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Post n°755 pubblicato il 05 Agosto 2008 da giromapa
Da Repubblica.it
ROMA - «Apra e chiuda il pugno, per favore». Presto potremmo non sentire più questa frase dalla bocca del medico durante un prelievo del sangue. Secondo uno studio inglese pubblicato sugli Annals of Clinical Biochemistry, infatti, questa pratica altererebbe gli esiti degli esami. I ricercatori inglesi hanno vagliato oltre 200 mila analisi del sangue eseguite tra il 2002 e il 2005, e hanno osservato che nei pazienti a cui si chiedeva di stringere e rilasciare il pugno per facilitare il prelievo, si registravano valori di potassio più elevati. Un problema non di poco conto, se si pensa che il medico, ignaro del modo in cui è stato effettuato l'esame, può ricondurre questo valore 'alterato a problemi di cuore o fegato.
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I medici del pronto soccorso riescono a diagnosticare un
emanuela grasso |
Roma, 4 ago. (Adnkronos Salute) - Ormai non ci sarebbero più dubbi:
I
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La vitamina D o calciferolo, chiamata anche “vitamina raggio di
Recenti ricerche hanno mostrato infatti numerose altre proprietà importanti: prevenzione
prevenzione di dolori cronici: la carenza di vitamina D sembra esser causa di dolore muscolare e debolezza; prevenzione
protezione contro le malattie autoimmuni:
riduzione del rischio di malattie
Dove
Il
Fonte: Mayo Clinic News caterina visco |
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Roma, 1 ago. (Adnkronos Salute) - Altro che frecce di Cupido e siti
Ma basta un
La
Quando i ricercatori hanno spalmato profumo di banana
"Gli insetti cui manca l'inibizione a livello dei
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Roma, 1 ago. (Adnkronos Salute) - Scoperto il gene che fa sentire le
Il transessualismo, in
La variante genetica transex è stata scoperta
Queste differenze spiegherebbero, ipotizzano gli
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Roma, 1 ago. (Adnkronos Salute) - Problemi a ricordare un numero di
"Nel
"Insomma, sono risultati meno capaci
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Da Yahoo! Notizie Pensiero Scientifico - Ven 1 Ago - 17.11 Nell’imminenza della menopausa, il rischio di sviluppare sindrome metabolica cresce drasticamente: lo rivela uno studio apparso sugli Archives of Internal Medicine. I ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago coordinati da Imke Janssen hanno preso in esame 949 donne tra i 42 e i 52 anni per quasi un decennio, scoprendo che il rischio di sviluppare sindrome metabolica cresce per sei anni a partire dall’ultimo ciclo mestruale: l’ipoesi è che il fenomeno sia legato ai livelli di testosterone nell’organismo femminile. La sindrome metabolica viene diagnosticata quando una persona presenta tre o più dei seguenti sintomi: - obesità centrale, caratterizzata da una circonferenza vita ≥ a 102 cm nei maschi e 88 cm nelle femmine; - alto livello dei trigliceridi nel sangue ( ≥ 150 mg/dl); - basso livello di colesterolo HDL (≤ 40 mg/dl nei maschi e 50 mg/dl nelle femmine); - ipertensione arteriosa; - alti livelli di glicemia a digiuno. “Il messagggio per le donne è: tra i 45 e i 55 anni succede qualcosa che non è ancora chiaro ma è pericoloso”, spiega la Janssen, “e quindi in quegli anni le abitudini salutari e uno stile di vita corretto diventano più importanti che mai”. Fonte: Imke Janssen I, Powell LH, Crawford S et al. Menopause and the Metabolic Syndrome: The Study of Women's Health Across the Nation. Arch Intern Med. 2008; 168(14): 1568-1575. david frati |
Da Yahoo! Notizie |
Post n°742 pubblicato il 02 Agosto 2008 da giromapa
Da Yahoo! Notizie |
Da Yahoo! Notizie |
Post n°740 pubblicato il 02 Agosto 2008 da giromapa
Da Yahoo! Notizie |
Da Yahoo! Notizie Sabotare selettivamente i meccanismi molecolari del movimento cellulare per bloccare la crescita dei tessuti tumorali:
Bibliografia. Stalling biomotors to paralyze and kill cancer cells. Mayo Clinic news 2008. david frati |
Post n°738 pubblicato il 24 Luglio 2008 da giromapa
Da Repubblica.it Agostino Saccà ROMA - Il direttore generale Rai Claudio Cappon ha proposto al Cda il trasferimento del direttore della Fiction Agostino Saccà e proposto al suo posto Fabrizio Del Noce. Una mossa che ha disorientato i consiglieri di centrodestra, che nella precedente riunione avevano respinto la proposta di licenziamento di Saccà presentata dal direttore generale. Gennaro Malgeri, Giuliano Urbani e Marco Staderini non si sono presentati, mentre i due consiglieri di centrodestra presenti, Angelo Maria Petroni e Giovanna Bianchi Clerici, hanno abbandonato la seduta per evitare che si arrivasse al voto e che quindi passasse la proposta di Cappon. Mancando il numero legale la riunione è stata sospesa. "La riunione è andata a vuoto, per la mancanza di numero legale artatamente determinata da tre consiglieri - ha commentato il consigliere di centrosinistra Sandro Curzi - Ma, nella sostanza dei problemi finalmente messi sul tavolo del Cda, è avvenuto quello che speravo e per il quale mi battevo da otto mesi. Finalmente, il direttore generale ha infatti proposto la nomina di un nuovo direttore della Fiction, contestualmente alla rimozione di Saccà". Saccà ha intanto inviato, attraverso i suoi legali, al Cda della Rai, una "ferma diffida a non precedere col proposito manifestato dal direttore generale" al suo trasferimento ad altro incarico. Con il trasferimento infatti, secondo Saccà, "si aggirerebbe la decisione del giudice del Lavoro". Saccà parla inoltre di "trasferimento punitivo": "Si tenta di procedere al mio trasferimento 'punitivo' e a un grave demansionamento, - ricordo che la Direzione Generale nel suo piano di riorganizzazione ha previsto la cancellazione della Direzione Commerciale - e alla 'premiazione' di chi con la sua lettera, il cui contenuto potrebbe configurare il reato di violenza privata, sembrerebbe aver dato l'occasione per il mio demansionamento" (nella lettera di cui parla Saccà qualche giorno fa Del Noce aveva detto che non avrebbe più partecipato a eventi nei quali era presente anche l'attuale direttore di Rai Fiction, ndr). "Si procede ancora, come significato con la diffida inviata ieri dai miei avvocati - ha scritto ancora Saccà - calpestando le norme dello Statuto dei lavoratori sul procedimento disciplinare e sulla base di un uso totalmente illegale delle intercettazioni, alcune delle quali, comprese quella a base della contestazione del dr.Del Noce che risultano alterate (scrivo alterate e non ovviamente manipolate perché quest'ultima evenienza dovrebbe essere provata solo dall'Autorità Giudiziaria)". Secondo Saccà, infatti, nell'intenzione di proporre il suo trasferimento c'è una "evidente violazione delle regole perché si continua a dar vita ad un procedimento disciplinare che è stato chiuso con il precedente voto del Cda", sottolinea il direttore di Rai Fiction con riferimento alla bocciatura della proposta di licenziamento già fatta dal direttore generale Claudio Cappon ai consiglieri. Ancora a vuoto voto commissione Vigilanza. Anche oggi niente da fare per l'elezione del nuovo presidente della commissione di vigilanza Rai, che ha come candidato dell'opposizione Leoluca Orlando. E' mancato infatti il numero legale per l'assenza dei rappresentanti della maggioranza, c'era il solo Alessio Butti, capogruppo di An ma la sua - come ha sottolineato - era una presenza più che altro di "cortesia istituzionale" nei confronti di chi ha convocato la seduta. E' la quarta volta che va a vuoto l'elezione del nuovo presidente. Perché il voto sia valido occorre la presenza di 24 commissari su un totale di 40, e questo per il primo e il secondo voto mentre dal terzo è sufficiente la presenza di 21 commissari. Ma mancando il numero legale, finora non si è mai votato e quindi si rimane sempre fermi ad un minimo di 24 presenti. A questo punto l'elezione dovrebbe slittare a settembre, anche se in teoria c'è ancora tempo per altri tentativi prima della chiusura estiva. (23 luglio 2008) |
Post n°737 pubblicato il 24 Luglio 2008 da giromapa
Da Repubblica.it ROMA - Alitalia, ultimo atto, nasce "Alitalia 2". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si aspetta entro una settimana la visita in Via XX settembre dell'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, con la proposta per salvare la compagnia di bandiera. Venti giorni per analizzarlo, poi l'avvio del piano di privatizzazione per fare nascere dalle ceneri di Alitalia una nuova aerolinea, più piccola, tutta italiana, integrata con Air One di Carlo Toto. Un piano lacrime e sangue, con 4-5 mila esuberi e probabili esternalizzazioni per arrivare quasi al dimezzamento dell'attuale forza lavoro della Magliana, con un pacchetto di prepensionamenti e cassa integrazione straordinaria che graveranno ancora sul bilancio pubblico dopo il contestato (anche da Bruxelles) ennesimo prestito ponte da 300 milioni di euro. Nuovo sarà anche il contratto di lavoro di piloti, hostess e steward che verranno salvati dalla scure. E proprio il pesante impatto sociale del progetto di ristrutturazione, scritto dall'advisor Intesa, sta facendo maturare l'idea nel governo di rinviare ai primi di settembre lo showdown con i sindacati. Farlo prima significherebbe far esplodere il caos nei cieli italiani durante il periodo estivo. Con nuove lesioni al turismo dopo la Rifiutopoli napoletana. Sottotraccia, nel governo è in atto un braccio di ferro fra chi vorrebbe sposare una linea decisionista e chi propone di superare, appunto, la fase estiva. Tuttavia, tra valutazione di carattere finanziario e di natura politico-sociale, i contorni della nuova Alitalia sono definiti e in larga parte condivisi dal governo. Almeno questo scaturisce dai palazzi ministeriali. D'altra parte l'ipotesi di rilancio della Magliana presuppone un intervento decisivo sul piano normativo: servono alcune modifiche alla legge Marzano (quella che ha permesso il risanamento finanziario della Parmalat) sull'amministrazione straordinaria. <!-- OAS_RICH('Middle'); //--> I tecnici legislativi dei ministeri interessati (lo Sviluppo economico di Claudio Scajola, il Tesoro di Giulio Tremonti, ma anche il Welfare di Maurizio Sacconi e Palazzo Chigi) pensano a una norma che renda più celere il ricorso all'amministrazione straordinaria evitando il rischio che i debiti (Alitalia ne è oberata) possano trasferirsi sui nuovi soci, compromettendo il progetto di rilancio. Sarà questo un passaggio-chiave perché il successivo commissario nominato dal governo possa cedere ai potenziali offerenti la nuova compagnia. Che ripartirà vendendo i vecchi aerei di proprietà e altri asset per poi ottenere velivoli di medio e lungo raggio da una delle società di leasing che fa capo al colosso General Electric Finance. L'acquisto dei nuovi aeromobili, dunque, arriverà solo in un secondo momento. La fusione con Air One e Volare (ma non viene esclusa a priori anche una successiva integrazione con Meridiana), creerà un gruppo che affiderà al marchio Alitalia (bocciata l'ipotesi di un brand diverso) i voli di medio e lungo raggio da Fiumicino mentre la compagnia oggi guidata da Carlo Toto potrebbe accentuare la presenza sullo scalo milanese, alimentato da una snella rete di collegamenti col resto d'Italia. Di fronte alle possibili obiezioni dell'Antitrust di Antonio Catricalà per l'eccessiva concentrazione di voli lungo le rotte Roma-Milano e Roma-Catania, la nuova Alitalia potrebbe rinunciare agli slot di Catania, mentre si difenderà sulla Roma-Milano "forte" della concorrenza che a partire dal 2011 le faranno i treni che viaggeranno sull'alta velocità a 300 chilometri all'ora. Novità in arrivo anche per Malpensa, da dove partiranno nuovi collegamenti per New York e ripristinati quelli con la Cina. Resterebbero a Fiumicino gli altri collegamenti di lungo raggio, comprese America Latina e India. La flotta di "Alitalia 2" sarà ridotta rispetto ad oggi (circa 150 aerei) ma più competitiva e con pochi anni di servizio sulle spalle: verranno progressivamente dismessi dei vecchi divoratori di kerosene, come gli Md 80 per il breve-medio raggio, sostituiti dalla serie 321 di Airbus, mentre sul lungo raggio si punterà sul leasing dei Boeing 767 e 777 e successivamente sul nuovo modello 787. Sulla nuova compagnia pesano le regole dettate dalle alleanze e gli accordi internazionali con due colossi dei cieli in competizione come Air France (Sky Team di cui fa parte Alitalia), e Lufthansa (Star Alliance) legata da accordi commerciali con Air One. Si aprirà su questo un'asta per scegliere la futura alleanza. La cordata italiana, dunque, sembra aver preso corpo. Tre le fasce di soci delle newco, non ancora del tutto definite: una prima (Intesa-Sanpaolo, Benetton, Ligresti e probabilmente anche Colaninno, che tuttavia non ha ancora sciolto tutte le riserve) con un impegno di 100 milioni a testa; una seconda (tra cui Fossati e Gavio) con 50 milioni; una terza, infine, con un pacchetto complessivo di 100 milioni alla quale dovrebbe contribuire anche Marco Tronchetti Provera e il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. L'obiettivo di raggiungere i 700-750 milioni per lo start-up dovrebbe essere raggiunto. A questi va aggiunto il conferimento della flotta da parte di Air One (250 milioni). I tagli del personale, infine. Non esistono ancora numeri certi ma si parla insistentemente di un taglio accompagnato da ammortizzatori sociali di circa 4.000 unità: nel pacchetto ci sarebbero 550 piloti (140 solo per il cargo che dovrebbe essere ceduto), 1.100 assistenti di volo, 2.300 dipendenti di terra. A Palazzo Chigi si studiano anche la possibilità di una cura dimagrante molto forte che prevede l'esternalizzazione delle attività di Alitalia Airport nei piccoli scali (300 lavoratori) ad eccezione di Fiumicino, quelle di amministrazione e It (1.800 persone circa), di Atitech (700) e di buona parte della manutenzione. In questo caso le indiscrezioni parlano di una uscita verso altre società (Fintecna o Finmeccanica, per esempio) per circa 4-5 mila dipendenti lasciando alla newco la scelta di quali settori eventualmente tenere e con quale forza lavoro. (23 luglio 2008) |
Da Repubblica.it Piero Fassino ROMA - L'ex segretario dei Ds Piero Fassino smentisce le affermazioni di Tavaroli pubblicate oggi da Repubblica. "Ho dato mandato ai miei legali di tutelarmi contro questa vigliaccata. L'affermazione pubblicata, nell'intervista di Giuseppe D'Avanzo al sig. Tavaroli secondo cui non meglio precisate tangenti sarebbero "approdate a Londra nel conto dell'Oak Fund a cui erano interessati i fratelli Magnoni e dove avevano la firma Nicola Rossi e Piero Fassino" è una pura falsità, inventata di sana pianta. Non conosco i fratelli Magnoni. Non ho mai avuto firme su conti esteri né a Londra, né altrove. Non so neanche cosa sia l'Oak Fund. Per queste ragioni ho immediatamente dato mandato ai miei legali di tutelarmi contro Tavaroli, D'Avanzo e chiunque altro sia responsabile di questa vigliaccata, nonché contro chiunque continuasse a diffonderla. Trovo inconcepibile che La Repubblica pubblichi, e per di più richiamandola con titoli di prima e seconda pagina e mia fotografia, una notizia del tutto falsa senza neanche verificarne non dico la fondatezza, ma la minima attendibilità. Non si invochi il diritto di cronaca o la libertà di stampa, che non c'entrano niente. Qui si sputtana una persona onesta e pulita ledendone la onorabilità e la dignità. E questo è inaccettabile". E a Fassino arriva la solidarietà dei tutto il Partito Democratico, a cominciare dal segretario, Walter Veltroni: "Condivido integralmente la sua dichiarazione e voglio confermargli la mia grande fiducia e stima personale e politica". Ma è tutto il partito a schierarsi compatto al fianco di Piero Fassino, indicato dallo 007 della Telecom come uno dei due possessori di un presunto fondo estero a Londra: "Nessun dubbio sull'onestà di Piero Fassino. Piuttosto la pubblicazione delle 'confessioni' di Tavaroli è un'operazione indecente, da democrazia malata", sostengono stamane i principali esponenti del partito, riuniti subito in coordinamento da Veltroni. "Un'operazione indecente - si ripete al Nazareno - perché non si pubblicano atti di un'inchiesta, ma parole di un indagato che parla senza l'onere della prova e ammette di non avere nulla da perdere. E' chiaro che Tavaroli spara sul mucchio". <!-- OAS_RICH('Middle'); //--> Respingono le accuse anche gli altri esponenti politici tirati in ballo dalle dichiarazioni di Tavaroli. Anche Roberto Colaninno le definisce "prive di qualunque fondamento e del tutto contrarie al vero". Per questo, si legge in una nota, il numero uno della Piaggio ha "conferito mandato ai propri legali per tutelare la propria reputazione nelle sedi a ciò preposte". "Quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa è destituito di ogni fondamento", afferma Nicola Rossi, senatore Pd, che ha dato ampio mandato ai suoi legali di tutelarlo in tutte le sedi opportune e in tutte le forme consentite dall'ordinamento. A Rossi è andata anche la solidarietà di Veltroni, che stamane gli ha telefonato per ribadirgli il suo sostegno e la sua stima. La polemica non è limitata agli esponenti del Pd. Annuncia una querela nei confronti di Tavaroli anche il segretario dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella: "Quelle del signor Tavaroli sono soltanto illazioni, destituite di ogni fondamento e delle quali risponderà in tribunale". Il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli critica anche lo stile adottato da Repubblica, oltre al contenuto dell'articolo: "Quantomeno curioso lo stile adottato da Repubblica-D'Avanzo per le esplosive dichiarazioni di Tavaroli, esplosive soprattutto per una certa parte degli allora Ds, visto che vanno a toccare il nervo più sensibile che è quello delle vicende Telecom". Cauto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "Bisogna verificare le affermazioni apparse oggi sulla stampa, perché le fonti vanno prese con le pinze". (22 luglio 2008) |
Inviato da: diletta.castelli
il 08/10/2016 alle 13:30
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 11:47
Inviato da: chiaracarboni90
il 21/09/2011 alle 16:22
Inviato da: adspy
il 16/03/2010 alle 22:33
Inviato da: luckystrike86
il 06/03/2010 alle 08:26