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Kitsune no Nikki

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Persona 3 ni tsuite

Post n°10 pubblicato il 23 Marzo 2009 da ChiisaiKitsune

Nome: Shin Megami Tensei: Persona 3
Piattaforma: Play Station 2
Sviluppatore: Atlus
Produttore: Koei
Lingua: Inglese
Ore di gioco: più di 70
Genere: RPG

Pochi giorni fa ho recensito il primo libro della saga dei Midnighters sul blog di Tapiroulant. Non entro nei dettagli, sappiate semplicemente che i libri dei Midnighters e il videogioco Persona 3 si sviluppano entrambi a partire dalla stessa idea di base. Ma dal momento che il videogioco è nel complesso un'opera migliore del libro devo proprio parlarvene. E quando dico migliore intendo sul serio, non migliore per quanto possa esserlo un videogioco: non bisogna essere razzisti, molti videogiochi, manga, anime e telefilm sono meritevoli di interesse quanto lo sono libri e film. Certo, ce ne sono di orrendi, ma ci sono anche molti libri e film orrendi, quindi anche se l'opinione pubblica non concede molto rispetto a queste forme d'arte io comunque lo faccio.

L'idea di base che hanno in comune libri e videogioco è: esiste un'ora in più che possono vivere solo poche persone, che è popolata di mostri spaventosi ma che queste poche persone possono sconfiggere avendo poteri speciali. In Persona i poteri speciali sono appunto l'abilità di evocare i Persona, creature generate dalla mente, e quindi di ucciderli abbastanza facilmente. Il protagonista (non ha un nome, devi darglielo tu...), orfano di entrambi i genitori, viene reclutato da un'organizzazione segreta il cui obbiettivo è la cancellazione dell'ora segreta e la completa eliminazione dei mostri. Quindi di notte quando scatta l'ora segreta questo gruppo di ragazzini va a combattere i mostri in un'enorme torre che compare solo in quell'ora all'interno della scuola. La trama è poi ricca di colpi si scena che non voglio spoilerarvi e anche se alcuni risvolti sono un po' ingenui il tutto è comunque abbastanza piacevole.
Lo stile è molto più elaborato rispetto a quello del libro, oserei definirlo emo-pop. Ci sono infatti elementi darkeggianti come il fatto che durante l'ora segreta le persone normali dormono chiuse in delle tombe o l'uso dei tarocchi, elementi decisamente emo come il look e il carattere del protagonista o il fatto che per evocare i persona i personaggi si sparano in testa, accostati ad uno stile di disegno, a dei colori e ad una colonna sonora tendenti decisamente al pop. Questo ad un occidentale può sembrare assurdo, ma in realtà lo stile emo è così dark solo da noi, in Giappone uno può definirsi emo e ascoltare musica pop. Quindi anche se a dirlo non sembra molto allettante sappiate che lo stile di questo videogioco è molto gradevole o almeno a me è piaciuto molto.
Ma stiamo parlando di un videogioco, c'è un elemento importante quanto la trama e lo stile, ovvero la giocabilità. Ed è forse questo l'elemento che più di tutto alza il punteggio di Persona. Di solito infatti gli RPG (Role Playing Game, per chi non lo sappia) si sviluppano nello spazio: tu parti dal villaggio sfigato e man mano che diventi più potente esplori il mondo. Oppure tu hai una base fissa da cui esplori un pezzo di mondo alla volta tornando alla base ogni volta che hai finito. In Persona funziona diversamente. Nella parte notturna effettivamente il gioco si amplia nello spazio, durante l'esplorazione della torre. Ma in realtà questa parte è secondaria, la vera esplorazione è quella del tempo, fatta durante il giorno. Perchè non è che se per un'ora al giorno tu sconfiggi mostri orrendi puoi fare a meno di andare a scuola e, soprattutto, di fare amicizia. In questo modo mentre il tempo scorre e le stagioni passano si possono vivere con il protagonista tutti gli eventi tipici della vita scolastica giapponese, e insomma, l'effetto è stupendo. Poi ci sono gli amici: in precedenza altri videogiochi avevano provato ad introdurre il fatto che intrattenere rapporti interpersonali aiutasse il personaggio principale a combattere, ma in questo Persona raggiunge la perfezione. Ci sono 22 rapporti interpersonali che è possibile sviluppare nel corso del gioco (ciascuno di loro simboleggiato da un arcano maggiore), e dal momento che il gioco dura solo un anno per completarli tutti bisogna gestire mooolto attentamente il proprio tempo. E ovviamente più questi rapporti diventano profondi più si acquisisce potere nel creare i Persona.
Per quanto riguarda la parte combattiva vera e propria Persona 3 sfrutta il marchio Shin Megami Tensei. Shin Megami Tensei è una serie che comprende al suo interno videogiochi anche molto diversi tra loro. Ciò che li accomuna è un ampio repertorio di creature mitologiche da tradizioni di tutto il mondo, che nei vari videogiochi vengono sfruttate in modo diverso. In Persona 3 sono appunto i Persona del protagonista (gli altri personaggi ne hanno uno solo) e anche in questo caso, grazie ad un complicato sistema di fusioni unito alle relazioni interpersonali di cui sopra, averli tutti è difficilissimo. Il sistema di combattimento è forse invece un passo indietro rispetto a tutta l'originalità del gioco, ma per me è comunque abbastanza valido. Come nella serie di Shin Megami Tensei è un sistema a turni speciali: quanto si colpisce una debolezza dell'avversario si guadagna un turno in più. Ma non si può creare una grande strategia in quanto non è possibile scegliere le mosse dei personaggi non protagonisti, ma solo dare ordini abbastanza vaghi. Comunque un po' di strategia è fondamentale anche in questo gioco, e davvero alcuni combattimenti impossibili se affrontati nel modo sbagliato diventano semplicissimi se si riesce a sfruttare questo sistema, e anche se tra gli Shin Megami Tensei Persona è il gioco con i combattimenti più facili, il game over capita lo stesso.
In conclusione Persona 3, oltre ad essere uno dei videogiochi più belli a cui io abbia mai giocato è il più bello in assoluto tra quelli recenti. Insomma, è all'avanguardia della nuova generazione di videogiochi.

Voto personale: 9

Può piacere a:
- Chi vuole vivere un anno da studente giapponese
- Chi vuole collezionare figure mitologiche
- Chi vuole provare un RPG dal ritmo molto veloce e frizzante

Può non piacere a:
- Chi preferisce RPG dall'impianto tradizionale
- Chi pretende di controllare ogni minimo dettaglio del combattimento
- Gli Emo che si prendono sul serio

Leggi la recensione sul primo libro dei Midnighters

 
 
 
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