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Messaggi del 05/03/2008

Chi è contro l'articolo 18

Post n°531 pubblicato il 05 Marzo 2008 da hesse8








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Continua l'offensiva contro i lavoratori, Berlusconi e Veltroni complici



(5.3.08) - Il
licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo è
dichiarato nullo ed il datore di lavoro è tenuto a reintegrare il
lavoratore nel posto di lavoro




Questo lo sancisce l'articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori, ma questo è anche ciò che imprenditori e molti, troppi
politici, vorrebbero cancellare.




Se nella formazione guidata da Berlusconi, l'idea di abolire l'articolo
18 è ricorrente ed esplicita, nel Partito democratico la situazione
crea un po' più di imbarazzo. Comprensibile del resto, visto che non ci
si può dimenticare che personaggi come Ichino e Calearo, solo per
citarne alcuni, siano candidati nel partito di Veltroni.«Chi tocca
l'articolo 18 muore. E badate, non è un'iperbole: c'è chi ha perso la
vita su questa questione» sostiene Ichino.



Riguardo l'articolo 18, il giuslavorista milanese si dice preoccupato
per «un diritto del lavoro che si applica soltanto a metà dei
lavoratori dipendenti, circa 9 milioni e mezzo di persone, su una
forza-lavoro di oltre 22. Restano fuori quasi altrettanti lavoratori in
posizione di dipendenza: non solo quelli delle piccole imprese, ma
anche i collaboratori autonomi, i lavoratori a progetto, gli
irregolari. Oggi la parte non protetta dei lavoratori porta sulle
spalle tutta la flessibilità di cui il sistema ha bisogno, mentre nella
metà protetta l’inamovibilità genera inefficienze gravi e anche
posizioni di rendita inaccettabili. Il precariato permanente è l’altra
faccia dell’inamovibilità dei lavoratori regolari».



La traduzione è presto fatta: il precariato si combatte rendendo più
facile il licenziamento. Ci si chiede come questa bizzarra tesi si
possa coniugare con la sensibilità di alti esponenti del sindacato, di
area Pd, come Paolo Nerozzi della Cgil e Pier Paolo Baretta della Cisl,
che infatti considerano insensato tornare a discutere ora della
protezione dal licenziamento senza giusta causa.

Di sicuro questa è un'altra dimostrazione di come il «ma anche»
veltroniano, con l'entrata nel vivo della campagna elettorale, stia
delineando uno spostamento oggettivo dell'asse programmatico del
Partito democratico verso destra. Nella grande “ammucchiata” che vede
nella stessa lista capitani di industria e operai, ormai è chiaro da
che parte pesa la bilancia.




 

 
 
 
 
 

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