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Messaggi del 12/09/2008

L' Italia va' bene (lo dice il Berluska "vive il suo mondo aziendale")

Post n°743 pubblicato il 12 Settembre 2008 da hesse8


Indagine Acli: gli italiani sempre più poveri

 poveri, povertà, povero (ansa)

Sempre
più poveri. Sempre più in condizione di incertezza sociale. Negli
ultimi cinque anni sei italiani su dieci sentono peggiorata la loro
condizione economica. Mentre in tre anni, dal 2005 al 2008, il popolo
della quarta settimana è cresciuto del 14%. Sono alcuni dei dati che
certificano il clima di incertezza sociale ed economica del Paese
emersi dall'indagine esplorativa presentata dalle Acli venerdì 12
settembre a Perugia, nel corso della seconda giornata del convegno
nazionale di studi, dedicata al tema della destra e della sinistra
'dopo le ideologie', tra 'nuove paure e nuove povertà'.

Il 45%
degli italiani, prosegue l'indagine, dichiara di aver avuto difficoltà
nell`ultimo anno nell`acquisto di beni o servizi di prima necessità
(qualche volta, 35%, spesso, 10%). Lo stesso dato, registrato nel 2005
dall'Iref, l'istituto di ricerca delle Acli, si fermava al 31%.
Rispetto a 5 anni fa sentono peggiorata la loro condizione economica il
61% dei cittadini (soprattutto pensionati, operai, artigiani e piccoli
esercenti). Solo il 6% del campione (1500 individui rappresentativi
della popolazione italiana, intervistati dall'Iref nel mese di luglio)
ha risposto indicando un miglioramento.

Il futuro incerto e
carico di rischi deprime, quindi, 6 italiani su 10, che dicono di
ritenere «inutile fare progetti impegnativi per sé e per la propria
famiglia». Si sentono appartenenti al ceto medio il 51% degli
intervistati, al ceto popolare il 39%, alla classe dirigente il 4%.
Esiste un 'ceto medio impoverito' che sente fortemente peggiorata la
propria condizione (79%), più di quanto non l'avvertano gli stessi
appartenenti al ceto popolare (74%). La prima preoccupazione degli
italiani sul lavoro è legata al reddito.

Il fatto di non
riuscire a guadagnare abbastanza per arrivare alla fine del mese è il
primo pensiero per il 42% degli intervistati. La precarietà è l'incubo
per il 36% degli italiani: il 20% preoccupati di non riuscire ad
ottenere un impiego continuativo e sicuro, il 16% con la paura di
perdere il lavoro Con l'incertezza economica e sociale cresce il clima
di sfiducia e di insicurezza anche nelle relazioni quotidiane e
personali.
Sul lavoro la fiducia nei colleghi sopravanza la
diffidenza di pochi decimi di punto (40,2% contro 39,6%, mentre il
20,2% degli intervistati è indeciso).

Ci si fida (molto o
abbastanza) dei parenti (85%), dei vicini (74%), ma per il resto si
vive sul chi va là, se a stento 1 italiano 2 (50,5%) due dichiara di
nutrire fiducia nei confronti della gentè in generale. Nei confronti
degli immigrati che vivono nel proprio quartiere il grado di fiducia,
com`era prevedibile, è ancora più basso (36%). È alto anche il livello
di preoccupazione sui rischi connessi alla criminalità. Gli italiani
temono di subire furti in casa (molto + abbastanza, 62%), di essere
aggrediti da un malvivente sconosciuto (62%), di rimanere vittima di
scippi e borseggi (61%). Solo nel caso delle truffe il valore dei
molto/abbastanza preoccupati scende sotto la soglia del 60% (55).

Solo
il 3% degli intervistati, tuttavia, mostra fiducia nella difesa
autorganizzata dei cittadini, come ad esempio le ronde. Gli italiani
chiedono senz'altro pene più severe contro la criminalità e il pugno di
ferro delle forze dell`ordine (46%), ma si dicono anche consapevoli
(44%) che è necessario anche agire sulle cause e spingono le persone a
delinquere.

 
 
 
 
 

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