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WARRIORS

Post n°272 pubblicato il 17 Ottobre 2010 da manser11

Penso di aver citato "I guerrieri della notte" decine di volte nei miei discorsi, nei vari blog e persino nei miei libri; conservo ancora un fumetto da me disegnato datato 1986 ispirato proprio alla pellicola di Walter Hill. D'altra parte è uno dei miei film preferiti, film che avrò visto almeno trenta volte, l'ultima questa settimana. Ormai conosco i dialoghi a memoria, ma non mi ero mai soffermato sui significati più o meno reconditi dell' "odissea omerica" intrapresa dai Warriors. L'altra sera ho riflettuto che la forza di quel film, oltre che nella spettacolarità delle scene, nell'azione, nella scenografia e nelle atmosfere notturne newyorkesi, sta nella Metafora. Il "viaggio" nel Bronx al ritrovo delle bande è la metafora del miraggio che gli uomini hanno di un mondo migliore, più giusto, utopistico. Solo che le utopie sono difficili da realizzarsi e la morte di Cyrus lo sottolinea. I Guerrieri vengono incolpati di un crimine  che non hanno commesso e questo evento si può tradurre con l'INGIUSTIZIA che l'uomo deve affrontare sempre durante la propria esistenza. Le dure battaglie che seguono sono la coreografica allegoria della lotta per la sopravvivenza di tutti i giorni. Il ritorno a casa, a Coney Island, si può vedere in vari modi: uno, rappresentato dalle parole di Swan ("Guarda che posto di merda. E abbiamo combattuto tutta la notte per tornarci."), ci suggerisce come tutti, indistintamente, necessitiamo di una casa/patria/famiglia dove tornare; una base in pratica, che per quanto squallida ci appaia, ci fa da "rifugio" e ci fa sentire che abbiamo un'anima, abbiamo radici, senso di appartenenza. Un altro modo di interpretare il ritorno è filtrandolo col "colino filosofico": qualsiasi cosa facciamo, battaglia conduciamo, impresa realizziamo, ritorniamo SEMPRE, prima o poi, al... punto di partenza. Come la Vita con la Morte. Il film si conclude con giustizia fatta e Guerrieri riabilitati. Nella realtà non è sempre così, ma in questo caso c'è un messaggio di speranza: la Verità è una dimensione incancellabile e la sofferenza porta, prima o poi, alla libertà. La libertà personificata dal mare che accompagna i Guerrieri nei titoli di coda.

 

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