Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« LA FILOSOFIA E’ INUTILE ...MISTIFICANDO RETORICHE D'AUTORE »

DICHIARAZIONE D'AMORE SEMISERIA

 

 

 

Lo ammetto, si, il paradosso è la mia passione, sono innamorata dei miti, amo la filosofia e sono eroticamente attratta dalle figure retoriche e dalle astrazioni matematiche...


      

 

 

 

Da sempre si dice che il troppo facile raggiungimento dell'amore lo renda di scarso valore, e la stessa cosa vale anche se l'oggetto cambia e se si riferisce ad altri ambiti o contesti. Il risultato quindi, “trinca e branca”, come approssimava il mio professore di matematica, resterebbe quello che…più difficile è la preda, più soddisfacente diventa il premio...Ma è veramente così? Certo, il troppo facile annoia e vincere a tavolino non piace a nessuno; resta però da chiedersi se, davvero sarà la vittoria carpita a costi alti tanto più gradevole e appagante piuttosto che l'iter della conquista all'”essenza dell'impossibilità”.

In altre parole, non sarà il grado di difficoltà della conquista ma l'impossibilità stessa del raggiungimento dei nostri desideri e sogni a salvare il mondo dalla noia?

Storie risapute e interrogativi fondamentalmente atavici si aggirano nei pressi delle varie tematiche del vago e dell'indefinito e il concentrato di questi preziosi “sali” da utilizzarsi come soccorso non dopo uno choc emozionale ma per mantenere invece costante l'emozione, sembra esserne la nota capitale, di cuore, di fondo e di testa.

L'indeterminato implica potenzialità infinite, uno spazio aperto senza paletti e, di certo,  per le anime con un po' di corpo, vince 1 a 0 contro il determinato circoscritto, prevedibile e ripetitivo. Per altri, che sono più corpi con un po’ d’anima sotto spirito, lo scontro finisce invece a favore del determinato e ben specifico, ed il rincaro con il sempre ad hoc “vuoi mettere la gallina oggi?”…Si, certo, capisco; ma non ditelo a me che non mangio carne e, talvolta, anche alle paste preferisco il profumo della pasticceria, anche se nelle quantità possibilmente più alte e nelle variazioni più intense ed estreme...

Lo so che in un mondo di pragmatismo sfrenato tra una consistenza densa, fragile, croccante o morbida al palato ed un percorso di profumo che si nutre e nutre solo di soglie d'effetto, di percezione e di riconoscimento non c'è gioco; ma anche senza arrivare ad estremi in stile Jaufré Rudel che s'innamorò di una donna solo per ciò che di lei ne aveva sentito dire, gli amori (qualsiasi amore, anche verso un'idea) paradigmatici per tutti noi  estimatori delle ombre, alla fine, hanno sempre e comunque la parola finale.

Il Charles Swann di Proust potrebbe spiegare qualcosa agli scettici sia sulla ricerca insoddisfatta e insoddisfacente, sia sul desiderio di “comprendere” ciò che (o chi) si desidera, tanto nel senso di “ottenerlo” quanto nel senso di “capirlo” pur con la consapevolezza (imprescindibilmente auspicata) di non poterlo fare.

Demistificare il mistero indecifrabile che è l'essenza stessa di quanto si desidera, infatti, significherebbe anche smettere di desiderarlo.

Siamo nella regione del paradosso, non c'è nulla da fare, quel territorio particolare che fa innamorare totalmente taluni e tanto dispiace ad altri. Ed è solo questione di gusti, n'est pas?

Quindi si, una danza di finte, controfinte, slanci, aspirazioni, esitazioni, sparizioni; una danza che è un desiderio di unione non esaudita per strategia, una danza di rinvio e tensione non risolvibile per salvaguardare l’irraggiungibilità del desiderio stesso che, ottenuto, sarebbe altro. Diventerebbe necessariamente una cosa differente da quella originariamente irraggiungibile.

E si, per qualcuno sono decisamente  eccitanti le aferesi…e le analessi… e se poi, come me, si ha pure un nome che è un sillogismo aristotelico, che dire? Era un amore voluto dal destino.

Ma in un mondo in cui si finge di essere politicamente tolleranti verso ogni espressione dell’anima e del corpo, le astrazioni, curiosamente, non solo non sono benviste, ma addirittura guardate con sospettosa diffidenza e aperta dichiarazione di belligeranza. Se dinanzi alle libere espressioni di personalità e preferenze cerebrali nessuna creatura di educazione elementare e intellettualmente evoluta si arrischierebbe più ad utilizzare sinonimi offensivi e fuori luogo, ed attenzione, ho specificato “nessuna creatura di educazione elementare e intellettualmente evoluta", fior di autocelebrativi studiosi non hanno invece nessuna esitazione o ritegno razionale nel definire “frustrate” o “inconsistenti” oppure molto meno elegantemente, in altri modi e con altri termini, tutte le persone che preferiscono un'idea ad un corpo, un'essenza ad una concretizzazione. Strano vero?

Ma questo accade perché tutte le streghe sono destinate al rogo. Continuativamente. Sono quelle straniere sempre in ritardo per una comune assoluzione e sempre in anticipo per l’integrazione accettata. Le streghe guardano negli occhi appollaiate dall’alto dei loro nascondigli ed avvolte nelle lunghe ali scure pronunciano le loro parole sempre un attimo prima che queste vengano accolte, abbracciate… Sono nate per non essere in orario.

Così, forse, quando anche i logaritmi diventeranno un’espressione erotica universalmente integrata, le streghe saranno pronte ad offrire nuovi volti e nuovi pensieri, solo per essere ancora a tempo con il loro non essere in orario, mai…

 

 

 

L'immagine utilizzata per il post è di Ary Scheffer, Paolo e Francesca.

 

 

P.S. ...Ecco un esempio "concreto" di "astrazione"...quando si dice orgasmo letterario

Scivolavano tra i Righi percorrenti Srotolate snocciolate meditate o sofferte

ricercate apprese e rapprese di Vuoti

di Laceri strappi di Memoria e Lampi improvvisi di tagli e Visioni

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