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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°331 pubblicato il 21 Aprile 2012 da enodas

 

Tra le tante cose di questo periodo, c'é anche l'ansia di prendere ed andare. Viaggiare, senza che questo implichi lunghe strade su una cartina, che le strade, quelle vere, spesso non si possono tracciare. Ansia, sì, e sconforto, nel cercare di essere un po' viaggiatore, gli occhi aperti, un po' come l'animo, di fronte a questa strada, che é tante cose in realtà, come dicevano i miei amici che erano scout. Viaggiare, anche da solo, se queste sono le circostanze, e non lasciare che sia un'assenza a bloccarci. Ecco, questo concetto che anni fa, sulle strade assolate e colorate di un'isola greca mi aveva fatto pensare a quante cose possa essere il viaggio, questa consapevolezza... sì, come tante cose sono appese ad un filo. A volte basta una macchina fotografica, a volte semplicemente lasciare che i movimenti ti accompagnino in questo continuo partire che sempre aggiunge nuovi colori su una tavolozza colma di sentimenti.
Così, qualche giorno fa ho comprato uno di quei quadernetti che si chiudono con un elastico ed ho deciso di scrivere, annotare, tracciare linee veloci sulle pagine. Mi piace scrivere, e forse ogni tanto sarebbe il caso di utilizzare una penna vera e dimenticare schermo e tastiera. E' un'idea che non é nuova, ma che mi é tornata in mente quando in libreria ho visto che, a prezzi assurdi ed in formati che non mi dicevano più di tanto, vendevano qualcosa di simile, almeno nelle intenzioni. Io volevo soltanto pagine bianche. Una specie di appunti di viaggio, una cosa vecchia, d'altri tempi forse, da aprire nel momento in cui si voglia segnare qualcosa. Virtualmente, almeno, visto che già so che la parte perfezionistica vorrà una scrittura corretta ed una penna come si deve. E perché il quadernetto non lo voglio rovinare o, peggio ancora, vederlo perso. é una di quelle idee che saltano in mente, e poi magari sono una stupidata e te ne accorgi mentre ci perdi un sacco di tempo. Sì, perché se dovrò scrivere, scriverò da quando il viaggio ho iniziato a sentirlo così, tanti passi, la strada che fa battere il cuore, le immagini ed un quaderno di appunti. Che i ricordi non se ne vanno, mai, nemmeno quando non ci si pensa ma poi ti accorgi che basta un attimo per ritrovarli. Anche con gli appunti sparsi anche sul blog, anche quello in fondo quadernetto annotato e sgualcito. Non so se servirà, non so quanto alla fine abbia senso, non so nemmeno esattamente cosa ne verrà fuori, ma le pagine sono lì, la penna sul tavolo, e tante, tantissime immagini nascoste ovunque.




 
 
 
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