Tana del Leprecano

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Post n°138 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da duffogrup
 
Foto di duffogrup

Nel 1984, in pieno reaganismo, esce al cinema "Il migliore" con Robert Redford. Il film racconta la storia di Roy Hobbs, un ragazzo americano degli anni '30 con un enorme talento naturale (The Natural è il titolo originale) per il baseball ma a cui il destino ha tirato un brutto scherzo. Proprio mentre si reca al provino per una grande squadra incontra una donna bellissima ma leggermente pazza e assassina che lo ferisce impedendogli di dar seguito al suo sogno di diventare il più grande giocatore di tutti i tempi. Dopo 15 anni però, a Roy viene offerta una seconda possibilità di giocare in Major League e lui la sfrutta al volo. Ma i fantasmi del passato sono lì, pronti a fargli nuovamente lo sgambetto. Il film, comunque, finisce fin troppo bene: Roy fa vincere il campionato alla sua squadra con l'ennesimo fuoricampo, ritrova l'amore della sua giovinezza che gli ha dato anche un figlio, e insieme la famigliola riunita torna a vivere in un bucolico paesaggio del midwest.
Bene. Questa è la storia del film. La storia del libro, da cui il film è tratto, è diversa. Ricalca pressochè la stessa trama ma è un'altra storia, finisce diversamente e non lascia speranza. Il libro è stato scritto da Bernard Malamud nel 1952, in pieno maccartismo. A mio avviso Malamud ha scritto, nè più nè meno, la negazione del sogno americano, utilizzando come metafora proprio il gioco statunitense per eccellenza: il baseball. Nel libro viene descritto un mondo cinico e abbastanza deprimente in cui anche gli eroi alla fine guardano al loro tornaconto e gli antieroi più che paura fanno compassione.
Quindi, ricapitolando, nel 1952 Malamud racconta una storia triste sull'impotenza dell'uomo difronte al proprio destino e sulla corruttibilità del suo animo. Nel 1984 Holliwood presenta la stessa storia ma ti racconta che Malamud si sbagliava, che tutti possono avere un'altra possibilità e veder realizzati i propri sogni. Basta essere caparbi, umili, onesti e devoti alla famiglia: insomma basta essere americani.

 
 
 
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Data di creazione: 21/01/2006
 

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