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il senso della vita

per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).

 

 

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I figli, l'adolescenza e i cellulari

Post n°500 pubblicato il 03 Febbraio 2015 da ildiariodellalinda
 

Mi ritrovo in un'attimo dai fiocchi rosa appesi alla porta, all'adolescenza e a tutti i suoi risvolti, come è possibile che 11 anni siamo passati così velocemente? Vedere Siria alta quanto me, Livia alle prese con lo studio e le amicizie che iniziano a cambiare e a trovare difficoltà diverse dai semplici meccanismi riservati al gioco.
Fare il genitore è il mestiere più difficile che si possa imparare ed ogni genitore deve affrontare quel salto generazionale, quel qualcosa che "alla nostra epoca non c'era", una cosa a caso? Un esempio su tutti, il cellulare, si entra in casa e a noi genitori tocca elemosinare il saluto, perchè il primo pensiero è quello di guardare il cellulare lasciato a casa tutta la mattina, perchè a scuola fortunatamente ancora gli è stato impedito di portarlo, passa un ora a leggere e mandare messaggi con vari gruppi di scuola e poi arriva e si è dimenticata di chiedere i compiti non scritti per il giorno dopo, mi arrabbio e dico "ma perchè non prendi il telefono e ti fai una bella chiacchierata con la tua amica e gli chiedi anche i compiti?" non sarebbe forse più sano? Le generazioni di oggi un po' mi spaventano, si conoscono via telefono, si  fidanzano e si lasciano con un messaggio, si scrivano frasi brevi ..xchè, xò, nn ... le lettere, l'inchiostro, la carta, per i rapporti personali non esistono più, forse scriviamo più oggi di prima, ma prima scrivevamo meglio, riflettevamo prima di mettere su carta i nostri pensieri, ora, tutto e subito, tutto e veloce.
Un tempo non riuscivamo a pranzare o a cenare perchè il giorno del nostro compleanno ricevevi una marea di auguri con le telefonate di persone che non sentivi mai, oggi guardi la bacheca di facebook ed ecco fatto "tanti auguri", un ringraziamento a tutti a fine giornata e via.
Non possiamo tornare indietro, però possiamo educarli (e visto che noi siamo d'esempio, anche educarci) ad un uso moderato, ad un uso sensato, niente cellulare a tavola e niente televisione, a tavola si deve parlare e raccontare cosa abbiamo fatto nella giornata, altrimenti non c'è altro tempo per parlare. 
Educare a guardarsi negli occhi, a parlare con la voce e non uscire con gli amici e poi ognuno sta nel suo piccolo mondo dentro ad uno schermo, che senso ha?
Come è faticosa questa modernità, e alle parole: "dai Siria, rinuncio anche io al cellulare e ne facciamo a meno tutte e due" la risposta è stata: "mamma, ma stai scherzando?". 
Io dico che era meglio i lumi a petrolio, i camini a riscaldare le case e il pollo una volta al mese, avevano altri problemi ma era una generazione di  persone che si ritrovavano in piazza per parlare, sugli usci delle case per vedere chi passava, una generazione lenta a conoscersi, ma lenta anche a lasciarsi, i rapporti erano basati sulla genuinità dell'avere poco e del divertirsi con la compagnia delle persone e non con l'infinità di oggetti che possediamo oggi, che guardiamo, usiamo e dimentichiamo velocemente, velocemente come è tutta la nostra vita.  

 
 
 
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Della serie "tutti possono pubblicare un libro", ecco la mia storia e quella della mia bambina che è iniziata con un diario della gravidanza, diventato poi una terapia al dolore del tutto personale, passata dopo 4 anni e 1/2 su una pagina web ed ora un libro. Così uno può leggere tutto su internet, oppure con due pagine sul divano. Senza nessuna pretesa quello che con una parola un po' grossa posso chiamarlo:

 

Il mio libro: "il diario della Linda"

 

 

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... la mia storia e quella della Linda, la bambina che mi ha cambiato la vita con il suo breve e luminoso passaggio !  

 

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