Creato da Angelo.Iacopino il 05/03/2012

In televisione

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Sequel, prequel e novità: mini guida sui lavori in corso in America

Post n°31 pubblicato il 30 Maggio 2012 da Angelo.Iacopino
 
Foto di Angelo.Iacopino

In America, l’attuale stagione televisiva è terminata con diverse serie giunte alla loro ultima stagione di vita. I flop non sono mancati e le rivelazioni seriali, come American Horror Story e Revenge, sono riuscite ad abbandonare la linea corale, ottenendo la parte da solista. Sono molte, quindi, le nuove serie che le emittenti hanno commissionato per imbottire il loro futuro e spoglio palinsesto autunnale.

Hannibal è tra le novità più attese del prossimo anno. Incastonato come prequel televisivo tra i cinque film che compongono la sua saga, è il racconto sulla formazione da serial killer di Hannibal Lecter. Come accaduto per The Playboy Club, tra le cui sfumature s’insinuava lo spettro di Mad Man, anche per questa serie si presenta il rischio altissimo di incedere in un bel fallimento, per via di quella sensazione di già visto che potrebbe causare l’esistenza di una serie come Dexter.

666 Park Avenue è la risposta della Abc al successo di American Horror Story. Basato sui romanzi di Gabriella Pierce, il vero protagonista di questa storia horror è un condominio di New York. Con un cast di attori che comprende nomi abbastanza noti al pubblico seriale, come Terry O’Quinn di Lost e Vanessa Williams, questa serie ha le carte in regola per tramutarsi in una delle rivelazioni della prossima stagione televisiva, nonostante il ripetersi di una storia già raccontata.

Ryan Murphy figura tra i creatori della nuova serie comedy The New Normal:  una giovane madre single accetta l’incarico di madre surrogato nel progetto di riproduzione di una ricca coppia gay di Beverly Hills, a cui manca solo un figlio per essere completamente felici. Situazioni bizzarre e battute taglienti, nello stile cui ci ha abituato il bravissimo autore di Nip/Tuck. Con la speranza che non risenta di stress da sovraccarico di lavoro, aggiungendo questo nuovo prodotto ai due già in onda.

Con The Mindy Project potranno sentirsi rappresentate le Bridget Jones di tutto il mondo. Protagonista della storia è una giovane ginecologa dalla vita sentimentale fallimentare. Tra infermieri sexy con cui si diverte a letto e dottori che le rubano i clienti, sparlando di lei, alla protagonista non resta che sfogarsi con la sua migliore amica sposata e lasciarsi trascinare da una festa all’altra dalla tamarra Shauna. Possibile successo ottenuto sfruttando il filone “chick lit”.

Infamous incentra la sua trama sul misterioso omicidio di una ragazza dell’alta società, erede di un’importante impresa farmaceutica. Seguendo una linea molto simile a quella di Revenge, il detective chiamato a sbrogliare il mistero imbandisce un raffinato piano, in cui include sotto copertura una sua collega, amica di lunga data della vittima. Ancora una volta, sono protagonisti i ricchi esponenti della società americana e i loro torbidi segreti.

I ricchi piangono ancora a Dallas, sequel della serie tv anni 80, la cui messa in onda è prevista per il 13 giugno, sui teleschermi americani: riusciranno gli eredi della famiglia Ewing ad appassionare il pubblico senza protagoniste cotonate e sommerse da chili di fard? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Angelo Iacopino

(Calabria Ora, 17 maggio 2012)

 
 
 

Arriva "Ringer", ma è già un flop

Post n°30 pubblicato il 25 Maggio 2012 da Angelo.Iacopino
 
Foto di Angelo.Iacopino

Non è facile entrare nel mito, così com’è difficile restarci: dopo il successo di Buffy, l’ammazzavampiri, Sarah Michelle Gellar ha collezionato una serie di insuccessi, cinematografici e televisivi, ultimo dei quali Ringer, serie tv che dal 27 maggio andrà in onda nella prima serata di Raidue, con un doppio episodio settimanale.

Le 22 puntate, che compongono la prima e unica stagione di questo telefilm, ruotano intorno al tema del doppio, sia perché le protagoniste sono due gemelle, sia perché una di queste – ovviamente la più ricca – conduce la classica “doppia vita”. La scomparsa accidentale della snob Siobhan, induce la sua gemella Bridget a sostituirla, con l’intento di rifarsi da tutte le privazioni subite. Lasciandosi definitivamente alle spalle il suo sporco passato da tossicodipendente e semi-prostituta, Bridget scopre tardivamente il mondo parallelo della sorella: dietro quell’apparente tranquillità della sua vita borghese, Siobhan nasconde lussuriose relazioni e inquietanti rapporti mafiosi.

In occasione dell’anteprima sul palinsesto 2012/13, avvenuta in questi giorni, il network statunitense The CW ha annunciato la cancellazione definitiva di Ringer. L’interpretazione di Sarah Michelle Gellar, nel doppio ruolo delle gemelle protagoniste, non è stata l’unica causa di insuccesso: il vero problema dello show risiede nell’incapacità dimostrata dai due autori di sviluppare una trama in grado di catturare l’attenzione del pubblico.  Dovrebbe essere un serial-thriller ma manca la suspense. Dovrebbe essere un mistery ma manca la giusta miscela di segreti e bugie. Resiste solo la componente drammatica: nell’accezione di pietoso allestimento televisivo che si sarebbe potuto evitare, per non tediare la vista al pubblico.

Neanche il ricongiungimento della Gellar con Amber Benson, interprete di Tara in Buffy, l’ammazzavampiri e guest star in una puntata di Ringer, ha fatto gola ai molteplici fan della storica serie vampiresca firmata da Joss Whedon, su cui The CW contava, fin dall’inizio, di avere richiamo in modo abbastanza scontato.

In definitiva, i presupposti da cui Ringer partiva erano abbastanza buoni, tanto da convincere la rete tv che l’ha prodotta di avere tra le mani un piccolo gioiello con cui fronteggiare la concorrenza. Sfortuna ha voluto che, all’interno del palinsesto appena chiuso, la Abc sfoderasse una serie dalle sfumature simili, ma ben congeniata: Revenge, partita in sordina, ma capace di conquistare progressivamente alti indici d’ascolto. La differenza tra queste due serie è sostanziale e l’apparato scenografico in cui si svolgevano le azioni dei personaggi ne è la prova: mentre Ringer ha puntato tutto su fondali in chroma key, talmente malcreati da sembrare vecchi anche per una serie anni 70, Revenge ha sfoggiato ricche ambientazioni, riaccendendo i riflettori sulla bellezza inquietante della classe agiata, come non accadeva dai tempi di Dallas e Dynasty.

Seppur vero sia che è difficile entrare nel mito, non è semplice continuare a starci dentro: la mitologia insegna che facilmente si può inciampare e rischiare di decadere, sprofondando dall’alto dell’Olimpo, proprio come la Gellar.

Angelo Iacopino

(Calabria Ora, 24 maggio 2012)

 
 
 

Sopravvivere a "The Vampire Diaries"

Post n°29 pubblicato il 10 Maggio 2012 da Angelo.Iacopino
 
Foto di Angelo.Iacopino

A Mystic Falls si può sopravvivere solo se provvisti di paletti acuminati, verbena e misteriosi anelli magici: è l’unico modo per restare vivo in questa fittizia cittadina americana, scossa dal ritorno dei vampiri e palcoscenico delle vicende narrate nella serie tv The Vampire Diaries. Di recente rinnovata per una quarta stagione, in Italia i fan sono in attesa delle puntate inedite della terza, trasmesse dal 7 giugno sul canale Mya di Mediaset Premium.

Tratto dall’omonima saga di romanzi scritti da Lisa Jane Smith e prodotto sulla scia della febbre vampiresca innescata dal fenomeno Twilight, The Vampire Diaries è il classico teen drama dalle sfumature soprannaturali, in cui l’attenzione del pubblico è calamitata dall’evolversi dei triangoli amorosi tra i protagonisti e dall’impianto metaforico che dipinge l’adolescenza come un percorso ricco di mostri da annientare.

Prodotto e inizialmente diretto da Kevin Williamson, autore della saga cinematografica Scream e di quella televisiva Dawson’s Creek, The Vampire Diaries somiglia di più a una fanzine per ragazze come Cioè, che a un telefilm sui vampiri come Buffy o True Blood: potrebbe essere questo l’unico motivo valido per non perderne un solo episodio. In The Vampire Diaries lo sviluppo della trama è affaticato dal continuo arrivo di nuovi e inutili personaggi, dall’ossessione collettiva di diventare un vampiro o qualsiasi altro essere soprannaturale e dall’abbondante inclusione di sgozzamenti che, volendo simulare un effetto pulp, aumentano solo il disgusto della sua visione.

Il punto forte di questa serie è il gossip che ruota intorno ai suoi attori: Ian Somerhalder e Nina Dobrev, due dei protagonisti, hanno da poco sbandierato al pubblico la loro storia d’amore, mentre Paul Wesley sposando l’attrice Torrey DeVitto, volto noto di Pretty Little Liars, ha innescato una sorta di cross-over appassionante per le cheerleader americane che su Twitter seguono le incursioni dei due sposini sui rispettivi set rivali. Molto più fresco e gustoso è il pettegolezzo che riguarda la fine della relazione tra Taylor Kinney e la cantante Stefani Joanne Angelina Germanotta, nota a tutti come Lady Gaga, somatizzata tramite una serie di interviste piccanti ai più importanti magazine americani.

L’idea di uno spin-off della serie è stata fortunatamente cestinata per favorire la produzione di The Secret Circle, serie tv tratta da un’altra collana di romanzi di Lisa Jane Smith con protagoniste un gruppo di streghe, che ha debuttato quest’anno e che rischia di essere chiusa a fine stagione. L’arrivo di The Vampire Diaries in tv ha inoltre favorito il ritorno del suo brand nelle librerie americane con l’edizione di una nuova collana di romanzi, in cui sono narrati gli eventi antecedenti alla storia finora conosciuta e di cui è attesa l’importazione nelle librerie italiane.

Sopravvivere ai vampiri è possibile grazie ai paletti acuminati, alla verbena e a misteriosi anelli magici. Sopravvivere a The Vampire Diaries è possibile grazie allo zapping.

Angelo Iacopino

(Calabria Ora, 10 maggio 2012)

 
 
 

I diari (anni Ottanta) di Carrie

Foto di Angelo.Iacopino

Carrie Bradshaw è come il maiale: non si butta via nulla. L’ha pensato per prima la scrittrice Candace Bushnell, che nella primavera del 2010 ha sfornato The Carrie Diaries, il primo di una serie di romanzi sull’adolescente Carrie Bradshaw, futura icona di Sex and the City.

Sebbene l’ipotesi di trarne un film sia circolata fin dalla sua uscita nelle librerie, il rischio elevato di un flop cinematografico è stato evitato, prediligendo una versione seriale e lasciando alla televisione l’ingrato compito di macellare uno dei personaggi telefilmici più amati nel mondo. Si è assunto l’onere e l’onore di quest’avventura, l’emittente statunitense The CW, che qualche mese fa ha richiesto la produzione dell’episodio pilota di The Carrie Diaries, passo che precede la commissione di una serie tv.

Ambientato negli anni 80, quando Carrie è solo una studentessa dell’High School americana e sogna di diventare una famosa scrittrice, questo progetto vuole far breccia sulla fetta di pubblico che il marchio Sex and the City aveva finora tralasciato: le teen ager. Per questo motivo, la The CW ha schierato, come produttore esecutivo del progetto, Josh Schwartz, ideatore di The O.C. e Gossip Girl, due prodotti in cui le vite degli adolescenti sono mixate al glamour e alla soap. Non è un caso che sia lui a occuparsi di questa nuova serie, poiché molte sono le somiglianze con un suo vecchio progetto: lo spin-off di Gossip Girl, ambientato anch’esso negli anni 80 e respinto dalla The CW per favorire la produzione del sequel di Melrose Place, chiuso a causa dei bassi indici d’ascolto registrati.

Inglobando alcuni elementi del vecchio cast tecnico di Sex & the City, The CW vuole preservare l’essenza del personaggio protagonista, affinché non subisca alterazioni eccessive e susciti l’ira dei suoi vecchi fan. La scelta dei costumi di scena è stata affidata a Eric Daman che, oltre a continua la collaborazione con Schwartz, ritorna a far parte dell’universo di Carrie, dopo aver lavorato in Sex and the City come collaboratore di Patricia Field. Ritorna nel mondo di Carrie anche Amy B. Harris, nelle vesti di creatrice e produttrice esecutiva di The Carrie Diaries, così come lo è stato in Sex and the City: a lei che si deve la scelta dell’attrice AnnaShopia Robb, interprete della giovane Carrie Bradshaw, conosciuta al pubblico cinematografico per aver ricoperto il ruolo di Violet Beauregarde, nel remake de La fabbrica di cioccolato di Tim Burton.

L’esordio di The Carrie Diaries è previsto per l’autunno sul palinsesto della The CW, quando ogni curiosità sull’origine di Carrie sarà soddisfatta. Chi si aspetta di ritrovare anche Samantha, Charlotte e Miranda deve pazientare: il gruppo di amiche storiche è parte integrante degli anni newyorkesi di Carrie, raccontati nel romanzo Summer in the City, sequel di The Carrie Diaries, cui la serie tv si riferirà solo a uno stadio avanzato della sceneggiatura.

Non ci resta che attendere e scoprire se Carrie Bradshaw era così fastidiosamente irritante e anti-single da giovane, come ha dimostrato di esserlo da adulta, raffigurando un prototipo di donna incapace di gestire la sua vita senza la presenza costante di un uomo.

Angelo Iacopino

(Calabria Ora, 3 maggio 2012)

 
 
 

Tremate: le streghe sono tornate

Post n°27 pubblicato il 29 Marzo 2012 da Angelo.Iacopino
 
Foto di Angelo.Iacopino

L’unione fa la forza: potrebbe essere il motto per il gruppo di giovani protagonisti della serie The Secret Circle, in onda dal 7 giugno, sul canale Mya di Mediaset Premium, in coppia con la terza stagione di The Vampire Diaries.

Chi sente la mancanza delle sorelle Halliwell, di storie condite con elementi presi in prestito dalla mitologia Wicca e di una “scooby gang” nello stile di Buffy, l’ammazzavampiri, non può perdersi questa nuova tele-serie prodotta dall’emittente statunitense The CW e ispirata all’omonima collana di romanzi per ragazzi della scrittrice Lisa Jane Smith, editi in Italia con il titolo I diari delle streghe.  Questa ennesima rappresentazione seriale di un’adolescenza piena di incantesimi, personaggi oscuri da sconfiggere e segreti da svelare accresce il numero di prodotti fantasy che da qualche anno invadono i palinsesti televisivi di tutto il mondo, per via del successo ottenuto al cinema dalle pellicole del franchising Twilight.

I ragazzi di The Secret Circle sono interpretati da un cast di attori composto totalmente da volti noti agli appassionati dei teen drama, provenienti da progetti televisivi catastrofici, di cui vogliono cancellare il ricordo al pubblico: operazione resa difficile dalla loro performance recitativa, che ristagna in un’aspra immaturità, soprattutto nel confronto con il cast di attori che interpretano gli adulti della storia.

Il genio creativo di Kevin Williamson – già coinvolto nell’adattamento seriale di un’altra collana di romanzi di Lisa Jane Smith, The Vampire Diaries – raggiunge alti picchi qualitativi nelle scene di azione, dai tratti horror, ma cala notevolmente quando si tratta di sceneggiare le relazioni interpersonali tra i vari personaggi, soprattutto di carattere amoroso, contrariamente a quanto avviene in The Vampire Diaries, in cui i filoni narrativi del teen drama e del fantasy-horror si amalgamano meglio. Sembra quasi che Kevin Williamson abbia difficoltà a gestire il genere per adolescenti, dopo il successo di Dawson’s Creek: in realtà, il vero problema è che The Secret Circle presenta un numero fin troppo elevato di personaggi da gestire e coinvolgere nella redazione della sceneggiatura. Per questo motivo, tra morti e scomparse improvvise, il cast si è lentamente ridotto nella seconda parte della stagione.

Alla commissione di una prima stagione completa, ordinata sul finire della trasmissione dei primi nove episodi, non è ancora seguito il rinnovo per una seconda stagione della serie: dunque, oltre ai cacciatori di streghe e ai demoni da annientare, questo circolo di streghe deve cercare al più presto, nel proprio “Libro delle Ombre”, una formula magica capace di allontanare lo spettro della cancellazione dal palinsesto.

La soluzione potrebbe essere quella di approfondire l’animo di ogni personaggio, alienandolo dal contesto della comitiva e descrivendo, in modo approfondito, ogni minima sfumatura del suo carattere, poiché anche se l’unione fa la forza, l’individualità fa la differenza!

Angelo Iacopino

(Calabria Ora, 29 marzo 2012)

 
 
 
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