "manifestazione di dialogo" organizzata dai sindacati al Pantheon proprio sulla scuola, a cui sono stati invitati tutti i gruppi parlamentari.

"Chiediamo - ha detto all'assemblea il presidente dei deputati di Sel, Arturo Scotto - al Parlamento un gesto di responsabilità nei confronti di docenti, studenti e sindacati che oggi hanno organizzato una manifestazione a piazza del Pantheon per dialogare con i parlamentari impegnati nei lavori in aula sulla riforma della scuola. Sarebbe importante se tutti noi potessimo partecipare e confrontarci con loro".

Il Pd si è espresso a favore della proposta di Sel, come ha spiegato in Aula la deputata Simona Malpezzi. La Lega invece con Gianluca Pini ha spiegato che avrebbe voluto la sospensione solo di mezz'ora dei lavori.  

17.12  Dopo aver chiesto una pausa di un'ora in piazza del Pantheon è sceso compatto il gruppo di Sel guidato dal presidente Arturo Scotto, numerosi esponenti della minoranza del Pd, tra cui Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Davide Zozza, Andra Giorgis e l'ex Pd Pippo Civati, ma anche i deputati che difendono la riforma della scuola tra cui Anna Ascani e Simona Malpezzi e il capogruppo di Fratelli d'Italia Fabio Rampelli.

L'accoglienza, come riporta l'Asca, non è stata tenera: Malpezzi è stata contestata con un coro di "Malpezzi a casa, Mapezzi a casa" e anche Fassina ha ricevuto le critiche di qualche mani festante che gli ha detto: "La sinistra non si deve svendere". 

17.22 Presenti in piazza anche diversi esponenti del M5S. La posizione dei grillini la riassume Alessandro Di Battista: "Noi vogliamo il ritiro del ddl".

17.36  "Siamo pronti a non votare il disegno di legge perché così com'è non funziona. Non si può fare un provvedimento che trova contraria la stragrande maggioranza di coloro che lo dovrebbero poi far vivere ogni giorno nelle scuole. La scuola dell'autonomia funziona se i diretti interessati ne sono attivi e convinti protagonisti. Faccio un appello, non tanto al Governo che continua a mostrare chiusura, ma ai miei colleghi affinché ascoltiamo davvero le voci che vengono dalla scuola". Così, ai microfoni di Sky Tg24, il deputato della minoranza Pd Stefano Fassina. 

17.43 Ripresi i lavori a Montecitorio per l'esame del Ddl Scuola

18.44 "Se il garante vuole mettere a rischio il diritto di sciopero sappia che la reazione dei sindacati sarà dura. Anzi, ribadisco che vogliamo scioperare, nel rispetto della legge, dei diritti di tutti: di insegnanti, studenti e famiglie, anche durante il periodo degli scrutini, se sarà necessario". Ad annunciarlo, dal palco del sit-in di piazza del Pantheon a Roma, è il segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, Mimmo Pantaleo, che torna a criticare duramente il ddl del governo sulla riforma della scuola.

18.47 L'aula della Camera ha approvato l'articolo 3 del ddl scuola con 267 sì e 92 no. La norma riguarda il percorso formativo dello studente e introduce la novità del curriculum dello studente che raccoglie "tutti i dati utili ai fini dell'orientamento e dell'accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi, alle competenze acquisite". Nel corso dell'esame in Aula e' stata soppressa la contestata norma che prevedeva tra i finanziamenti esterni dei percorsi formativi anche quelli derivanti dalle sponsorizzazioni. 

19.15  Il governo è stato battuto in Aula sul ddl Scuola. L'Assemblea ha infatti respinto un emendamento della Commissione all'articolo 6 del testo cui il governo aveva dato parere favorevole. Il capogruppo vicario del Pd, Ettore Rosato, spiega in Aula: "Non è nulla di drammatico rispetto all'effetto del voto, ma il voto negativo è frutto di un errore materiale. La votazione è avvenuta mentre stavamo ancora orientandoci sul voto, non si è dato tempo ai deputati di capire cosa stessero votando". Rosato ha sottoposto alla Presidenza di rivedere la votazione, ma il presidente di turno Roberto Giachetti. ha deciso di non far ripetere il voto, precisando che il caso "non costituisce precedente". 

19.21 In precedenza il governo aveva approvato l'articolo 4 del ddl scuola che rafforza il collegamento fra scuola e mondo del lavoro. La norma introduce una previsione di durata minima dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni di scuola secondaria di secondo grado (almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei), prevede la possibilità di stipulare convenzioni anche con gli ordini professionali e dispone che l'alternanza puo' essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche nonché all'estero. Via libera anche all'articolo 5 che riguarda l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. Le novità principali rispetto alla legislazione vigente sono la previsione di una disciplina transitoria per l'accesso al già previsto ruolo speciale e nella specifica che i docenti di tale ruolo speciale sono incardinati nei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti. 

20.15 L'aula della Camera ha approvato con 239 sì, 55 no e 9 astenuti l'articolo 7 del ddl scuola che prevede che il Miur adotti il piano nazionale scuola digitale. "Con l'ok all'articolo 7 - commenta il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, su twitter - stanziati 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori". L'articolo 6 è stato invece accantonato perché manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento della commissione. 

20.20 Esaminati i primi 7 articoli del ddl scuola, l'aula della Camera chiuderà i lavori di oggi dopo l'approvazione dell'articolo 8 per poi rinviare il resto del provvedimento a lunedì. La proposta è arrivata dalla relatrice del provvedimento Maria Coscia (Pd) ed è stata accolta dagli altri gruppi. 

20.54 Fine dei lavori. Si riprende lunedì alle 11

 

 
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Appello Cobas

Post n°3490 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


DdL, appello dei Cobas ai sindacati: sciopero scrutini e tutti in piazza domenica 7 giugno


Alessandro Giuliani

 

Il leader storico, Piero Bernocchi, alle organizzazioni sindacali e al "popolo della scuola pubblica": lo convochiamo davvero insieme lo sciopero durante gli scrutini, del tutto legittimo almeno per i primi due giorni? Inopportune le parole di Roberto Alesse, presidente Commissione di garanzia: da quando decide lui le precettazioni? E ancora: una domenica con tutti in piazza sarebbe un segnale fortissimo, che anche il Grande Imbonitore non riuscirebbe a nascondere.

  

Dopo averlo annunciato in anteprima alla ‘Tecnica della Scuola’, i Cobas lanciano l’iniziativa in modo ufficiale: rivolgendosi a tutti i sindacati e al "popolo della scuola pubblica", il leader storico, Piero Bernocchi, chiede di proclamate assieme uno sciopero per bloccare gli scrutini. Ed è un fiume in piena: "dopo le declamazioni – dice Bernocchi - lo convochiamo davvero insieme lo sciopero durante gli scrutini, del tutto legittimo almeno per i primi due giorni? E tutti in piazza domenica 7 giugno? Il "maestro" Renzi bocciato senza appello: molto meglio dietro la lavagna (con le orecchie d'asino) che davanti. In suo soccorso corre Roberto Alesse, presidente della Commissione di garanzia. Da quando decide lui le precettazioni?".

Per il portavoce dei Cobas, mai come ora è il momento di insistere con la contestazione contro il ddl di riforma, perché "l'annuncio di uno sciopero degli scrutini e lo straordinario successo dello sciopero anti-quiz Invalsi stanno provocando considerevoli sbandamenti nelle file governative. Ha iniziato il Grande Imbonitore che ha provato a vendere la sua mercanzia sul modello del famigerato Patto con gli italiani di Berlusconi. Davanti ad una lavagna ha dimostrato che vi starebbe meglio dietro, magari con il cappellino da somarello".

Bernocchi sostiene, poi, che “nel frattempo, però, il governo ha mosso tutte le sue batterie sparando contro lo sciopero degli scrutini come se esso, e non già il progetto disastroso della cattiva scuola, mettesse a repentaglio gli interessi di studenti e famiglie. Ed è intervenuto a sproposito anche il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi Roberto Alesse che ha pre-annunciato la precettazione dei docenti in caso di sciopero degli scrutini. Ricordiamo ad Alesse - scrive Bernocchi - che il suo compito è solo quello di giudicare la congruità degli scioperi convocati con la legge-capestro 146/90, a suo tempo definita anti-Cobas e anti-sciopero: le precettazioni, eventualmente, spettano ai Prefetti. Ma ricordiamo anche, a lui e a tutti, che è perfettamente lecito scioperare per due giorni consecutivi durante gli scrutini, a patto di non coinvolgere le classi "terminali" dei corsi di studio. Se poi si dovesse andare oltre i due giorni, la legge 146 prevede sanzioni pecuniarie ma non precettazioni”.

"E convochiamo intanto, insieme, i due giorni di sciopero consentiti, i primi dopo la fine delle lezioni, articolati regionalmente. Poi, sulla base delle decisioni governative e delle volontà di docenti ed Ata, valuteremo se e come proseguire, sfidando eventuali precettazioni grazie ad un sostegno plebiscitario alla lotta. Discutiamone con i lavoratori/trici in lotta nelle giornate di mobilitazione unitaria tra il 18 e il 20, in occasione del voto alla Camera: e si ci sarà, come crediamo, grande consenso, effettuiamo congiuntamente la prima convocazione di sciopero".

"Offriamo a tutti un'occasione per manifestare in una giornata in cui la stragrande maggioranza dei cittadini non lavora: una manifestazione nazionale, enorme, di domenica, per il ritiro del Ddl e per la scuola Bene comune (7 giugno?); o in alternativa decine di manifestazioni cittadine nella stessa domenica. In Italia non esiste una tradizione di manifestazioni domenicali: ma proprio per questo risalterebbe quanto elevata è la preoccupazione generale per la disgregazione della scuola pubblica contenuta nella sciagurata idea dell'"uomo solo al comando. Una domenica con tutti in piazza sarebbe un segnale fortissimo, che anche il Grande Imbonitore non riuscirebbe a nascondere".

 
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Scuola

Post n°3489 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “la Repubblica”


Scuola, arrivano i primi sì alla riforma Sindacati in piazza: “Protesta a oltranza”

Approvati 6 articoli alla Camera I prof: “Bloccheremo gli scrutini” Critiche a Fassina: “Vi svendete”


Corrado Zunino

In aula si approvano gli articoli dall’1 al 7 — escluso il 6, in attesa di parere di bilancio — alla velocità gradita al premier. Autonomia scolastica, cento milioni sull’alternanza scuola- lavoro, novanta sullo sviluppo digitale in classe e i nuovi laboratori, poi lezioni nelle carceri, contrasto al bullismo, più ginnastica, l’introduzione in aula dell’alimentazione, della storia del cinema, la cittadinanza attiva. Fuori, ma proprio fuori dalla Camera che vista e approva “La buona scuola”, duecento passi da lì, al Pantheon, si alza invece il livello della protesta degli insegnanti: «Andiamo avanti nella mobilitazione», urla Mimmo Pantaleo, segretario scuola della Cgil, «scioperiamo durante gli scrutini, senza danneggiare le famiglie, e se il garante ci vuole fermare la risposta sarà dura. Trasformeremo le scuole italiane in un’unica assemblea». Assemblee permanenti, vecchi tempi.

La base spinge — perché la protesta negli istituti e in strada è tenuta su dai docenti in ruolo ancor prima che dai precari — ed è pronta a giocarsi tutte le armi. Cisl e Uil sul blocco degli scrutini frenano, il presidente dell’autorità sugli scioperi ha ribadito: «Se si fermano nel periodo delle pagelle precetto nuovi insegnanti». Unicobas, però, ha già proclamato lo “strike finale”: sarà nel periodo compreso tra l’8, ultimo giorno di scuola, e il 18 giugno. Giuliana Antonetti, abilitata di seconda fascia, già vicepreside sul Lago di Garda, ora in una scuola paritaria romana, dice: «Abbiamo fatto ginnastica mentale per dieci anni: siamo abituati alla lotta. Assunti a settembre, licenziati a giugno. La vita da precario del Miur è durissima. Non ci faremo licenziare da Renzi, siamo in tanti».

Al Pantheon (ieri pomeriggio) sono solo in trecento, ma si considerano avanguardia: «Il 5 maggio ha scioperato il 67 per cento degli insegnanti, il premier ci ha davvero uniti». Alle quattro e mezza passate arriva il plotone dei parlamentari dissidenti, a piedi ovviamente. Sel ha chiesto e ottenuto, nel turbine delle approvazioni, un’ora di tempo per incontrare il presidio dei cinque sindacati. Non fila via liscia quasi per nessuno, fischiati, arronzati. Simona Malpezzi, insegnante Pd, renziana di generazione e di slancio, si prende il coretto “Vattene a casa, Malpezzi vattene a casa”. Accompagnata da Anna Ascani, precisa: «Mi chiamano per nome perché mi conoscono, dialogo con loro da mesi».

Arriva Gianni Cuperlo, poi l’ex segretario del Pd, Guglielmo Epifani. Pippo Civati, fresco fuoriuscito, commenta: «Il Pd sta perdendo il suo elettorato». Stefano Fassina, che ha appeso il suo restare nel partito a tre punti — stabilizzazione nel tempo di tutti i precari, meno poteri ai presidi, via la chiamata diretta degli insegnanti —, viene attaccato da una seconda fascia: «Vi state tutti svendendo». L’aumento dei toni segnala, in piazza, il timore della sconfitta. Chi propone di assumere i 36 mesi, chi chiede i tirocinati dentro subito. Giovanni Scaglione — lui terza fascia in un comprensivo di Ostia, 50 anni, otto di Storia dell’arte insegnata in classe, a settembre sarà per strada — sostiene che alla scuola servono più di 160 mila docenti e che bisogna lasciare andare in pensione i prof usurati per liberare cattedre. Marco Pannella filosofeggia: «Io sono vecchio e Renzi non so chi sia». I cinque Stelle non fanno distinzione tra Pd maggiore e minore: «Venite in piazza a piangere, poi tornate dentro e fate tutto quello che vi dice il ras».

Il ministro Stefania Giannini twitta, da dentro, ogni articolo approvato: ”Articolo 2, scuole aperte il pomeriggio e classi meno affollate... Articolo 3, curriculum dello studente”. Il Movimento 5 Stelle, con un emendamento anti griffe, ha evitato registri di classe con il logo della Nike: niente sponsor privati in classe. Sono 750 gli emendamenti sopravvissuti. Poi arriva lo scivolone: il governo va sotto su una variazione all’articolo 6. Ha dato parere favorevole, così la relatrice di maggioranza, ma non passa: 130 sì, 163 no. Il gruppo Pd stava discutendo come votare, il presidente Roberto Giachetti ha chiuso in fretta. Poi si è scusato: «Ho indotto una votazione che sarebbe andata diversamente ». In mattinata Matteo Renzi era stato, al solito, tranchant : «Lo stralcio delle assunzioni non si farà e non si toccano i soldi in premio agli insegnanti più bravi. L’Italia non può più perdere tempo». Il sindacato di base Anief rilancia sull’ultima vittoria in tribunale: «Il ministero cede le armi dopo l’annuncio dei nostri ricorsi: sì all’inserimento degli abilitati in seconda fascia ». Molti docenti immaginano che sarà un tribunale l’ultima speranza per entrare dopo il grande setaccio della Buona scuola. Si riparte lunedì, dall’articolo 8 (su 27). Mercoledì il voto finale, poi il complicato passaggio al Senato.

 
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DDL SCUOLA

Post n°3488 pubblicato il 16 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Tecnica della Scuola"



DdL Scuola, dov'è la copertura finanziaria?


Lucio Ficara

Renzi oltre a rischiare il debito scolastico in italiano, visto la sua scarsa cultura “umanista” piuttosto che quella umanistica, rischia seriamente di essere respinto anche in matematica.

Il Presidente del Consiglio sembra che sulla riforma della scuola, non abbia fatto bene i conti. Infatti, dalla Commissione Bilancio della Camera dei deputati fanno osservare che per l’attuazione di alcuni pezzi strategici della riforma, mancano le coperture finanziarie.

Ma per cosa mancherebbero le coperture finanziarie? Principalmente per l’organico funzionale, che andrebbe a raddoppiare i posti realmente disponibili. E poi c’è anche il problema di una giusta ed equa ripartizione dei docenti da immettere in ruolo regione per regione.

I criteri per la formazione degli organici non potranno in alcun modo derogare quanto previsto nel D.P.R. n. 81 del 2009. Ricordiamo che il tale D.P.R. è seguito al vincolante e inflessibile art. 64 della legge finanziaria del 2008.

In buona sostanza sembrerebbe che l’organico funzionale potrà anche attendere tempi migliori, in quanto non si potrà pregiudicare la realizzazione degli obiettivi di risparmio previsti, come abbiamo detto, nel D.P.R. n. 81 del 2009.

Quindi la riforma rischia di non risolvere nessun problema della scuola, ma di aggravarli seriamente. Per la Commissione Bilancio della Camera, non esisterebbero risorse per lo staff dell’autonomia, che avrebbe dovuto garantire ai dirigenti scolastici, il 10% dei docenti distaccato sull’organico dell’autonomia.

Beffa delle beffe, non ci sarebbero nemmeno i quattrini per evitare il rientro in classe dei vicari distaccati. E poi c’è anche la mancanza di coperture per la tanto strombazzata e obbligatoria formazione dei docenti.

Tutto questo ha dell’incredibile e dovrebbe essere immediatamente smentito dallo stesso Premier Renzi, che è salito in cattedra a pontificare una riforma della scuola che fa acqua da tutte le parti. E poi che dire: “la matematica non è certamente un’opinione, come si fa a sbagliare i conti di una riforma che di buono aveva solo i punti per cui pare manchino i soldi?”. Adesso i sindacati, tutti gli insegnanti, gli studenti, i genitori ed anche i dirigenti scolastici, hanno il diritto di sapere se le risorse finanziarie ci sono veramente o se come al solito a pagare saranno sempre gli insegnanti, con carichi di lavoro in più e con uno stipendio sempre più magro.

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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