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attualità, politica, cultura

 

 
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Il teorema dei poteri forti contro l'Italia

Post n°1103 pubblicato il 11 Giugno 2015 da r.capodimonte2009

PRIMA PARTE

Quella che vi raccontiamo oggi non è, come potrebbe pensare la maggioranza di voi, un racconto di fantascienza, ma una verità politica e storica reale e tangibile, che, tuttavia, tocca solo in superficie, in un sottilissimo strato di superficie, le opinioni pubbliche, grazie alla quasi totale sudditanza cui i media nazionali e mondiali soggiacciono, perché parte integrante della trama. Se poi sentirete parlare di “complottismo” o “revanscismo” non fateci caso, perché, queste parole sono utilizzate come oggi ne vengono utilizzate altre: “fascismo” o “comunismo”, “destra” o “sinistra”, “eversione” o “democrazia”, tutte in maniere strumentale.

Partiamo dalla situazione politica italiana, anche se sembrerebbe abbastanza riduttivo, ma non lo è: l’Italia, in questo momento, infatti, pur rappresentando lo zero assoluto di portanza e di influenza internazionale, ancor meno di quanto lo fu negli anni ante-euro, sia economicamente, che politicamente, che soprattutto moralmente, è una vera e propria “bomba ad orologeria”, che spaventa, proprio perché abbandonata a se stessa, in grado di innescare vere e proprie reazioni a catena: immaginate solo due casi. Se l’Italia uscisse dall’euro, non accadrebbe certo come la Grecia (anche se un’eventuale uscita della Grecia non è ancora facilmente stimabile in termini di conseguenze!), perché il peso economico e finanziario, in fatto di debiti e crediti, non darebbe scampo alla moneta unica; se poi il Paese, si appoggiasse a nuovi “referenti”, come ad esempio la Russia, metterebbe in crisi addirittura la tradizionale sudditanza con gli Usa, i quali dovrebbero sloggiare come minimo le loro basi strategiche dal nostro territorio. Questo farebbe della Nato un “colosso dai piedi d’argilla”, anzi “senza piedi”, che, si vedrebbe costretto ad “espandersi” verso Est, con conseguenze molto gravi, per cui l’attuale crisi ucraina sarebbe solo una quisquiglia!

Esistono tuttavia delle grandi forze in gioco, dei poteri onnipotenti (o quasi), che spiano e determinano gli equilibri internazionali, finche questi sono utili, in termini di dominio e guadagno, altrimenti allora li spezzano, e rimettono il mondo, o sue singole zone strategiche, in ballo, in termini di guerre, rivoluzioni, pulizie etniche, massacri, olocausti. Attenzione, però, chi tira le fila sono uomini come noi, non alieni: ed hanno bisogno di “marionette” accuratamente scelte, per porre in atto i loro piani. A volte queste “teste di legno”, che obbediscono ciecamente, ricevendo in cambio prebende e potere, compiono il loro lavoro in modo efficiente, e i “burattinai” se ne compiacciono, perché i loro tesori si moltiplicano; altre volte però, soccombono, perdono pezzi, dimostrano incapacità e inaffidabilità, e allora i loro “padroni” li sfiduciano. E qui per questi ultimi si aprono giorni bui: cosa fare, sostituirli al volo, rischiando di fare peggio, o lasciare che la situazione di caos e ingovernabilità segua il suo corso, magari opposto a quello programmato, tentando, poi, di inserirsi a fianco del nuovo vincitore, per determinarlo a sua volta? Ripetiamo: si tratta di uomini, non di dei, anche se le loro menti sono diaboliche e i mezzi a disposizione, globali. Possono sbagliare, o fare male i loro calcoli, come accadde quando pensarono di “rottamare” la vecchia Europa, fornendo i mezzi, da una parte a un maestro di scuola e a un pittore di paesaggi, e dall’altra a un piccolo proletario di provincia, per dar vita a regimi atti a “purgare” la società, e instaurare il potere assoluto tout-court, e spartirsene le reddittività. Mai avrebbero potuto immaginare che costoro possedessero menti ed idee, non solo autonome, ma profondamente divergenti da quelle ipotizzate, tutt’altro che consone ad essere “strumentalizzati”, per cui, già qualche mese dopo che i tre “frustrati” avevano raggiunto il potere, i “burattinai” iniziarono la loro guerra di logoramento, circondandoli di “falsi consiglieri”, plagiandoli con miti e profezie campate per aria, per lo più violenti e letali, spingendoli giù dall’abisso sanguinario di tirannie e di guerre, per abbatterli, e non importò quanto sarebbe costato…

E ricominciarono da capo. Questa volta il mito ridanciano fu la “democrazia”, ma ognuno di loro sapeva che “democrazia” avrebbe significato il governo dei popoli, la giustizia sociale, il cibo e il lavoro per tutti, l‘economia a misura d’uomo, senza sprechi e privilegi, l’ambiente salubre, il rispetto per il giovane e per l’anziano. Per cui, a gestire l’ennesimo inganno, scelsero altri “burattini”, altri scenari, che avrebbero fornito loro nuove, importanti opportunità, difformi totalmente dalle “definizioni”! Molti di questi, a loro volta, fallirono e furono sostituiti, altri meglio interpretarono i loro canovacci, altri ancora furono promossi entro le loro élite.

Perché, ed è anche giusto, ci chiediamo, se gli anni e forse i secoli, passano, come mai questi personaggi, che non sono immortali, stanno sempre là, in agguato? Il fatto è che non agiscono “proprio” alla luce del sole, e quindi in molto pochi sanno, che i figli dei figli, come antiche monarchie, vengono “prescelti” per continuare la missione dei padri, dei nonni e anche dei bisnonni!

Oggi, tuttavia, a causa dello sviluppo del web nel mondo, la segretezza si è sfilacciata, le bocche cucite mormorano e scrivono, la rete è come un alveare brulicante di informazioni. E la loro esistenza si è fatta grama, così come profondamente errate sono molte delle scelte delle loro “marionette”, che hanno causato in giro seri danni, e messo in grave pericolo le loro fortune, ma anche la loro influenza. D’altra parte lo stesso web è opera loro, ma è stato anche il loro più grande fallimento: all’inizio navigare nell’interspazio doveva essere privilegio di pochi, e lo scopo doveva essere quello di creare “nicchie” decentrate e sempre meno controllabili, dove poter concepire nuovi piani per rendere impermeabili le loro malefatte: ma avevano fatto male i conti con l’uomo “civile”, che odia la solitudine dei “numeri primi” e, non appena gli si offre uno spunto, cerca il suo simile, sotto forma di parola, di suono, di immagine, ma anche di idea, di condivisione, ma anche di odio e amore. Non fu più possibile ritornare indietro, anzi ogni sforzo per farlo, duplicava gli sforzi contrari…

Affermare oggi che è la rete che ci ha salvato dall’omologazione di essere per sempre delle “marionette”, in mano ai dei “burattinai”, non è azzardato. Qualcuno dice addirittura che, tra loro, ad un certo punto, si sia fatto largo un “briciolo” di coscienza, e tutti i mezzi, tutte le volontà e tutte le sinergie che costoro possedevano, li hanno scatenati contro gli “altri”… E da quel giorno questi “altri” hanno perduto una parte del loro potere assoluto.

Ma ritorniamo all’Italia.  (FINE PRIMA PARTE)  (ITALIADOC)

 

 
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