Dovrà passare ancora molto tempo, io credo, prima che la donna possa sedere al suo tavolo a scrivere un libro senza scoprire un fantasma da uccidere, una pietra da scagliare con rabbia.
Virginia Woolf
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L'Hotel Plaza, costruito nel 1907, fin dall'inizio della sua storia, è uno degli hotel più permissivi di New York. A differenza degli altri consente una libera frequentazione dei suoi ristoranti anche a signore non accompagnate e le esclude solo dal Fith Avenue Café (fino al 1920) e alla celebre Oak Room (fino al 1950), tutta rivestita di quercia e con affreschi di castelli bavaresi: riservata a banchieri e finanzieri. Il Palm Court Café, la Oak Room, la Ballroom (aggiunta nel 1921) e poi la magnifica Edwardian Room affacciata su Central Park rendono come meglio non potrebbero l'idea di 'Grand Hotel, gente che va, gente che viene' e sono una vera e propria calamita per clienti più che illustri: da Mark Twain a Eleanor Roosvelt, da Groucho Marx a Frank Lloyd Wright, che vi soggiorna mentre è impegnato nel progetto del Guggheneim. Negli anni Venti Fitzgerald, per una delle sue consuete mille e una notte, organizza nella Ballroom del Plaza un ballo per '600 amici intimi'. Nel 1948 Simone de Beauvoir, seduta nel Palm Court, studia meravigliata i cappelli da cocktail delle signore che, dice, sarebbero del tutto improbabili a Parigi: "ornati da intere aiuole fiorite e gabbie per uccelli di velluto". Nel 1966 Truman Capote festeggia il successo di A sangue freddo con un grande ballo mascherato 'Black and White' al Plaza, dove pubblicamente annuncia: "Non sono un santo. Sono un alcolizzato, sono un drogato, sono un omosessuale, sono un genio". |
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'Due cuori e una capanna a New York'
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CINQUE PEZZI FACILI
PRIMAVERA
La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza, si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.
Gita al faro
Virginia Wolf
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