EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Messaggi di Ottobre 2015
Post n°580 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da enodas
Non so bene esprimere con quale animo scrivo stasera. Con una valigia a preparare, molte, moltissime incognite che si sommano alla difficoltà che accompagna ogni partenza. Sono mesi che penso a questo viaggio, a quanto poter fare e vedere, almeno idealmente. Per me, del resto, leggere una guida, cercare informazioni e tutto quanto é anche questo. Ed ora mi trovo qui, con un po' più di paura ed una buona dose d'ansia. La distanza, la folla, la durata. Quasi come aver fatto un balzo, sempre un po' più in là, temendo che sia troppo azzardato. Per me. Ora, magari un'ultima sera così avrei voluto fosse anche ben diversa, con pure qualche incognita in più ed un'improvvisa quanto inaspettata amarezza dietro di me. Non so cosa volere, e non so cosa aspettarmi. Così, eviterò di scrivere, in anticipo, se non per augurarmi buon viaggio e dire che racconterò quanto sarò capace di vedere, di sopportare, di vivere, su una strada che sarà sicuramente affascinante ma non certo semplice. |
Post n°579 pubblicato il 22 Ottobre 2015 da enodas
Una nota. Un tasto che si abbassa. E le dita che non riescono a procedere come vorrebbero. Ecco perché, lentamente, suono di meno. Al di là della stanchezza che sale più velocemente. Sono note che risuonano dentro come pensieri, ogni voce, ogni melodia, e - fondamentalmente - mi fanno pensare. Guardare indietro, a ritroso, a volte casualmente, seguendo concatenazioni che non saprei prevenire e che non so dove mi portino. Se non che sia in qualche parte dentro di me. Ed in qualche modo giungo sempre ad un incrocio che mi sembra cruciale. Forse é solo una costruzione, quello che si crea guardandosi indietro, che non corrisponde a realtà, che non corrisponde a quel momento. So che ci sono punti che guardo con particolare malinconia ed una certa amarezza. Amarezza per me, per ciò che dico "non sono stato capace, non mi sono buttato, non..." nemmeno lo so. Tanto da non sapere neanche come cosa raccontare, ora, chino su un foglio cercando di scrivere. Non so se tutto questo dipenda da me, dal mio modo di guardare alle cose, dal mio modo di guardare indietro e di vivere i miei ricordi ed il mio essere ora. So che ogni volta mi riprometto di dedicare del tempo, di sapere perché, appena iniziato a suonare, ho dedicato tanto tempo e tante energie a questo strumento. So che a volte suonare mi fa male, come se raccontassi di me a me stesso, come se non riuscissi a controllare quelle note che mani sempre meno allenate cercano di sfiorare su una fila di tasti e che nel silenzio risuonano per me. |
Post n°578 pubblicato il 17 Ottobre 2015 da enodas
"During his short life, van Gogh did not allow his flame to go out. Fire and embers were his brushs. I have thought, and wished, that I would not let my flame go out, and with a burning brush paint until the end." "Fire and ardour were in his brush during the few years that he consumed himself for his art." (E. Munch)
Due linee parallele, ed il loro punto d'incontro all'infinito. Con quest'immagine, un concetto quasi romantico preso a prestito dalla geometria euclidea, si sviluppa la linea conduttrice della mostra "Munch - Van Gogh", questa é la connessione invisibile tra due dei personaggi più conosciuti e più fondamentali nella svolta impressa all'arte nel suo passaggio alla modernità. Di sicuro, queste due rette non si incontrarono mai fisicamente, anche se il primo non conobbe mai il secondo, questi - per probabile giocoforza temporale - ebbe modo di conoscere indirettamente il primo. Dove si incontrano allora due rette parallele... lo spazio é quello infinito, quasi torbido, sicuramente tormentato dell'anima. Si incontrano nei sentimenti, in un urlo d'angoscia, o nell'anelito ad una serenità negata, in un viaggio che divenne esplorazione profonda delle paure e delle domande impossibili dell'esistenza stessa. Muovere, commuovere, consolare. E così, come guidato lungo un percorso spiraleggiante, mi trovo in una sala tonda, che quasi pare ruotare con me, lungo le pareti dedicate a differenti esperienze umane - dall'ansia alla speranza, dal desiderio morboso alla tranquillità anelata, come proiezione diretta delle lettere vergate a mano, da quelle stesse mani, poste al centro della sala. Solitudine. Entro i confini di una tela, dentro il confine degli occhi che osservavano e cercavano. Una fiamma che "non si fece spegnere", non fino a quando si lasciò esaurire da sola, come se tanta luce avesse la forza di brillare per un tempo breve. Tutte le opere di VanGogh sono racchiuse in poco più di un decennio. O una fiamma che ardesse una vita intera, ballando sul limite sottile della follia, per esplodere in un urlo allucinato. Note di pagina sottolineano la morbosa psicologia di Munch a confronto con l'inquietudine di VanGogh. Il quale nel colore e nei soggetti cercava l'oro, la bellezza della natura e la genuinità della vita rurale. VanGogh "discerneva col fratello di pittura e di arte e concludeva le proprie con una stretta di mano e la raccomandazione di fumare la pipa per mantenersi di buon umore". Much viveva "in una notte perenne", una notte nordica, in cui le luci del tramonto diventavano fiamme demoniache e le donne trasfigurazioni perverse dai tratti di vampiro.
"...I hope that the family will be for you what nature is for me, the mounds of earth, the grass, the yellow wheat, the peasant [...] to console you and restore you when one needs it..." "...I felt the greatest pleasure in knowing that I would be returned to this earth always to be shone upon the living sun - alive..." "...What I'm doing is prompted by a deep feeling of and need for love..." "...In life and in painting too, I can easily do without the dear Lord, but I can't, suffering as I do, do without something greater than myself, which is my life, the power to create..." "...The sky suddenly turned to be blood - and I felt a wave of sadness..." "...I saw all the people behind their masks - I saw through them and there was suffering..." "...I made a point of trying to express sadness - extreme loneliness..." "...Anyone who loves an ordinary, everyday person and is loved by her is happy - despite of the dark side of life..." "...Like a star that emerges from the dark - and meets another star - in this way a man and a woman meet..." "...To express the love of two lovers through a marriage of two complementary colors..." "...When our eyes met invisible hands tied delicate threads - which went through your great eyes in through my eyes and bound our hearts together..."
"I was walking down the road with two friends when the sun set; suddenly, the sky turned as red as blood. I stopped and leaned against the fence, feeling unspeakably tired. Tongues of fire and blood stretched over the bluish black fjord. My friends went on walking, while I lagged behind, shivering with fear. Then I heard the enormous infinite scream of nature." (E. Munch)
Eccomi, dunque. In questa sala tonda di grande fascino, che é punto di arrivo di un percorso che si snoda sulla ricerca di parallelismi culturali ed artistici. Colori, sentimenti, sensibilità, proiettati da lettere ingiallite su tela e colori. Domande affascinanti, su personalità complicate il cui limite si é trasfigurato nell'arte. Questo é quanto ci hanno lasciato. Due nomi affascinanti, del resto, il cui solo udirli dipinge nella memoria immagini ben definite. Affascinante, questo accostamento, dunque. Ma come sempre, secondo me, quando si parli di arte, tracciare linee parallele e delineare punti comuni rischia di forzare la mano. Le famiglie d'origine, la forte impostazione religiosa, i temi, i soggetti, lo stile. Convergono e divergono, a seconda di cosa guida il nostro occhio. Entrambi dipingevano col cuore - laddove il loro possibile "punto d'incontro, Gaugain, dipingeva con la testa" - entrambi lasciavano segni sulla tela che erano segni dell'anima. Ma il loro sguardo era diverso, il mondo che ritraevano appare diverso ed il modo in cui lo narravano, le storie stesse che raccontavano. E' questo che, riflesso nel colore, diverge in un punto all'infinito, sotto il comune denominatore di una tormentata sensibilità.
"Vincent van Gogh (1853-1890) and Edvard Munch (1863-1944) are two distinctive and influential artists. Both created art with a strong emotional content expressed via a personal and innovative style, and both lived troubled lives. The public and art historians alike have often compared them to each other. And there are striking parallels between their art and their artistic aims. They each represented an artistic turn towards existential and universal themes in new and expressive idioms. Yet despite these obvious common traits, which have been underscored time and again in art history and art criticism since the end of the 1800s, the more profound connections between the two artists have never been thoroughly illuminated in the context of an exhibition. (dall'Introduzione alla mostra) |
Post n°577 pubblicato il 13 Ottobre 2015 da enodas
In una notte fonda, tanto da essere tremendamente lunga, per le strade deserte. E' il primo luogo che ho visitato, molto tempo fa, una volta arrivato qui. Con mia sorella, salita, la prima volta. Ricordo la stazione, la via verso il centro, la casa di Rubens sulla strada, ed il profilo della cattedrale. Ricordo, la pizzeria, di fronte, col mio nome, il pozzetto silenzioso, ed il passaggio verso la Schelda. Cividale. Fu la capitale del regno longobardo, l'ho scoperto guardando una puntata di Superquark su youtube una sera, qualche mese fa. Ed é bella. Vicoli, strade in salita, muri in pietra. In fondo, dabbasso, c'é un torrente dalle acque tanto verdi e trasparenti da poter osservare perfettamente le trote, uno di quei torrenti che si trovano camminando in montagna. E' una chiesetta piccola, con gli affreschi in parte strappati dal tempo. E' oltre un ponticello di pietra, lungo il costone che strapiomba sull'acqua, ed una stradina tortuosa. Non ho una grande passione quando si tratta di andare ad un matrimonio. in questi anni, ho conservato qualche immagine, piccoli frammenti rubati quanto casuali. Non molti, in realtà. Ecco, oggi ne ho Sraccolto un altro, sotto forma di un video che improvvisamente sgorgava una lacrima. E' difficile da raccontare, qualcosa del genere. E' difficile raccontare un nodo alla gola. Sarà un'altra notte che non termina. Non mi é capitato poi tante volte di osservare dal finestrino dell'aereo di notte. Linee luminose come tentacoli, a volte propaggini solitarie, in altri punti ragnatele labirintiche. C'é molto più delle righe lasciate qui sopra, ed a volte, profondi filoni di qualcosa che non saprei nemmeno descrivere, non proprio malinconia, né tristezza, né nient'altro che parole potrebbero raccontare.
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Post n°576 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da enodas
Anche quest'anno ha fatto tappa ad Eindhoven la mostra degli scatti premiati al World Press Photo. Non scriverò molto sulle considerazioni generali sollevate ogni volta la visione di molte delle immagini premiate, perché non farei altro che ripetermi. Posso dire però che in questa occasione sia uscito ancora più turbato e sconfortato che altre volte, probabilmente per il carattere negativo presente in gran pare delle foto e per la crudezza ricorrente di certe imagini che motravano la morte senza filtri. Le immagini si riferiscono all'anno passato, il 2014.
Final Fight for Maidan Demonstrators gather on the Maidan. Protests broke out in the Ukrainian capital, Kiev, in November 2013, after President Viktor Yanukovych rejected a trade deal with the European Union in favor of closer ties with Russia. Thousands of pro-European supporters gathered on the city’s Independence Square, known as the Maidan, in an occupation that would last for months. Ongoing violence hit a peak on 18 February. Over the next three days, more than 70 people, both protestors and law enforcers, were killed by gunfire, with each side blaming the other for starting the shooting. President Yanukovych fled the country on 21 February, and the pro-European Petro Poroshenko was elected Ukraine’s new president in May. Questa foto é stata scattata in Europa. Ed il sangue in primo piano continua a scorrere, ormai in un silenzio che é abitudine. Dall'Ucraina sono stati premiati due reportage: uno sulle prime proteste ed i primi scontri a Kiev, l'altro - con immagini crude e sconvolgenti di resti ed effetti sparpagliati - sull'abbattimento del volo passeggeri sopra i cieli dell'Ucraina orientale in piena guerra. Ancora, queste immagini provengono dall'Europa.
Act of Forgiveness Although exact figures are not known, Iran is thought to execute more people than any country in the world, apart from China. Hangings are frequently held in public, and sometimes a murder victim’s family may participate in the punishment by pushing the chair from under a condemned prisoner. On 15 April, a young man identified only as Balal was due to be hanged for stabbing a friend, Abdollah Hosseinzadeh, to death during a street brawl. Hosseinzadeh’s mother was present at the hanging, but at the last minute, instead of pushing the chair, she slapped Balal’s face in an act of symbolic forgiveness. Such an act puts a stop to the execution, though the victim’s family does not have a say in any subsequent jail sentence. Anche dall'Iran arrivano due storie. Entrambe con un accento narrativo e doloroso sull'amore delle madri ed il dramma di una perdita. Il primo, riguarda le madri che dopo anni riaccolgono i resti dei figli perduti ed inghiottiti della guerra tra Iran ed Iraq, il secondo - cui appartiene questa immagine - dell'esecuzione di un uomo bloccata all'ultimo momento dal perdono della madre della vittima. L'accento di questo reportage si pone sulla prassi della pena di morte e della sua regolamentazione (che permette la grazia da parte dei familiari in Iran, Paese ai vertici delle esecuzioni capitali. Questo é un tema tristemente ricorrente nel World Press Photo: scorrendo la sequenza di questa esecuzione mancata mi é tornata in mente l'immagine premiata l'anno scorso di un condannato che salndo sul patibolo cercava conforto sulla spalla del boia.
Beach Casualties Israeli missiles struck a beach in Gaza City, killing four boys and injuring a young adult.
Monkey Training for a Circus A rhesus macaque cowers as its trainer approaches, while training for a circus act, in Suzhou, eastern China. Questo sguardo umano e terrorizzato sono tutto quello che l'uomo sembra essere riuscito a raccontare della natura, ovvero il suo aboso finanche all'insensatezza. Colpito dalle emozioni "umane" di questa imamgine.
Development and Pollution Da lontano ho pensato che quella sul terreno fosse una bambola. Invece no, non era così. Non ci sono molte parole. Questa immagine fa parte di un ampio reportage sull'inquinamento umano e sui suoi effetti, ed era quasi a lato di una carrellata di immagini puntate sulla natura violata e la vita immera in un'aria che di naturale non ha più niente. A mio parere, questa riesce ad andare incredibilmente oltre, con la sua narrazione non solo di un disastro ed un abuso innaturale, non solo l'inquinamento ed i suoi effetti, ma anche su una società intera, sui margini cui sono costretti quegli invisibili, sul dramma della povertà.
63 Not Out Members of the New South Wales team assist batsman Phillip Hughes of the opposing South Australia team, after he was struck by a ball during a cricket match. Lo sport, come categoria, ha riservato questa immagine: l'ho scelta per lo sguardo dell'uomo, l'ultimo, ormai perso, probabilmente, e la sua storia, che ho conosciuto soltanto tramite questa foto e le scarne righe che la riassumevano nella didascalia a lato.
Mindsuckers Adolpho Ducke Reserve, Manaus, Brazil When spores of an Ophiocordyceps fungus land on an Amazonian ant, they penetrate its exoskeleton and enter its brain, compelling the host to leave its normal habitat on the forest floor and scale a nearby tree. Filled with the fungus, the dying ant fastens itself to a leaf or another surface. Fungal stalks burst from the ant’s husk and scatter spores onto ants below, to begin the process again. Many parasites not only feed off their hosts, but appear to manipulate the host’s behavior in a way that is advantageous to the parasite’s life cycle. Recent research indicates that this influence occurs at a genetic level—certain parasite genes seem to be able to take control of the host’s brain. Research has shown that in some cases a single parasite gene is responsible for altering the host’s behavior, though in most instances it is thought that the phenomenon is brought about by a combination of genes. Infine, distante da tutte le altre immagini che ho scelto, un'immagine tratta da uno studio realizzato da National Geographic sugli animali parassiti. Ho letto questo articolo, tempo fa, e devo dire che l'ho trovato inquietante. Natura. Questa foto che ho scelto mi ha colpito in realtà al di là del servizio, per l'atmosfera aliena che la pervade. Un mondo che é pervaso di orrore una volta scoperto cosa rappresenta. |
Post n°575 pubblicato il 04 Ottobre 2015 da enodas
"...Non rammaricarti mai (O.Wilde)
Sanicole, 20 Settembre 2015 Ho molte immagini ed una giornata di sole. Per ogni immagine l'obbiettivo vi punta contro: sullo sfondo del cielo ho raccolto linee, rumori e voli pindarici. Oscillando tra maestria, acrobazia e dimostrazioni di tecnica portata agli estremi. E' sempre un po' difficile parlare soltanto di spettacolo quando si tratta di certi velivoli. Anche se quello che va in scena é l'aspetto più spettacolare. In mezzo, si trovano infinite variazioni di quello che é un limite, fisico, ed il sogno di superarlo. E' così che, guardando le foto, una scattata in controsole, quasi alla cieca, mi ha fatto pensare al mito di Icaro, alla sua metafora del volo dell'uomo, del suo ingegno e della sua arroganza. Da qui, poi, é stato in realtà una catena di riferimenti e figure che tra pagine di storia, rimandi artistici e racconti, emergevano, all'improvviso.
"...Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. [...] Noi canteremo [...] il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta..." (T.Marinetti)
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