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Le mie primarie

Post n°45 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da il_viaggiatore_pa

Domenica scorsa sono andato a votare per le primarie del PD. E' stata una cosa tranquilla, non c'era tanta gente al seggio. Non ho assistito a quelle scene di moltitudini in coda mostrate dai TG, anche perché da romano abituato a sopravvivere vivendo la mia città in "controtendenza" (cerco di uscire quando gli altri entrano, entrare quando escono, stare a casa quando vanno a spasso...) sono andato a votare subito dopo mangiato, in un orario tranquillo (la digestione non ne ha risentito).

Devo dire che non mi aspettavo un successo così grande di queste primarie: più di tre milioni di votanti. Mi aspettavo naturalmente invece il trionfo di Veltroni: come sindaco di Roma non mi è piaciuto molto (meglio Rutelli), ma come politico a livello nazionale credo abbia delle buone capacità e prospettive (al contrario di Rutelli). Diciamo subito che non sono un elettore affezionato della sinistra. Anzi, per DNA familiare e personale probabilmente mi sentirei più rappresentato dall'area di centro-destra. Purtroppo il centro-destra italiano è un'armata Brancaleone composta da clericali finto-ortodossi, statalisti nazionalisti, scissionisti eversivi, e tutti questi tenuti insieme da un partito finto-liberista populista di stampo sudamericano. Non abbiamo una Merkel, non abbiamo un Aznar, non abbiamo un Sarkozy (confesso, voterei per lui). In attesa che la destra italiana diventi un qualcosa di credibile mi giro a sinistra, e a sinistra vedo l'unica forza politica che (secondo me naturalmente) può innescare un processo di miglioramento della società italiana: i DS.

Cosa mi aspetto ora dal PD? Ho superato lo slancio giovanile che ti porta a immaginare che le cosa possano cambiare dall'oggi al domani, sono anche scettico su formulette magiche che possano cambiare l'Italia dall'oggi al domani: le più varie riforme di cui si parla. Quello che credo è che bisogna rimboccarsi le maniche e cominciare a lavorare e forse tra dieci o venti anni le cosa saranno migliorate. Lavorare vuol dire prima di tutto smontare quel brodo di illegalità a carattere mafiosetto (quando sento parlare dell'importanza della "famiglia" mi si gela il sangue...) in cui navighiamo tutti. Voglio dire, siamo il Paese degli amici degli amici, dei "favori"... Però fare questo significa colpire degli interessi, degli orticelli (basta vedere cosa succede ogni volta che si parla di liberalizzazioni): può farlo solo una forza politica con un consenso sufficientemente ampio per imporre scelte che a qualcuno risultino impopolari. Questo spero diventi il PD, una forza più omogenea di quella che è adesso (la Binetti e il suo cilicio proprio non li reggo) capace di governare il Paese senza dover andare dietro agli egoismi di chiunque. Non sarà molto poetico, molto affascinante, molto rivoluzionario... però in attesa della rivoluzione magari potrebbe essere un inizio.

Mi piacerebbe che anche a destra si avviasse un processo simile, ma sono piuttosto scettico: purtroppo la destra italiana non è mai stata rappresentata da un vero partito moderato-conservatore.

Ciao!

 
 
 
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