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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 07/10/2015

 

Giannini

Post n°4036 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Giannini: sulla riforma mi promuovo a pieni voti, ora aspettatevi una nuova maturità


Alessandro Giuliani

 

Al Governo per la Scuola “non ci siamo messi a lucidare gli argenti", per cui “mi do otto”: a dirlo è stato il ministro Giannini al settimanale Oggi.

Nell’intervista, in edicola dal 7 ottobre, il titolare dl Miur si dà un alto voto per l’esito della Legge 107/2015: perché, spiega, “la riforma della scuola è in fase di attuazione. Il piano delle assunzioni è partito: sono stati assunti già 38 mila docenti e presto, a novembre, lasceranno il precariato altri 55 mila insegnanti. Le risorse, i tre miliardi previsti, ci sono”.

Il ministro nell`intervista parla anche dell`esame di maturità. E anticipa: "prevedo un cambiamento per il 2016-2017. Ci sarà un ripensamento delle prove scritte, anche alle Medie, in linea col modello educativo della riforma".

Sulle proteste che la riforma ha suscitato, Giannini non fa drammi: "Le contestazioni sono arrivate essenzialmente dai sindacati. Chi scende in piazza non rappresenta la totalità del mondo della scuola"

E lo stesso vale per le tante polemiche sull`assegnazione delle cattedre, definita "deportazione": sostiene, ancora una volta, che "questa parola è vergognosa. Inaccettabile. La mobilità nella scuola, come in altri settori, è sempre esistita, ma in passato non si è mai parlato di deportazione. Nell`anno scolastico 2013-2014 i trasferimenti per supplenza, da sud a nord, dove gli studenti sono di più, sono stati il 7,7 per cento. Nel 2015 -2016, finora sono stati il 7,2 % e su posti di ruolo. Il precariato non l`ha inventato il governo Renzi. Ed è curioso che i sindacati, che a parole dicono di combatterlo, contrastino poi il Governo che l`affronta".

Giannini si sofferma anche su altri aspetti della Legge 107/2015, come l`assegnazione della cattedra rinviata grazie alla possibilità della supplenza. "Il piano delle assunzioni è stato un successo. Oltre il 97 per cento degli insegnanti ha accettato l`assunzione. Ha rifiutato solo il 2,7. La riforma non è stata rinviata e non è un flop. La possibilità di fare la supplenza è stata data per evitare una mobilità eccessiva e per dare continuità didattica. La legge, infatti, prevede che l'anno prossimo ci sia il piano di mobilità generale", conclude Giannini.

 

 
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Scuola e Università

Post n°4035 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da Left.it


Scuola e università: il 9 ottobre “Vogliamo potere” studiare


Si chiama “Manuale per una scuola ribelle” ed è una sorta di vademecum per una “sana” contestazione contro la Buona scuola. È diviso in tre parti: nella prima sono contenute informazioni sulla legge 107 perché per contestare bisogna prima conoscere. Nella seconda, si suggeriscono gli strumenti per difendere i propri diritti – dalla didattica all’autogestione – e infine, nella terza, le pratiche di lotta: non solo occupazioni e assemblee ma anche organizzazioni di eventi culturali e proiezioni di film, perché no. Il Manuale (qui) è un po’ il segno della nuova stagione di protesta degli studenti che comincia con la mobilitazione del 9 ottobre. «Se ti rassegni e pensi solo a boicottare si sgonfia tutto», dice Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds (Unione degli studenti). «Bisogna invece trovare attraverso proposte di progetti e di attività, un meccanismo di speranza. All’autoritarismo non si risponde indurendosi, magari in maniera stupida, ma favorendo la partecipazione», continua Lampis che cita la frase che campeggerà nelle magliette di quest’autunno: « È di Ludovico Geymonat e dice: “L’importante è la contestazione e la creazione” ».

 I punti critici della legge 107 che gli studenti contestano

Al primo posto i comitati di valutazione, a cui prendono parte anche gli studenti, com’è noto. Dai comitati dovranno essere “scelti” i prof che poi riceveranno il bonus in denaro. «Stiamo vedendo che c’è un certo ritardo nella formazione dei comitati e lo notiamo con piacere perché propugnano idee punitive e premiali», continua il rappresentante dell’Uds. Gli studenti non ci stanno a «diventare carnefici dei docenti» e propongono come alternativa incontri bimestrali – senza genitori, anche loro nel comitato – in cui magari si evidenzino gli eventuali deficit degli insegnanti da valutare. Il secondo punto critico è l’erogazione dello School bonus, attraverso cui i privati possono erogare denaro e ricevere detrazioni fiscali del 65 per cento. Questo crea disuguaglianze tra scuole e territori. Altro punto critico: l’alternanza scuola-lavoro, per il triennio dei licei di 200 ore, mentre per i tecnici di 400 ore. «Qui il rischio è che si aprano percorsi dequalificanti, magari anche nel periodo estivo. Occorre la garanzia della presenza di un tutor dentro l’azienda e che ci sia un codice etico per le imprese. E vogliamo una carta dei diritti degli studenti. Noi non siamo contro il saper fare ma siamo contro l’andare a imparare un mestiere», conclude Danilo Lampis.

Scuole superiori e università insieme

Per il 9 ottobre sono già previsti un centinaio di cortei nelle città, con una mobilitazione che vede partecipare insieme – von lo slogan “Vogliamo potere” – sia gli studenti delle scuole superiori, che quelli universitari. Il diritto allo studio è diventato ormai un’emergenza, visto che in dieci anni in Italia si è verificato il crollo delle immatricolazioni: ben 80mila in meno. Ogni anno 40mila studenti che hanno tutti i requisiti per avere la borsa di studio rimangono esclusi perché non ci sono soldi a sufficienza. In più adesso, con il nuovo Isee, la quota di studenti non garantiti sarà maggiore. Ma il Ministero, per il momento, nonostante incontri e sollecitazioni e anche dichiarazioni da parte del ministro Giannini, non passa ai fatti. Il diritto allo studio negato fa sì che siamo ultimi in Europa per numero di laureati, con il 22 per cento, rispetto alla media europea che è del 37 per cento.

L’assemblea della Flc Cgil

Di diritto allo studio si è parlato molto anche all’assemblea nazionale della Flc Cgil dell’1 e 2 ottobre (qui i video). Il sindacato ha aderito sia alla manifestazione del 9 ottobre che a quella per il reddito e contro la povertà del 17 ottobre. E sia Francesco Sinopoli nell’introduzione che Domenico Pantaleo in chiusura hanno ricordato la necessità di garantire lo studio a tutti, anche a chi non può per motivi economici. Un “salto culturale” per il sindacato, è stato sottolineato più volte. All’assemblea Alberto Campailla portavoce di Link- Coordinamento universitario ha dipinto, dati alla mano, un quadro drammatico. I beneficiari di borse di studio in Italia sono il 10 %, rispetto al 19 % della Spagna e il 27 % della Francia. Uno studente su quattro ha i requisiti ma non riceve nulla; tra l’altro tutto questo avviene a macchia di leopardo, visto che ogni regione ha il proprio “tetto” per il Dsu. Una situazione difficile che al di là delle cifre si manifesta, ha detto Campailla, «nel numero chiuso e nello sbarramento all’accesso di metà delle facoltà e nel grande tema della didattica che così com’è, oppressa dai tagli, impedisce la formazione di un pensiero critico». Che poi è il problema dei problemi. Come ha ricordato il professor Paolo Rossi, membro del Cun (Consiglio universitario nazionale) citando Orwell, «a un Paese ignorante si possono raccontare frottole». Ma la conseguenza – forse non sufficientemente analizzata dai governi – «è che una popolazione non formata non produce idee a livello di imprese innescando così una spirale negativa». Molto semplice: i mancati investimenti oggi nell’istruzione, ricadranno a mo’ di valanga sul futuro sviluppo economico.

 
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Chimienti

Post n°4034 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Chimienti (M5S): “Il governo non eletto umilia e depotenzia gli insegnanti”


Lucio Ficara

 

Nella giornata dedicata a tutti gli insegnanti del mondo, la deputata del Movimento 5 Stelle Silvia Chimienti ha fatto le sue riflessioni.

Nel comunicato Unesco è stato detto che: “gli insegnanti non sono solo un mezzo per attuare obiettivi educativi; essi sono la chiave per la sostenibilità e capacità nazionali nell'attuazione della formazione e creazione di società basate sulla conoscenza, i valori e l'etica”. Quindi la Chimienti sottolinea che, mentre da una parte si sostiene che bisognerebbe dare più poteri agli insegnanti per costruire una società più sostenibile, dall’altra il nostro governo italiano, non eletto, umilia e depotenzia gli insegnanti. La deputata del Movimento 5 Stelle in un post di facebook scrive: “In Italia, al contrario di quanto chiede l'UNESCO, un Governo non eletto da nessuno persevera nel disperdere il patrimonio di competenza e passione dei suoi docenti, umiliandoli con una misura una tantum da 500 euro spacciata come formazione, costringendoli alle deportazioni forzate a migliaia di km da casa e a mansioni diverse dall'insegnamento, continuando ad assumerli a settembre e a licenziarli a giugno, tenendo il loro contratto bloccato da oltre 8 anni, minando la loro libertà d'insegnamento, stravolgendo il loro status giuridico e depotenziando la loro influenza nelle scelte scolastiche”. Da quanto è dato sapere, il Movimento 5 Stelle che si appresta, dopo la manifestazione nazionale che si terrà all'autodromo di Imola il 17 e il 18 ottobre, a far nascere un governo ombra per oscurare l’azione riformatrice di Renzi. Se questo fosse vero, l’on. Silvia Chimienti concorrerebbe per il ministero dell’Istruzione, dove troverebbe anche la concorrenza del Senatore Nicola Morra. Staremo a vedere , dopo il 17-18 ottobre, quali saranno le strategie politiche di opposizione e di un possibile governo alternativo a 5 stelle, sui temi che riguardano la scuola pubblica italiana.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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