EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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Post n°708 pubblicato il 23 Luglio 2017 da enodas
29 Maggio
“Con il cuore accompagno le nubi che vanno a sud, (Jiang Zong)
Sento che oggi inizierà un nuovo viaggio. Sempre più in profondità, sempre più alla scoperta di un profilo e di una pennellata dell’anima. Ho lasciato alle spalle i picchi della montagna incantata come se l’avessi ricordata da un sogno, le sue nubi sparse ed il cielo sereno, in direzione di villaggi nascosti e strade poco battute. Là dove la vasta terra cinese lascia spazio alle minoranze etniche che la compongono, questa è una storia complicata da ricostruire, tra luci ed ombre. Quello che per me si traduce in colori, costumi, racconti, racchiude in realtà anche un dialetto diverso, un altro paesaggio, ma anche scontri feroci, una tradizione che rischia di risultare confezionata e sfruttata da entrambe le parti. E’ giusto o sbagliato, difficile da giudicare, senza comprendere, conoscere la profondità delle acque nelle quali ci si trova in navigazione, posso solo scivolare, osservando, magari quella parte brillante e colorata, che si è depositata sulla Storia.
La storia è che questo era un luogo di corsari. Pirati del fiume, contrabbandieri, avventurieri. Incastonati in una roccia che a picco precipita come l’acqua di una cascata, in un fragoroso silenzio, come si addice a questo mestiere. Non resta che arrampicarsi su, dalle sponde del fiume, sgusciando sotto gli spruzzi dell’acqua, verso case aperte al vento, i fumi dei cibi ai lati di vicoli che sono come ruscelli da risalire e le lanterne appese agli stipiti. Ho pensato ancora a quella parola, strada, nelle variazioni di questo Paese enorme, ed alle sue variazioni, in angoli nascosti, nell’antro di una roccia scavata da un fiume, o in quello nascosto all’ombra di una valle. Sento la distanza aumentare, entrare in un mondo lontano che è rimasto nascosto ad occhi occidentali, ed allo stesso assaporare il fascino di questa scoperta.
Ci sono arrivato quando ormai era quasi tramonto, e la vista soltanto ha potuto sfiorarla. Il silenzio della valle era scosso soltanto da improvvisi colpi di roccia che altrove echeggiavano per lavori in corso, ma nulla toglieva al quel senso di pace che sale a fine giornata. Saliva, ondeggiando su quello strato di verde e riflessi sull’acqua diffusi che era il paesaggio, ed accompagnando il lento incedere di una madre con il figlio avvolto in fasce sulle spalle. Dopo aver attraversato distese continue che alternano vegetazione tropicale e distese d’acqua, fango e germogli di riso, non potevo aspettare di vederle, le terrazze. Ed alla fine, per la prima volta, vi sono giunto: uno di quei luoghi sconosciuti che in qualche modo sono immagine impressa nel subconscio, per affiorare in realtà quando si rivelano come luoghi reali. Forse, anche per questa sensazione, questo punto sfiorato rimarrà un po’ luogo dell’anima.
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