Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 7
 
Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Mentre Renzi abbatte la ...Le amenità di un Paese a... »

L'Italia si gioca la dignità con le riforme, e non si guarda le spalle

Post n°1170 pubblicato il 18 Settembre 2015 da r.capodimonte2009
 

I veri, inossidabili dati macro-economici ce li ha trasmessi, indirettamente, una settimana fa, Mario Draghi , il quale, è impossibilitato a mentire, visto che i suoi dati sono pubblici e sotto la lente d’ingrandimento sia dei filo-europei, che ad ogni zerovirgola cantano vittoria, sia degli euro-scettici, pronti, invece, a stigmatizzare. E, a dire il vero, è troppo tempo che a queste stigmatizzazioni, i vari regimi neo-liberisti che dominano ancora l’Europa (ma stanno calando a vista d’occhio, basti vedere quanti anti-europeisti sono sbucati sulla faccenda immigrazione!), hanno sempre risposto picche, anche quando certe cifre fanno rabbrividire.

Proprio Draghi, che, ripetiamo, non può dire bugie, tuttavia può indorare certe pillole, su ordini ricevuti sappiamo da chi, come quella che l’Europa, e in particolare l’Italia, sarebbe fuori dalla recessione: una balla, che si va a sommare a tutte quelle che dimostrerebbero, su varie statistiche lette a metà, che l’inflazione sale, la domanda interna pure, e quindi la disoccupazione diminuisce, perché le aziende sono tornate ad investire.

E così, una settimana fa, il Governatore della BCE ha lasciato invariati i tassi d’interesse, anche perché sotto lo 0,025, c’è solo lo 0, e poi il segno meno, e questo la dice lunga sull’inflazione che si attesta attorno al 2%, questo a dimostrazione che la risalita dell’Europa è ancora lontana (le medie vengono calcolate tenendo ovviamente presenti i parametri tedeschi, quindi in tutti gli altri paesi l’inflazione è ancora, sì e no, all’1%!)

La verità sacrosanta è stata acclarata ieri dai comunicati emessi dalla FOMC, l'organo di controllo monetario della Federal Reserve Bank, il quale ha spazzato via ogni speranza che gli Usa fossero fuori dalla crisi, e che l’occupazione stesse macinando di nuovo, perché hanno lasciato invariati i tassi, dallo 0 allo 0,25%, mentre l’inflazione viaggia attorno all’1,25%, ma solo perché l’euro continua ad essere troppo forte, così come lo yen, e gli esportatori americani continuano a bastonare quelli europei e giapponesi, mentre debbono ormai fare i conti con quelli cinesi, che si sono stancati di fare la diga al dollaro.

Quindi l’intero occidente, chiamatela come volete, è in situazione di default, o meglio di recessione, mentre quei paesi che pure subiscono la crisi, e riescono a mantenere in equilibrio le proprie valute, come il yuan, il rand, la rupia, il rublo e il real, ne sono ancora immuni. La loro corsa a cambiare dollari in qualsiasi altra valuta, lo dimostra.

Se poi commisuriamo i dati americani, scorporandoli dal peso del debito,  e ci mettessimo in mente di calcolare un rapporto "teorico" debito/pil, ci accorgeremmo che quello di Washington è di gran lunga peggiore di quello del Costarica, che, recentemente, assieme a Portorico (e parliamo di due enclave americane, di diritto e di fatto), ha dichiarato default! Non è un mistero, infatti, che una “bolla” di proporzioni mostruose sta rapidamente crescendo entro le solite banche d’affari di Wall Street che, a confronto, quella del 2008 è stata uno scherzo. La grave responsabilità dei vari manager che salvarono il sistema bancario statunitense, infatti, cospargendolo di oltre 1.500 miliardi di dollari, per il solo fatto di aver sorretto politicamente l’ultimo Bush e il primo Obama (ed evitato il fallimento della mega-compagnia di assicurazione AIG!), e quindi di fatto, aver “osato” entrare prepotentemente nel capitale privato dei maggiori istituti, costò agli Stati Uniti l’impossibilità di determinare aprioristicamente l’uso che i colossi del credito e della speculazione avrebbero fatto di quei soldi. Errore che fu ripetuto ovunque, dalla Gran Bretagna, alla Francia, all’Italia: il risultato fu che queste entità diaboliche hanno continuato, imperterrite, ad investire su “operazioni tossiche”, che servono solo ad ingrassare  le royalties dei broker, e a mettere a rischio il denaro degli investitori e dei contribuenti. E non è un caso che si ritorni perfino a parlare di “bad bancks”, cioè di quelle forme di credito basate sui debiti inesigibili degli istituti, poi cartolarizzati nei famosi “derivati”, e negoziati!

Di fronte a questi allarmi, che si vanno connettendo con quello dell’immigrazione ormai fuori controllo, e che presto causerà un rigurgito ideologico che travolgerà ciò che resta delle democrazie europee già ammalate, in Italia va in onda il teatrino delle “riforme”, che ormai, nel loro contenuto, buono o cattivo che sia, non contano più niente, perché si sono trasformate in un braccio di ferro sull’esistenza stessa del Governo Renzi, mai stato tanto debole, ma neppure tanto corroso dalla corruzione trasformistica, come oggi. Una guerra senza quartiere tra chi vorrebbe perpetuare questo regime ancora per due anni, senza più l’avallo del voto popolare, per terminare quell’operazione di svaligiamento e predazione verso l’economia nazionale, che dovrebbe riportare indietro l’Italia di trent’anni, e agevolarne quindi la sottomissione alla Germania e agli Usa, attraverso il FMI; e chi, al contrario vorrebbe ostacolare quest’operazione, e abbattere il “tiranno”, ma ognuno con scopi dissimili e letali per la coesione di una opposizione, che veramente lo pianificasse. E, quindi, c’è il rischio che, questa coalizione al potere, marcia fino in fondo, riesca ancora a sopravvivere, tra vermi e miasmi, ancora un po’.

Il problema è che le menzogne pronunciate ogni minuto secondo da questa amena congrega di malfattori, restano tali, e le cifre del rimbalzo economico, strazianti. Ecco perché, forse, sarebbe bene guardare un po’ più approfonditamente la situazione internazionale, e non solo quella economica; e quindi anche al conflitto, sempre più acuto, tra Obama e Putin, che, fortuna del mondo, non potrà protrarsi che per altri due mesi; dopo di che toccherà al nuovo Presidente repubblicano riprendere certe strade di prudenza e affidabilità, che il “grande illusionista” nero aveva abbandonato.

L’Italia sta miniaturizzando ogni giorno il suo peso internazionale: ormai conta meno di un due a briscola, e il nostro premier non finisce di corrodere ciò che ne resta, con i suoi comportamenti e la sua prosopopea neroniana. Gli osservatori esteri sanno bene che quella di renzi è solo una scommessa di potere, perchè il lavoro fin qui fatto è solo paccottiglia.

Ci vorrebbe un richiamo alle immagini straordinarie di un Chaplin che gioca con il mondo di gomma, nel “Dittatore”, o gli sketch ineguagliabili di Petrolini, sull’imperatore romano, per capire dove si è spinto Matteo Renzi. Ma anche quanto poco conta, fuori dai circoli lobbisti che gli sono cresciuti attorno, come funghi velenosi, dove le sue “riforme”, lo hanno compreso anche i bambini, sono solo il paravento sdrucito della sua insaziabile ambizione.

Così, mentre l'Italia mistifica la propria tenuta economica, e si affaccia sul baratro prossimo venturo indebolita più che mai, assisteremo, tra poco, alla compravendita politica della propria dignità. (R.S.)

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

acer.250iltuocognatino2karen_71diabolikas0m12ps12robert.sstaff.communityLibannawintour0Miele.Speziato0rossella1900.rlucylla_sdCWBriggsgiuseppisOsservatoreSaggio
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963