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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 08/10/2015

 

BUONA SCUOLA

Post n°4039 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Left”

 

Buona scuola, è ribellione al Sud: «Alternanza scuola-lavoro? Ma dove?»


Tre consigli comunali del Mezzogiorno hanno votato una mozione contro la legge 107, indirizzandola al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Camere

di Donatella Coccoli

Sarà una goccia in mezzo al mare, ma comunque è simbolica, segno di un malessere profondo. Il Sud si ribella alla Buona scuola. Tre consigli comunali del Mezzogiorno hanno votato una mozione contro la legge 107, indirizzandola al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Camere. Sono Gravina di Puglia (che aveva bocciato la riforma renziana quando ancora era un ddl), Lamezia Terme (Catanzaro) e Cinquefrondi (Reggio Calabria). «È un sostegno alla lotta degli insegnanti, contro la controriforma della scuola», afferma Michele Conìa, giovane sindaco di Cinquefrondi, a capo di una giunta che fa capo alla lista civica di sinistra Progetto Rinascita. Il consiglio comunale ieri ha approvato l’ordine del giorno anti Legge 107.

«Al Sud la situazione è particolarmente drammatica soprattutto perché le diseguaglianze sono sotto gli occhi di tutti», aggiunge Rosanna Giovinazzo, docente che fa parte del collettivo insegnanti calabresi Partigiani della scuola, uno dei comitati più combattivi nell’ultimo anno nella lotta contro la Buona scuola. Quali sono le principali storture che in un territorio come quello della piana di Gioia Tauro, circa 200mila abitanti, un tasso di disoccupazione altissimo e il problema della dispersione scolastica? Prendiamo uno dei capisaldi della Buona scuola, l’alternanza scuola-lavoro. «Dove potranno andare gli studenti, per esempio degli istituti tecnici occupati per 400 ore nel triennio? In un supermercato, in un oleificio?», sottolinea la docente. Il rischio che con l’alternanza scuola-lavoro si vada incontro ad uno sfruttamento del lavoro giovanile è evidente. Un altro aspetto è quello legato alle erogazioni liberali, lo School Bonus che permette ai privati che effettuano donazioni di detrarne il 65 % dalle tasse. «Chi vuole che venga a finanziare l’ultima scuola della Calabria?», si chiede l’insegnante. Chiara la sperequazione tra territori come quello calabrese e quello di altre regioni, soprattutto del Nord, dove privati, fondazioni e imprese da tempo “aiutano” le scuole.

Come si legge anche nella mozione votata dal consiglio comunale di Cinquefrondi è anche il sistema di valutazione a essere fortemente criticato. Cioè la formazione dei comitati di cui fanno parte anche studenti e genitori e che dovranno scegliere i docenti a cui andrà il bonus in denaro. «I criteri di valutazione del merito dei docenti vanno stabiliti per legge, e non attribuiti a scelte discrezionali di dirigenti scolastici o comitati di cui fanno parte membri esterni, genitori e studenti, che non sono né ben informati sul rendimento, né imparziali. Infatti, l’art 97 della Costituzione stabilisce che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione»», si legge nell’ordine del giorno.

La mozione del piccolo comune calabrese dopo aver valutato tutti i punti critici della Legge 107 considerato che «il mondo della scuola è un settore di primaria importanza, al quale tutti dobbiamo volgere il nostro interesse e le nostre fondate preoccupazioni», delibera infine, «di esprimere solidarietà e soprattutto pieno appoggio alle iniziative, pienamente condivisibili, anche in riferimento alla tutela dei fondamentali diritti costituzionali, degli insegnanti calabresi e di tutt’Italia». Una presa di posizione che non avrà certo ripercussioni sull’effettiva attuazione della legge, ma che ben rappresenta un disagio diffuso in tutta Italia. Intanto, il 9 ottobre si terrà la manifestazione degli studenti “Vogliamo potere” in oltre 90 città italiane e entro novembre è prevista una mobilitazione del mondo docente. Mentre, va detto, il percorso della legge segna qualche ritardo, visto che la presentazione del Pof (il piano dell’offerta formativa) da presentarsi entro la fine di ottobre slitta a gennaio 2016.

 
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Aumenti e contratti

Post n°4038 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”

 

Aumenti e contratti, il Governo convoca i sindacati ma è pronto a farne a meno


Secondo i sindacati, in particolare la Cgil e la Uil, prima di procedere con la riforma del modello contrattuale bisogna chiudere i contratti in scadenza

Alessandro Giuliani

Spaventano 3 milioni di statali le parole del ministro Poletti: il governo interverrà sulla riforma della contrattazione anche "se le parti sociali non riusciranno a trovare una via".

Il titolare del Welfare mette le mani avanti, in occasione della sua visita all’Expo del 7 ottobre: sulla revisione dei contratti, per la PA scaduti da sei anni, il governo vuole avere il gioco in mano. Sia in presenza dei sindacati e rappresentanze dei lavoratori, sia in caso di rottura delle trattative. Per il responsabile del dicastero del lavoro, "il governo si prenderà la responsabilità di prendere una posizione, ma in questo momento credo che sia ancora da auspicare il fatto che le parti sociali trovino il modo di fare quello che compete loro".

"Noi – ha sottolineato Poletti - continuiamo ad augurarci che trovino una strada per affrontare il tema della riforma della contrattazione". Riguardo ad una possibile convocazione da parte del governo in caso di mancato accordo tra associazioni datoriali e sindacati il governo, secondo Poletti, convocherà le parti "quando sarà il momento, allora decideremo, ma credo che sia utile avere ancora una fase di riflessione nella quale le parti possano considerare la situazione che si è determinata, poi, a quel punto, vedremo".

Secondo i sindacati, in particolare la Cgil e la Uil, prima di procedere con la riforma del modello contrattuale bisogna chiudere i contratti in scadenza. Di diverso orientamento invece il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che ieri ha chiarito che la sua organizzazione non intende chiudere i contratti se prima non si metterà mano al modello contrattuale.

Alle parole di Poletti, intanto, è seguito un primo fatto: nel pomeriggio del 7 ottobre, fonti autorevoli hanno comunicato che l'Aran, l'agenzia che rappresenta il Governo nella negoziazione, convocherà le confederazioni sindacali. Quasi sicuramente, per la data del 13 ottobre. Si tratterà del primo incontro per arrivare a ridurre il numero dei settori da 11 a non oltre 4, come previsto dalla mai applicata riforma Brunetta, il decreto legislativo 150/07. Ed oltre ai comparti, da cui poi dipende anche il numero dei contratti, occorre anche portare da 8, a sempre non più di quattro le aree dirigenziali.

Tra le ipotesi per mettersi il linea con la riforma Brunetta c'è quella di cui parla anche la Cgil e prevede di accorpare le funzioni centrali (ministeri, presidenza consiglio, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), mettere insieme tutta la sanità, gli enti locali e infine il settore della conoscenza (scuola, università, enti di ricerca).

Intanto, dai sindacati giungono reazioni tiepide. Per il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, la questione sul modello contrattuale va "ripresa usando il buonsenso", in modo che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si siedano "intorno a un tavolo con il massimo sforzo per definire il modello contrattuale e le relazioni industriali, perché sta a noi definirlo". Furlan su un punto non ha dubbi: "Il salario minimo per legge sarebbe la fine del contratto nazionale".

Dello stesso avviso l’Anief, secondo cui “per sfuggire alla sentenza della Consulta sul blocco illegittimo dei contratti e degli stipendi della Pubblica amministrazione, ormai perdurante da oltre sei anni, il Governo ha pronte le contromosse: ridurre i comparti e le aree contrattuali, anche per favorire la mobilità intercompartimentale; fare spazio ai premi di produttività, abolendo una volta per tutte scatti di anzianità e indennità di vacanza contrattuale; introdurre il salario minimo legale. Con l’attuale titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, che proseguirebbe in tal modo la strada avviata nel 2009 dal berlusconiano Renato Brunetta”.

“Noi non ci stiamo - dice Marcello Pacifico, presidente Anief -, perché il reddito minimo nel pubblico impiego dovrebbe partire dalla rivalutazione del 4% degli stipendi negli ultimi sette anni. Intanto, lo Stato ridia i 6mila euro a dipendente, in totale fanno 18 miliardi, risparmiati con il blocco dell’indennità di vacanza contrattuale. E poi discutiamo per il futuro”.

 
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PRECARI

Post n°4037 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: PRECARI

Da “OrizzonteScuola”


#vogliamoinsegnare! I precari della scuola e gli aspiranti insegnanti si attivano il #9o


di redazione

 


comunicato - Aspiranti insegnanti, abilitandi e abilitati, precari della II fascia, si attivano il 9 ottobre, in concomitanza con la mobilitazione nazionale studentesca lanciata dalla Rete della Conoscenza, partecipando ai cortei e alle iniziatve che si svolgeranno in tutta Italia e prendendo parola con una fotopetizione con gli hashtag #9o e #vogliamoinsegnare con le seguenti rivendicazioni:

inserimento della II fascia nelle Gae, riconoscimento del valore concorsuale dell’abilitazione, attivazione di un III ciclo di TFA, recupero delle cattedre tagliate dalla Riforma Gelmini.

"La situazione della scuola pubblica sconta anni di politiche miopi hanno portato da un lato classi sempre più numerose e la caduta del rapporto docenti-studenti, dall’altro alla formazione di sacche di precariato, spesso messe in competizione fra loro" - dichiara Alessandra Operamolla, Presidente Nazionale di ADAM - Associazione Docenti Abilitati per Merito - "Coloro che vivono questa situazione sperimentano ogni giorno sulla loro pelle la frammentazione e la precarizzazione del lavoro della conoscenza, con la frustrazione di un futuro lavorativo senza certezze".

"L'approvazione autoritaria della c.d. Buona Scuola ha comportato novità importanti sia rispetto al tema dell’accesso al ruolo sia in tema di abilitazione! - dichiara Daniela Servello del Coordinamento TFA II Ciclo - "E' stata rifiutata l’istanza portata avanti da molti abilitati con Pas, Tfa, SFP e diploma magistrale e cioè che all’abilitazione fosse riconosciuto valore concorsuale, come previsto prima della pubblicazione del Decreto per la chiusura delle Graduatorie ad Esaurimento".

"Anche per i non abilitati la legge 107/15 contiene importanti novità, poiché gli attuali sistemi di abilitazione sono sostituiti da un concorso che darà accesso a tre anni di tirocinio retribuito" - dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di Link - Coordinamento Universitario - "Ribadiamo la necessità di una disciplina transitoria, che individuiamo in un terzo ciclo di Tfa con importanti correttivi: accesso ai servizi del diritto allo studio, progressività della tassazione ( che ad oggi raggiunge i 2.500€ annui, indipendentemente dalla situazione economica) e una formazione dei futuri insegnanti più calibrata sulle reali esigenze dell’insegnamento".

"Questo anno di mobilitazione non si è concluso con l'approvazione della Legge e anzi ha visto rafforzarsi la collaborazione e l'unitarietà di richieste tra coloro che vivono il mondo della scuola" - dichiara Riccardo Laterza, Portavoce nazionale della Rete della Conoscenza - "Lo dimostra il fatto che gli studenti saranno di nuovo in piazza il giorno 9 ottobre per rivendicare investimenti sul diritto allo studio e opporsi all'applicazione della Buona Scuola in tutte le scuole.

Partecipa all'evento #vogliamoinsegnare
https://www.facebook.com/events/145773919110838/

ADAM - Associazione Docenti Abilitati per Merito

Coordinamento Docenti Precari (CDP)

Coordinamento TFA II Ciclo

Link - Coordinamento Universitario

Rete della Conoscenza

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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