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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Il 2 giugno tutti a Savoia di Lucania per Passannante

Post n°324 pubblicato il 19 Maggio 2007 da vocedimegaride
 

da www.uldericopesce.com

immagineEra il 1984, ero appena arrivato a Roma dalla mia terra, la Basilicata, quando scoprii la vita di Giovanni Passannante, un mio corregionale che nel 1878 attentò alla vita del re Umberto I di Savoia e che per quest’atto “dimostrativo”, visto che aveva in mano un coltellino con una lama di quattro dita non adatto ad uccidere un uomo, era stato punito con atroci torture che lo portarono, dopo più di dieci anni di isolamento in una cella sotto il livello del mare sull’isola d’Elba, a mangiare le sue stesse feci. A Roma arrivai con la Maturità classica, avevo ancora nella testa i versi dell’Antigone di Sofocle, memorizzati a fatica e portati all’esame e mi misi a frequentare l’Università e avevo grandi difficoltà di inserimento: non conoscevo nessuno, pochissimi soldi in tasca che mi passavano i miei genitori per farmi “costruire un avvenire” e vivevo in una camera presa in affitto allo Scalo San Lorenzo, al secondo piano, la cui finestra si affacciava sulla tangenziale est, a cinque metri dalle macchine che non mi permettevano di dormire quasi mai. Per risparmiare 50.000 lire al mese, in aggiunta, dovevo “accudire” circa trecento canarini del proprietario dell’appartamento, tenerli puliti e farli mangiare e bere.  Mi ritrovai nel Museo del Crimine in via del Gonfalone per puro caso. Mi ero mezzo fidanzato, in effetti mi illudevo di essermi fidanzato in realtà la corteggiavo e basta, con una ragazza che abitava nei pressi di Campo dei Fiori, vicino al museo, e lei faceva sempre ritardo negli appuntamenti. In realtà non era molto interessata a me e allora ero costretto ad aspettarla vagando intorno casa sua. I bar erano cari e non me li potevo permettere e un giorno che pioveva e lei era come sempre in ritardo, per ripararmi, entrai nel museo. In un corridoio scoprii la bacheca con un cranio e un cervello, su un fogliettino c’era scritto: Giovanni Passannante, nato a Salvia (PZ) il 19 febbraio 1849. Mi impressionò e mi fece rabbia quel (PZ) tra parentesi: Potenza. La mia stessa provincia. “Perché è qui in esposizione, non ha parenti che se lo vengono a riprendere?”, pensai e mi vennero in mente i versi di Antigone che avevo dovuto studiare a forza ma che ora diventavano attuali e utili: “La giustizia che riposa tra i morti non ha stabilito di lasciare insepolto un uomo, un figlio di mia madre, un fratello. Io lo seppellirò, e morirò, ma per me la morte sarà una cosa bella non una sofferenza.” Sempre più spesso andavo a visitare Giovanni e così partì la mia battaglia: seppellire Giovanni nel suo paese. Una battaglia che cominciai subito a portare avanti con rabbia anche perché avevo involontariamente e ingiustamente associato la triste vita di Giovanni, esposto in una terra che non gli apparteneva, nel Museo del Crimine, nell’indifferenza generale, alla mia stessa vita, che in quel momento sentivo assai infelice, la vita di un giovane meridionale emigrato a Roma per “formarsi” ma che si sente un “trapiantato” e gli manca il suo paese, gli amici, la campagna, la famiglia e i suoi due cani. La lotta per seppellire Giovanni, per dargli dignità, nasceva dal grido di un’ingiustizia che sentivo nelle mie stesse ossa: un Sud umiliato e offeso in passato, un ragazzo di oggi che deve lasciare le cose più belle che ha per “formarsi” altrove. L’ingiustizia dell’idea che per “formarsi” bisognava in parte “sformarsi”.  Sono passati 23 anni da quella mattina nel museo. Mi sono “formato” cercando di non “sformarmi” troppo, cercando di conservare la memoria delle mie cose. Da questo punto di vista la scelta di fare l’attore narrando ciò che mi circonda mi ha aiutato molto. Negli anni ho costruito uno spettacolo che racconta la vita di Giovanni, l’ingiustizia di tenere i suoi resti esposti in un museo e la ferma volontà di restituirgli la dignità della sepoltura, cosa condivisa da circa 5 mila firmatari dell’appello sul mio sito internet. Quella ragazza che corteggiavo l’ho persa di vista, quando passo sulla tangenziale est guardo sempre quella finestra che è rimasta uguale, non hanno neppure cambiato le tapparelle. I miei due cani sono morti, e li ho seppelliti io stesso nell’orto sotto casa al paese. Ma la cosa bella è che oggi mi sento un po’ come Antigone: ho seppellito, con l’aiuto di tanti amici, Giovanni al suo paese. Certamente è stata una sepoltura di cui molti si sono vergognati e l’hanno voluta tenere “segreta” e questo ci ha negato la felicità di accompagnarlo al cimitero, ma bisogna perdonare, la cosa importante è che Giovanni non stia più in bacheca ad essere deriso e ad interpretare il ruolo del criminale senza aver ucciso nessuno.  Il 2 giugno vi aspetto a Savoia di Lucania dove stiamo organizzando una festa in suo onore con ospiti e amici. Partiranno autobus da Roma, Napoli, Matera, Potenza, per informazioni chiamate Clotilde Recchia a questo numero: 338.3833.791. Siamo in attesa di ricevere da parte del sindaco di Savoia di Lucania l’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico.

Ulderico Pesce

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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