Docenti Inidonei e +

Da "GRUPPO DOCENTI SASSARI"

IN SARDEGNA AGIAMO COSI' AL FINE DI CONTRASTARE L'AVANZATA DEL DDL "LA BUONA SCUOLA".

Ecco un documento redatto dal GRUPPO DOCENTI DI SASSARI e già inoltrato ai deputati e senatori che rappresentano la Sardegna in Parlamento:

AI DEPUTATI E SENATORI
RAPPRESENTANTI LA SARDEGNA IN PARLAMENTO
Ad alcuni anni di distanza dalle proposte Aprea-Moratti-Gelmini-Tremonti, poi parzialmente convertite in leggi dello Stato - la giornata del 5 maggio scorso ha riproposto la necessità di difendere la Scuola Pubblica dall'ennesimo attacco, promosso stavolta dall'attuale Governo. Davanti all'Opinione Pubblica questo Esecutivo si è voluto presentare come la soluzione “giovane
e imparziale” per la risoluzione degli atavici problemi che da decenni affliggono il Paese nei suoi più diversi settori; per questo ha ottenuto un consenso elettorale soprattutto da parte di chi in quelle proposte programmatiche ha letto la necessità di procedere con “riforme”, che ridessero efficienza ad alcuni 'comparti' strategici della nazione, come quello del Pubblico Impiego ed in particolare
dell'Istruzione.
Il premier Renzi in particolare, già al momento della sua candidatura nell'ambito delle primarie del suo partito, aveva dichiarato come “doverosa” la restituzione della dignità alla Scuola italiana, alla categoria dei Docenti nella loro 'immagine pubblica', negli aspetti professionali ma anche in quelli retributivi.
Una volta insediatosi, l'attuale Governo sembra aver però dimenticato la realizzazione di questo “patto elettorale” proposto ai cittadini/elettori. Con il DDL “La Buona Scuola” è stata avviata, infatti, una procedura liquidatoria degli ultimi elementi di democrazia partecipativa all'interno delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado a detrimento soprattutto degli Organi Collegiali più
importanti per l'azione Didattica (Consiglio di Circolo e Collegi Docenti) con una esasperata concentrazione di ulteriori poteri deliberanti nelle figure del Dirigente/manager e del Consiglio d'Istituto (troppo spesso modellato ad immagine e somiglianza del primo...).
Noi docenti delle scuole di ogni ordine e grado di Sassari - dopo aver analizzato il testo ed esserci confrontati nel merito - non abbiamo individuato alcun punto condivisibile ma solo criticità.
Chiediamo quindi pubblicamente un confronto de visu con la massima urgenza a Voi
Rappresentanti dei Sardi in Parlamento, della maggioranza e dell'opposizione, ovvero di voler esprimere pubblicamente - con maggior incisività e trasparenza - la Vostra personale posizione in merito a questi atti del Governo, sia attraverso i media che con la partecipazione diretta ai dibattiti pubblici che seguiranno nelle prossime settimane in diverse Scuole, piazze, luoghi aperti alla partecipazione della cittadinanza; riteniamo che sia corretto che Vi pronunciate chiaramente sul se,
quanto e come intendiate contrastare il suddetto DDL.
L'inesorabile iter del DDL desta la nostra profonda preoccupazione e indignazione: infatti, oltre a ledere i diritti dei lavoratori del comparto, quasi cancellandoli, non contiene alcuna soluzione ai problemi della Scuola attuale, della quale contribuisce anzi a snaturare la qualità, il valore formativo, la sostanza democratica e meritocratica, svendendo una parte significativa della respublica
(letteralmente cosa pubblica, ossia ciò che è di tutti) il più prezioso patrimonio dei nostri figli.
Chiediamo in particolare a quei politici che ci rappresentano di spiegare i perché dello scollamento fra le intenzioni programmatiche che avevano chiaramente espresso in campagna elettorale e l'attuale corso da loro operato in senso diametralmente opposto rispetto a quanto auspicato nel
momento del mandato elettorale. Il dibattito politico che si è finora sviluppato non ha, infatti, preso nella giusta considerazione le opinioni e le proposte delle categorie più direttamente interessate dalla “riforma” (docenti, personale ATA) ma si è svolto sostanzialmente in modo troppo autoreferenziale nelle sedi di partiti ovvero in Parlamento.
La cosiddetta “consultazione” del personale scolastico è avvenuta con criteri che non hanno permesso di ascoltare realmente la “base” del mondo della Scuola.
Concentrando per un attimo l'attenzione sulle conseguenze che questa ennesima “riforma” avrà sugli aspetti propriamente didattici (senza dimenticare a priori le vertenze legate al mancato turn over del personale ed alla promessa d'immissione in ruolo dei “precari”) vorremmo invitare la cittadinanza ad informarsi sulle conseguenze che questa avrà sulla vita scolastica.
In particolare, alla figura del Dirigente/manager (o “sceriffo” come qualcuno lo ha ribattezzato) vengono attribuiti altri poteri che ne rafforzano ulteriormente la discrezionalità ma – paradossalmente – non lo pongono al riparo da eventuali 'ritorsioni' da parte dell'Esecutivo nel caso in cui non seguisse in modo pedissequo le direttive che di volta in volta arriveranno dal Governo.
La discrezionalità del Dirigente oltre che in abusi nell'allontanamento di Docenti non ritenuti “adeguati” (giudicati in modo unidirezionale e non da un organo terzo, imparziale) potrebbe esprimersi anche nella nomina di persone che sarebbero cooptate all'insegnamento in base ai soli “titoli” ma prive dei requisiti del superamento di uno specifico pubblico concorso, dell'esperienza
didattica maturata in classe etc.
Si sottolinea che noi Docenti non rifiutiamo a priori ogni forma di “controllo” del nostro operato o di valutazione della nostra professionalità; al contempo ribadiamo che questo non possa avvenire a cura di un'unica persona (ossia il Dirigente/manager, che del resto non può assommare decine di
competenze didattiche specifiche o valutare contemporaneamente talvolta centinaia di Docenti) o di un gruppo ristretto che da lui dipenda direttamente.
La valutazione dell'operato di un qualunque professionista deve essere affidata, infatti, ad organismi terzi indipendenti (possibilmente che operino lontani dalla sede di lavoro dell'esaminato) e con criteri che debbano essere stabiliti in modo oggettivo ed equanime attraverso un confronto dialettico tra le componenti in causa.