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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Acque chete

Post n°338 pubblicato il 03 Giugno 2007 da vocedimegaride
 

di Clara Negri

I Campi Flegrei sono ricchi di laghi e laghetti che hanno costellato il lungo viaggio degli eroi dell’antica Grecia. Il lago più famoso è senza dubbio l’Averno, circondato un tempo da una fittissima foresta, le cui acque esalavano vapori di zolfo tanto densi da soffocare i volatili che si soffermavano sulle sue rive. I greci battezzarono questo luogo col nome di Aornon, che vuole appunto dire: senza uccelli. Sulle rive del lago vi era un antro da cui si diceva che le anime morte discendevano nel regno delle tenebre per non risalire mai più in superficie. Da questo ingresso soltanto tre eroi poterono entrare ed uscirne vivi: Ulisse, dietro consiglio della maga Circe, per evocare lo spirito di Tiresia e conoscere il suo futuro. Enea, dietro consiglio della Sibilla Cumana per evocare il padre morto, e Annibale, allorché implorò Plutone di distruggere Roma. Enea, per scendere negli Inferi, dovette prima adempiere alcune condizioni impostegli dalla Sibilla, fra cui la sepoltura del trombettiere Miseno e l’offerta del ramoscello d’oro a Proserpina, moglie di Plutone. La discesa nell’Ade fu accompagnata dai laceranti latrati delle cagne di Ecate, la luna infernale, e dalla visione di spaventevoli mostri che rappresentano i mali dell’umanità: la fame, la morte, la paura, la miseria, la guerra…Nel viaggio egli incontrò Didone, l’amata che si suicidò per il suo abbandono, e tanti eroi troiani prematuramente scomparsi. Dopo un lungo cammino vide finalmente venirgli incontro il padre Anchise, che per ben tre volte si schernì al suo tentativo di abbracciarlo, e che poi gli svelò la grande missione che aveva da compiere e il futuro dei grandi re di Roma che un giorno avrebbero governato il mondo intero.  Il lago Lucrino fu considerato la Palude Stige da cui nasceva il fiume omonimo. In quelle acque Teti immerse il figlio Achille per donargli l’immortalità, tenendolo però per il tallone, unico punto  del corpo che rimase vulnerabile e che fu poi colpito dalla mortale freccia nemica. Dallo Stige nasceva il fiume omonimo che si avvolgeva per ben nove volte attorno all’Ade onde impedire alle anime dei defunti ogni possibilità di risalire nel mondo dei vivi. Il Fusaro, separato da Lucrino da una stretta lingua di terra, aveva la foce da cui scaturiva l’Acheronte, “il fiume del lamento”, e il Cocito, il fiume “compianto”. Su questo fiume il vecchio Caronte, dietro compenso d’un obolo fisso, traghettava le anime dei defunti, se però avevano avuta degna sepoltura. Il suo aspetto era demoniaco, “spaventoso e sozzo/ a cui lunga dal mento, e incolta, e irta/ pende canuta la barba: Ha gli occhi accesi/come di bragia. Ha un groppo al collo/appeso a un lordo ammanto e con un palo/ ch’egli fa da remo, e con la vela regge/ l’affumicato legno, onde tragitta/ sull’altra riva ognor la gente morta” Il Marmorto, che si trova subito dopo Miliscola, secondo gli antichi, nel mondo sotterraneo attraversava i Campi Elisi , luogo dove soggiornavano i giusti, “le fortunate genti/ parte in su  prati e parte in su l’arena/scorrendo, motteggiando  vari giuochi /di piacevole contesa esercitando” Eneide libro VII. E le sue acque, non appena venivano bevute dalle anime prossime a reincarnarsi, avevano il misterioso potere di far dimenticare il passato. “L’anime, a cui dovute/sono altri corpi, a questo fiume accolte/ bèon dimenticanze e lunghi oblii/ de l’altra vita…” Lo stesso Capo Miseno, vicino al Mar Morto, aveva una fama sinistra ed era considerato estremamente pericoloso sia per la sua vicinanza al fiume infernale e sia per le grotte profonde e misteriose dove i Tritoni uccisero il figlio di Eolo, chiamato appunto Miseno, compagno di Ettore e trombettiere di Enea. Lì Enea, dietro consiglio della Sibilla Cumana, fece cremare le spoglie del povero giovane e, posatele in un’urna, le depose in un mausoleo appositamente costruito sulla roccia, che da quel giorno prese definitivamente il nome di Miseno.

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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