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Kitsune no Nikki

Il diario della piccola volpe

 

 

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文学について (Sulla letteratura)

Post n°11 pubblicato il 30 Marzo 2009 da ChiisaiKitsune

In Giappone, forse più che in occidente, c'è sempre stato un netto divario tra la letteratura degli uomini e quella delle donne. Forse perchè da noi le donne non scrivevano proprio, e quando scrivevano non venivano minimamente prese in considerazione. Non che in Giappone venissero prese molto in considerazione quando scrivevano, è che gli uomini sono stati costretti a rivaltare tutta la letteratura femminile antica. Ma facciamo qualche passo indietro. Intorno al 500 d.C. viene introdotta in Giappone la scrittura cinese. Comincia così un lungo periodo si subordinazione culturale alla Cina durato secoli (il Giappone comincia a mettere in discussione la superiorità culturale della cina soltanto durante il periodo Tokugawa, 1603-1868). E quindi i letterati veri, quelli abbastanza colti, scrivevano solo in cinese. Anche perchè i caratteri cinesi, essendo ideogrammi, non si adattano particolarmente alla lingua giapponese, che è una lingua flessiva e ha bisogno di esprimere anche delle desinenze. Pensate ad esempio di poter esprimere con un segno grafico il concetto di volare: è possibile farlo solo che non basterebbe, perchè per noi sto volando è diverso da egli volerà. Con i kanji (caratteri cinesi) uno può dire solo volare, tutto il resto è sottinteso. Insomma, era un casino.
In tutto questo le donne (sto parlando di principesse e dame di corte ovviamente) non sapevano il cinese, e ovviamente non conoscevano il significato degli ideogrammi. Però li trovavano esteticamente molto belli, soprattutto nella loro forma corsiva. Quindi li trascrivevano esclusivamente come forma d'arte. E trascrivendo caratteri di cui non conoscevano il significato ma solo il suono, hanno creato un alfabeto: l'hiragana, composto da 48 sillabe dal valore esclusivamente fonetico. E dal momento che avevano creato un alfabeto che oltre ad essere bello ed elegante si adattava perfettamente alle esigenze del giapponese, cominciarono a scrivere. In sostanza, la letteratura giapponese antica delle donne è riconosciuta dagli uomini perchè è l'unica letteratura giapponese antica in quanto gli uomini scrivevano in cinese. In altre parole, la letteratura alta, elevata, colta, degna di lode era quella degli uomini in cinese, invece quello che scrivevano le donne in giapponese godeva più o meno della stima che gode il fantasy oggi in Italia.
Poi successe che i militari salirono al potere (a partire dal periodo Kamakura, 1185-1333), e nelle società militari, si sa, le donne non hanno un gran successo. La letteratura femminile cessò quindi di essere prodotta, perchè alle donne non veniva più permesso di fare cose inutili come imparare a leggere. Anche la letteratura maschile abbe una certa evoluzione: intanto venne inventato il katakana, un'altro alfabeto fonetico sul modello dell'hiragana (semplice e netto invece che morbido ed elegante) che venne poi mischiato ai kanji in una scrittura ibrida tra cinese e giapponese. Ovviamente più era vicina al cinese, più kanji aveva, più era colta, ma essendo ormai i letterati dei militari e non più dei cortigiani, non è che potevano passare tutte le giornate a studiarsi il cinese. Quindi la letteratura alta subisce in questo periodo una buona dose di semplificazione e imbastardimento. Poi i tempi cambiano ancora, con la pax Tokugawa, e dal 1603 al 1868 (ovviamente le date sono simboliche, diciamo soltanto: in quel periodo) si vive un periodo di relativo benessere. Viene anche introdotta la stampa in Giappone, e questo vuol dire ovviamente cultura per tutti. E la separazione tra letteratura alta e bassa torna più che mai. Se da un lato infatti c'è una scrittura piena di kanji in un giapponese che non si parla più da secoli, dall'altro libretti stampati, soprattutto erotici, scritti in hiragana o katakana e qualche kanji ogni tanto. Ma un accenno di patriottismo e una certa rivalutazione della letteratura giapponese antica comincia già ad esserci.
Infine c'è la riapertura del Giappone. Tutta la nuova politica giapponese si basa sul patriottismo, sul dimostrare agli stati occidentali di valere quanto loro. E quindi non si può certo più dire che la letteratura antica giapponese è scritta in cinese. Si prendono quindi a modello quelle opere che all'epoca erano considerate effimere e d'intrattenimento, quelle delle donne. In effetti sono proprio quelle opere che si prendono a modello per il romanzo moderno giapponese. La lingua alta, che era ormai obsoleta e inutilmente complicata viene semplificata e viene anche compilata dallo stato una lista dei kanji ufficiali, che risolve un sacco di ambiguità (capita spesso che ci siano due o più kanji per la stessa parola) e che elimina un sacco di termini obsoleti e inutili. Con il passare del tempo la letteratura alta e bassa si stanno sempre più avvicinando. Certo, c'è ancora parecchia libertà di stile, ad esempio Mishima usava uno stile complicato e pieno di kanji. E inoltre ufficialmente il divario tra letteratura alta e bassa esiste ancora. Esiste ancora anche il divario tra letteratura femminile e letteratura vera (esiste davvero, anche nelle librerie), e la letteratura femminile è ovviamente tra quella bassa (uomini ingrati >.<). Ma ci sono dei progressi. Ad esempio già nel 2003 il premio Akutagawa, un premio per la letteratura alta, è stato dato a due donne, Wataya Risa e Kanehara Hitomi.
Insomma, con il passare degli anni tutti i criteri che distinguevano letteratura alta e bassa sono stati progressivamente rivalutati. D'altronde questo è normale perchè alto era tutto quello attinente ai classici e basso tutto quello che era nuovo e innovativo. Ormai lo stile in sé non è più sufficiente per distinguere tra letteratura alta e bassa, si adottano criteri più moderni. In effetti l'unico discriminante è il genere: mainstream = alta, letteratura di genere = bassa. Ma anche questa separazione è destinata a essere cancellata, come sta già succedendo in America. D'altronde il Giappone è all'avanguardia per quanto riguarda la letteratura, grazie alla diffusione di libri on line e addirittura sul cellulare. Nel senso che non solo vengono letti sul cellulare (tramite internet), ma che vengono anche scritti su un cellulare e poi pubblicati su siti internet accessibili a loro volta da cellulari. Questa è ovviamente ancora letteratura bassa, ma chi sa in futuro...

 
 
 
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