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Salute mentale: presentazione di un manifesto congiunto

Post n°15 pubblicato il 22 Marzo 2008 da monicakoda

"Ogni persona per ciò che è, nel rispetto della propria dignità e nella libertà". Il documento sottoscritto da 17 organizzazioni, sarà presentato il 27 marzo a Roma

In Italia grazie alla Legge di Riforma Psichiatrica n°180, è stato possibile chiudere tutti i Manicomi Pubblici nei quali sono state internate fino a 100.000 persone. La straordinaria esperienza Italiana, unica nel mondo, ha fatto conseguire enormi progressi all'assistenza psichiatrica con la costruzione di una rete di servizi pubblici ispirati alla psichiatria di comunità e integrati nel servizio sanitario nazionale. Quanto fin qui realizzato è dovuto all'impegno di moltissime persone e istituzioni, all'intenso e diffuso protagonismo di nuovi soggetti tenuti lontani dalla psichiatria manicomiale, in primo luogo le famiglie e le loro associazioni, i cittadini con disturbo mentale, il mondo del volontariato, le imprese sociali.. Ciò fa onore al nostro Paese ed è stato ispiratore della Dichiarazione di Helsinky sulla salute mentale in Europa e della Risoluzione del Parlamento Europeo.

Dobbiamo però lamentare, che a 30 anni dalla Legge 180, in troppi dipartimenti di salute mentale le dotazioni organiche, gli ambienti di lavoro, le capacità operative, sono del tutto inadeguate a garantire l'esercizio concreto del diritto alla salute mentale e degli altri diritti di cittadinanza e, talvolta, la stessa dignità della persona.

Per questa ragione, 17 Organizzazioni Nazionali hanno promosso un MANIFESTO su 10 questioni fondamentali da portare al confronto delle Autorità politiche, alle istituzioni, ai cittadini, affinchè si affrontino con decisione i problemi della salute mentale, nella prospettiva non solo delle cure mediche, ma anche della restituzione alle donne e agli uomini, che vivono la condizione della sofferenza mentale, dei diritti di cittadinanza, quali: il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il diritto alle relazioni affettive, il diritto ad una vita conforme alle proprie attitudini e alle proprie capacità e potenzialità.

Il Manifesto Appello aprirà la raccolta di firme in tutto il Paese a partire dal 28 marzo. I contenuti del Manifesto verranno presentati a Roma il 27 marzo dalle seguenti Organizzazioni firmatarie, impegnate attivamente nel campo dei diritti e della salute mentale: ANPIS, Associazione Persona e Danno, ARCI, CGIL, CGIL Funzione Pubblica, Cittadinanzattiva, CNCA, Coordinamento Ligure Utenti, FISH, Fondazione Don Luigi di Liegro, Fondazione Franco Basaglia, Forum Nazionale Salute Mentale, Le Parole Ritrovate, Medicina Democratica, Psichiatria Democratica, Rete Toscana degli Utenti, UNASAM.

 
 
 

Psichiatria: un viaggio senza ritorno

Post n°14 pubblicato il 13 Marzo 2008 da monicakoda
Foto di monicakoda

Palazzo Affari ai Giureconsulti
Via Mercanti, 2 - Milano


Inaugurazione: Sabato 5 Aprile alle ore 11.00

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19 fino al giorno 13 Aprile. L'entrata è libera.

A seguito dell'inaugurazione della mostra multimediale, ci sarà un convegno-dibattito con la partecipazione di importanti esperti nel campo della salute mentale, tra cui:

  • Dott. Giorgio Antonucci, medico psicanalista
  • Dott. Mariano Loiacono, medico psichiatra azienda ospedaliero - universitaria "Ospedali Riuniti" di Foggia
  • Dott. Roberto Cestari, medico e Presidente del Ccdu
  • Dott. Saverio Fortunato, specialista in Criminologia Clinica - Docente all'Università di L'Aquila
  • Dott. Francesco Miraglia, avvocato del Foro di Modena

Moderatore: Paolo Massari, giornalista Mediaset e presidente della Commissione Istruzione Comune di Milano

 
 
 

Post n°13 pubblicato il 13 Marzo 2008 da monicakoda
Foto di monicakoda

Inaugurazione della mostra "PSICHIATRIA: UN VIAGGIO SENZA RITORNO"

Trento. Martedì 18 marzo alle ore 10.30 presso il Palazzo della Regione verrà tenuta la cerimonia di taglio del nastro per la mostra multimediale itinerante "PSICHIATRIA: UN VIAGGIO SENZA RITORNO". Saranno presenti parecchi consiglieri provinciali, politici, medici, psichiatri, avvocati e altre personalità che hanno confermato la loro partecipazione. La mostra è il compendio di oltre 40 anni di ricerca con inediti filmati storici e interviste ad oltre 160 persone tra medici, avvocati, pedagogisti e testimonianze di persone che hanno subito abusi psichiatrici o hanno perso dei familiari a causa dei "trattamenti" psichiatrici. Tutto ciò offre innumerevoli spunti di riflessione per legislatori, medici, sostenitori dei diritti umani e privati cittadini al fine di riportare la psichiatria entro i confini della legge, eliminandone gli abusi. L'obiettivo dichiarato è quello di informare i cittadini e specialmente di sensibilizzarli sulle violazioni dei diritti umani perpetrate in modo particolare ai danni delle categorie più deboli.  

La mostra include anche una sezione che tratta dettagliatamente il tema dell'ADHD e della somministrazione di psicofarmaci ai bambini, tema molto caldo in Trentino  a causa degli screening tenuti in alcune scuole della Vallagarina. Fortunatamente la Provincia di Trento si è dimostrata sensibile e desiderosa di tutelare i diritti dei minori con l'approvazione all'unanimità, da parte della IV Commissione permanente della Provincia di Trento, del Progetto di Legge n. 259 ispirato alla legge già ratificata in Piemonte che prevede, tra l'altro, il divieto di eseguire gli screening psicopatologici nelle scuole e l'obbligo del consenso informato scritto dei genitori prima della somministrazione di tali sostanze.

 Ma gli abusi nel campo della salute mentale non sono solo quelli sui bambini. Che cosa si sa dell'elettroshock? Sapevate che recentemente è stata inviata una petizione al Ministero della Salute per riportare in auge l'elettroshock? Ha suscitato molto scalpore la recente intervista shock rilasciata dal dott. Cassano in cui, negando tout court la realtà dei fatti, ha promosso l'elettroshock spacciandolo come cura miracolosa. Poche persone sanno che l'elettroshock si pratica ancora a Pisa, dove opera il dott. Cassano, come pure a Brescia, Oristano, Cagliari, Bressanone e Brunico, e in varie cliniche private a Roma, Verona e Bologna. Lo sapevate che lo stesso Ugo Cerletti, inventore dell'elettroshock, durante un suo discorso alla Sorbona negli anni 50, affermò che questa "terapia" doveva essere cancellata?

 Altro tema scottante è quello del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Pensavamo che il Trentino fosse una regione privilegiata, ma gli scandalosi episodi di cui siamo venuti a conoscenza di recente ci hanno fatto ricredere. Abbiamo raccolto testimonianze di gravi abusi, di persone condotte ingiustamente in ospedale psichiatrico o sottoposte ad ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) senza le necessarie cautele. La cosa sconcertante è la mancanza di informazioni e di conoscenza specifica da parte delle varie strutture pubbliche che dovrebbero essere preposte a gestire questi casi. Nel frattempo si continuano a perpetrare abusi e violazioni delle libertà fondamentali sancite dalla costituzione nell'indifferenza generale e passando tra le maglie di strutture pubbliche inconsapevoli dei danni psichiatrici potenziali, e purtroppo anche reali, di questo strumento che dovrebbe essere un'extrema ratio come affermato dal Procuratore della Repubblica di Verona dott. Papalia in un recente convegno. La natura del TSO dovrebbe essere quella di un provvedimento sanitario di carattere eccezionale, che limita la libertà personale di chi vi è soggetto per tutelare la persona stessa. Ma è veramente così? In questa mostra avremo la possibilità informare correttamente e in modo approfondito i cittadini, in particolar modo i rappresentanti delle strutture pubbliche, i legislatori e la stampa su questo tema delicato.

Il video introduttivo della mostra dice: "Pensi che la psichiatria non abbia nulla a che fare con te? Ripensaci." La psichiatria ha ormai un immenso potere e si è inserita in tutti i gangli del potere e della società. Solo se diveniamo vittime di abusi psichiatrici e solo quando colpiti direttamente ci rendiamo conto del pericolo, ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi. Le informazioni ottenibili visitando la mostra non sono attualmente disponibili da nessun'altra parte, se non compiendo una lunga e faticosa ricerca.

 Paolo Roat

             Coordinatore Regionale

             CCDU ONLUS Sezione di Trento
www.ccdutrento.org - ccdutrento@tiscali.it

Sito nazionale: www.ccdu.org

 
 
 

PETIZIONE CONTRO L'ELETTROSHOCK

Post n°12 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da monicakoda

QUI TROVI LA PETIZIONE DEL COMITATO DEI CITTADINI PER I DIRITTI UMANI  CONTRO L'ELETTROSHOCK. SE VUOI TUTELARTI  SCARICALA, LEGGILA, COMPILALA E SPEDISCILA.

http://www.ccdu.org/files/u1/file/petizione-elettroshock.pdf

 
 
 

Primario e medico a giudizio per l'ambulantemorto nel reparto di Psichiatria

Post n°11 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da monicakoda

«Siamo un passo più vicini alla giustizia per mio padre, e adesso si va avanti». Queste le parole di Natascia Casu alla fine dell'udienza preliminare in Tribunale a Cagliari che ha stabilito il rinvio a giudizio per Giampaolo Turri e Maria Rosaria Cantone: il primario del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari e la dottoressa che aveva in cura Giuseppe Casu, il padre di Natascia. Il giudice per l'udienza preliminare ha accolto la richiesta del pubblico ministero Gian Giacomo Pilia - che aveva chiesto il rinvio a giudizio per i medici con l'imputazione di omicidio colposo - e fissato il processo per il 17 aprile.

I medici ieri mattina erano rappresentati dai loro avvocati e hanno preferito non commentare la decisione del giudice. Ma fra due mesi Turri e Cantone, ormai ufficialmente imputati, dovranno spiegare cosa sia realmente accaduto all'interno dell'ospedale Santissima Trinità tra il 15 giugno 2006 - giorno in cui Giuseppe Casu fu ricoverato a seguito di un “trattamento sanitario obbligatorio” - e il 22 giugno, giorno in cui il paziente morì. A chiedere l'intervento della magistratura era stata - pochi giorni dopo il decesso - la famiglia, tramite l'Asarp, l'Associazione sarda per la riforma psichiatrica. Troppe erano infatti le ombre su quella morte inattesa.

Giuseppe Casu era un venditore ambulante sprovvisto di licenza, che lavorava a Quartu Sant'Elena, e negli ultimi mesi era stato la vittima più colpita da parte del Comune, che aveva deciso di intraprendere una vera e propria guerra all'abusivismo. Le multe si erano accumulate rapidamente. Il 15 giugno era arrivata l'ultima della serie, mentre il signor Giuseppe - ricordano alcuni testimoni - si trovava nella piazza IV Novembre.

Una giornata come tante altre, con la sua motocarrozzella carica di frutta e verdura parcheggiata nella piazza e lui a chiacchierare e a giocare a carte con altre persone. Questa ricostruzione dei fatti lascia molti interrogativi sull'opportunità di intervenire con la forza pubblica per un “trattamento sanitario obbligatorio”. Provvedimento estremo, che deve avvenire solo in situazioni particolarmente gravi e per questo stabilite dalla legge. La motivazione scritta nel documento che giustificava il TSO era “agitazione psicomotoria”, ma a detta di che era con lui quella mattina il signor Casu non era affatto agitato.

La prima di tante irregolarità in questa storia. La più grave tra tutte è sicuramente la conferma del TSO da parte del giudice tutelare, che secondo la legge - proprio perchè si tratta di un provvedimento grave che limita fortemente la libertà delle persone che lo subiscono - deve avvenire entro 48 ore. «Ma per il signor Casu arrivò solo il giorno prima della sua morte» precisa Francesca Ziccheddu del Comitato Verità e Giustizia per Giuseppe Casu. Viene spontaneo pensare che se non ci fosse stato il TSO, probabilmente il signor Casu ora sarebbe ancora vivo. Ma «se a qualcuno verrà attributa la responsabilità di queste irregolarità, saranno solo illeciti amministrativi», spiega Dario Sarigu, che insieme a Mario Canessa difende la famiglia Casu in giudizio. Illeciti amministrativi che però hanno portato alla morte di una persona.

Durante quei 7 giorni, il signor Casu era stato legato mani e piedi e tenuto sotto costante effetto di sedativi fino alla sua morte, avvenuta per tromboembolia polmonare nel letto dell'ospedale. Nessuno si aspettava un epilogo del genere, la famiglia si era fidata dei sanitari, ma dopo una morte la richiesta di indagare sull'accaduto appare più che legittima. Se gli imputati siano responsabili, e in quale misura, lo stabiliranno i giudici il 17 aprile. Intanto è stata aperta un'indagine parallela, relativa allo scambio di reperti autoptici. Il magistrato infatti aveva disposto degli accertamenti medico-legali, ma dopo le analisi i medici nominati dal Tribunale stabilirono che quei reperti non appartenevano al signor Casu ma ad un altro paziente, morto anch'egli per tromboembolia polmonare ma che era malato di cancro. Un'altra ombra pesantissima sulla vicenda, per la quale è stata presentata - almeno per ora - una denuncia contro ignoti.

Oltre al caso in sé, Natascia Casu vuole la tragica storia di suo padre possa servire almeno a modificare le pratiche seguite all'interno del Servizio psichiatrico diagnosi e cura dell'ospedale Santissima Trinità: «Mio padre non tornerà in vita neppure se verrà fatta giustizia, ma quello che mi auguro è che questa storia possa servire ad altre persone che hanno subito e stanno subendo trattamenti simili». E a sentire Gisella Trincas, presidente dell'Arpas, da giugno 2006 a oggi le cose non sono cambiate, in quel reparto e altrove: «Noi stiamo continuamente denunciando casi di cattive pratiche, ma la cosa peggiore è che è il Santissima Trinità non è un caso isolato, in tutta Italia esistono ospedali con medici reticenti a mettere in pratica la legge Basaglia».

A 30 anni dalla sua entrata in vigore le resistenze culturali sono ancora molto forti, e si preferisce utilizzare il contenimento fisico e pesanti terapie farmacologiche e invasive, a volte persino l'elettroshock, anziché instaurare rapporti umani con i pazienti, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità per persone che dovrebbero essere seguite e curate da ambulatori territoriali, come stabilisce la legge 180. «Per questo non si crea un clima di fiducia tra pazienti e personale ospedaliero», continua Gisella Trincas: «c'è sempre la paura da parte dei pazienti che un ricovero da volontario diventi obbligatorio».

 
 
 

informare i cittadini sul tema dell'iperattività

Post n°10 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da monicakoda

Giovedì 21 febbraio si è tenuta la tavola rotonda per informare i cittadini sul tema dell'iperattività, degli screening nelle scuole, in particolare sull'indagine promossa nelle scuole della Vallagarina. Sono stati trattati gli aspetti medici, culturali e sociali di questo fenomeno, nonché l'aspetto giuridico. Più di 150 genitori, insegnanti, medici hanno attivamente partecipato ed hanno avuto occasione di comprendere la tematica in oggetto, così da poter fare scelte consapevoli.  Introdotto dal consigliere provinciale De Eccher, che ha informato i presenti dell'approvazione all'unanimità (vedere http://www.consiglio.provincia.tn.it/attualita/attualita.it.asp?ar_id=75086), da parte della IV Commissione permanente della Provincia di Trento, del progetto di Legge n. 259 ispirato alla legge già approvata in Piemonte (che prevede, tra l'altro il divieto di eseguire gli screening psicopatologici nelle scuole e l'obbligo del consenso informato scritto dei genitori prima della somministrazione di tali sostanze), il convegno è proseguito con gli interventi del dott. Cestari (Presidente CCDU Italia), dell'avv. Di Francia (Chairman distrettuale Kiwanis International Italia - San Marino), del dott. Plotegher (medico e Consigliere Comunale di Rovereto), del dott. Bombarda (Consigliere Provinciale), del dott. Poma (Portavoce nazionale campagna "Giù le mani dai Bambini). 

Gli elementi scientifici illustrati hanno evidenziato la totale mancanza di qualsiasi base oggettiva ed organica a sostegno dell'esistenza di una specifica malattia o disturbo definita ADHD. Con la sigla ADHD si illustra pertanto solo un comportamento dei bambini, che come ogni altro comportamento umano, anche qualora protratto nel tempo e di particolare rilevanza può essere originato da molte e differenti cause. La parola ADHD assume quindi unicamente il "valore" di uno "spiegatutto" che in realtà non chiarisce nulla, mentre illude genitori ed insegnanti di aver trovato il perchè.

Il pubblico presente ha espresso grande soddisfazione, e vi è stata una calorosa partecipazione con interventi e domande rivolte ai relatori.

Si sono dichiarati molto soddisfatti anche i promotori della tavola rotonda.

Cordialmente. Paolo Roat

 CCDU ONLUS Sezione di Trento

 
 
 

 “Evviva” l’elettroshock!

Post n°9 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da monicakoda

 Quanti, dei milioni di persone che hanno ricevuto l’elettroshock, sarebbero d’accordo con l’affermazione del Dott. Cassano? E’ di pochi giorni fa l’intervista shock nelle radio nazionali principali che, negando tout court la realtà dei fatti, promuove e spera nell’apertura di decine di centri e reparti che fanno elettroshock, spacciandola come cura miracolosa. Dobbiamo renderci conto che i “trattamenti” psichiatrici sono semplicemente uno stupro dell’anima

Durante l’intervista il Dr. Cassano ha seppellito qualsiasi critica e tutte le storie drammatiche con affermazioni tipo: “è tutta letteratura”. Si, letteratura fatta sulla pelle della gente.

L’On. Lucchese, medico Pediatra, da noi intervistato in proposito, critica l’impostazione di “pura affermazione” delle proprie opinioni, senza dimostrare nulla o portare prove delle proprie dichiarazioni. L’unica cosa di cui Cassano si preoccupa è che Cerletti ha sbagliato nome: non doveva chiamarlo elettroshock. Come se cambiare nome a qualcosa, la facesse sembrare più umana. Lo stupro è stupro anche se lo chiami “rapporto sessuale non consenziente”.

Lo stesso Ugo Cerletti, inventore dell’elettroshock, durante un suo discorso alla Sorbona negli anni 50 affermò che questa terapia doveva essere cancellata, affermazione confermata dalla sorella e dalla figlia, negli anni seguenti.

Quale è lo scopo di Cassano? Egli evita di dire alla gente che tutta la teoria che sta dietro a questa “grande scoperta” risiede nell’ipotesi che una manifestazione neuropatologia, l’ epilessia e una malattia mentale, la depressione non possono coesistere. Così, se si provocano convulsioni epilettiche queste “scacciano”, come se fosse il malocchio, la depressione. Una teoria strampalata, come molte altre.

Il Dott. Antonucci, medico che ha smantellato molti reparti psichiatrici, afferma che L’ETC può procurare gravi danni neurologici e fisici, per esempio pancreatine emorragica, come si trova scritto nel dizionario medico SAIE/LAROUSSE del 1983.

Nessuna società civile dovrebbe permettere l’uso di una pratica brutale come l’elettroshock e la distruzione della sanità mentale di una persona, facendola passare per “cura miracolosa”.

Il Dott. Giorgio Antonucci e lo psichiatra Mariano Loiacono hanno provato, al di la di ogni ragionevole dubbio, che dal disagio psichico si può uscire senza l’uso di psicofarmaci o altri trattamenti brutali, simili in tutto e per tutto a torture.

Inoltre i costi sociali ed economici di questo approccio sono drammaticamente ridotti, in certi casi fino al 90%. Antonucci, al tempo del suo lavoro nei reparti, dice che gli unici ad essere scontenti erano i rappresentanti farmaceutici. Forse Cassano vuole invece favorire l’azienda elettrica…

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani chiede da anni la cancellazione di questa pratica brutale.

Massimo Parrino

Direttore Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

Tel.: 02/36510685    Email: info@ccdu.org

Sito: www.ccdu.org

 
 
 

Psicofarmaci: Cosa succede in Italia?

Post n°8 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da monicakoda

Si schiera dalla parte dei cittadini Daniela Guerra dei Verdi, che nella risoluzione espressa presso la Giunta Regionale dell'Emilia Romagna, chiede al Ministero della Salute di intervenire in materia psicofarmaci, perché il metilfenidato (Ritalin) e l'atomoxetina (Strattera) tornino nella tabella degli stupefacenti. Ricordiamo che il Ritalin è un'anfetamina somministrata ai bambini, scomparsa in Italia nell'89 e rimasta nella tabella stupefacenti sino al 2003; riportata il 26 aprile 2006 tra le sostanze stupefacenti, il 10 marzo 2007, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva deciso di riammetterla tra i farmaci normalmente prescrivibili.

Altra vittoria emiliana è stata l'approvazione all'unanimità di una mozione di Verdi e Pd, che chiedono al Governo che sulle confezioni di determinati farmaci siano riportate più informazioni, in particolare per il metilfenidato, con una guida dettagliata sui potenziali pericoli.

Si tratta di una lunga serie di prese di coscienza che nei mesi scorsi avevano visto il Consiglio Regionale piemontese abolire gli psicofarmaci e i test psichiatrici nelle scuole; e la stessa proposta era stata presentata in Campania da Tonino Scala. Ricordiamo, infatti, che questi test diagnosticano una "malattia" di dubbia esistenza, chiamata ADHD (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività), sulla base di domande arbitrarie, un metodo che ha ben poco di scientifico. I ragazzi vengono in questo modo indirizzati a strutture neuropsichiatriche, dove vengono poi somministrati psicofarmaci come il Ritalin.

Etichettare e controllare sembrano essere le attività principali della psichiatria e da Basaglia molti passi devono ancora essere compiuti. A quei tempi il problema erano i manicomi, oggi sembra accentrarsi sui trattamenti ai minori. Ma la Lombardia sembra non averlo compreso e, attraverso una petizione, intende semplicemente potenziare l'intero sistema psichiatrico, quando gli stessi soldi potrebbero invece essere investiti per fermare gli abusi dei diritti umani in quell'ambito e migliorare contemporaneamente il sistema.

 
 
 

Le scuole stanno diventando terra di conquista per chiunque

Post n°7 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da monicakoda

Personaggi fantomatici per malattie fantomatiche. Le scuole stanno diventando terra di conquista per chiunque

 Il giorno 29 Gennaio il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, a seguito di una segnalazione del Sig. Gianni Zappoli, Responsabile del centro Don Milani di Bologna e Pianoro, ha presentato una segnalazione all’Ordine degli Psicologi e al Provveditorato Scolastico Regionale e Provinciale nei confronti della Dott.ssa Monica Pavan, la quale, sul suo sito (www.associazioneagap.org), afferma d’insegnare ai docenti delle scuole di Bologna e Provincia come riconoscere nei bambini la (mai provata scientificamente) “malattia” psichiatrica ADHD, meglio conosciuta come “iperattività”.
Questa dottoressa si presenta come psicologa, nonostante l’ordine degli psicologi nazionale e regionale, salvo errori, neghi la sua iscrizione. Se ciò corrisponde al vero ci troviamo di fronte ad una psicologa, che tale non è, che insegna come diagnosticare una “malattia” mentale, che tale non è.    
Le nostre scuole sembra si stiano trasformando sempre più in distaccamenti delle ASL, che propongono ai Presidi, con il supporto di psicologi, fantomatici programmi che dovrebbero migliorare l’istruzione e le relazioni. Questi programmi sono le brutte copie di quelli attuati in America dal 1965 e che hanno causato il disastro nella loro istruzione. Le stragi nelle scuole americane sono una diretta conseguenza di tali programmi. I Presidi hanno il dovere di informarsi riguardo ai risultati, se di risultati si può parlare, prodotti nel passato da tali programmi. Non devono fidarsi solo per il fatto che a proporli sono dei cosiddetti “professionisti”.
Se qualcuno pensa di trasformare le nostre scuole in un nuovo mercato per la psicologia e la psichiatria ha fatto male i suoi calcoli.
Noi continueremo a denunciare chiunque sostenga la necessità di screening nelle scuole, chiunque sostenga l’ADHD e i disturbi dell’apprendimento come fossero malattie mentali, nonostante non ci siano prove scientifiche a sostegno.
Non ci sono scuse e compromessi su una questione così delicata. E’ il futuro dei nostri bambini che è in gioco.  
Preghiamo tutti i genitori a cui figli sono stati sottoposti test psicologici nelle scuole, sotto forma di domandine, osservazione diretta, sviluppo di temi e disegni, di segnalarlo al nostro Comitato.  
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus    Tel.: 02/36510685   Email: info@ccdu.org

 
 
 
 
 
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